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Autore: AnotherrBreath    04/07/2013    1 recensioni
“Ama chi ti ama, non amar chi ti sfugge, ama quel cuore che per te si strugge. Non t’ama chi amor ti dice, ma t’ama chi guarda e tace.” –W. Shakespeare.
Lei sperava in una cosa del genere. Sperava che da qualche parte nel mondo ci fosse qualcuno che distruggeva il proprio cuore per pensare, sognare, amare lei. Ci sperava perché credeva nei sogni, nel destino, nei dettagli, negli sguardi, nei sorrisi, nelle piccole cose, quelle cose che non tutti riuscivano a notare. Perché tutti vedono ma pochi osservano e lei aveva osservato attentamente quel ragazzo e quasi se ne era innamorata, ma lei non lo sapeva, non se ne rendeva conto perché “troppo giovane” per conoscere il significato di una delle parole più temute e desiderate allo stesso tempo: l’Amore.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Amore guarda non con gli occhi ma con l’anima e perciò l’alato Cupido viene dipinto cieco„
                                                                                                              - W. Shakespeare.
 

 

PROLOGO
 

Dopo aver girato per le vie di quella città a lei nuova per quasi quarantacinque minuti, dovette rassegnarsi e adattarsi a quel piccolo spazio di verde per fortuna non molto affollato. Scelse l’albero più isolato dagli altri, si levò la borsa e la buttò sotto l’ombra creata dalla grande pianta; Lo sentiva già come un amico, che proteggeva lei e i suoi pensieri.
Dalla borsa tirò fuori una quaderno con infilata di lato una penna e poi un paio di libri di poesia. Riprese a leggere da dove aveva lasciato un segnalibro e già dopo tre minuti cominciò a trascrivere le frasi che più le piacevano o che più la rispecchiavano.
Questo piccolo rito si ripeteva da anni ormai, da quando il rapporto dei suoi genitori cominciava a cadere a pezzi. Per il suo tredicesimo compleanno i suoi zii le regalarono un libro di aforismi allegato ad un’agenda con un rivestimento floreale.
“Scrivi di te stessa, tesoro” le disse la zia sussurrando nell’orecchio, quasi fosse un segreto. A quell’età rimase un attimo perplessa su cosa precisamente dovesse scrivere. Lei di se stessa sapeva quel che bastava: nome, cognome, anni, data di nascita e insomma ciò che trovava scritto sulla carta d’identità. Ma con il passare degli anni cominciò a trovare se stessa nei libri, nelle storie, nelle poesie, nelle frasi e allora si ricordò di quel elegante quaderno.
Ora era seduta sull’erba a conoscere lei, diciassettenne e con un nome che non rispecchiava per niente il suo stato d’animo da troppo tempo.
Serena, così si chiamava.
Lei e sua madre si erano trasferite da pochi giorni dalla loro città natale ad un’altra metropoli popolata tanto quanto la prima. Non aveva fatto storie per il trasferimento perché non sarebbe cambiato molto a parte lasciare suo padre.
Ora avrebbe cominciato una nuova vita oppure avrebbe ripreso quella vecchia da dove era rimasta, come con un libro.
Poteva ricominciare tutto rompendo quel muro che la separava da gli altri suoi coetanei, uscire dal guscio della timidezza e delle insicurezze e farsi degli amici, uscire il sabato sera e trovare qualcuno che l’amasse. Ma lei era totalmente diversa dalle altre ragazze. La poesia era una delle cose che la rendeva differente.
“Non ho bisogno di nessuno, mi basto io. Sto bene con me stessa” ripeteva alla madre ogni volta che si apriva il discorso ‘amicizie’. Lo sapeva anche lei che in realtà non desiderava altro che quel qualcuno arrivasse. Qualcuno che la capisse, che l’abbracciasse, che la facesse sentire protetta e amata.
Mentre pensava che mancavano pochissimi giorni all’inizio di scuola, un foglio staccato del quaderno volò via verso sinistra, dove l’erba finiva e iniziava il cemento, separati da dei tronchi d’albero probabilmente abbattuti. Si alzò in fretta e recuperò il foglietto al volo. Era strettamente legata a quei pezzi di carta e non li aveva mai fatti leggere, nemmeno a sua madre e solo l’idea di perderne uno le metteva ansia. Avrebbe perso una parte di se.
Crollò sul verde e fece un respiro profondo. Quando alzò lo sguardo per controllare che nessuno l’avesse vista in preda al panico, notò un ragazzo; stava camminando a testa bassa con le cuffie nelle orecchie e con una chitarra dietro la spalla ma non seppe riconoscere il tipo perché era rinchiusa al sicuro in una custodia . Rimase lì a fissarlo con il foglio ancora stretto tra le mani. C’era qualcosa in quel ragazzo che la incuriosiva. Forse l’aria malinconica o il fatto che avesse una chitarra. Non era abbronzato, nonostante la stagione estiva appena passata. Aveva un viso stanco e lo si poteva capire dalle occhiaie che avvolgevano la parte inferiore degli occhi abbassati. Serena percepì che il ragazzo sentiva il peso del suo sguardo quando tirò su il viso. I loro occhi si incontrarono diretti per un istante, la ragazza sussultò e intimidita non mantenne quel contatto visivo. Guardò tra le sue mani e decise di alzarsi per tornare a casa. Nel tragitto ripensò al ragazzo e a quello sguardo fugace che era bastato per mettergli in subbuglio lo stomaco e far diventare calde e rosse le gote. Ma c’era una possibilità su cento che lo potesse rincontrare e non aveva intenzione di illudersi ancora una volta, quindi si decise di non pensarci più.
Lei non sapeva molte cose; non sapeva la guerra fredda perché quel capitolo aveva deciso di non studiarlo, non sapeva il vero motivo per cui si erano trasferite e non sapeva perché la zia ci tenesse tanto che lei scrivesse di se.
Ma soprattutto, non sapeva quanto il ragazzo dall’aria malinconica le fosse vicina.



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Salve a tutti!
Questa è la mia prima storia che pubblico su questo account e sono molto emozionata perchè ci ho messo tanto amore per scrivere questo piccolo prologo.
Volevo dare una bella impressione perchè ci tengo a farla originale e non infantile.

Questo, come ho già detto è solo il prologo e se vorrete seguire questa storia insieme a me, ne sarò contentissima :)
Quindi grazie a chi leggerà e chi recensirà e.. a presto!
Ciao ciao 

 

  
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