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Autore: lumieredujour    05/07/2013    1 recensioni
E se Sirius fosse innamorato quando fu messo in carcere? E se questo amore lo avesse aspettato per dodici anni? Ecco come ho immaginato il loro incontro. Ma sappiamo tutti cos'è successo a Sirius. E se Harry non fosse stato l'unico ad aver perso una parte di sè appena ritrovata?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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DUE ANNI DOPO

 

 
I due anni più belli della mia vita passarono troppo in fretta. Dopo dodici anni di separazione, io e SIrius vivevamo in simbiosi. Perché l’amore non sempre è un’azione incredibile e sensazionale. Molte volte l’amore e la felicità si ritrovavano nella quotidianità, nei gesti dolci e silenziosi.
Ero felice se ripensavo a quando la mattina intrecciavo la mia mano alla sua per svegliarlo, a come avessimo vissuto di piccole cose, di appuntamenti nei posti più strani, di voli clandestini in groppa a Fierobecco. Ero entrata a far parte della sua vita ancora una volta, avevo vissuto con lui a casa sua, nella sede dell’Ordine della Fenice. Avevo rincontrato i suoi amici più cari, Lupin, la famiglia Weasley.
Mi chiesi perché avevo tagliato i ponti anche con loro. Loro avrebbero capito il mio dolore, ma forse io volevo consumarmi in quel dolore da sola. Che egoista. Volevo che esso mi annientasse perché, per quanto fossi sicura che Sirius fosse innocente, sapevo che entrare ad Azkaban significava morire. E non volevo aspettare la notizia della sua morte, volevo morire prima. Per amore. Per dolore.
E ogni volta ero sull’orlo delle lacrime quando mi presentava ai suoi nuovi compagni: vedevo il suo sguardo fiero, il suo sorrisino accennato e il mio cuore traboccava di gioia, di pura gioia.
Quando mi presentò Harry Potter piansi. Ricordavo tante cene fatte con James e Lily, e rivedere loro figlio mi fece uno stranissimo effetto. James era uno dei suoi migliori amici di Sirius. E quel ragazzino magro con quei capelli disordinati e quegli occhiali era identico a lui. Perfino Sirius si commosse e, quando abbracciò entrambi, disse:
-Le persone che amo di più. Non pensavo che un giorno sarei riuscito a riabbracciarvi.- e io piansi. Piansi perché era questo l’uomo che amavo.
Era sera, stavamo cenando in salotto, davanti al caminetto. Il fuoco illuminava il suo viso e io mi perdevo in quel gioco di luci ed ombre. Sirius era sempre stato un bellissimo ragazzo con i suoi tratti aristocratici ed ora mi ritrovavo davanti un bellissimo uomo, bello e tormentato dai fantasmi di un passato che non meritava. Lui era ancora ricercato, perciò non potevamo uscire alla luce del sole senza aver controllato molte volte che fosse sicuro, eppure vivevamo come tutti vivono una storia d’amore. Insieme.
Il suoi capelli lunghi cadevano attorno a me quando si chinava a baciarmi. Le sue labbra erano perennemente piegate in quel sorrisino che mi spingeva ad abbracciarlo e a non lasciarlo andare. Com’è possibile che un uomo così forte potesse risultare anche così fragile? Era come un diamante: duro, infrangibile, ma bisognava comunque maneggiarlo con cura perché si poteva scheggiare facilmente.
Entrò Kreacher, il suo elfo domestico. Avevo sempre cercato di ricordare a Sirius che non serviva a niente trattare male Kreacher. Lui non mi ascoltava mai: mi sorrideva e mi diceva che Kreacher era stato infettato dalla parte malvagia dei Black e che lo trattava male solo per quello. Credo che volesse far pagare a Kreacher quello che la sua famiglia gli aveva sempre fatto patire.
-Signore, il ragazzo- anche lui, come Al, si torturava le orecchie.
Questa scena si presentò ai miei occhi come un deja-vu, solo che quella volta non stava accadendo a me.
Sirius si girò e gli lanciò un’occhiata di fuoco. Quando si parlava del suo figlioccio, diventava geloso e protettivo, come se fosse figlio suo. Credo che lo amasse come un figlio, se non di più.
-Cosa? Cos’è successo? Dimmelo stupido elfo!- si era alzato e avanzava minacciosamente verso Kreacher.
-E’ al Ministero della Magia. E’ caduto in una trappola del Signore Oscuro. L’Ordine ha inviato un patronus ad avvisarla.- e sparì, forse temendo la reazione di Sirius.
Mi girai a guardarlo, era furioso. I suoi occhi erano diventate pozze di petrolio, ma in un attimo tutto questo sparì. Vidi nei suoi occhi non più rabbia, ma paura. Iniziò a tremare e mi disse, con una voce sottile:
-Aspasia io devo andare. Lo capisci, vero? Non- Non posso lasciarlo. Non posso abbandonarlo, non un’altra volta. – aveva gli occhi pieni di lacrime.
La somiglianza di Harry con James gli faceva male: se non fosse stato per quegli occhi verdi, Harry sarebbe stato identico a suo padre. E vederlo lo straziava e lo rendeva felice allo stesso tempo.
Chissà come mai le cose che ci portano gioia e ci rendono più felici, ci portano anche del dolore. Come se dovessimo pagare per essere felici.  Ma ne vale davvero la pena?
-Io ti accompagno. Non ti lascio solo.- presi la mia bacchetta dalla mensola sul camino.
Sirius rise, come se avessi detto una battuta molto divertente. Era bellissimo quando rideva.
-Ma io non andrò solo. Ci sarà tutto l’Ordine con me.- fece una pausa e il suo tono si fece serio – non voglio che rischi la vita. Non potrei combattere sapendo che tu sei lì. Ti prego. Resta.- mi tese la mano e mi fece risedere affianco al camino.
Mi sentivo una bambina, perché doveva trattarmi così? Glielo chiesi. Gli dissi anche che volevo andare con lui.
-No, ora ti stai comportando da bambina. Rimani qui Aspasia, fallo per me. Morirei sapendo che tu non sei al sicuro.- si avvicinò e riuscii a vedere quel barlume di disperazione e follia che trovava in fondo ai suoi occhi da quando era uscito da Azkaban, come se oltre a tutte le ferite fisiche, ci fosse anche questo a ricordargli il suo passato.
-Questa notte sto già rischiando di perdere Harry. Ti prego, non- ma s’interrupe e fece parlare i suoi occhi.
 Annuii tristemente, sconfitta dal suo sguardo disperato. Eppure pensavo avrebbe capito. Io volevo andare con lui perché saperlo vicino mi avrebbe rasserenato. Perché anch’io avevo delle cicatrici interiori che quei dodici anni di disperazione mi avevano lasciato, ma non gli dissi niente. Mi limitai ad annuire, ad augurargli buona fortuna e a baciarlo. Lui mi sorrise, mi passò una mano fra i capelli e si Smaterializzò. Come potevo sapere che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei rivisto? 



salve a tutti. sono indecisa se mettere un ultimo capitolo o no. mmmh dimeti voi. grazie a chiunque ha recensito/seguit/ricordato/preferito la storia. vi voglio bene
em
  
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