SENTIMENTI
Erano
tre le cose che Yuki non sarebbe mai riuscita a
comprendere: la matematica, quell’odiata materia di cui le
risultava tanto
complicato venire a capo, l’entusiasmo del preside Cross per
le cene di
famiglia, lei e Zero le avrebbero evitate più che
volentieri, e Kaname.
Più e più volte aveva cercato di capire i
pensieri di quel vampiro a cui era
tanto affezionata, quel purosangue che la trattava in modo
così diverso dagli
altri e che, forse con fare un po’ ingenuo, la faceva sentire
speciale.
Ma perché la trattava in quel modo? Yuki aveva la sensazione
che non lo facesse
per ciò che era successo dieci anni prima, la volta in cui
Kaname l’aveva
salvata, ma c’era una seconda motivazione di cui la giovane
umana non riusciva
a capacitarsi.
Tante erano state le spiegazioni che, una dopo l’altra, aveva
scartato finendo
comunque per non avere risposte.
Ma
come poteva lei, Yuki Cross, sapere gli avvenimenti
che l’avevano coinvolta prima di quella fatidica notte
innevata? Come poteva
essere a conoscenza di quel forte legame che riguardava lei e quel
vampiro da
cui era stata ammaliata?
Mai si era avvicinata alla verità. Era convinta di essere
un’umana come tutte
le compagne della Day class. Mai le era passato per la mente di essere
una
vampira purosangue e, per di più, promessa sposa a quella
meravigliosa creatura
che si era rassegnata ad osservare da lontano, mai sarebbe stata alla
sua
altezza, e forse era proprio per questa sua natura che il suo sangue
risultava
delizioso per i vampiri che la circondavano.
Kaname aveva preferito lasciarla nella sua ignoranza, in quella sorta
di calma
apparente, nella snervante attesa di poter finalmente rompere quella
campana di
vetro sotto la quale l’aveva rinchiusa e, affondando i canini
del suo candido e
sottile collo, le avrebbe restituito la sua vera natura.
Ma lei non era a conoscenza di questi fatti e poteva solo far correre
l’immaginazione alla ricerca di una risposta più
che plausibile per spiegarsi
il comportamento di quel principe che alle volte sembrava provare amore
nei
suoi confronti. Ma dopotutto era impossibile, no? Kaname era diverso,
non
poteva provare quel genere di sentimenti per una ragazza normale come
lei.
Erano su due piani ben diversi.
E non poteva che fuggire di fronte a tutto questo, provare timore nei
confronti
del suo amato che le era ben superiore. Doveva accontentarsi di quella
vicinanza che le era stata permessa e che spesso era invidiata dalle
altre
studentesse che ogni sera si affollavano davanti al cancello del
dormitorio
della Night class nella speranza di poter dichiarare il proprio amore
e,
chissà, scoprire di essere ricambiate.
Lei, immatura e ingenua, si trovava a provare una sorta di gelosia per
quei
vampiri che condividevano il dormitorio con lui e, forse, sperava di
essere
trasformata in una di loro da lui stesso.
Spesso si era domandata quale risposta gli avrebbe dato nel caso gli
avesse
fatto una richiesta del genere, ma le era sempre stato impossibile
negargli
qualcosa e le sarebbe stato ancora più complicato farlo dato
che, in
quell’evenienza, le sarebbe stato permesso di rimanere al suo
fianco per
l’eternità.
Ma cosa avrebbe perso in tal caso? Zero, che odiava i vampiri per ovvie
ragioni, le avrebbe voltato le spalle, l’avrebbe deluso e
costretto ad
allontanarsi a causa del suo desiderio egoista. Ad occhi estranei non
poteva
essere considerato diversamente, no? Il capriccio di una ragazzina
innamorata
che sperava di essere speciale per la persona amata. Dopotutto non era
tanto
diversa dalle sue compagne e non poteva nemmeno farsene una colpa.
Ma forse era proprio per questo che, oltre alla stretta al cuore
provocata da
quei dolci sentimenti, provava anche un certo timore nei confronti di
Kaname,
per il suo sentirsi colpevole nei confronti di se stessa e di che le
stava
accanto, prima di tutto Zero, si sentiva una traditrice nonostante
sapesse
benissimo di non aver fatto nulla di male.
Le cose sarebbero andate bene finchè la vicinanza tra lei e
il purosangue non
fosse cambiata, no? Lei doveva limitarsi a guardarlo da lontano, a
provare
quella sorta di timidezza quando l’altro le rivolgeva quelle
dolci attenzioni.
Doveva solo rimanere al suo posto.
Nessun tradimento sarebbe avvenuto. Zero non si sarebbe arrabbiato con
lei.
Nulla sarebbe cambiato.
Il
sole stava ormai tramontando oltre l’orizzonte
quando, come ogni singola sera, le studentesse della Night class, con
le loro
voci squillanti, chiamavano i ragazzi del corso notturno che avrebbero
lasciato
il dormitorio nel giro di pochi minuti.
Yuki anche quel giorno aveva un bel da fare, infatti le ragazze
sembravano
intenzionate a scavalcare il cancello per cercare di entrare nel
dormitorio,
senza contare che Zero sembrava essere in ritardo, più tardi
si sarebbe
lamentata con lui.
“State calme!”, gridò la vivace guardian
che, in piedi sul muro che divideva il
giardino del dormitorio dal piazzale dove si trovavano le ragazze, si
mise a
soffiare nel fischietto con l’intento di tranquillizzare le
compagne.
Le porte alle sue spalle si aprirono e gli studenti della Night class,
con i
loro soliti modi eleganti, uscirono dall’edificio, chi
sorridendo alle ragazze
e chi limitandosi ad ignorare quella situazione ormai diventata
un’abitudine.
Yuki si affrettò a scendere dal muretto in modo da poter
tenere a bada le
ragazze che fortunatamente sembravano essersi calmate con
l’arrivo dei loro
idoli, chiunque rimaneva incantata dalla loro bellezza, lei stessa non
si
salvava e probabilmente non se ne rendeva nemmeno conto dato che i suoi
occhi
color del cioccolato erano puntati su quel vampiro tanto speciale per
lei, che
in realtà sembrava essersi accorto di quello sguardo che gli
stava dedicando e
non ne sembrava dispiaciuto, per niente.
“Stai attenta, Yuki.”, si raccomandò lui
dopo essersi avvicinato in modo da
poterla osservare con più attenzione. La ragazza si rese
conto solo in quel
momento di essere rimasta a fissarlo, fortunatamente Zero non era
ancora
arrivato, diversamente si sarebbe beccata una bella lavata di testa da
parte
sua.
“Non preoccuparti, Kaname-sama, io sono forte.”, un
lieve rossore si dipinse
sulle gote della guardian che, allargando le labbra a formare un
piccolo
sorriso, cercò di tranquillizzarlo. Quel vampiro non mancava
mai di
preoccuparsi per lei, spesso aveva la sensazione di essere considerata
ancora
una bambina.
“Tanto fragile…”, mormorò
Kaname portando una
mano a scostarle una ciocca dei
corti capelli castani e, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi,
aggiunse,”Dovresti riposarti, sembri stanca.”
Schiudendo le labbra per poter rispondere a quelle parole, Yuki, si
trovò a
trattenere il fiato. La mano di Zero aveva allontanato con poca
delicatezza
quella del purosangue che ora sembrava aver abbandonato quella dolcezza
dimostrata fino a pochi secondi prima, sul suo volto era stampata
un’espressione seria, quasi scocciata a dire di Yuki.
“Le lezioni stanno per cominciare, Kuran.”,
ringhiò l’altro guardian che ora si
era portato davanti alla ragazza in modo da nasconderla dallo sguardo
di
Kaname.
“Non ho fatto niente di male, guardian, mi stavo solo
preoccupando per Yuki.”
Un ghignò comparve sulle labbra del vampiro che, dopo aver
lanciato uno sguardo
oltre la spalla di Zero, si voltò per potersi incamminare
verso la scuola. Yuki
non potè fare a meno di provare una brutta sensazione, non
le piacevano quelle
situazioni che si venivano a creare tra Zero e Kaname. Non vi era
alcuna
ragione per questo astio che provavano a vicenda e che, ormai
l’aveva notato,
li portava a trattenersi a fatica al fare del male all’altro.
Aveva la sensazione che si trattenessero proprio grazie a lei che
teneva in
modo particolare ad entrambi, anche se in modo diverso: considerava
Zero come
un fratello e amava Kaname.
Le ragazze della Day class si dispersero per tornare ai propri
dormitori e lei
rimase da sola con il compagno che sembrava tenere ancora
d’occhio i vampiri in
lontananza.
“Non dovresti trattare così Kaname.”,
azzardò lei. In cuor suo sperava in un
suo cambiamento d’idea nei confronti dei vampiri, dopotutto
lei svolgeva il suo
lavoro proprio perché credeva in una possibile convivenza
tra le due razze, e
non poteva fare a meno di soffrire per questo suo odio nei loro
confronti. Zero
aveva perso la famiglia a causa di una purosangue, di questo Yuki ne
era
consapevole, ma, come per gli umani, non tutti erano crudeli,
c’erano anche
vampiri buoni che non avrebbero fatto del male a un solo umano, come
Kaname che
più volte si era dimostrato gentile e dolce con lei. Ma
anche in lui c’era
qualcosa che non andava, Yuki lo sapeva, per una ragione a lei ignota
provava
odio nei confronti di Zero. Spesso negli ultimi tempi si era ritrovata
a
rimproverare anche lui per il comportamento che teneva nei confronti di
quest’ultimo e, come ogni volta, si era trovato a sviare il
discorso
distraendola con le sue attenzioni.
Forse, dopotutto, era davvero meglio che le cose rimanessero
così. Kaname e
Zero, come cane e gatto, avrebbero continuato con i loro battibecchi,
senza
però andare oltre, e lei sarebbe rimasta ad assistere da
vicino.
Zero si limitò a darle le spalle per allontanarsi senza
rispondere al suo
rimprovero.
Finalmente la calma era tornata all’accademia Cross, anche
se, nonostante
questo, il lavoro dei due guardian era appena cominciato.
Di lì a poco si sarebbero divisi per poter ispezionare la
scuola. Lei,
ignorando il fatto di essere tenuta costantemente d’occhio
dal purosangue,
avrebbe cercato di distarsi dai suoi pensieri dedicandosi al lavoro e
forse,
chissà, avrebbe avuto l’opportunità di
incontrare nuovamente Kaname che,
conoscendo bene i pensieri che attanagliavano la giovane,
l’avrebbe “coccolata”
cercando di alleviare le sue preoccupazioni.
Ma un giorno sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe dovuto
rivelarle tutta
la verità, in cui Yuki non avrebbe ceduto di fronte alle sue
attenzioni e
avrebbe fatto di tutto per capire cosa realmente li legava.
Lei, la normalissima studentessa, e lui, il vampiro tanto perfetto e
troppo
diverso da lei per poterle appartenere.