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Autore: Strawberry Milkshake    04/07/2013    4 recensioni
Quanti di voi vorrebbero volare insieme a Deidara?
Quanti di voi vorrebbero usare la falce di Hidan?
E quanti hanno pregato Jashin per riuscirci?
Beh, io l’ho fatto e i risultati non sono stati…quelli che dovevano essere!
Ho fatto irruzione a Konoha e sono stata rapita da una banda di fighi… ma si può sapere che cos’ha contro di me il destino!?
Genere: Azione, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'New Generation'
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CAPITOLO UNO

Ricordare a Kishimoto che Hidan è un’emerita testa di cazz…cavolo
 
 
Sgranai gli occhi. Non ci credo, non ci credo!

Il ragazzo piegò le labbra in un ghigno che però, dal mio punto di vista, assomigliava di più a una smorfia di dolore.

Si alzò e gridò a gran voce verso la boscaglia:

“Ehi! Kakuzu, l’ho trovata!”

Mi misi seduta, osservando ancora incredula l’albino, che nel frattempo si era avvicinato alle mie cose, scrutandole con interesse.

No, ti prego! Non aprire la cartellina di arte, ti supplico!!!

Avvampai al pensiero che Hidan potesse trovare i miei disegni, che in pratica raffiguravano tutti lui. Oh. Merda.

-Ehi! Ehi ragazzina, ci sei?-

Sbattei un paio di volte le palpebre, prima di accorgermi della mano sventolante dell’albino.

-Cosa?-

-Finalmente! Saranno cinque minuti buoni che hai quella faccia da rincoglionita!- Lo guardai perplessa, inarcando un sopracciglio con nonchalance  –Comunque-  continuò lui –Questa roba è tua?- e con un dito indicò il mio zaino. Lo guardai di sottecchi.

-No, è del fantasma formaggino, sai?-

-Com’è che questa suona come una presa per il culo?- domandò, avvicinandosi di nuovo.

-Non suona, è una presa per il culo! Secondo te di chi può essere? Vedi qualcun altro in giro?- dissi con fare ovvio.

Non se la prese molto, iniziò a ridacchiare e si sedette accanto alla mia custodia nera. Appoggiò la falce sulla roccia, spiaccicando il mio povero zainetto azzurro dell’Eastpack.

-Attenta ragazzina…Stai giocando con il fuoco…-

-Beh, allora farò attenzione a non scottarmi-

Quella che si dice una conversazione ricca di significato. Lo guardai ancora…aveva qualcosa di dannatamente familiare, e non solo per il fatto che lo avevo già visto disegnato nel manga. Era come se…lo conoscessi da una vita.

Naaaaa, sarà solo la mia impressione, la verità è che sto impazzendo…

-È arrivato il tirchiaccio…- sussurrò, ma non cambiò posizione. Stava lì, con la testa appoggiata sul mio zaino ( perché la falce da 10 chili non bastava! ) comodamente spaparanzato e con gli occhi chiusi.

Girai la testa verso la vegetazione, e poco dopo vidi apparire Kakuzu.

Omiodio!!! È davvero lui…Il mio più grande mito dopo Paperon de’ Paperoni!!! Gioia e tripudio!!! Adesso posso morire in pace!

Il ninja guardò prima me poi il Jashinista. Si avvicinò, mandando occhiatacce verso Hidan, che però non ci fece caso. Certo che dal vivo era ancora più alto…e credetemi, per una come me, avente un’altezza pari a 153 centimetri scarsi, per di più seduta…appariva come una montagna…moooolto minacciosa per giunta. Stava per dire qualcosa, ma lo battei sul tempo.

-No, aspetta, fammi indovinare! Allora, voi siete stati mandati qui da Pain, il vostro capo, e avete ricevuto l’ordine di portarmi nel vostro covo viva e vegeta, giusto?-

Hidan sgranò gli occhi e mi fisso con una faccia da “come-cazzo-facevi-a-saperlo? Anticipai la sua domanda.

-Sesto senso- risposi semplicemente.

Voltai lo sguardo in direzione di Kakuzu, che annuì, felice di non dover perdere tempo in spiegazioni. Mi alzai e incominciai ad allentare il nodo della fascia che avevo in testa.

-Ti dico fin da subito che non ho neanche un soldo. O meglio, avrei venti euro, ma non penso che qui servano a molto.- slegai il nodo e presi il pezzo di stoffa tra le mani.

-Comunque, non è che mi potresti aiutare? E ti prego, non fare domande- dissi, voltandomi in direzione di Hidan che a stento stava trattenendo una risata.

-È un taglio abbastanza profondo- borbottò, quasi a se stesso –Come te lo sai fatta?-

Ragazzi, avrei sicuramente evitato di dirglielo, ma potevo anche morire, perciò gli risposi. Non che il suo tono ammettesse repliche, benintesi!

-Allora, stavo tranquillamente aspettando la mia fine durante l’ora di fisica, poi non ho idea di che cosa sia successo, fatto sta che mi sono ritrovata la faccia di nonna Tsunade a due centimetri dal viso, sono scappata per i corridoi travolgendo Kakashi e poco ci è mancato che uccidessi anche quel pazzo di Gai. Stavo correndo per la città inseguita da un po’ di ninja, sono inciampata e mi sono fatta questo!- dissi tutto d’un fiato, lasciando un Kakuzu molto perplesso e un’Hidan accasciato al suolo che stava per morire dalle risate.

Vabbè, dal braccio di Kakuzu fuoriuscirono dei filamenti, ed ebbi giusto il tempo di pensare a quanto fosse fico, che un dolore lancinante prese possesso della mia fronte. Mi imposi di restare ferma, perché più mi muovevo, più faceva male, e più avrei innervosito il tesoriere…e come vi avrò già detto, io non volevo morire così giovane.

-Non ti fa male?- mi domandò l’albino, precedendo il suo compagno. Aspettai ancora un po’ prima di rispondergli.

-Certo che fa male, idiota! Ma vedi, ormai ci sono abituata! Avrò passato circa metà della mia vita in ospedale a farmi mettere punti, quindi ci sono abituata.-

Inutile dire che fu costretto a trattenere un’altra risata. Kakuzu mi passò una benda, che avvolsi intorno alla testa. Bene, fuori uno.

-Grazie- dissi un po’ intimorita, sfilando dai jeans il mio caro amico…coltellino svizzero 2 - la vendetta -

Mi guardarono perplessi, non riuscendo a capire le mie intenzioni. Alzai quello che rimaneva della mia maglietta e ne presi un lembo in bocca, così sarei riuscita a lavorare con entrambe le mani.

Col coltellino tagliai le strisce di tessuto, che caddero una a una sull’erba, rivelando il taglio che mi ero procurata cadendo dalla scarpata. Ora, la ferita mi arrivava fin sotto l’ascella. Soluzione? Togliere la maglietta.

Il mio pensiero? Oh. Cazzo.

Però se non l’avessi fatto volontariamente, mi avrebbero costretta, quindi, dopo aver messo da parte l’imbarazzo, mi tolsi la maglietta, rimanendo in reggiseno.

Avevo appena firmato la mia condanna a morte.

Ero girata verso Kakuzu, che però mi ordinò di girarmi, perché così avrebbe lavorato meglio. E… mi ritrovai di fronte a Hidan, che lanciò un fischio di approvazione non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla mia zona petto.

-Beh, cos’hai da guardare? Non hai mai visto un paio di tette?- gli dissi con tono strafottente, di cui non immaginavo l’esistenza. Lo guardai meglio. No, era arrossito?

Certo, non è che si notasse tanto, infatti lì per lì pensai di essermi sbagliata.

-Fottiti, stupida ragazzina!-

-Uhm, si, potrei anche!- dissi, alzando gli occhi al cielo fingendo un’espressione assorta.

-Ma sarebbe noioso! Che ne dici, vieni a farmi compagnia?-

E da quando io sarei così porca? Comunque, era rimasto di sasso, avete presente l’espressione stupita quando scopre di aver colpito una copia di Kakashi? Ecco, esattamente.

Assottigliai di più lo sguardo, però una smorfia di dolore si fece strada sul mio volto, quando Kakuzu versò sopra il disinfettante. BRUCIA!!!

-Non ti sarai mica offeso, vero?-

-Stavo valutando la tua proposta- e in un attimo me lo ritrovai di fronte –Sai, non mi dispiacerebbe per niente-

Oltre che una testa di cazzo era anche un’incredibile pervertito! Tornò a sedersi senza smettere di ridere alla vista della mia faccia color pomodoro.

Adesso Kakuzu era passato ai bendaggi, tra poco avrebbe finito, però non avevo nessuna voglia di rimettermi la maglietta, che era praticamente lurida, sporca di sangue e puzzava in un modo assurdo, più di Kisame.

Il che è tutto dire.

-Hidan?- chiamai, con la voce più mielosa che riuscii a fare.

-Che cazzo vuoi?-

-Mi puoi prendere la canottiera verde dentro lo zaino?-

-E se io non avessi voglia?-

-Dai, ti prego! Sarai ricompensato come si deve!-

Un ghigno si fece strada sul volto, chissà quali assurdi filmati mentali prendevano forma nel suo cervello, sempre che ci fosse. Una sola parola: PERVERTITO. Si alzò e iniziò a frugare nella sacca di ginnastica, estraendone poco dopo, l’agognata canotta. Intanto sentii le mani del tesoriere che tiravano le bende, che furono fermate da gancetti.

Andai incontro ad Hidan che mi porse l’indumento, senza però dimenticarsi di fare uno dei suoi soliti commenti.

-Mi piaci di più così- aveva detto, prima di ricominciare a ridere come un matto. E io non avevo avuto neanche la forza di replicare. Ma in che cazzo di situazione mi sono ritrovata?

 
 
Eravamo in viaggio da pochi minuti, Kakuzu aveva preso la custodia del mio strumento, sostenendo che così avremmo fatto più in fretta, e si sa, il tempo è denaro e bla, bla, bla,…

Comunque, Hidan non la smetteva di lamentarsi, e già più di una volta avevo rischiato di rimetterci la testa, per colpa degli attacchi del tesoriere. E così, visto che non stava zitto e continuava a ripetere di avere fame, gli ficcai in bocca un OroCiok, ovvero la mia merenda.

-Dai cagnetto, fai il bravo e mangia il biscottino!-

Non potei fare a meno di ridere, e sono sicura che anche Kakuzu sotto sotto, ma moooolto sotto, trovasse la scena divertente.

-Cagnetto a chi, stronza!?- urlò dopo aver sputato il biscotto.

-Ma scusa, non avevi fame?- dissi con tono falsamente ingenuo –Dai, non fare complimenti!- e gli diedi l’altro.

Se lo rigirò tra le mani, indeciso se mangiarlo o no.

- È un biscotto avvelenato, sai? Appena lo mangi cadi stecchito a terra!-

-Ahahah! Come se potessi morire!- e lo morse.

-Com’è?-

-Si, non è male…- disse, anche se la sua faccia lo tradiva. E come poteva non amarli? Sono una delle cose per cui vivo, dopo Naruto ( inteso come manga! ), la Nutella e i soldi!

 
 
Le ore passavano, è avevo imparato a viaggiare accanto a Kakuzu, così, se per caso aveva voglia di ammazzare Hidan, io non avrei rischiato di perdere un arto o la testa. Non pensavo che una persona potesse avere così tante bestemmie nel proprio vocabolario, ma naturalmente l’albino mi aveva fatto ricredere.

Quella notte dormimmo in una stanza di una locanda. O meglio, io e Kakuzu occupammo i due letti singoli della camera, mentre Hidan…Beh, aveva provato a convincermi a dormire insieme, ma essendo un pervertito coi fiocchi, l’ho cacciato via subito. Così si è rintanato nel bagno, e, quando la mattina mi sono svegliata, l’ho ritrovato immerso in un bagno di sangue…Si può essere più idioti? Lui e i suoi stupidi sacrifici…

E così eccomi qui, a camminare con una testa di cazzo mezzo dissanguato sulla schiena mentre Kakuzu tiene tutta la mia roba.

-Uhm, Che cazzo…-

Alleluia! Il bell’addormentato si è svegliato gente!

-Alla buon’ora! Certo che ce ne hai messo di tempo! Piuttosto, mi dici perché il bagno era un lago di sangue?- dissi, prima di buttarlo malamente a terra, perché cominciava LEGGERMENTE a pesare.

-Ma sei scema o cosa? Brutta stronza!-

Whooops! Vabbè, una piccola rivincita mi è concessa, no? Mi avvicinai a Kakuzu per farmi ridare la mia roba, ma lui negò con la testa. Bom, tanto meglio!

Si sentì un inquietante scricchiolio di ossa. Scossi la testa un po’ di volte, disgustata. Se c’ è una cosa che odio, sono le ossa che scrocchiano. Fui affiancata dall’albino, che stava per finire di stiracchiarsi.

-Guarda che ti ho fatto una domanda.- dissi un po’ piccata

-Interessante, e cosa dovrei fare adesso?-

-Non lo so, che ne dici, mi dai una risposta?-

-Una risposta, si…- disse vago  –Vuoi veramente sapere la verità?-

Cos’è questo tono da “guarda-che potresti-restare-traumatizzata-a-vita?”. Lo guardai torva.

-Guarda che lo so benissimo che stavi pregando Jashin, sai? E quindi ti sarai conficcato con quello stupido paletto il cuore una decina di volte, hai perso molto sangue, e hai ridotto il bagno in una scena da film Horror!-

-E allora perché fai domande se sai già le risposte?- ridacchiò, prima di incrociare le mani dietro la nuca.

-Oh, e io che pensavo avremmo trovato una giovane ragazzina indifesa senza più la forza di reggersi in piedi! L’avrei volentieri presa in braccio! E invece guarda cosa mi è toccato, un maschiaccio bello e buono!-

A si? Chi è il maschiaccio qui? Giuro che questa me la paga…però…aspetta un momento…Ci sono, ho avuto un’idea geniale!

Saltai addosso Hidan, nel vero senso della parola, aggrappandomi al suo collo e stringendo le gambe attorno al bacino.

-Ma si può sapere cosa cazzo ti passa per la testa?- urlò, cercando di mantenere l’equilibrio.

-Ma come? Non hai detto tu che volevi prendere in braccio una giovane ragazza indifesa?- dissi, facendo la faccia da cucciolo bastonato, che tra l’altro, mi viene anche piuttosto bene. Appoggiai il mento nell’incavo della sua spalla per stare più comoda.

-E non fare storie! Così andiamo più veloci e risparmiamo tempo, lo sai vero che il tempo è denaro?-

-Che palle, adesso ti ci metti anche tu!- e, rassegnato, raggiunse Kakuzu.

-E comunque- aggiunse poco dopo – Sapevo che non potevi resistermi!-

-Che idiota assurdo sei?-

Inaudito.
Come ha fatto Kishimoto a disegnare un soggetto così…Idiota e pervertito? Però c’è qualcosa che non mi torna… è come se avessi già vissuto tutto questo…Possibile?

Naaaaa, sarà solo la mia immaginazione!

-Siamo arrivati-

La voce di Kakuzu mi riporta alla realtà. Sono ore che Hidan mi porta sulle spalle e io, troppo presa nelle mie riflessioni, non mi sono neanche accorta della catenina che stringo nelle mani. Mi sporgo un po’ per vedere meglio, mollando la presa sull’oggetto.

-Ti sei svegliata! Certo che ce ne hai messo di tempo!-

-Guarda che non stavo dormendo cagnetto! Stavo pensando!-

Posso giurare di aver sentito un ringhio sommesso da parte dell’albino.

Raggiungemmo una cascata. Hidan mi fece scendere, beccandosi uno schiaffo in pieno volto non appena mi chiese un bacio, mentre Kakuzu apriva il passaggio nelle rocce.

Mi riconsegnò la mia roba e ci avviammo lungo il corridoio oscuro.
 
 
 
  
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