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Autore: amanda91    04/07/2013    8 recensioni
Elena brama la vita, ma vive di menzogne. Damon è fuggito anni prima. Un incontro inatteso, destinato ad unirli. Due vite destinate ad incontrarsi, due anime destinate ad amarsi.
N.B= Tutti umani
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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POV ELENA
 

“Tra un’ora alla villa dei Lockwood” confermò indaffarata ad una Bonnie totalmente presa dall’evento.
L’armadio praticamente riverso sul letto, il cellulare tra la spalla e l’orecchio ed era praticamente ancora in accappatoio, fresca di doccia e come suo solito in ritardo.
Attaccò e gettò il cellulare nella matassa informe di abiti.
“Ok Elena – farfugliò a sé stessa – dolce e romantica teenager? – propose estraendo un vestitino grigio a palloncino – o provocante donna alla moda?” si soffermò su di un monospalla nero e attillato, regalo di Care. Rise dell’amica e dei suoi doni insoliti ma sempre ben graditi, ripiegando la sua prevedibile scelta sul secondo.
Il trillo di un’e-mail dal portatile aperto la colse alla sprovvista portandola a sobbalzare. Gli si diresse svogliata, ma la sua espressione mutò non appena lesse l’intestatario. La scuola di Londra le aveva risposto … spostò il mousse verso l’apertura titubando per lunghi attimi … forse non era ancora pronta a conoscerla quella sentenza che avrebbe potuto cambiarle la vita.
 
 

Ancora con la testa tra le nuvole e un ronzio assordante di pensieri per la testa un’ora dopo era pronta ad uscire.
Un’ultima occhiata allo specchio le mostrò un’immagine distorta di sé stessa, sia fuori che Dentro. Damon le aveva stravolto l’anima … e ora ciò che restava di lui era soltanto un ricordo sbiadito e l’amara consapevolezza di averlo amato più di quanto amasse sé stessa, più di quello che un’intera vita può cancellare.
Scosse la testa sforzandosi di sorridere. Rindossò a fatica la maschera da dura e scese al piano di sotto, salutando distratta per immergersi nella frescura di maggio.
L’odore di gelsomino e fragole le penetrò le narici, forte e inebriante, e stava per entrare in auto quando una vettura che ben conosceva le si accostò.
“Stefan?!” mormorò confusa, immobile dinanzi alla portiera aperta aspettò che scendesse dall’auto per notarne all’istante i vestiti sgualciti, lo sguardo vacuo, e il viso sconvolto e segnato. Il cuore le si gelò nel petto, mentre il panico attraversava ogni singola fibra del suo corpo.
“Non sapevo da chi altro andare … scusami”
“Cos’è successo?”
Restò distante con gli occhi nel vuoto, stuzzicando ancor di più, se possibile, i suoi nervi già in allerta.
“Damon? è successo qualcosa a Damon?” ipotizzò pallida, senza potersi controllare. Stefan finalmente sembrò ridestarsi per alzare lo sguardo stanco su di lei. Scosse la testa.
Un sospiro di sollievo le fuoriuscì incontrollato dalle labbra ancora tremanti. Era forse egoista da parte sua, oltre che patetico, ma il solo pensiero che qualsiasi cosa fosse successa non riguardava Damon le permise di riprendere a respirare, e pensare più lucidamente. Si accostò piano al suo ex, piazzandosi davanti per cercare di catturare la sua attenzione.
“E allora cos’è successo?” domandò apprensiva.
“Papà ha avuto un infarto”
“E come…”
“E’ morto”
 
 
Era notte fonda ormai, la festa era saltata per lei che si era proposta invece di riaccompagnare Stefan alla tenuta e aveva finito per restarci, troppo in pena per lasciarlo solo.
Infondo glielo doveva. Lo doveva a lui e a ciò che erano stati. Lo doveva a Giuseppe Salvatore, che suo malgrado le aveva dato un lavoro e accolta in casa come una figlia. Lei che a stento riusciva a ricordarlo, e che sempre si era trovata in passato a disagio insieme a lui, non poteva adesso lavarsene le mani. Sapeva cosa si provasse a perdere una famiglia, lo conosceva bene quel dolore paralizzante, la disperazione, la solitudine più nera. Quel tipo di dolore che si attenua e ci lascia vivere, ma non ci abbandona mai del tutto.
Arrivarono un’infinità di chiamate quella notte, giornalisti, amici, soci, gente alla quale non interessava davvero la morte di un uomo, ma gli effetti che avrebbe potuto avere sulle loro vite.
Stefan era sconvolto mentre si trascinava su e giù per la stanza, senza proferire parola, né concedere una sola occhiata e lei che raggomitolata sul divano gli concesse silenzio e compagnia, vicinanza e discrezione.
“C’è da organizzare il funerale – proruppe d’un tratto, come ridestato – io devo … chiudere le aziende per il momento … devo inviare una circolare. Devo avvertire i parenti, calmare la stampa, io devo …”
Affondò una mano nei capelli calando al pavimento il volto e due grandi occhi sbarrati.
“Dovresti avvertire Damon in qualche modo”
Gli consigliò accorata … perché in fondo anche lui aveva il diritto di sapere. Lui, il figlio ribelle che non poteva davvero odiarlo. Nessun figlio odia suo padre, in fondo.
“Ho trovato il suo numero nell’agenda di papà, l’ho avvisato. Sta tornando – alla sua reazione sbigottita proseguì – l’ho trovato tra gli oggetti personali che il coroner mi ha consegnato. Facevo bene a sospettare”
In quel frangente di secondo avrebbe pianto e riso, gridato e scalciato di rabbia, lei che aveva la soluzione tra le dita per tutto quel tempo e nemmeno lo immaginava. Aveva chiesto a chiunque, dovunque, ma non a suo padre. Che sciocca era stata. Un sorriso amaro le schiarì il volto teso, ma non aggiunse nulla, non era il momento. E poi … non ne valeva più la pena.
Ma il suo cuore impazzito non la pensava esattamente come lei.
“Vieni qui – allungò le braccia per invitarlo a sederle accanto, e lui obbedì lasciandosi cadere stanco – penseremo a tutto domani. Riposa adesso, ne hai bisogno”
Senza che opponesse resistenza lo invitò a sdraiarsi per poggiarle poi la testa in grembo.
“Andrà tutto bene” proseguì con voce rotta. Perché stesse piangendo non lo capiva, ma la vecchia Elena fece capolino dentro di lei, e d’un tratto si riconobbe dopo mesi, travestita soltanto da dura.
Stefan sospirò “Mi dispiace per come sono andate le cose”
“Dispiace anche a me”
Tra un fiume impetuoso di lacrime riuscirono a regalarsi a vicenda un sorriso. Alla fine della giostra si erano ritrovati, e se Damon fosse stato un uomo e non un vigliacco lo avrebbe capito anche lui che era possibile.
Si addormentarono così, Stefan riverso su di lei che nonostante tutto non lo aveva lasciato solo quella notte.
 

L’alba arrivò a chiamarli trovandoli nella stessa identica e scomoda posizione, e lo stesso sole nascente accompagnò lo scatto della serratura di una persona che dopo tanto torna a casa.
Fu proprio quel rumore secco a destarli da un sonno agitato e malfermo, e non appena aprì gli occhi accecata dal mattino non fu la luce a disturbarla, ma un’immagine che per mesi aveva sognato e bramato, senza riserbo né indugi, un’immagine che anche nella sua più fervida fantasia non avrebbe mai potuto competere con la realtà.
Ricordava ogni dettaglio e sfumatura di quegli oceani limpidi, e ogni ondulazione della chioma folta e scombinata che gli adornava il viso ombrandogli la fronte, ricordava il suo corpo armonioso in ogni dettaglio, ogni muscolo, ogni odore di quella pelle, ogni pista seguita dalle sue labbra fameliche. Ricordava tutto di lui, eppure gli parve bello in quel momento più che mai. Un uomo nuovo, da scoprire e assaporare.
Nel silenzio più assoluto che accompagnava quel ritorno incontrò impietrita il suo sguardo stanco, ne studiò il volto angelico e tirato, forse messo a dura prova dal lungo viaggio. Bello come il demonio, bello e traditore, l’ingannevole Damon. Lo era sempre stato.
Anche lui sembrò sorpreso nel trovarla lì, con suo fratello, addormentata insieme a lui, e una nuova ruga di dolore gli contornò gli occhi già lucidi.
Ebbe almeno la decenza di non commentare,ma di avvicinarsi appena lasciandosi cadere con un tonfo sordo il borsone dalle spalle. 
Stefan abbandonò il suo grembo e fulmineo gli andò incontro.
Quando furono l’uno di fronte all’altro, nel mezzo del salone, temette per un attimo che potessero riprendere a ferirsi. Non fu così.
“Damon …” bisbigliò il minore, in palese imbarazzo.
“ … Lo so” lo bloccò l’altro, con una pacca sulla spalla e un sorriso di scuse. Restarono immobili, vicini come non lo erano mai stati ai suoi occhi, stretti nello stesso dolore, uniti per lo stesso padre. Finalmente limpidi, pensò, riflessi l’uno nell’altro avevano appena smesso di farsi la guerra.
In quel momento intimo tra fratello si sentì di troppo, proprio lei causa dei loro dissapori, e poi un attimo soltanto ancora lì e avrebbe corso il rischio di correre a stringerlo tra le braccia venendo meno a tutte le promesse fatte a sé stessa. Quella era la vecchia Elena, ricordò. La nuova, la donna che era diventata, non aveva bisogno di lui,  aveva imparato a viverne senza e sel’era cavata egregiamente. La nuova  Elena non gli avrebbe mai potuto permettere di ferirla ancora, non gli avrebbe riservato un posto al di là della barriera, era forte abbastanza da tenerlo fuori.
Fu così che salutò educatamente Stefan, promise di esserci l’indomani ai funerali e sgusciò via senza una parola ulteriore, ma ben consapevole dei suoi occhi torbidi e sofferti puntati sulla pelle e capaci di penetrarle fin dentro l’anima.



Spazio autrice:
Allora mie care lettrici eccomi qui!!!!!!!!!!!!!!!!!! =) ho finalmente terminato gli esami in settimana, ho la storia già pronta solo da ritoccare e mi appresto ad andare in vacanza quindi spero di terminarla nelle prossime settimane anche se vorrà dire postare spesso!!! non più di una volta a settimana comunque, ma non avrò più un giorno fisso, dipenderà da quanto tempo riuscirò a ritagliare per ricopiare e modificare il capitolo!
E tornando a noi ... beh che dire ... questo primo capitolo è abbastanza breve perchè il prossimo (quello del funerale) sarà molto lungo e non mi andava di spezzarlo in due, quindi ho preferito dividere il tutto in due capitoli di lunghezza diversa! che dire... inutile avvertirvi che i prossimi capitoli tratteranno temi più seri, si incentreranno appunto sui rapporti tra i vari personaggi, tra Damon e suo padre, tra i fratelli Salvatore, tra Damon ed Elena... diciamo che la morte di Giuseppe avrà non poche ripercussioni sopratutto su Damon e il suo rapporto con Stefan ... inutile dire che l'avevo pensata fin dall'inizio, insieme alla partenza di Damon e l'ipotetica partenza di Elena accennata appena nei capitolo scorsi, quando ho gettato le basi della storia quindi spero che queste scelte vi piacciano e sopratutto spero di renderle al meglio =)
Grazie infinite a tutte voi!! un bacione =***** Amanda
  
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