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Autore: Strawberry Milkshake    03/07/2013    3 recensioni
Quanti di voi vorrebbero volare insieme a Deidara?
Quanti di voi vorrebbero usare la falce di Hidan?
E quanti hanno pregato Jashin per riuscirci?
Beh, io l’ho fatto e i risultati non sono stati…quelli che dovevano essere!
Ho fatto irruzione a Konoha e sono stata rapita da una banda di fighi… ma si può sapere che cos’ha contro di me il destino!?
Genere: Azione, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'New Generation'
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L’amore, il più grande mistero che ci sia!
 
 
PROLOGO
 
Merda.

Sì, lo so che questo non è proprio il modo migliore per iniziare a raccontarvi tutto, ma cosa volete farci? Sono inseguita da una decina di ninja con l’unico scopo di uccidermi, i miei poveri muscoli mi hanno già fatto causa presso un avvocato e la mia schiena ha deciso in questo preciso istante – perché OVVIAMENTE non poteva scegliere momento migliore – di mettersi in sciopero.

E chi non lo farebbe con quattordici chili di libri addosso, sommati ai due della mia cartellina di arte stracolma di fogli e foglietti e ai cinque tra borsa di ginnastica e custodia di violino. Che poi, non ho ancora capito perché sia molto più pesante rispetto allo strumento, che peserà come il mio gatto!

Ora, già la mattina rischio di finire sotto una macchina con tutta sta roba, figurarsi correre attraverso una fitta vegetazione, dove non si vede a un palmo di naso e non si può abbassare lo sguardo, perché altrimenti ci si becca un ramo in testa, e fidatevi, non è una sensazione da sperimentare a meno che non siate degli irrimediabili masochisti.

Bom, direte voi, corri con la testa alta!

Se, magari! Non si riesce a fare nemmeno un passo perché loro sono lì, in agguato, pronte a prenderti…fottetevi stupide radici!

-Eccola è lì!-

-Presto, presto, non dobbiamo farcela sfuggire!-

-Fermati ragazzina!-

Mi voltai indietro, sperando che il buon Jashin, sempre se esistesse, avesse pietà di me, ma così non fu. Dopo aver risposto prontamente un “sto cazzo!” al ninja, voltai la testa di scatto e…da-da-da-dan!!! Giù a rotolare per la scarpata, yuppie!

Beccai in sequenza tre rocce, due tronchi, quattro rami e finii con la faccia dentro una pozzanghera.

Diciamo che per FORTUNA davanti a me c’era un ruscello, così lo raggiunsi a carponi, perché ero sicurissima di essermi rotta qualcosa, e con grande fatica mi sciacquai la faccia, ripulendo ( se, che parolone! ) i tagli che mi ero procurata sul volto. Ed erano veramente tanti, soprattutto quello sulla fronte, che stava perdendo un sacco di sangue.

Tirai fuori dalla tasca dello zaino il mio fidato coltellino svizzero, e incomincia a tagliare una striscia di tessuto che poi misi in testa. Povera la mia maglietta fucsia della converse, e povero il mio cervellino, che era stato martoriato in quel modo crudele, anche se a volte mi pareva di non avercelo proprio, il che non è molto rassicurante.

Vi state chiedendo perché ho un coltellino svizzero nello zaino? Volete la verità? Beh, non lo so nemmeno io! Possiamo dire che ho un debole per le cose taglienti e poi, con tutti i criminali che ci sono in giro, un po’ di autodifesa è legittima, no?

Comunque, adesso è arrivato il momento in cui quei due dell’Akatsuki mi salvano e che per un oscuro motivo mi portano nel loro covo, vero?

No, non è vero.

Perché adesso devo sfiorare la morte per un soffio e solo allora potrò incontrare qualcuno che mi porterà in salvo. E devo anche cercare di mantenere le mie gambe integre per poter camminare, perché se svengo, o mi fermo, o faccia qualsiasi altra cosa, dopo dovrò essere portata in braccio. Certo, non mi dispiacerebbe volare su uno dei falchetti di Deidei, oppure essere portata in braccio da Itachi o Hidan, ma prendete Kakuzu. Pretenderà dei soldi ed io sono già povera di mio, e non ho intenzione di morire per delle stupide banconote.

-L’abbiamo trovata, Signore!-

La voce di quello stupido ninja mi rimbombò nelle orecchie, svegliandomi dai miei sogni ad occhi aperti sulle banconote sonanti di Kakuzu.

Mi accorsi di essere stata accerchiata, così, molto cautamente estrassi lo spray al peperoncino dalla tasca aperta e lo nascosi dietro la schiena. Per il momento nessuno si era accorto di niente, ma potevo anche essermi sbagliata.

Dai, Kishimoto non poteva aver disegnato altri ninja deficienti dopo Naruto e Hidan! Siamo in un manga che ha venduto un sacco di soldi, insomma! Questa è tutta pubblicità negativa, non c’è dubbio!

-Alt! Non muovete un solo passo…Altrimenti diventerete tutti ciechi!-

Ceeeeerto, come no, questa si che era una grandissima minaccia! Ci mancò poco che il ninja scoppiasse a ridermi in faccia. Mi alzai barcollando, constatando con grande piacere di avere tutte le ossa delle gambe al loro posto e ben saldate insieme.

-Si, grazie Jashin! Questo comunque era il minimo che potessi fare, dopo il casino che hai fatto a scuola, ma vabbè. Si, adesso sono invincibile, Ahahahahahahah!!!- dissi, alzando le braccia al cielo sotto lo sguardo MOLTO perplesso dei ninja. Ok, questo è il mio modo di sdrammatizzare, quindi no comment, intesi?

Il ninja di fronte a me scosse la testa come esasperato e si avvicinò.

-Tu sei pazza ragazzina! Adesso non fare storie e vieni con noi.-

Mi afferrò il braccio e non fu molto piacevole, così sfilai lo spray dalla tasca posteriore dei jeans e glielo spruzzai negli occhi.

Il poveretto si accasciò a terra, premendosi le mani sugli occhi e gridando per il dolore.

Ragazzi, per le prima volta in tutta la storia lo spray al peperoncino piccante è servito a qualcosa!

-Wow, allora ha funzionato…- dissi molto stupita, esaminando attentamente l’etichetta dell’oggetto che tenevo in mano.

-State tutti indietro!- Avanzai, brandendo la mia “temibile” arma.

-Ora ascoltatemi bene. Ho piazzato diverse bombe sotto il palazzo dell’Hokaghe. Fate un passo falso e…Bum! Faccio esplodere tutto.- Cercai di tenere una voce fredda e glaciale, il che mi riuscì piuttosto bene, merito di tutte le puntate in cui l’Aka faceva la sua apparizione. Insomma avrò ascoltato la voce di Itachi, Pain e co. un miliardo di volte!

Il mio discorso attirò l‘attenzione dei ninja, che abbassarono i kunai e aspettarono che continuassi. Con molta calma aprii la tasca dello zaino in cui tenevo i libri. Si sentì chiaramente il rumore metallico dei kunai che venivano sollevati.

-Fossi in voi non lo farei- dissi, incredibilmente tranquilla. Lo sapevo, avrei dovuto darmi al teatro, sono troppo brava, modesti a parte!

Estrassi la calcolatrice verde fluo, che avevo fregato qualche giorno prima a Rebecca, la mia vicina di banco. Sapevo che me ne avrebbe dette di tutti i colori, perché lei era, e non sto scherzando, follemente innamorata di quel piccolo gioiello della tecnologia. Dal canto mio però, non avevo nessunissima intenzione di perdere la mia, arancio fluo, che mi aveva evitato svariati quattro nei compiti di matematica.

L’appoggiai a terra, sotto lo sguardo diffidente degli shinobi, e cominciai l’estenuante ricerca del mio quaderno di aritmetica. Lo sfilai e presi un foglio al suo interno, prima di risistemarlo in mezzo agli altri.

-Le regole sono semplici- dissi con fare provocatorio e un ghigno stampato in faccia che poteva benissimo essere all’altezza di quelli di Hidan durante i suoi rituali. Mostrai il foglio pieno di equazioni al capo della squadra, insieme alla calcolatrice accesa. –Dovete risolvere queste semplici operazioni. Moltiplicate poi tra loro tutti i risultati e scrivete il numero finale utilizzando i tasti del telecomando per disattivare le bombe. Infine premete il tasto rosso e non ci sarà nessuna esplosione. Mi hai capito mezza cartuccia?-

Il ninja annuì e diede uno sguardo al foglio, sgranando gli occhi quando glielo consegnai. Ah, beccatevi questo! Le equazioni della Vitmal sono seriamente IMPOSSIBILI da risolvere!

-Un’ultima cosa. Avete solamente un’ora. Fossi in voi mi sbrigherei.- dissi, mentre mi caricavo lo zaino in spalla e prendevo in mano la custodia del violino.

In un attimo scomparvero tutti nella vegetazione. Aspettai alcuni minuti, e quando fui sicura di essere rimasta sola, incominciai a ridere senza ritegno. Oh, sì, Kishimoto aveva avuto il coraggio di disegnare gente ancora più stupida di Naruto.

Incredibile.

Ma le mie risate furono presto smorzate da un dolore lancinante al fianco destro. Intanto ero arrivata sulle sponde di un piccolo laghetto. Appoggiai su una roccia piatta che dava sul lago tutto il peso che mi stavo portando dietro da due interminabili ore. Alzai la maglietta e quello che vidi non fu assolutamente rassicurante.

Quello che sembrava essere un taglio molto profondo solcava tutto il mio fianco. Non perdeva molto sangue, ma c’era sempre il rischio di un’infezione, e io non volevo certo che andasse in cancrena (ci mancava solo quello! )

Questa volta feci a fette la maglietta bianca che usavo per ginnastica e avvolsi le strisce di tessuto in vita. Sciacquai nuovamente la ferita che avevo sulla fronte e la “benda” che era tutta impregnata di sangue. Per un momento l’acqua si tinse di rosso, ma poi la corrente la portò al largo.

Mi distesi a pancia in su sull’erba e decisi di aspettare che qualcuno arrivasse. Perché nelle fanfiction che ho letto va a finire sempre così.

E poi, scusate, ma una ragazzina che piomba in un altro universo e distrugge mezzo ufficio di Tsunade, investe Kakashi, e per poco non uccide Gai durante la sua corsa scalmanata per la città, non penso che passi inosservata.

E se non sarebbero arrivati quelli dell’Aka, beh mi sarei accontentata di poter guardare da vicino i protagonisti del mio manga preferito, dopo essere stata catturata e portata da Tsunade. Avrei spiegato tutto e via, mi avrebbero lasciato di nuovo libera. Sapete, mi piacerebbe un sacco accarezzare il cane di Kiba!

Ad un certo punto sentii che qualcuno si avvicinava, o meglio, era già dannatamente vicino.

-Guarda, guarda che cosa abbiamo qui!-

La voce mi arrivò vicinissima al viso.

Aspetta un attimo: voce roca del fare beffardo a me molto familiare.

Aprii di scatto gli occhi, incrociando il mio sguardo con uno ametista dall’aria divertita.

Oh cazzo.

  
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