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Autore: Scribak    05/07/2013    0 recensioni
Irritato per l'ennesimo ritardo di Tsuna, Hibari colpisce il capo della famiglia Vongola alla testa, causandone la perdita temporanea della vista. Per rimediare a quanto commesso, il guardiano della Nuvola, seppur riluttante, decide di ospitare il ragazzo finchè non riuscira a guarire del tutto. Nel frattempo, ombre minacciose si allungano sul destino dei Vongola, impegnando il baby assassino ed il capo della CEDEF in una corsa contro il tempo.
Traduzione da un'originale di Destiny Aitsuji.
Main pairing: 1827 (HibarixTsuna).
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kyoya Hibari, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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F  inding   love in darkness

Autore: Destiny Aitsuji
Traduttore: Scribak
 
Capitolo 1
 
Il campanello della scuola suonò ed il ragazzo dai capelli castani superò di slancio i cancelli non appena ebbe finito di trillare. Il capo del comitato disciplinare studentesco serrò minacciosamente i denti alla vista di quello studente così trasandato, che osava presentarsi in ritardo davanti ai suoi occhi.
Percependo il pericolo imminente, il primo indietreggiò alla vista del ragazzo circondato da un’aura minacciosa, che sembrava crescere ogni secondo. Cercò di allontanarsi il più velocemente possibile, solo per cadere miseramente all’indietro, beffato dalla sua stessa goffaggine.
“Posso spiegare…”, balbettò, ma era troppo tardi. Il più anziano aveva raggiunto il limite e la sua pazienza lasciato posto ad un’unione di irritazione e rabbia. Un scatto metallico e, con un rapido colpo di tonfa sul cranio di Tsunayoshi, Hibari spedì quest’ultimo nella terra dell’oscurità, in un senso che, per certi aspetti, gli era ancora ignoto.
 
 
Tsuna si svegliò in una stanza sconosciuta. Il letto sui cui era adagiato non sembrava quello che c’era a casa sua. Attorno a lui, un forte odore di disinfettante gli fece pensare che, per quello che riusciva ancora a ricordare, doveva trovarsi nell’infermeria scolastica.
“Decimo, vi siete svegliato!”, esclamò una voce familiare. “Sono terribilmente spiacente di aver fallito come vostro braccio destro! Vi prego, concedetemi di farmi esplodere con le mie stesse mani!”.
Una risata spensierata si inserì nel monologo dell’italiano: “Maa, maa: calmati, Gokudera-kun. Tsuna si rattristerebbe molto se lo facessi”.
Il ragazzo sorrise un poco sentendo la voce dell’amico. Quindi, uno strano pensiero si fece strada nella sua mente: se era vero che si trovava a scuola, quanto tempo era stato incosciente?
“Tutto bene, Tsuna?”, chiese Yamamoto. Tsuna domandò perché avessero spento le luci.
“Eh? Cosa intende, Decimo? È ancora pomeriggio”.
Dopo qualche secondo, Tsuna comprese le parole del ragazzo ed il peso di quanto esse comportavano lo schiacciarono come un sacco di mattoni. “Cosa?”
“Ci hai messo un po’ di tempo ad accorgertene, Imbranatsuna!”, la voce nasale di Reborn interruppe i suoi pensieri.
“Reborn!”, ansimò Tsuna, sorpreso. Lentamente, iniziò ad andare nel panico: se era cieco, come avrebbe affrontato la scuola, se non riusciva nemmeno a farcela da camera sua al bagno? Completamente assorbito dai suoi pensieri, non notò la presenza di un’altra persona nella stanza, finché non udì Gokudera urlare furiosamente
“Calmati, Gokudera!”, ordinò Reborn. L’albino obbedì, riluttante, mentre Yamamoto sorrise.
“Hai saputo delle condizioni di Tsuna da Shamal?”, chiese il sicario. Hibari annuì e Tsuna tese le orecchie per cogliere quanto detto dalla sua voce profonda.
Quando udì la sua risposta, il ragazzo desiderò gettarsi giù dall’edificio. Gokudera protestò finché Reborn lo minacciò, puntandogli contro Leon. Yamamoto rimase in silenzio, mentre Tsuna si suicidò mentalmente più volte.
“Mi occuperò personalmente dell’erbivoro finché non riacquisterà la vista, piccoletto”.
 
 
Tsuna iniziò il trasloco per andare a vivere nell’appartamento di Hibari. Il guardiano, inizialmente, si era irritato notevolmente quando gli era stata suggerita una tale soluzione, dal momento che avrebbe significato un’intrusione alla sua privacy: in ogni caso, cinque minuti in casa Sawada avevano convinto Hibari che portare Tsuna da lui sarebbe stata un’idea di gran lunga migliore, che vivere con tutta quella folla.
Avevano preso la motocicletta di Hibari e Reborn aveva acconsentito a portare, in un secondo momento, la roba di Tsuna nel suo appartamento. Tsuna urlò per tutto il viaggio, aggrappandosi saldamente al guardiano.
Mai più”, giurò a se stesso. Non sapendo cosa aspettarsi, Tsuna inciampò nei gradini che portavano all’appartamento di Hibari: il ragazzo si voltò giusto in tempo per vederlo crollare a terra.
Irritato dalla sua goffaggine, ancora più devastante del solito, decise che portare Tsuna sarebbe stato un modo molto più rapido ed efficiente di raggiungere il suo appartamento.
Tsuna gridò quando sentì qualcosa sollevarlo da terra, prendendolo per la vita e le gambe. Le sue mani incontrarono una superficie liscia e dura ed i suoi piedi dondolarono nell’aria. Il suo voltò si colorì improvvisamente, non appena comprese che Hibari lo aveva preso in braccio. Voleva protestare, ma prima che potesse aprire bocca, Tsuna venne gettato bruscamente sul pavimento con un tonfo soffocato, mentre Hibari cercava in tasca le chiavi per aprire la porta.
Tsuna gemette, venendo trascinato per l’appartamento, picchiando contro ogni cosa. Si sedette sul pavimento e sentì Hibari muoversi intorno a lui: ancora a bocconi, Tsuna percepì, più che mai sorpreso, il guardiano togliergli le scarpe.
“Hi-Hibari-san!”, balbettò Tsuna, sentendo il ragazzo caricarselo su una spalla. Prima che una sola protesta potesse uscire dalle sue labbra, lo stesso Hibari si fermò bruscamente e Tsuna quasi scivolò giù da quelle spalle forti, non appena il ragazzo corvino allentò un poco la presa su di lui. Un silenzio sinistro era caduto sui due.
“Hibari-san?”, squittì Tsuna. Immediatamente, venne scaraventato su una superficie morbida, sulla quale rimbalzò per un po’, prima di sentire una porta chiudersi di scatto seguita da un silenzio assordate.
Tsuna si sedette su qualsiasi cosa Hibari lo avesse lanciato ed aspettò pazientemente che cosa dovesse ancora succedere. Era passato già più di un minuto, ma, ancora, non c’erano segni di movimento e Tsuna iniziò ad innervosirsi.
Passò un altro minuto, ma ancora niente. Tsuna stava iniziando a disperarsi e la sua sanità mentale era in equilibrio piuttosto precario. Dimenticando la sua paura iniziale per Hibari, chiamò timidamente: “C’è nessuno in casa? Hibari-san?”.
Non ricevette ancora risposta. Nel panico, Tsuna cercò di muoversi e cadde sul pavimento, incespicando in qualcosa. Essere cieco e solo in un ambiente sconosciuto era estremamente snervante.
Il terrore stava avendo la meglio sul ragazzo ed aveva iniziato a piangere debolmente, quando la sua mano sfiorò qualcosa di soffice. Gemette pateticamente, ma continuò a tastare intorno a sé. Nella più completa confusione, non sentì il leggero scatto della porta, che, davanti a lui, veniva aperta.
Quando una mano tiepida gli toccò una spalla, Tsuna urlò. Il ragazzo iniziò a divincolarsi da quella presa, piangendo amaramente. Cessò di dibattersi solo quando un paio di forti braccia lo avvolsero con fermezza. Una voce bassa e profonda mormorò delle parole confortanti al suo orecchio, calmando i suoi nervi ipersensibili.
Solo quando Tsuna si era calmato un po’ e sembrava in grado di pensare razionalmente, Hibari rese manifesta la sua presenza: “Cosa stavi facendo, mentre non ero qui, erbivoro?”.
Tsuna si irrigidì visibilmente alla parola erbivoro. Hibari osservò attentamente la sua reazione ed era più che interdetto quando ricominciò a piangere. Senza sapere cosa fare, minacciò il più giovane, ottenendo ancora più lacrime e balbettii incoerenti.
Hibari sospirò pesantemente ed iniziò a farsi prendere dal panico, quando Hibird entrò volando dalla finestra. L’uccellino scoccò un’occhiata a Tsuna, poi ad Hibari, e poi ancora a Tsuna, prima di inclinare il capo di lato.
“Erbivoro triste?” la palla di piume gialle chiese al suo padrone, che si limitò a sospirare ed annuire.
Hibird sembrò capire ed iniziò a svolazzare intorno cinguettando: “Conforta Hibari! Conforta Hibari!”. A queste parole, il ragazzo sembrò agitarsi e scoccò un’occhiata mortale a Hibird. Fortunatamente (o meno), Tsuna parve non sentire nulla e continuò a piangere.
Hibird scioccò il guardiano, dicendo: “Abbraccia! Abbraccia!”. Hibari desiderò prendere i tonfa per ridurre qualcosa in pezzi, non appena l’uccellino l’ebbe proposto. In ogni caso, Hibird sembrò impassibile. Anzi, pareva ancora più determinato.
Un paio di occhi grigio cobalto ne incontrarono due neri e luccicanti. Alla fine, il ragazzo corvino sospirò, cedendo. Avvicinandosi al più giovane, ormai del tutto nel panico, strinse fermamente le braccia intorno a lui, che cessò quasi all’istante di piangere, tranne che per pochi singhiozzi soffocati.
Tsuna gelò per un momento, mentre un leggero rossore soffuse il viso, solitamente imperturbabile, del guardiano.
 
 
Da qualche parte, fuori dall’appartamento, un certo giocatore di baseball ed un albino arrossirono violentemente a quel gesto così intimo. “Reborn aveva ragione…”, sussurrò il secondo ed il primo annuì al suo fianco.
Se ne andarono dal loro nascondiglio silenziosamente così come erano arrivati.
 
 
Nell’appartamento, mentre Hibari stava ancora abbracciando Tsuna, il cuore del più giovane fece uno strano suono.
Doki-doki.
Il cuore di Hibari rispose con un suono simile, mentre teneva il ragazzo tra le sue braccia.
Doki-doki.
I due arrossirono contemporaneamente, all’insaputa l’uno dell’altro. Due paia di occhi attenti brillarono, poco distanti.
“Kufufu. La cosa potrebbe farsi interessante, arcobaleno”.
“Certamente”. Il bambino che indossava un cappello da gangster sorrise.
 
 
Nota del traduttore
Salve a tutti i lettori. Spero che il primo capitolo di questa fan fiction (doppio capitolo, in realtà, in quando dato dall’unione dei primi due dell’originale) vi sia piaciuto e vi abbia interessato.
Nel caso qualcuno di voi voglia leggere l’opera di Destiny Aitsuji in lingua originale (cosa che raccomando vivamente, se conoscete l’inglese), ne riporto, di seguito, il link:
http://www.fanfiction.net/s/9190920/1/Finding-Love-in-Darkness
http://www.fanfiction.net/s/9190920/2/Finding-Love-in-Darkness
Ora, alcune precisazioni in merito alla traduzione :D (anche se non voglio essere troppo pedante) :
1)      gli onorifici: come potete notare, li ho riportati solo per i personaggi di nazionalità giapponese (Tsuna, Yamamoto, Hibari), anche se nell’originale vengono usati da Gokudera e, più avanti, da Basil ed i membri della CEDEF (credo sia più corretto, se si vuole rendere bene le caratteristiche della parlata di ogni singolo personaggio);
2)      i soprannomi: ho adottato (e adotterò sempre) quelli della versione italiana (da qui, Imbranatsuna e non Dame-Tsuna);
3)      il comitato disciplinare studentesco: non seguendo il manga in Italiano, non ne conosco la traduzione attualmente accettata. Spero che qualche lettore possa, pazientemente, comunicarmela al più presto;
4)      doki-doki: indica, in giapponese, il battito del cuore (non avrei saputo come renderlo, se non con “tum-tum” o analoghi :P);
A differenza, inoltre, delle mie precedenti traduzioni, ho lasciato perdere la resa letterale dell’inglese, a favore di una maggiore scorrevolezza in italiano. Spero vogliate perdonarmi questa tirata finale, ma pensavo potesse essere utile ai lettori particolarmente precisi :D.
Ehm… mi auguro di vedervi al prossimo capitolo e che lascerete delle recensioni all’autore, che, come ripete instancabilmente, non desidera altro che continuare a migliorare (così come il traduttore, ovviamente).
A presto (tra una settimana, credo).
Scribak
  
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