Il
cerchio si chiude
[Riccardo]
Con cautela mi
sciolgo dall’abbraccio di Micol e mi vesto
lentamente, ripassando mentalmente tutte le frasi che gli
dirò appena sarò da
lui.
Ho preparato
accuratamente il mio piano, l’unica persona
che può fermarmi è Micol, ma al momento lei
dorme, placida e serena nel nostro
letto.
Spero solo non
si sia accorta che sono stato distratto
per tutto il tempo, dalla seduta d’ipnosi ad ora.
[Micol]
Lo
sento chiudere la porta molto
lentamente, cercando di non svegliarmi, ma non si è accorto,
distratto com’è, che
non mi sono mai addormentata veramente, solo assopita per la stanchezza
dovuta
a tutto il sesso fatto oggi.
Cosa
diavolo gli succede? Perché scappa via
da me?
So
già che se lo fermassi non avrei una
risposta chiara né tanto meno la verità,
l’unica è seguirlo, anche se la cosa
non mi entusiasma per niente.
[Riccardo]
È
tardi, eppure sento che lui
è ancora sveglio e non mi sbaglio, data la luce ancora
accesa.
Velocemente
raggiungo la porta, aprendola agilmente con
un grimaldello (vecchia tecnica, sempre efficace, insegnatami da
François, una
vita fa).
Mi fermo nella
penombra per guardarlo, per capirlo, lui,
questo illustre sconosciuto cui in
parte devo la mia vita e cui devo in parte la mia morte.
È
intento a sorseggiare un whisky, assorto, ma non so come
deve aver avvertito la mia silenziosa presenza, perché, con
la sua bella voce,
mi dice: - Chiunque tu sia, hai sprecato il tuo tempo. Non ho denaro
qui con
me, né ho intenzione di dartelo. Se è la mia vita
quella che vuoi non sono
disposto a cedertela senza lottare … in un modo o
nell’altro …
Già,
lotterà con ogni suo mezzo, onorevole e non.
- Gradirei
vederti in faccia – aggiunge sarcastico.
Lentamente esco
da questa calda e avvolgente penombra,
mentre il suo viso si fa via via più pallido, quasi terreo.
[Cristiano]
-
No, non è possibile … -
Sono
atterrito.
È
vivo, mio figlio è vivo.
Riccardo
è di fronte a me, i capelli corti,
lo sguardo colmo di rabbia, e una rivoltella puntata dritta verso di me.
-
Riccardo?
-
Che c’è papà sei dispiaciuto di non
essere
riuscito nel tuo intento? – mi chiede con la voce che ha
stento trattiene il
fuoco che gli leggo in viso.
La
rabbia nella sua voce, è solo un accenno
della tempesta che vedo nei suoi occhi, visto come mi ha chiamato
deduco che
Anna abbia informato anche lui del nostro legame.
-
Non sapevo che tu …
-
Che fossi tuo figlio? Quindi potevo
morire, certo, ma ero figlio suo, figlio di lei, come hai potuto farlo
a lei??
– mi chiede sempre più collerico.
Le
mani gli tremano, vedo le nocche
sbiancare mentre cerca di non affrettare troppo le cose, è
evidente che mi vuole
dire qualcosa, com’è evidente altrettanto che mi
vuole uccidere.
-
Per favore, siediti e parliamo con calma.
-
Io la calma non so più dov’è di casa!
È
tutta colpa tua …
Sta
rapidamente perdendo il controllo di se
stesso ed è davvero strano perché non sono
abituato a vedere Riccardo così
fuori di sé.
-
Ok, non ti sedere, ma almeno dimmi di
cosa stai parlando. – probabilmente con questa finta calma
sto sbagliando, ma
quantomeno posso guadagnare tempo, certo, ma tempo per cosa?
Lui
sai chi sono, non so perché né come, ma
lui è convinto, a ragione, che io sia coinvolto nel suo
tentato omicidio, devo
farlo parlare.
-
Io ricordo tutto! Yawe, tu, Ginevra,
Chicago, Parigi, Claudio, le botte, il Principe, e tu … TU
… sempre presente!
La
mia faccia risulta essere molto
esplicativa, perché lui legge sul mio viso quelle parole che
non riesco a dire.
-
Come? Ipnosi!! So tutto di te e della
Confraternita, hai ucciso anche François, che io amavo come
un fratello e tu lo
sapevi … che diavolo di uomo sei?
[Micol]
-
Tu
non capisci … - prova a dire ancora quest’uomo,
all’apparenza così distinto.
-
No, non capisco e tu
non riesci a spiegare la tua follia!- sbotta Ric, pieno di rabbia. Non
l’ho mai
visto così, sul punto di perdere il controllo, e non per
ciò che ha subito lui,
ma per ciò che ha dovuto passare sua madre… ahava
sheli, perché ti sei tenuto
tutto dentro?
Detto
tra noi non
riesco neanche io a capire: chi è quest’uomo
davvero? La targa
qui fuori dice “Cristiano Altieri –
avvocato civilista e penalista”, ma dubito che sia solo
questo. È sempre stato
così? Come faceva Anna ad amarlo? Perché ha
creato la Confraternita? Perché le
ha fatto questo? Perché non si vergogna di ciò
che è, di ciò che fa?
Troppe
domande, troppi
perché, troppe mancate risposte.
Sono
qui, nell’ombra.
Nessuno
dei due si è
accorto che ci sono anch’io, ma come stupirsene?
Al
momento per ognuno
c’è solo l’altro, il resto del mondo
è sparito, come per magia.
[Riccardo]
-
Non chiamarla follia,
non lo era – mi dice lui, ora serio, quasi accalorato nella
difesa della sua …
pazzia… non so davvero come altro definirla!
-
Non lo era?!? – gli
domando sempre più incredulo.
-
No, non lo era. Era
una visione! – dice con il viso ora illuminato.
Non
ci posso credere …
una visione … il mio amico e fratello è morto per
la ‘visione’ di colui che mi
è padre, come chissà quanti altri.
Dalla
mia faccia
stralunata, lui capisce cosa sto pensando tanto che mi dice: - E il tuo
amico
François ci credeva … come me, come Claudio, come
Sofia.
-
Non credo proprio che
ci credesse, non alla fine almeno, altrimenti non
lo avresti ucciso, pardon … non
lo avresti fatto
uccidere. A questo punto, l’unica cosa che ucciderai con le
tue mani è la parte
di mia madre che è ancora legata a te. Quanto a Claudio,
credeva più al potere
che avrebbe esercitato, seguendoti, che alla tua ‘visione’ e quanto a Sofia ha
avuto la fine che si meritava.
[Cristiano]
Ucciderai
… ha usato il futuro. Bene.
-
Ancora non le hai detto che cosa ti ho fatto? – gli chiedo
speranzoso,
ossessionato ancora dopo troppi anni dall’idea di poter avere
di nuovo Anna, e
se lei non sa, potrà ancora volermi.
-
No, lo farò dopo.
La
mia voce di colpo si abbassa, diventa suadente.
La
mia arma più mortale è l’inganno, il
mio strumento più mortale è la voce.
-
Vuoi che ti spieghi?! Allora ascolta: volevo un mondo diverso, migliore
in cui
vivere e far vivere, le persone come noi … - dico indicando
me e lui, perché forse
l’ho sempre odiato per quello che rappresentava, ma ho sempre
riconosciuto il
suo enorme intelletto.
[Micol]
Va avanti con un
mucchio di ciance per un tempo che pare infinito, la sua voce
è calda e
suadente, vedo Ric abbassare lentamente la rivoltella che puntava a
Cristiano:
che lo stia convincendo???
No, non
può essere,
non il mio Ric.
Trattengo il
fiato e
cerco di controllarmi, per non farmi scoprire. Quest’uomo mi
sta nauseando, è
rivoltante, ma la cosa più sconvolgente è che ci
crede davvero alle fandonie
che propinava agli adepti!
O almeno sembra
dannatamente convinto…
Bang
bang bang bang bang bang
I sei colpi di
rivoltella mi strappano dai miei pensieri, mentre un rivoletto di
sangue scende
dalla tempia di Cristiano, che rimane lì, completamente
inibito.
- Ora puoi anche
uscire da lì, Micol – mi dice un Riccardo che ora
è assolutamente calmo.
Sapeva di me.
Per tutto il
tempo.
Esco dalla calda
penombra che mi avvolgeva mentre Riccardo mi guarda gelido e gelido si
rivolge
poi a suo padre: - Le tue sono belle parole, ma la realtà
dei fatti è che tu
hai fatto questo … a me, a mia madre, a Micol, a
François e anche a te stesso.
Ci hai assassinati e ci hai reso i più abbietti essere
viventi.
Certo che ahava
sheli
le sa usare le parole, credo sia una eredità paterna, ma
magari non glielo
dico.
- Ringrazia il tuo Dio
che io non creda alle tue fandonie, perché se ci credessi
dovrei ucciderti dato
che sei solo uno ‘sporco deturpatore della Razza’.
[Cristiano]
Se
c’era una cosa che poteva annientarmi era questa. Non tanto
la ferita di
striscio alla tempia, quanto il constatare con mano a che cosa abbia
portato il
mio operato.
-
Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per avere potere,
sempre più potere, per
zittire la voce che dentro di me, mi stava dicendo che ero un fallito,
che
avevo perso l’unica cosa buona della mia vita.
Ero
stufo di sentirmi inadatto, o meglio, imperfetto, perché
avevo perso, perso una
battaglia contro il figlio di un dipendente poi… ho scelto
una perfezione, l’ho
resa affascinante per i più, e ho cercato di renderla
immortale.
Posso
essere forse condannato per questo?
-
Tu non hai lottato per quello che volevi, e te la sei presa con il
mondo
intero, credi che questo sia da grande persona? – mi chiede
allora lei, che
fino ad ora era rimasta in silenzio a guardare lo scambio tra me e mio
figlio.
-
Tu chi diavolo sei davvero? – le chiedo allora,
perché non è una studentessa,
questo è certo.
-
Mossad… - dice lei piano, lasciando intendere altro,
lasciando intendere molto
altro, ed io la riconosco.
-
Ah si… certo! Io ti ho già visto, tu eri con
lui… - le dico solamente e vedo il
suo sguardo indurirsi.
-
Perché? – mi chiede mantenendo una
dignità e una compostezza notevole.
-
Conosceva il mio viso, il mio nome, e sembrava abbastanza intelligente
da fare
un controllo incrociato e capire che io ero sempre a Dubai quando
c’è stata una
transazione riguardo alle armi per la Confraternità. Ci
sarebbe arrivato, non
potevo rischiare. Tu eri… più…
diversa, luminosa, forse più bella!
-
Si, dice sai, che le donne incinte sembrino più belle, e poi
certo, ero anche
più giovane, felice, non conoscevo questo strazio che tu mi
hai regalato …
-
Io non ti ho toccata, non avrei davvero potuto collegarti al Mossad,
sembravi
una donnetta qualsiasi.
-
Hai ucciso lui, non dovevi fare altre, il resto l’ha fatto il
dolore. – dice scrollando
le spalle, e mostrandosi fredda come non pensavo di veder nessuno, noto
l’irrgidimento
di Riccardo, sintomo che forse nemmeno lui conoscesse tutta la storia.
-
Lei saprà tutta la verità, gliela dirò
personalmente, e tu perderai tutto, di
nuovo, solo che lo perderai davvero stavolta. – dice Riccardo
alzando di nuovo
la pistola su di me, segno che devo pagare anche per quello che ho
fatto a
quella ragazzina.
-
Posso darvi quello che volete. Tutto quello che volete… -
anche se in mano ho
poco, ci provo lo stesso.
-
Che cosa credi di poterci offrire di così tanto importante,
la Confraternita
sta cadendo a pezzi… - mi dice lei sprezzante.
-
Lo Scheletro, il suo nome, la sua vera identità…
- l’unica cosa che ho in mano
che ha ancora valore.
-
Che cosa vuoi in cambio? – mi chiede Micol pronta alla
contrattazione,
evidentemente anche lei vuole lo scheletro.
-
La vita, la mia vita risparmiata, e un giusto processo. –
dico guardando fuori,
ormai è quasi l’alba, l’alba del giorno
della mia disfatta. Se cado mi voglio
però portare dietro quel bastardo di un assassino.
-
E sia! Verrai processato da un tribunale internazionale. –
dice Micol prendendo
in mano il suo telefono, evidentemente pronta a comunicare le
informazioni che
sto per darle.
-
Oliver Moreau! – lei mi fissa come se non fosse possibile
credermi – lavora
come segretario particolare dell'ambasciatore belga, non sto mentendo.
[Firas]
Sono corso
all’aeroporto più
veloce della luce e lui era là, sulla pista, mentre
attendeva di salire sul suo
aereo. Non so come, ma lui sapeva che ero qua, bloccato dagli agenti
aeroportuali di questo Paese così bello, ma così
tanto imbrigliato in una maledetta
marea di burocrazia.
Ha alzato il suo
cappello in
segno di saluto, in segno di rispetto.
Un ragazzetto
smilzo mi scuote
insistentemente un braccio richiamando la mia attenzione:
- Monsieur
Firas, Monsieur
Firas, questo biglietto è per lei, dal signore che le ha
alzato il cappello in
segno di rispetto- mi dice porgendomi un biglietto piegato in quattro.
Lo
apro, c’è scritto:
“Shalom, Firas. Tu
sei l’unico a essermi arrivato tanto
vicino,
ma lo Scheletro
Danzante è ancora libero.
Per renderti atto
delle tue straordinarie doti ti assicuro che NESSUNO MAI
toccherà la tua
shapirit.
Sul mio
onore.”
Non so
perché, ma mi fido.
Quell’uomo
è un pluriomicida,
spietato e assettato di sangue e soldi … ma io mi fido.
Lui
sarà libero, ma la mia
shapurì vivrà a lungo.
Il mio istinto
dice che lo
Scheletro Danzante diventerà il suo fantasma protettore.
Non so spiegare
questa mia
sensazione, ma ne sono certo.
Lo
Scheletro è fatto così, rende
onore ai nemici che rispetta.
Sempre grazie a chi ci legge continuando a seguirci, siamo alla fine ormai, il prossimo capitolo sarà il tanto atteso epilogo.
Vi ricordo il link al nostro
gruppo... per spoiler, foto, e noi due autrici... Otherwise-good's Corner