Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: lumieredujour    24/06/2013    1 recensioni
E se Sirius fosse innamorato quando fu messo in carcere? E se questo amore lo avesse aspettato per dodici anni? Ecco come ho immaginato il loro incontro. Ma sappiamo tutti cos'è successo a Sirius. E se Harry non fosse stato l'unico ad aver perso una parte di sè appena ritrovata?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Star-crossed lovers" definisce una coppia di amanti il cui rapporto è spesso ostacolato da forze esterne. La storia di Sirius e Aspasia, ahimè, rientra perfettamente in questa definizione.

Never Lose Hope


– Madama Ravenwood? – Al, il mio elfo domestico, entrò in camera da letto.

Aveva le orecchie basse e lo sguardo timoroso e io mi sentii, come sempre, un po’ in colpa. Al serviva la mia famiglia da tempo immemore, ricordavo ancora quando da bambina gli tiravo le orecchie e lui rideva, ma con le lacrime agli occhi. E io non capivo come si potesse ridere e piangere allo stesso momento. Allora non capivo.

-Dimmi Al- dissi, guardando il mio freddo riflesso nello specchio mentre mi spazzolavo i capelli per inerzia.

Mi sembrava di rivedere mia madre: la pelle dorata, gli occhi bruni e i capelli neri. Ma la mia fiamma, la mia focosa anima latina ormai dormiva sotto piani di lacrime e dolore, spenta dalla consapevolezza che il mio era un amore sbagliato, perché amavo un assassino. Ma il riflesso della donna che dovevo essere mi fece vedere quanto mi facesse male accostare a Sirius il termine “assassino”. Al mio Sirius.

-C’è qualcuno al…. ehm- tentennava e questa non era mai una cosa positiva.
-Al, cerca di dirmelo entro l’anno. O rischio di morire prima-
-Mi scusi madama Ravenwood, Al non voleva farla spazientire, ma c’è un uomo che l’attende.- si stava torcendo le orecchie.
Lo fissai dal riflesso dello specchio con un’espressione seriamente confusa. Un uomo? A quest’ora?
-Un uomo? E lo hai fatto entrare?-
Al continuava a torcersi le orecchie, come se ne fosse stufo, come se le volesse strappare e bruciare.
-Al non può far entrare l’uomo, Madama.-
- E perché no?- ora ero preoccupata davvero. Non avevo mai visto Al così teso. Ed era un elfo molto ansioso
-Perché l’uomo è nel camino Madama- mi fissò con i suoi enormi occhi grigi, incapace di muovere un singolo muscolo.

E anch’io, Aspasia Ravenwood, non riuscii a muovermi. Fissavo il vuoto, la bocca vermiglia leggermente socchiusa, l’ombra di un nome tra le labbra.
“solo una persona potrebbe mettersi in contatto con me in questo modo”
Ripensare a Sirius mi faceva male. Tanto male. Era una tortura, ma negli anni avevo capito che ero diventata solo una stupida masochista. Con gli occhi ancora fissi nel vuoto, dissi:

-Arrivo Al. Fa in modo che nessuno ci disturbi e che nessuno ci senta- e solo dopo aver sentito l’elfo sparire mi permisi di riguardarmi allo specchio.

Avevo gli occhi lucidi, una patina trasparente come l’acqua cristallina che fuoriesce dalla sorgente, ma in quegli occhi si stava riaccendendo una fiammella. Era una flebile fiamma, il ricordo di ciò che un tempo era. Il ricordo di ciò che lui mi faceva sentire. Lasciai la spazzola – o forse la feci cadere, non importava- e mi alzai meccanicamente. Uscii dalla sua stanza come un automa e scesi le scale. Arrivai davanti alla porta del salotto e un flashback mi riempì la mente: dodici anni fa, quando ero ancora viva, nel vero senso della parola, avevo attraversato quella porta e avevo ascoltato un Auror che mi comunicava l’impensabile: Sirius – il mio Sirius – era stato mandato ad Azkaban. Perché aveva tradito. Perché aveva ucciso. Ero rimasta in quella stanza in catalessi per circa due settimane, con Al che mi forzava a mangiare e bere. Ma io mi chiedevo sconcertata a cosa servisse rimanere in vita se la persona di cui mi fidavo di più era capace di tradire, di uccidere. Non mi sembrava vero, così come non mi sembrava vero che al di là della porta del salotto vi fosse la speranza; la speranza di rivederlo ancora, di sentire la sua voce.
Con la mano tremante abbassai la maniglia ed entrai. Tutto era familiare, come la luce che illuminava la sala, i quadri appesi alle pareti e i tappeti che attutivano i miei passi. E nel camino c’era la mia speranza.
Era il suo viso, ne ero sicura: gli occhi luminosi, la bocca piegata come al solito in un sorriso ironico, la forma sicura della mascella. Tutto, tutto mi fece crollare nel vero senso della parola: caddi in ginocchio davanti alla brace e inziai a singhiozzare il suo nome.

-Aspasia, mia dolce Aspasia- la sua voce era roca, come se avesse gridato costantemente per anni e anni. E forse era così. Ma era la sua voce. L’avrei riconosciuta tra mille.
- Sirius, io non ci credo. Sei tu, sei davvero tu, sei tornato- il sorriso che feci a quella brace mi fece venire da ridere.
 E risi, perché era da tanto che non sentivo le mie corde vocali ballare. Ma, mentre ridevo, mi resi conto che niente in realtà era cambiato: quello poteva essere uno scherzo, o forse un sintomo della follia. Era troppo bello per essere vero, sarei stata contattata dal Ministero se il suo unico amore fosse stato liberato. Il fatto che fosse innocente era un qualcosa di innegabile per me: non avevo mai pensato, nemmeno per un secondo, che il mio Sirius fosse capace di tanto. Il mio Sirius, l’uomo più leale, altruista, ironico e dolce del mondo. E allora che cos’era successo?
Chiusi gli occhi e li riaprii, per accertarmi che lui fosse ancora là: sì, la sua immagine era ancora impressa nella brace.

-Ascolta mia adorata Aspasia, sono successe tante cose questa notte. Troppe per essere raccontate attraverso il tuo camino. Ti chiedo un favore: vienimi incontro. Incontriamoci fra un ora a casa mia. Ti ricordi l’indirizzo di casa mia, vero?- la sua voce era frettolosa, allarmata e per un attimo mi prese il panico.
- Sì, sì. Ricordo. Oh amore, come posso- e qui mi bloccai in preda ai singhiozzi, ma con il sorriso sulle labbra.
E piangevo e ridevo allo stesso tempo.
E mi accorsi che anche Sirius piangeva e rideva con me. Amavo condividere le mie emozioni con lui e anche dopo dodici anni mi sentivo capita, mi sentivo giusta. E lo amavo, lo amavo come se non fosse passato nemmeno un giorno, come se questi dodici anni fossero stati cancellati dal suono della sua risata.

-Lo so amore mio, ora andrà tutto meglio. Sarà tutto migliore. Tra un’ora, mia adorata. Ricorda, tra un’ora esatta.Ti amo- e mentre diceva queste due ultime parole sparì con un sonoro pof.
Per un attimo ebbi il timore che fosse stato solo un sogno, che quelle braci fossero rimaste così com’erano e che avessi immaginato tutto. Avevo solo un modo per scoprirlo.
-Al preparami i vestiti, devo uscire.-







Spero che questo capitolo piaccia, credo che la storia sarà composta da due, tre capitoli al massimo. Fatemi sapere cosa ne pensate. Tanti cuori,
Em
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lumieredujour