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Autore: jelenascheeks    04/07/2013    5 recensioni
non sono quel genere di adolescente che pensate.
non sono quel ragazzo super figo che tutte le ragazze vorrebbero.
sono un povero ragazzo di provincia che studia per avere un futuro migliore.
sono un povero nerd che tutti prendono in giro, che tutti picchiano per essere lodati dai loro amici e rispettati.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elisabeth Rowen

 

 

Trascinai per il braccio Justin fino ad arrivare alla mia scintillante Mini Ray e lasciare la scuola. Mi era stata regalata dai miei genitori per il mio sedicesimo compleanno e la trattavo e amavo come si fa con un piccolo neonato.
 

Ogni settimana la portavo all'autolavaggio e così ritornava da me pulita come se fosse nuova. Era di un rosso vivo, infatti, per questo la si poteva notare tra tutte le altre macchine nel parcheggio.
 

Aprii accuratamente la portiera e saltai dentro. Justin fece la stessa cosa ma notai che qualcosa nel suo volto era differente da quando era impacciato, timido o imbarazzato. 
 

Pronosticai che qualcosa lo turbava, qualcosa lo infastidiva. 
 

Stava lì, seduto sul sedile, a guardarsi le scarpe come se ci fosse qualcosa di interessante nelle sue vecchie e rovinate snikers nere. Sapevo che non era un ragazzo che poteva permettersi l'ultimo telefono uscito o un paio di Nike. Mi era giunta voce che sua madre faceva diversi lavori per sbarcare il lunario alla fine del mese e nonostante tutto era difficile andare avanti.
 

Volevo tanto aiutarlo. 
 

Donavo insieme alla mia famiglia, ogni mese, una parte del guadagno di mio padre in beneficenza quindi quella parte potevo anche darla a lui. 
 

Ma si, lo avrei fatto. Fanculo a Mike. Fanculo ai miei principi, fanculo alla mia reputazione.
 

Lo avrei aiutato.
 

Distolsi dalla mente i miei pensieri ricordandomi che eravamo nella mia macchina e posai il mio sguardo su Justin.
 

Era seduto sul sedile e potei constatare dalla sua espressione che qualcosa lo turbava.
 

La sua mascella era contratta come anche le sue folte sopracciglia.
 

Decisi di aprire bocca, volevo davvero aiutarlo, risultava così dolce con me e non riuscivo a capire il motivo per cui era vittima di bullismo. 
 

"Justin, tutto okay?" Pronunciai quelle parole con un nodo in gola che non aveva intenzione di sciogliersi. Avevo paura che non si sarebbe mai aperto con me. Sapevo che per lui era difficile confidarsi con qualcuno.
 

"M-mh si, è tutto okay…" Il suo viso era controllato da un pizzico di imbarazzo misto a vergogna.
 

Schiarii la mia voce e parlai. "Justin, sei sicuro? Insomma, mi sembri turbato.."
 

Mi guardò negli occhi e iniziò a parlare. "N-nulla, è che… Non ho una macchina e mi dispiace che dobbiamo usare la tua."
 

Davvero era quello il motivo per cui stava così? Davvero si vergognava per non avere una macchina? 
 

"Justin, è davvero questo il motivo?" Guardai attraverso i suoi occhi per poi identificarne un sì. 
 

Il suo viso si colorò immediatamente di rosso, lasciando posto al suo essere timido ancora una volta.
 

Non sapevo cosa dire per farlo smettere di arrossire e per farlo sentire a suo agio con me.
 

"Ehi, non preoccuparti. Non importa, davvero… Non devi vergognarti di ciò che non hai, okay? Non devi avere nessun timore con me…". Iniziai a parlare frettolosamente quando mi strinse tra le sue braccia singhiozzando amaramente e lasciandomi sbigottita. 
 

Sgranai gli occhi per osservare se tutto ciò vero, e trovai la risposta nel sentire la mia spalla bagnate da lacrime calde e soffocate.

 

"Non so nemmeno perché ti sto abbracciando, perché sto piangendo davanti a una ragazza, perché ti sto confidando tutto ciò. Per me sei una perfetta sconosciuta, mi hai solo soccorso questa mattina strappandomi dai pugni di Mike. Però so che posso fidarmi di te, è una sensazione che ho provato fin da subito. E credimi, io non ho fiducia in nessuno, credo sempre che la gente

abbia intenzione di pugnalarmi alle spalle, di rendermi debole più di quanto io lo sia, di ferirmi. E in un certo senso qualsiasi persona che si sia mai avvicinata a me, lo ha fatto. Sai, ogni volta che mia madre mi chiede come sto, le parole mi muoiono in gola, non riesco nemmeno a parlare e… io so che questo la rende triste. Mi sento uno schifo anche come figlio". Pronunciò

quelle parole come se si stesse liberando da un peso che ormai lo opprimeva da anni. 

 

Sapevo, TUTTI sapevano che quello era il suo punto debole e proprio per questo Mike si era munito dei giusti attrezzi per colpirlo proprio lì.
 

Era così debole, così poco forte per affrontare mio cugino e i suoi amici idioti.
 

In qualche modo dovevo aiutarlo, aiutarlo a superare ciò che invadeva la sua buona e innocente anima.
 

Sentivo il suo cuore battere velocemente in sincronia con il mio che era ancora leggermente scosso dalle sue testuali parole.


Volevo solo tranquilizzarlo e assicurargli che tutto sarebbe andato per il verso giusto ma non potevo. 


Non potevo per il semplice fatto che non ne ero sicura.


Davvero Mike avrebbe smesso di tormentarlo costantemente? Davvero la sua situazione economica sarebbe migliorata?


Mi importava di lui e non ne riuscivo nemmeno a capire il motivo. In fin dei conti, lo conoscevo solo da poche ore.


Scostai il suo viso dalla mia spalla e lo guardai negli occhi, i quali mi avevano affascinato sin dal primo momento. Erano rossi e lucidi per le lacrime appena versate e potevo chiaramente vedere il suo sguardo perso e triste.


"Ascoltami, tu non fai schifo come figlio, okay? Tu sei un ragazzo gentile, premuroso, meraviglioso e a questa lista di aggettivi ne potrei aggiungere altri, fino all'infinito. Non ti conosco, conosco poco la tua storia ma permettimi di aiutarti, di consolarti qualsiasi cosa accada perché mi sento in dovere di farlo. Io ci tengo a te e non ne so nemmeno il perché sinceramente. Sei un

ragazzo speciale, lo so, l'ho sempre saputo. Non mi hai mai vista a scuola perché mi sono sempre nascosta da tutti, per paura di essere giudicata."


Presi il viso tra le sue mani e diedi un piccolo bacio sulla sua guancia sinistra asciugando le lacrime che ancora scendevano senza sosta sul suo volto. 


Presi la sua mano che giaceva sul sedile in pelle nera e la posai sul mio viso accarezzandola con la mia.


Potevo vedere il suo petto muoversi su e giù a causa della lacrime che gli rigavano il volto.


"Justin, andrà tutto bene, te lo prometto. Mantengo le promesse."


Cominciò a balbettare. "G-grazie, grazie di tutto."


Posai un dito sulle sue labbra sensualmente e cominciai a parlare. "Non devi ringraziarmi, non ce n'è bisogno."


"O-ora andiamo a casa." Ritrasse velocemente le sue mani e le posò sulle sue gambe.


Sospirai. "Si, andiamo a casa." 


Misi in moto velocemente e sfrecciai verso casa sua lasciandomi guidare dalle sue indicazioni.


 

 

 

Justin Bieber

 

 


Era davvero un sogno o cosa?


Sono in macchina con la ragazza più bella che abbia mai visto, wow. 


Io, lo sfigato della città, sono in macchina con la cugina del ragazzo più popolare della città. 


Eppure era così reale.


Era vicino a me e guidava. 


E quel bacio sulla guancia? Non mi ero mai avvicinato così tanto a una ragazza e per questo ero felice come un piccolo bambino a cui si regalano le caramelle.


Potevo scrutarla leggermente con la coda dell'occhio. Era così bella. 


Non avevo ancora trovato un'imperfezione in lei.


Ma cosa volevo dire con 'per paura di essere giudicata'? Come si fa a giudicare una creatura così perfetta?


Assorto dai miei pensieri, arrivammo a casa mia e scesi velocemente accompagnato da Elisabeth che si trovava alle mie spalle.


La mia casa era un piccolo e modesto appartamento che si trovava in un palazzo a sud di Stratford.


Non era di lusso ma a me non importava. La mamma aveva lavorato così tanto per ottenerlo e di certo non mi lamentavo. 


Sarebbe potuta andare peggio, saremmo potuti ritornare in quelle case per poveri e io non volevo sentirmi povero. Ci bastava già Mike a scuola tutti i giorni per ricordarmelo.


Presi le chiavi, affiancato da Elisabeth, girai velocemente la serratura ed entrammo in casa.


Appoggiai le chiavi sul pianerottolo e mi diressi verso la cucina, prendendo qualcosa da mangiare.


"Elisabeth, hai fame?". Le chiesi guardandola di sfuggita.


Si schiarì la voce e parlò. "Ehm, si…"


Girai il mio sguardo verso di lei. "Ti va un sandwich?"


"Certo. Grazie, Justin." Allargo ampliamente il suo sorriso e si girò verso di me. 


Non potei non sorridere di conseguenza.


Mi avvicinai a lei e portai una ciocca di capelli dietro il suo orecchio.


"Che c'è?". Le domandai aggrottando le sopracciglia.


"Niente, è che… Mi piaci." Il suo sorriso si trasformò in lieve imbarazzo e arrossii.


"In che senso ti piaccio?" Mi ritrassi da lei e andai a sedermi sul divano.


"Mi piaci come persona. Sei diverso." Disse affiancandosi a me e prendendomi il viso tra le mani. 


Ci avvicinammo ancora di più fin quando le nostre fronti non si toccarono. Potevo sentire il suo respiro caldo sul mio collo. Era così fottutamente bello averla così vicina, ma qualcosa nella mia testa mi diceva che non era ancora il momento. Dovevo aspettare. 


Mi piaceva ma non sapevo se fossi ricambiato o meno.


E poi la conoscevo da poche ore, non potevo già baciarla. Oltretutto, non avevo nessuna esperienza con le ragazze. L'unica fidanzata che ebbi fu Daisy Perez, primo anno di asilo. Ora era diventata la solita puttana che si porta a letto tutti.


Venni distratto dai miei pensieri dal lieve contatto delle sue labbra sulle mie. Eravamo a pochi millimetri di distanza e lei aveva intenzione di annullare le distanze con un bacio ma io mi ritrassi e andai in cucina, ancora scosso da tutto ciò.





 

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avevo deciso di cancellare questa ff ma poi ci ho
ripensato ed eccomi qui ahahahah
il prologo è arrivato a più di 300 visualizzazioni,
grazie a tutti sdzyghrjsf
volevo chiedere a qualcuno se può farmi un
banner per la storia.
se vuole mettersi in contatto con me, 
può farlo su twitter: twitter.com/paradiserew
su facebook qui: www.facebook.com/francesca.nicoletta.18
e su ask sono qui: http://ask.fm/HoranNicki
scrivetemi, mi raccomando ahahah
MI FATE TROVARE ALMENO 5 RECENSIONI PER QUESTO
CAPITOLO? CI HO MESSO UNA MAREA
DI TEMPO E IMPEGNO PER SCRIVERLO,
PER FAVORE.

   
 
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