05/07/2013
4 recensioni
The cycle of the Avatar
Chapter 2: The Earthbender
Sulla banchina del porto di Oroshi, la più grande città portuale delle quattro Nazioni, si poteva distinguere una macchia rossiccia che sfrecciava tra tutti i mozzi, che stavano caricando le varie merci nelle stive delle loro navi.
Kaito si stava maledicendo mentalmente: la sua cattiva abitudine di dormire dopo tutti i pasti, compresa la colazione, ora gli stava procurando non pochi problemi.
L’unico galeone, passante per il Regno della Terra, che faceva tappa anche sull’Isola di Mezzaluna, stava per partire.
Era in ritardo, e stava perdendo l’unica possibilità di arrivare all’Isola. Altrimenti chissà quanto ancora avrebbe dovuto aspettare che il galeone ritornasse lì.
Mesi. Minimo quattro.
-Mi scusi…dov’è ormeggiato “Il Basilisco”?- chiese affannato il ragazzo a un marinaio.
-All’ultimo molo, ma…-
Non fece tempo a finire la frase, che il rosso riprese a correre verso il molo indicato. Si sentì solo un “grazie” urlato da chissà dove.
Finalmente, dopo un po’ di metri, vide il maestoso galeone: si diceva che fosse in grado di resistere a ogni tempesta, e, a giudicare dall’aspetto, era facilmente credibile.
Le enormi vele verde bottiglia, risaltavano su tutto, insieme alla bandiera che raffigurava il rettile cui si doveva il nome della nave.
E si notavano anche grazie al fatto che il legno utilizzato per la costruzione era notevolmente più chiaro, rispetto al resto.
La nave, nel complesso, era lunga circa quaranta metri e alti altrettanto.
Kaito lo aveva visto una sola volta, “Il Basilisco”, prima di quel momento. Era, però, molto piccolo.
Ed era con suo padre. “Forse dieci anni fa, se non di più. Sembra che per questa nave il tempo si sia fermato.”
Kaito sorrise inconsciamente. Gli sarebbe mancato, il padre.
Sapeva che sarebbe stato in viaggio a lungo, e che la data del ritorno non era stata ancora prestabilita.
Era successo tutto così in fretta…il sogno, la decisione di partire. L’unica certezza era che doveva andare.
L’uomo, che probabilmente era un dominatore dell’Aria dato l’abbigliamento, tipico di quella regione, gli aveva detto di raggiungere l’Isola di Mezzaluna entro il Solstizio.
E che ne andava della salvezza dei quattro regni.
Non sapeva bene perché avesse deciso di dar retta a un sogno: forse per la voglia di viaggiare, oppure per verificare la veridicità di ciò che il bruno gli aveva detto…
-Levate le ancore!-
L’urlo del capitano, risvegliò Kaito dai suoi pensieri.
-No! Aspettatemi!-
Così Kaito cominciò a correre, in direzione del Basilisco. La nave, però, si era già allontanata di alcuni metri dal molo.
Kaito decise di provare a raggiungere la nave, utilizzando il suo Dominio: quello della Terra.
Nella sua mente cominciarono ad affluire tutte le lezioni del padre sul suo dominio, fino a quando non si ricordò di ciò che gli interessava.
“Gamba sinistra avanti, piede sinistro verso destra, mi abbasso, giro il piede avanti, poi mi alzo e pugno in alto. Ce la posso fare!”
Dopo essersi ripassato la sequenza nella mente, la mise in pratica con una velocità incredibile.
Quando finì, la terra cominciò a tremare, e l’acqua del Mar di Oroshi iniziò a ribollire.
Una specie di sentiero, che partiva dalla banchina fino al fianco della nave, emerse dalle acque: ora poteva raggiungere la nave, senza problemi.
Ma né a piedi, né correndo, sarebbe riuscito a raggiungere la nave.
“E ora…mi serve una pietra su cui salire. Poi…ah, si: devo muovere le braccia avanti e indietro, avanti e indietro…sì, andiamo!”
Battendo il piede per terra, Kaito fece sollevare dal terreno una grande pietra piatta e abbastanza circolare.
Ci salì sopra, e cominciò a muovere le braccia avanti e indietro, come suo padre gli aveva insegnato: la pietra iniziò a muoversi sul sentiero.
Percorse tutto il sentiero, e arrivò sul fianco destro della nave: con un salto riuscì ad atterrare sul ponte del Basilisco.
E con un pugno verso il basso fece scomparire sia il sentiero, sia la pietra usata come mezzo di trasporto.
Era stato fortunato.
Il viaggio era finalmente cominciato, ma prima di andare all’Isola, la nave faceva sosta nella Nazione del Fuoco.
Per la precisione nella cittadina portuale di Yokuri.
Chissà se avrebbe incontrato uno di quelli che l’uomo del sogno aveva chiamato compagni di viaggio.
-E bravo Kaito. Ce l’hai fatta anche tu, allora. Beh, ti assicuro che li incontrerai tutti e tre…in un modo o nell’altro!-.
Tenma rise, per poi scomparire, lasciando il rosso solo con i suoi pensieri.
Gli altri tre Dominatori erano già in viaggio.
Ora doveva solo attenderli all’Isola…
A quel punto, la ricerca dell’Avatar avrebbe avuto inizio, finalmente.
N.d.Acchan:
Buoooongiorno gente!
Ok, lasciate perdere le mie frasi senza senso…
Bene! Ecco a voi il secondo candidato Avatar: Kaito!
È il nostro dominatore della terra…e per poco non perdeva la nave XD
Sono in un ritardo mostruoso, lo so lo so.
E il capitolo è corto. E non so...potete trucidarmi (?)
Ringrazio Geo e Simo per avermi dato consigli sul capitolo.
Ragazze vi voglio bene, e questo capitolo ve lo dedico ♥
Ah, comunque Kaito è l’Oc di f9v5, e a lui solo appartiene.
Giusto per chiarire…
Comunque…ora vi lascio *saluta con la manina*
Bacioni,
Acchan ♥