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Autore: hugmeciastin    04/07/2013    13 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chloe’s Point of View:
 
 
Mi svegliai sentendo qualcuno bussare alla porta di casa.
Un botto dopo l'altro, la mia testa iniziò a pulsare. Non riuscivo a pensare lucidamente.
Cosa avrei dovuto fare? Justin era accanto a me e dormiva profondamente.
Le sue braccia erano avvolte intorno alla mia via e il suo naso era sepolto nell'incavo del mio collo.
Era così carino, mi dispiaceva svegliarlo, ma quei colpi mi stavano per fare venire un'emicrania.
Gli tirai uno strattone alla gamba con la mano, cercando di svegliarlo.
Sentii le sue braccia muoversi e farmi il solletico sui fianchi, dandomi un senso di libertà.
Non perchè non mi piacesse essere coccolata da lui, ma ero nella stessa posizione da ore e ore.
Lui allungò le gambe e si voltò verso di me, aprendo gli occhi.
"Justin, c'è qualcuno che bussa alla porta al piano di sotto, cerca di entrare." Lo informai, sbadigliando subito dopo.
Saltò giù dal letto e si mise un paio di jeans, in modo da non scendere solo in boxer.
"Rimani qui. Vado a vedere chi è." Mormorò avvicinandosi alla porta della camera mentre si abbottonava i jeans.
Naturalmente, ero curiosa di vedere chi era al piano di sotto.
In punta di piedi lo seguii giù per le scale.
Di fronte a me, Justin aprì la porta a Damien, che era incazzato nero come sempre.
Appena lo vidi mi nascosi dietro al muro, facendo capolino con la testa.
Non potevo farmi vedere. Soprattutto perchè indossavo solo una maglia bianca a V di Justin e sotto la biancheria intima.
"Hai cambiato questa fottuta serratura? La mia chiave non riesce più ad aprire questa porta cazzo." Damien urlò in faccia a Justin. La sua voce echeggiò per tutta la casa.
"Già." Disse Justin, completamente impassibile.
"E perchè?" Damien rispose, avvicinandosi a Justin.
"Perchè tu e la tua banda di merda avete distrutto la mia casa." Justin sputò, appoggiandosi al muro accanto alla porta.
Damien strinse i pugni pronto a spingere Justin, ma si fermò quando guardò verso di me.
Un sorriso malizioso si diffuse sul suo viso.
"Ciao, Romano." Damien mi salutò.
Feci un passo indietro, vedendo Justin che girava la testa nella mia direzione.
"Andiamo, Romano. Non devi avere paura di me. Non c'è bisogno di nasconderti da me." Mormorò Damien, sorpassando Justin e avvicinadosi a me, afferrando la mia mano destra.
Il mio stomaco iniziò a sentirsi a disagio. Portò la mia mano vicino alle sue labbra e mi diede un bacio, guardandomi dritto negli occhi.
Sentii un nodo enorme alla gola. Mi sentivo male. Cosa stava cercando di fare Damien?
Justin si avvicinò a me, prendendomi per un braccio. Guardò Damien con un'espressione di morte, mentre suo fratello sorrise allegramente, come se niente fosse successo.
"Ti prendi cura di lei molto bene." Mormorò Damien, dirigendosi in cucina.
"Quale diavolo è il tuo problema, Damien?" Justin lasciò il mio braccio, inseguendo suo fratello in cucina. "Eh?"
"Non ne ho nessuno in realtà." Damien si strinse nelle spalle e raggiunse il lavandino per poi prendere un bicchiere.
"Volevi farle saltare la testa e ora, sei qui, a toccarla e a fare il carino con lei..." La voce di Justin si spense e incrociò le braccia cercando di non fare arrabbiare troppo Damien.
Damien posò il bicchiere sul bancone e raggiunse una bottiglia di Rum sopra il frigo.
Verso il liquido nel bicchiere e dopo lo mandò giù in un solo sorso. Mi terrorizzò ancora di più. Stava bevendo così presto di mattina?
"Sì, la volevo davvero morta." Damien ridacchiò cupamente. "-Ma non posso uccidere la mia arma migliore, no? Inoltre, sembra molto brava a letto." Iniziò a guardare il mio corpo, leccandosi lentamente le labbra. "Sexy come l'inferno."
Iniziai a tremare. Non mi sentivo affatto a mio agio. Guardai Justin per vederlo stringere i pugni.
Non potevo lasciarlo lottare ancora, così afferrai il suo braccio, guardandolo negli occhi. Lui aggrottò le sopracciglia, facendo del suo meglio per mantenere la calma.
Guardò Damien con aria scontrosa.
"Dove cazzo vuoi andare a parare? Giuro su Dio che se la tocchi, ti uccid-"
"Cosa farai?" Damien lo interruppe, tirando Justin via da me e spingendolo contro il muro.
"La dolcezza laggiù non morirà finchè non lo dirò io. Morirà solo quando vorrò farla morire io, capito?" Damien ributtò Justin verso di me. "In ogni modo, Jay, sono venuto qui per parlare di affari. Ho bisogno di te per il lavoro."
"Io non lavoro per te." Dichiarò Justin con rabbia. "Hai i tuoi stronzi nel magazzino. Fallo fare a loro."
Sapevo che Damien era uno psicoptico, ma non sapevo che fosse così grave.
Iniziavo ad apprezzare di più Brad. Pensavo che Damien e Justin avessero molto in comuno e che andassero d'accordo. Ma non era così. Forse Damien era ubriaco e normalmente non si comportava così.
Volevo solo sapere cosa voleva.
"No, preferisco chiedere al mio fratellino di farlo." Damien sorrise a Justin.
Perchè Damien voleva Justin, quando aveva altri cinque ragazzi che lavoravano per lui?
Forse voleva che mi lasciasse sola. Non volevo stare qui. Non volevo che Justin mi lasciasse sola con questo ragazzo.
Vidi Damien che si avvicinò al divano in salotto e gettò i piedi sul tavolino.
Pensai che avrei fatto bene a tornare in camera e a mettermi addosso un paio di pantaloni.
Non mi sentivo a mio agio con Damien lì e con solo una t-shirt addosso.
Soprattutto dopo le cose che aveva detto su di me. Mi voltai e iniziai a salire le scale.
"Chloe, dove stai andando?" Justin mi chiese. Mi fermai, girandomi indietro per vedere che mi stava fissando il culo dal fondo della scala.
"Vado a mettermi un paio di pantaloni." Mormorai. Justin annuì in segno di approvazione.
"No, lei resta qui, con quello che ha già addosso." Sentii la voce di Damien dall'altra stanza. Justin alzò gli occhi al cielo e iniziai a sentirmi a disagio di nuovo.
"Lei può fare quello che vuole!" Justin urlò in mia difesa.
Guardai Damien che gettò una mano in aria, facendomi segno di andare a sedermi accanto a lui. Justin si voltò, andando a sedersi sul divano alla destra di suo fratello. Rimasi congelata in mezzo alle scale.
"Vieni qui e siediti. Ho sentito che sei una ragazza molto curiosa che vuole sapere come vanno le cose qui intorno, quindi vieni a sederti qui con noi." Rimasi dov'ero, in mezzo alle scale. La voce di Damien diventò più cupa. "Vieni qui." Si sforzò di sorridere.
Nervosamente, mi avvicinai a Damien. Prima che potessi sedermi accanto a lui sul divano, sentii una mano afferrarmi il polso e tirarmi nella posizione opposta. Atterrai sul divano accanto a Justin.
"Vai avanti. Dimmi cosa vuoi." Disse Justin. Damien sorrise soddisfatto.
"Ho bisogno che tu vada a Ottawa. Big Blue laggiù ha le mie armi pronte e io ho bisogno di qualcuno che le vada a prendere per me. Le ho pagate in anticipo." Disse Damien, passandosi una mano tra i capelli.
"Io non vado fino a Ottawa. Puoi farlo da solo. Sono stanco, grazie a te." Justin ringhiò, alzando gli occhi al cielo.
"No, non posso farlo io, stronzetto!" Damien sputò. "Non posso mettere piede a Ottawa, perchè sono il bersaglio di una delle bande locali lì."
"Che cosa? Hai paura di una piccola banda di merda? Povero bambino." Justin ridacchiò. "Ottawa ha delle bande? Pensavo fossi invincibile, Damien."
"Chiudi quella cazzo di bocca, Jay." Damien urlò. "Non importano i dettagli, vai a prendere quelle cazzo di armi porca puttana."
Justin alzò gli occhi, ancora una volta. "Le andrò a prendere, d'accordo."
Damien annuì in segno di approvazione. "Eccolo qui, questo è mio fratello." Si alzò in piedi.
"Quando dovrei andare?" Justin chiede infastidito.
"Oggi."
Justin controllò l'orologio, guardandomi per scusarsi. Non sapevo che dire, ma avevo paura.
"Ti lascio la roba fuori alle 10. Va bene?" Disse Justin.
"Eccellente." Damien sorrise soddisfatto.
"Vado a prendere le cose." Justin mormorò e poi corse du per le scale, lasciandomi lì da sola con Damien.
Ignorai la sua fastidiosa presenza e andai in cucina a prendere una mela. Prima che potessi darle un morso, sentii un paio di mani stringermi le spalle.
Rimasi senza fiato.
Era Damien.
"Giuro su Dioù che se mio fratello si distrae dal fare quello che gli ho detto di fare per colpa tua, sei fottuta." mi sussurrò all'orecchio. "Questa è la prima volta che si rifiuta di fare un lavoro per me. Levati dal cazzo, capito? O chiamerò personalmente tuo fratello e gli dirò di tirarti fuori da qui. Non ti lascerò mai vincere, puttana da quattro soldi!" Poi si mise davanti a me e mi guardò negli occhi, come se non mi avesse mai detto niente.
Con la coda dell'occhio vidi Justin scendere giù per le scale con la sua giacca di pelle e le chiavi in mano.
"E' stato bello rivederti." Mi mormorò Damien, sorridendo scherzosamente.
Si voltò, uscendo dalla porta e la sbattè dietro di lui, lasciadomi lì, sola con Justin.
"Ti ha toccato?" Chiese Justin.
"No." Mentii, scuotendo la testa.
"Ti ha detto qualcosa?" Justin si leccò le labbra, cercando di ottenere una risposta da me.
"No, abbiamo solo preso una mela da mangiare. Te lo giuro." Guardai il pavimento e mi morsi il labbro.
"Bene. Ti chiedo scusa per come si è comportato. E' un po' un casino con lui."
"Già." Continuai a mordermi il labbro, fissandomi i piedi.
"Senti, Chloe." Mi afferrò entrambe le mani, chiudendole dentro le sue. "Devo lasciarti qui. Non posso portarti a Ottawa con me, perchè le persone con cui Damien ha a che fare... Non puoi stare intorno a loro."
Annuii, facendolo continuare a parlare. Avevo un po' paura a rimanere da sola. Soprattutto dopo aver scoperto il reale comportamento di Damien.
"Ho mandato un sms a Violet e verrà lei a farti compagnia." Lasciò andare le mie mani. "Ho un sacco di snack che puoi mangiare e ho dei bei canali in TV. Rimarrò qui fino a quando Violet arriva, ma dopo, non aprire la porta a nessuno, va bene?"
"Va bene." Annuii. Mi sarei dovuta abituare a quella ragazzina.
 

 
"Ehi, Chloe! Sembra che passeremo una serata insieme, ragazza!" Violet strilòò, entrando in casa con un sacchetto gigante di M&M's.
"Sono solo le 11 di mattina, Violet..."
Dovevo ammetterlo. Violet era un po' troppo felice nelle situazioni peggiori. Non capivo perchè si comportava così. Era evidente che faceva qualcosa per rimanere sempre positiva.
"Beh, hai capito quello che intendevo." Rise. "Ho portato tutta la prima stagione di Pretty Little Liars! Prenderò qualche snack in cucina e poi verrò in salotto!"
"Okay. Se proprio insisti." Annuii, camminando in salotto.
Mi fermai davanti alla TV e mi inginocchiai per mettere il DVD di Pretty Little Liars nel lettore.
Era uno dei miei telefilm preferiti. Quando ero a casa, non potevo sopravvivere una settimana senza guardarlo. Quanto mi mancava.
"-Devi tenere Chloe al sicuro." Sentii Justin dire a Violet. "E' per questo che sei qui. Se succede qualcosa, mi puoi chiamare a ti risponderò subito, promesso. Devi solo stare attenta a Chloe. Ti prego, è l'unica cosa che ti chiedo."
Non potevo non amare il modo in cui Justin voleva proteggermi. Mi sentivo bella. Non avevo mai avuto un ragazzo che mi trattava in questo modo, oltre a mio fratello.
"Sì, capo." Violet ridacchiò. Sentii i suoni e l'odore dei popcorn.
"Beh, io vado. Torno alle 10:30, promesso. Ricordatevi di non aprire a nessuno." Justin fece cenno di avvicinarmi a lui, che era pronto davanti alla porta.
Lo guardai triste, non volendo che mi lasciasse lì con Violet.
Lui venne verso di me.
"Sarò di ritorno a casa prima che tu te ne accorga." Mormorò, accarezzandomi i capelli.
"Come mi salverà la vita Violet?" Mormorai a bassa voce.
"Senti, Chloe. Andrà tutto bene. Nessuno ti farà del male. Tornerò. Non ti abbandonerò." Ridacchiò leggermente, abbracciandomi.
"Va bene." Mormorai. Justin si staccò da me e mi afferrò il viso con tutte e due le mani.
Mi guardò negli occhi, sorridendo scherzosamente. Avvicinò le sue labbra alle mie, ma esitò.
Sentivo il suo respiro caldo sul mio labbro superiore. Fece un grosso sospiro e mi baciò una guancia, massaggiandomi l'altra con la mano.
"Sii gentile con Violet!" Dichiarò scherzosamente, accarezzandomi la guancia e avviandosi alla porta di casa.
La aprii e mi guardò, prima di chiuderla.
Appena sentii la porta chiudersi, mi lasciai cadere sul divano e cominciai a guardare Pretty Little Liars.
Violet era in cucina e aspettava che i popcorn si cuocessero.
Quando furono cotti, Violet entrò in salotto con il sacchetto di M&M's e i popcorn in mano e si lasciò cadere accanto a me, tirandomi una gomitata al braccio, per scherzo.
"Che stai facendo?" Mi massaggiai il braccio colpito. "Sto cercando di guardare il mio telefilm preferito."
Violet prese il telecomando dal tavolino e abbassò il volume alla TV.
"Che è successo pochi minuti fa?" Mi chiese, sedendosi con le gambe incrociate.
"Non so di cosa tu stia parlando." Scossi la testa, fissando la TV.
"Oh, andiamo! Lo hai pregato di non andare via, di non lasciarti mai andare-"
"Non è successo niente." La interruppi, infastidita. Non volevo parlare di Justin con lei.
"Lui ti ha baciata!" Lei strillò, sorridendo come una pazza.
"E allora? Mi ha dato un bacio sulla guancia." Alzai gli occhi. "Potrebbe non aver significa niente." Arrossii un po'. Violet mi vide e si lasciò sfuggire un gridolino allegro. Le buttai un cuscino addosso imbarazzata.
"Basta!" Arrossi ancora di più.
"Ti piace?"
"No." Mormorai.
"Lascia che te lo chieda in un altro modo." Lei appoggiò la mano sul mio ginocchio. "Provi qualcosa per lui?"
"No." Mentii.
"Oh, ti prego Chloe. Non mentire a te stessa." Afferrò una manciata di M&M's e se li mise in bocca uno per uno.
"Possiamo sorvolare questo argomento?" Solcai le sopacciglia, tentando di non arrossare di nuovo.
"Non lo abbiamo neanche iniziato." Lei sorrise, masticando gli M&M's.
"Ho detto, cambiamo discorso!" Ringhiai, prendendo il telecomando, alzando il volume e riiniziando a guardare Pretty Little Liars. Presi manciate di popcorn e li mangiai tutti in un solo boccone, mentre finalmente Violet era rimasta in silenzio.
"Come ti senti?" Violet mi chiese, dopo pochi minuti, fissandomi negli occhi.
"Sto bene.. tu?" Mi sorrise.
"No. Volevo dire, come ti senti... a stare qui, a Stratford." Iniziò a giocare con le punte dei suoi capelli. "-A stare lontana da tuo fratello, ad avere persone che ti vogliono morta?"
"Sono-sono solo stanca." Balbettai. Presi un respiro profondo, cercando di mantenere la calma.
"Lo so, Chloe. So quanta merda devi subire. Se non per i Venom, per mio fratello. Mi dispiace." Mormorò, abbassando la testa.
"Oh, non esserlo. Dopo tutto, è tutta colpa mia. Se non fossi stata così curiosa, sarei a casa ora. Lontana da tutto questo..."
"Capisco che preferiresti essere a casa che qui, ma-"
"In realtà non lo so." La interruppi, mordendomi il labbro.
"Che vuoi dire?" Chiese.
"A casa Brad mi controlla la vita. Sono il suo piccolo robot. Ha tanto potere su di me, dal momento che è mio fratello maggiore, e quindi non voglio tornare da lui. Sono solo stanca di tutto questo." Gemetti.
Era difficile parlare di questo argomento, ma volevo che lei lo sapesse.
"Non ti mancano i tuoi amici?"
Mi fermai. Pensai a tutto quello che era successo con i miei amici in California. Era stata la parte peggiore della mia vita. E Brad era troppo preso a pensare alle sue stronzate per rendersi conto di tutto quello che era successo.
"Non dirmi che non hai-"
"E' colpa di Brad." Ammisi.
In California avevo molti amici. Ero una delle ragazze popolari della scuola. Appena Brad uccise la ragazza di Damien, ero stata costretta ad allotanarmi da tutto e da tutti. Dovevo indossare cose che non volevo, stare in luoghi chiusi e non andare alle feste. Ero sempre chiusa in casa e l'unico posto in cui potevo andare era la scuola.
"Mi dispiace così tanto." Violet sussurrò, abbracciandomi forte.
"Sto bene, Violet." Mormorai con voce tremante. "Sto bene."
"Conosco qualcuno che è tuo amico qui." Lei sorrise, guardandomi.
"Chi?" Sussurrai, prendendo un M&M's rosso dal pacchetto.
"Jay." Lei fece le fusa. "Sembra che gli piaci molto e si prende cura di te."
"Gli importa di me. Si preoccupa davvero molto." Annuii.
"Penso che tu gli piaci davvero tanto." Violet mi fece l'occhiolino.
"Come fai a saperlo?" Dissi, mettendo il mento sul mio pugno.
"Provo solo dei sentimenti forti e un istinto che non mi tradisce mai." Lei annuì. "Provo un forte sentimento per voi due."
 
 
Erano passate ore e io e Violet eravamo state benissimo. Lei non era così fastidiosa come credevo. E' incredibile a dare consigli. Era come se mi capisse in ogni cosa. Era impossibile trovare qualcuno con la sua stessa logica. Era difficile che mi fidassi delle persone, ma Violet mi aveva dimostrato che con lei non c'erano problemi. Lei voleva aiutarmi, era dalla mia parte.
Mi ripetè più volte durante la giornata che se mi fossi mai sentita a disagio, l'avrei potuta chiamare subito e mi avrebbe rallegrato. Avevamo cenato con un piatto di spaghetti e avevo usato la ricetta di mia madre, cucinando un piatto italiano nativo.
Ci eravamo anche lavate i capelli e avevo anche offerto di usare lo spray per capelli di Justin, rifiutandomi subito dopo per il pensiero dei miei capelli unti.
Vidi Violet che guardava l'orologio. Erano le 10:30, Justin sarebbe tornato a momenti.
Violet si alzò di scatto in piedi e afferrò in fretta le sue cose.
"Dovevo essere a casa per le dieci, Chloe. Mi dispiace! Devo correre a casa!"
"Ma Justin non è ancora arrivato." Mormorai, fissando l'orologio.
"Sarà qui presto! Starai bene." Lei mi diede un abbraccio veloce, chinandosi sul divano e dopo si diresse verso la porta. "Vado! Ti voglio bene!"
"Ti voglio bene anche io!" Le sorrisi, guardandola uscire dalla porta. La richiusi a chiave.
Spensi tutte le luci della casa. Era una strategia di mio fratello, era per far vedere alle persone che non c'era nessuno in casa. Non una solo luce accesa. Andai verso il divano e mi sdraiai sopra.
Presi il telecomando e accesi la TV. Poi, appoggiai la testa al bracciolo del divano e cercai di addormentarmi.
Quando stavo finalmene per cadere in un sonno profondo, sentii dei passi.
Le luci erano completamente spente. Non avevo idea di chi fosse. Scesi dal divano in punta di piedi per correre a cercare un posto in cui nascondermi. Cercai di mantenere la calma il più possibile, ma avevo paura che quei passi appartenessero a qualcuno che mi avrebbe fatto del male.
Tutto uello che riuscivo a pensare era a come Damien mi aveva trattata prima. Non c'era niente che potessi fare.
Camminando in giro per la casa, mi bloccai quando un paio di braccia mi afferrarono per la vita da dietro.
"Ti sono mancato?" Una voce familiare mi sussurrò all'orecchio.
Era Justin.
Mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo, sentendo le sue mani lasciare la mia vita.
Accese la lampada accanto a noi e rimise la mani intorno al mio esile corpo.
"Ti avevo detto che sarei tornato da te." Mormorò. "E che avrei potuto finalmente fare questo."
Avvicinò i nostri fianchi. Fece scorrere il suo naso sul mio collo per poi baciare l'angolo destro della mia bocca e poi le mie labbra. Si staccò velocemente e di nuovo beccò le mie labbra. E di nuovo. E di nuovo ancora.
Seppellii la mia testa contro il suo petto, sentendomi più al sicuro che mai.

  
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