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Autore: Carnilie    18/01/2008    3 recensioni
"Cercati un nuovo burattino. E' il momento che questa bambola e il suo pierrot siano finalmente felici... Insieme..."
Fanfiction con protagonisti i Malice Mizer; la coppia è Kozi/Mana. Ho utilizzato i loro nomi veri anziché quelli di "scena"; il titolo è una canzone dei Malice nel cui video Mana e Kozi sono vestiti rispettivamente da bambola e da pagliaccio. Alla fine della fic c'è la traduzione di una parte della canzone ^^
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Közi, Mana
Note: Alternate Universe (AU), Lemon | Avvertimenti: nessuno
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“Avevi ragione tu, sai? Avrei dovuto darti ascolto...”
Parole appena sussurrate che si perdevano nel dolce rumore della pioggia primaverile. Parole che non avrebbero conosciuto replica perché i morti non possono parlare.
Fissò la tomba della famiglia Kamimura a lungo per poi posare una rosa sulla pietra bagnata e allontanarsi subito dopo, avviandosi verso casa. Ogni volta che gli faceva visita, il suo cuore sanguinava: Ukyo era stato una persona speciale, un ragazzo dolce e saggio, sempre pronto ad aiutare un amico in difficoltà; il pensiero che non avrebbe mai più rivisto il suo sorriso lo faceva soffrire terribilmente. Due anni erano passati, e Manabu non era ancora riuscito ad accettare le sua scomparsa...

Quando rientrò nel suo appartamento, si dedicò a ripulire il viso dalla maschera che indossava ogni giorno. Il pesante cerone bianco, il rossetto scuro, e un velo di trucco sugli occhi, che lo rendevano pressoché inespressivo, erano in grado, assieme ad una recitazione magistrale, di nasconderlo affinché gli altri non si accorgessero del suo stato d'animo, di come l'amore lo stesse rendendo un giocattolo nelle mani del suo amante.
Dopo ogni litigata, dopo le lacrime che seguivano, gli tornavano alla mente le parole di Ukyo... “Lascialo perdere, Manabu... Non è la persona adatta a te; anzi, per quel che ne penso, non è adatto a nessuno perché non è capace di amare, è solo un uomo viziato... Non voglio vederti soffrire....” Quant'era stato stupido a non dargli ascolto, non faceva che ripeterselo ma non riusciva a fare qualcosa per cambiare quella situazione. Non aveva il coraggio di lasciare l'uomo per cui si stava lentamente consumando da ben due anni. Satoru era un uomo affascinante e sicuro di sé, che riusciva ad ottenere sempre ciò che voleva e sapeva come tenerselo stretto. Approfittava del carattere sensibile e introverso di Manabu; era persino riuscito a scalfire la stima di sé del suo compagno, che dipendeva totalmente da lui ormai. Lo trattava come uno zerbino, offendendolo a volte, usandolo come più gli aggradava per poi chiedergli scusa. E ogni volta, cadeva nella trappola di baci e sesso che Satoru gli offriva. Così era successo la sera precedente.
“Sei proprio un coglione...” disse Manabu al suo riflesso nello specchio, osservando il suo viso ora pulito.
Qualcuno suonò alla porta. Uscì dalla sua stanza e si diresse lentamente nell'ingresso, domandandosi chi potesse essere dato che non aspettava nessuno. Aprì.
“Kouji?”
L'uomo dai capelli rossi gli sorrise. “Mi aspettavo più entusiasmo, sono diversi giorni che non ci vediamo...” e assunse un'espressione talmente dolce e infantile, che Manabu non poté fare a meno di sorridere a sua volta.
“Entra”
Kouji si accomodò nel soggiorno, sul divano. Il padrone di casa gli si sedette accanto.
“Come mai questa visita?” gli chiese.
“Yuki mi ha detto che ieri sera tu e Satoru avete litigato di nuovo e..”
“Bene... Mai che riesca a starsene zitto!” esclamò Manabu alzandosi di scatto.
“Mana-chan... E' solo preoccupato per te, è tuo amico...”
“Appunto perché è mio amico e gli avevo chiesto di non dire niente a nessuno che doveva tacere...”
“E invece ha fatto bene a dirmi tutto!” adesso Kouji era in piedi accanto a Manabu e lo stava guardando “Hai idea di quanto siamo in pena per te? Sono due anni che va avanti questa cazzo di storia! Lo vedi che quello ti usa a suo piacimento e ti mette da parte quando non ha voglia di divertirsi con te?”
“Stai zitto...”
“No, Mana-chan. Ho taciuto fin troppo, adesso basta. Quello che mi chiedo è perché non ci permetti di darti una mano... Perché ti ostini a tenerti tutto dentro... E' da quando stai con lui che non sei più lo stesso, che stai male. Sono due fottutissimi anni che sei ridotto a questo modo, credi che sono così stupido da non essermi accorto di nulla? Puoi ingannare gli altri, ma non me...”
Manabu rimase in silenzio, con gli occhi fissi sul pavimento. A quanto pareva, la sua commedia non funzionava con tutti... C'era qualcuno in grado di capire e andare oltre il suo comportamento costruito. Ormai la recita era finita... Alzò lo sguardo e si rivolse verso l'amico con gli occhi lucidi. Non ci fu bisogno di parole. Kouji lo avvolse in un abbraccio disperato e lo strinse a sé. Manabu pianse come non aveva mai fatto davanti ad anima viva, riversando su una spalla amica tutto il dolore che aveva dentro.
“Sei uno stupido, Mana-chan...” sussurrò Kouji accarezzandogli affettuosamente i capelli corvini.
Poi, lo allontanò delicatamente da sé e gli prese il viso fra le mani. Senza nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo, Manabu sentì le labbra di Kouji sulle sue. Fu un bacio breve e innocente, che si trasformò in breve in qualcosa di più.
Presto i vestiti finirono sul pavimento. Fecero l'amore come se non fosse esistito un domani, vivendo quell'esperienza come irripetibile. Manabu provò di nuovo quella sensazione che credeva perduta da molto; mentre cedeva sotto il tocco di Kouji, capì... Ciò che sentiva, ciò che aveva sempre provato per l'altro era certamente più forte dell'amicizia. Si trattava di quella cosa chiamata amore...
Una volta esaurito l'atto, rimasero l'uno stretto all'altro, quasi per paura che se uno dei due avesse accennato ad allontanarsi, tutto sarebbe finito e si sarebbero risvegliati da quello che sembrava un sogno.
“Mana-chan... Ti amo...”
Era quella la spinta di cui aveva bisogno. Era come se quelle parole gli avessero donato una nuova forza. Il giorno dopo, Satoru si ritrovò senza il suo giocattolo preferito. Con rinnovato coraggio, Manabu l'aveva fatto venire a casa sua. Una splendida bambola per mano ad un altrettanto splendido pagliaccio gli aveva detto...
“Cercati un nuovo burattino. E' il momento che questa bambola e il suo pierrot siano finalmente felici... Insieme...”


La luce della luna li rifletteva
mentre ballavano,
e la silhouette che si stagliava sui muri
era come prima di rinascere

I due che si fissavano
sussurrarono "È l'ultima notte..."
fino all'alba
danzeranno tra dolci ricordi

Dato che è una bella notte... dato che è una notte triste
ridendo senza piangere, vi sorveglierò
Dato che è una notte solitaria... dato che è l'ultima notte
da ora in poi, sorveglierò voi due

Dato che è una bella notte...
Dato che è una bella notte... dato che è una notte triste
vi sorveglierò sorridendo dolcemente
Dato che è una notte solitaria... dato che è l'ultima notte
da ora in poi
non lascerò più andare voi due
Non vi dimenticherò...
non dimenticherò voi due...

(Gekka no yasoukyoku - Malice Mizer)
  
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