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Autore: Sakyo_    05/07/2013    4 recensioni
[Spezzone del 6° capitolo]
Ci ritrovammo così, in quella posizione non voluta ma perfetta, i nostri visi a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro. I capelli lunghi di Castiel mi solleticavano la fronte e il suo profumo pungente arrivò fino alle mie narici.
Per qualche secondo restammo a guardarci negli occhi: era la prima volta che li osservavo bene, e ne rimasi ipnotizzata. Profondi, intensi, neri come la pece.
«Adatti» mi ritrovai a pronunciare senza accorgermene.
Castiel mi guardò interrogativo.
«I tuoi occhi... Sono proprio adatti a te» affermai convinta.
[Spezzone del 13° capitolo]
«Non dirlo Nath, io sto bene con te…»
«E allora permettimi di renderti felice»
Una frase che arrivò come una cannonata in pieno petto. Mi sentii così confusa e inibita, come se mi fossi svegliata improvvisamente da un’anestesia totale.
Col dorso della mano mi carezzò la guancia nel modo più dolce possibile, mentre mi confessava il suo amore sincero.
«Sono innamorato di te, Emma»
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Iris, Nathaniel, Nuovo personaggio, Rosalya
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Night and Day
Capitolo 11



 

Fuggii da Nathaniel con la stessa foga di un topolino che scappa da un gatto, ma la verità era che non volevo affrontare di nuovo i miei ricordi, usciti fuori così d'improvviso dai meandri della mia memoria. Nel preciso istante in cui voltai le spalle al biondo non mi importò affatto di aver potuto in qualche modo offenderlo o quant'altro.

Volevo solo proteggere me stessa dal... Dolore.

Avanzando dritta per la strada mi imbattei quasi subito nel gruppo dei miei compagni riuniti nel luogo dell'appuntamento. Lì in mezzo c'era anche Iris, che sventolò una mano verso di me per farsi notare. Io mi bloccai a qualche metro da loro, guardando la mia amica per farle capire che non avevo voglia di avvicinarmi più di così. A quel punto fu lei a venirmi incontro con aria preoccupata.

«Stai bene?»

«Sì. E' solo che...» nuovamente, mi bruciarono gli occhi. Impiegai tutte le mie forze allo scopo di non piangere. Non volevo che Iris si allarmasse più di così.

Ma prima che potessi fare o dire qualsiasi cosa, una mano calda e decisa mi cinse la vita costringendomi a voltarmi.

Era lui. Castiel.

Trovandomi davanti quel volto pallido, quegli occhi scuri e le morbide labbra che avevo baciato la sera prima, fu come se tutto d'un tratto ogni pensiero scivolasse via dalla mia mente.

A giudicare dalla sua espressione, non dovevo avere una bella faccia.

«Te la rubo un attimo» disse a Iris, poi mi prese per mano e ci allontanammo insieme.

La mia amica, confusa più che mai, riuscì solo ad urlarci dietro «Non fate tardi, o la Preside si arrabbierà!»

 

A passi svelti ci allontanammo di poco per appartarci in una piccola piazzetta desolata da dove avremmo potuto tenere sotto controllo il resto del gruppo scolastico.

Senza capire le dinamiche dei suoi gesti, mi ritrovai con la schiena contro il duro tronco di un albero, con una mano di Castiel poggiata accanto alla mia testa.

Le sue iridi color della notte penetrarono nella mia anima senza farmi del male.

«Cosa ti ha fatto?» mi chiese, serrando la mascella.

A primo impatto non capii quello che stava dicendo. «Chi?»

«Ma come chi? Nathaniel!» rispose, non riuscendo a trattenere un sentimento di disgusto nel pronunciare quel nome tanto odiato.

Allora compresi. «Ci hai visti?» gli domandai.

«Vuoi rispondermi o no?» cambiò totalmente il tono della voce. Sembrava arrabbiato.

«Non è successo niente... Mi sono tornate in mente delle cose, così... Sono andata via» spiegai, evitando il suo sguardo.

Castiel parve rilassarsi. Tolse la mano dall'albero e abbassò la testa, chiudendo gli occhi. «Se è così, allora...»

Io stetti un istante a riflettere sulle sue parole. Si era preoccupato per me?

Mi sentii un po' sollevata e sorrisi.

Ma Castiel non era ancora completamente tranquillo. «C'è qualcosa di diverso...» la voce gli vibrò appena «...in te.» terminò, avvicinando il suo viso al mio.

Bastò un attimo. Giusto il tempo che le sue parole mi arrivarono al cervello, e scoppiai finalmente a piangere.

Il pianto fu talmente forte che cominciai ad avere alcune piccole convulsioni.

Castiel mi prese forte tra le braccia e non disse una parola. Restò a proteggermi e a rassicurarmi in silenzio, accarezzandomi di tanto in tanto i capelli.

Trascorse qualche minuto prima che riuscii a calmarmi. Tirando su col naso inspirai tutto l'odore sprigionato dal suo corpo. Rabbrividii per il piacere che quel profumo riusciva a darmi ogni volta che le nostre distanze di sicurezza venivano riempite.

«Ehi...» sussurrò, alzandomi il mento con un dito.

Senza accorgermene feci un suono con il naso che assomigliava al grugnito di un maiale. Il rosso spalancò gli occhi e scoppiò a ridere.

Io arrossii violentemente per quella gaffe e lo spinsi via. «Non c'è niente da ridere!»

Castiel continuò a sghignazzare per qualche altro secondo, poi mi tirò di nuovo a lui.

Amavo quel nostro contatto fisico. Era dura ammetterlo, ma ci sapeva proprio fare.

Stretta delicatamente tra le sue forti braccia mi sentivo al sicuro da tutto.

«Allora...» iniziò.

«Allora...» ripetei incerta, poi tacemmo entrambi. Feci un profondo respiro e mi decisi a parlare.

«Si tratta della mia infanzia. Un brutto ricordo... Legato alla mia infanzia» non lo guardavo negli occhi perché avevo paura di crollare una seconda volta.

«Successe quando i miei genitori stavano ancora insieme. Io avevo circa sei anni»

Una breve pausa e poi continuai. «Uscivo da scuola e ad aspettarmi c'era sempre la mamma...»

 

Catapultata nelle fragili memorie.

 

«Emma, Tesoro!»

Ecco la mia mamma. E' così bella e sorridente anche oggi.

Si avvicina a me, mi sfila lo zainetto e lo mette in spalla. Poi mi prende per mano.

«Com'è andata oggi a scuola?»

«La maestra mi ha fatto leggere una storia» annuncio tutta contenta.

«Davvero? Avrà già capito che sei una bambina super intelligente, no?»

Arrossisco. La mia mamma è sempre tanto buona...

Mi accarezza la testa e si abbassa alla mia altezza. «Sai cosa facciamo adesso? Ci andiamo a prendere un bel dolcetto! Che ne pensi?»

Le rivolgo un ampio sorriso, a stento trattengo la felicità. «Sì!»

 

La pasticceria mi ricorda un film. E' un posto molto elegante, e io mi sento a disagio.

La mamma mi tiene ancora per mano. Prima di entrare si è sistemata i capelli a caschetto e si è ripassata il rossetto sulle labbra.

Anche io vorrei mettere un po' di trucco, ma lei dice che sono ancora troppo piccola.

Ci avviciniamo al bancone, dove una ragazza gentile ci chiede cosa desideriamo.

«Prendi ciò che vuoi, Emma» mi dice la mamma.

Mi alzo sulla punta dei piedi e guardo la vetrina davanti a me. Ci sono così tanti dolci che non so proprio cosa scegliere. Questi biscotti al cioccolato sembrano così buoni...

All'immagine dei biscotti si sovrappone quella di un uomo. Corruccio la fronte, ma poco dopo capisco che il viso dell'uomo si rispecchia nel riflesso della vetrina. Mi volto, e l'uomo mi sorride. Ma io non lo conosco...

Poi, sorride alla mamma. E' un sorriso strano, però. Arriva davanti a noi, e saluta la mamma con un bacio sulla guancia. Lei ridacchia e gli da una spintarella sul petto.

Subito dopo si gira verso di me e mi incita a scegliere qualcosa.

Ma è come se di colpo mi fosse passata la voglia di mangiare.

L'uomo sussurra qualcosa alla mamma e le indica un tavolo con tre sedie. Lei annuisce contenta. Poggio nuovamente gli occhi sulla vetrina, stavolta però non guardo i biscotti, ma l'uomo e la mamma. Loro credono che io non li veda. Noto che fanno delle cose strane, come quelle che tempo fa facevano la mamma e il papà. Si danno la mano e i baci sulla bocca.

Quando mi volto verso di loro, la mamma si stacca da lui. Viene vicino a me e mi sorride nervosa. «Allora, hai deciso? Ogni volta che verremo qui, potrai prendere ciò che vuoi!» Si guarda intorno un paio di volte, poi torna su di me «Non dire niente al papà. Questo sarà il nostro segreto, d'accordo?»

 

Poi, tornare faticosamente al presente.

 

«Non passò molto tempo prima che papà lo scoprisse. Ovviamente si separarono, ed io... So che è davvero stupido, ma da allora...» mi coprii il viso con le mani «da allora non riesco più a mettere piede in una pasticceria»

Castiel non fiatò per tutto il tempo che impiegai a raccontare quella storia e non disse nulla nemmeno quando finii di parlare.

Riferendomi più a me stessa che a lui, bisbigliai «Non lo avevo mai detto a nessuno»

Quell'ultima frase scatenò qualcosa in Castiel, che mi abbracciò tanto forte da stritolarmi.

«Ahi» le mie ossa doloranti non avrebbero resistito ancora a lungo.

«Grazie...» disse Castiel, le labbra vicine al mio orecchio. «Per avermelo raccontato»

Dopo quelle parole, avevo di nuovo voglia di piangere. Castiel se ne accorse e precedette la fuoriuscita delle mie lacrime con un dito.

«Però la passione per i dolci non ti è passata...»

Incrociai le braccia e misi un finto broncio. Poi gli sorrisi. Sentii che aver condiviso quel pezzo della mia vita con lui ci aveva portato ad acquisire una nuova intimità e al di là di ogni logica ne fui davvero felice.

«E' ora di tornare dagli altri» dissi guardando l'orologio.

 

Sul pullman, di ritorno da quella gita così piena di emozioni, mi convinsi a raccontare a Iris del bacio con Castiel. La sua bocca assunse delle fattezze che non credevo possibili per il corpo umano.

«Oh mio Dio» sibilò alla fine, dopo avermi fissata insistentemente per svariati minuti.

Era come se non riuscisse a capacitarsene. «Io... Avrei giurato che ti piacesse Nath»

Quel nome mi ricordò che qualche ora prima la mia educazione era andata a farsi friggere. Povero Nathaniel, non si meritava un comportamento simile.

«Non è che non mi piaccia, ma...»

«Ma non resisti al fascino tenebroso del buon vecchio Castiel» sul volto di Iris tornò l'aria da “so tutto io” che tanto adoravo.

 

Riabituarsi alle lezioni era difficile anche dopo aver trascorso due soli giorni lontani da scuola. Con aria pesantemente assonnata e la sciarpona di lana a cingermi il collo per sopravvivere al freddo pungente di Fairfield, varcai l'ingresso del liceo e mi buttai tra la folla di studenti e il loro fastidioso chiacchiericcio mattutino.

Ma alla mia vista, quel vociare cessò di colpo e tanti occhi presero la mira su di me.

Istintivamente abbassai le ciocche dei miei capelli credendo di non averli pettinati decentemente, ma non servì a nulla.

Cosa cavolo hanno da guardare?, pensai irritata.

Alzai la sciarpa fino a coprire il naso e continuai a camminare. Tra gli studenti intenti a fissarmi c'era anche Amber, la cara oca bionda con cui ero contenta di non aver avuto più nulla a che fare.

«Stai cercando di metterti in mostra? La regina qui resto sempre io» disse quando le passai accanto. Le lanciai uno sguardo scocciato ma lei schioccò le labbra e girò i tacchi.

A suon di spintoni e spallate raggiunsi finalmente la porta della mia classe dove mi accolse una Iris molto giù di tono.

«Ma che hanno tutti?» le chiesi non appena poggiai la cartella sotto il banco.

«Non so come sia successo, Em...» farfugliò lei.

«Successo cosa?»

«L'intera scuola sa che tu e Castiel vi siete baciati»

Di colpo mi passò il sonno. «Ma... Sei stata tu?» le chiesi a bassa voce, la rabbia che cominciava a salire.

«No, no! Davvero, io non ho detto nulla»

Non ero molto convinta della sua sincerità. Se Iris non aveva tenuto la lingua a freno non l'avrei perdonata facilmente.

 

Note autrice: ...Quattro giorni? Solo quattro miseri giorni per aggiornare? Non ci credo nemmeno io O.O
Sarà che di colpo mi è tornata tanta voglia di scrivere, e sarà che non voglio studiare per gli esami (sobsob)... Insomma, ecco qui l'undicesimo capitolo! Emma si apre con Castiel raccontandogli un suo brutto ricordo. Le cose poi sembrano andare per il meglio ma ci sono sempre tante sorprese dietro l'angolo! Chissà se Iris avrà davvero esagerato sta volta... Vi lascio con il dubbio *uhuh* e con un'immagine che ho trovato tempo fa su internet grazie alla quale ho partorito l'idea della pasticceria.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Se è così... Me lo lasciate un commentino? =) grazie e a presto!

  
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