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Autore: Vedra    06/07/2013    1 recensioni
Cosa succede se in una famiglia piena di gelo nasce una figlia che ha calore dentro di sè? Cosa succede quando una Purosangue si innamora di un Nato Babbano? E, soprattutto, come può succedere?
Il velo opaco che rivestiva la tua vita brucia tra le fiamme ardenti dell’amore, libero e potente. La morte e il grigiore non sono che ombre lontane, ricordi di un’Era ormai passata; la vita e il calore governano adesso sul tuo futuro. Un futuro in cui le rose fioriranno e la vita non sarà grigia, perché tu, Andromeda, hai compiuto la tua scelta, ed hai scelto la felicità, la gioia, la libertà, preferendole a una lunga e triste agonia. Hai scelto di far sbocciare le rose del tuo cuore sotto i raggi dell’amore che sorge ad Est.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Narcissa Malfoy, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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La decisione




Stringi tra le mani una lettera, e le lacrime scorrono come diamanti sul tuo volto. La busta è bianca, la carta candida, ma l’inchiostro è sciolto, per quanto vi hai pianto sopra. In questo pomeriggio di Giugno, il sole nasconde il volto, celandosi dietro una fitta cortina di nubi. Soffia un vento che scompiglia le chiome e piega gli steli d’erba, rendendo i prati di Hogwarts simili a un mare increspato.

Sei appoggiata al porticato del cortile, dove così tanto tempo fa hai ricevuto il tuo primo bacio. Il mantello ondeggia attorno alle tue caviglie, i capelli sono leggermente in disordine e gli occhi rossi e gonfi. Solchi argentei rigano il tuo volto, mentre stringi al petto quella maledetta lettera.

                        Cara figlia, ho atteso molto questo momento nella mia lunga vita, e sono felice di poterti comunicare io stessa che tuo padre ha accettato finalmente la mano di un tuo pretendente. Come vuole la nostra tradizione, e con grande mio rammarico, non posso svelarti il suo nome; lo incontrerai ‘Quando il grano è maturo’, così ha detto lui stesso. Sarai felice di sapere che la sua famiglia è nobile e altolocata, degna di un’erede dei Black. Suo padre ci ha assicurato che i più antichi principi delle tradizioni Purosangue gli sono stati istillati fin da quando era bambino, e che sarà un degno compagno per te. Le nozze sono state fissate per la prossima Primavera, il venti aprile, e tutti noi contiamo sul tuo sano senso di responsabilità, che ti indurrà dunque sicuramente ad accettare la mano di questo giovane, sapendo anche che non è appropriato per una signorina del tuo rango essere ancora nubile dopo la maggiore età, e che le richieste alla tua mano sono notevolmente ridotte, e diminuiranno ancora, poiché è già molto strano che tu non sia stata promessa sposa fin da quando eri bambina. Confido nel tuo discernimento riguardo questa scelta.


 

Tua affezionata madre





Un matrimonio.
Il tuo matrimonio.

Hai atteso troppo, ogni cosa è perduta, tra poco meno di una settimana la scuola terminerà, e le tue speranze saranno fumo nel vento. Il tempo non ti ha aspettato, le previsioni di tua sorella Narcissa sono state esatte. Hai perso per sempre la tua opportunità di essere felice, di amare ed essere amata; hai perso per sempre la possibilità di sfuggire al mondo corrotto e freddo nel quale sei nata, nel quale il tuo calore null’altro è che un difetto, qualcosa di sbagliato, da sopperire.


Ma dopotutto, cos’è che in te è giusto, per la società obsoleta a cui appartieni?
Nulla.

Pur essendo una Purosangue non hai la bellezza che vi caratterizza un po’ tutte, né l’espressione altera sul volto che vi è richiesta dalla più tenera età.
La tua stella non splende fulgida come dovrebbe, né i raggi del tuo astro accecano coloro che ti sono attorno: non sono mai esistiti.
Sei la primogenita dei Black, una tra le famiglie più insigni del mondo Magico e dovresti portare in cielo il nome del tuo casato.

Gli obblighi che ti competono in quanto componente di una grande e nobile famiglia del mondo Magico ti soffocano sempre di più: la rigidissima educazione, la possibilità di un solo futuro, la strada già tracciata che ti impongono di percorrere, e poi, la goccia grazie alla quale il fiume rompe gli argini: questo maledetto matrimonio. Ogni cosa è programmata, decisa, certa, e non lo sopporti più.

Vorresti fuggire, fuggire lontano, con Ted.

Le parole di tua sorella ti hanno aperto gli occhi, ti hanno fatto capire che l’amore esiste, anche nel tuo mondo, ma tu non puoi sopportare di provarlo e allo stesso tempo non dimostrarlo: questo comportamento è contro ogni tuo principio. La freddezza, il gelo, quel gelo che non è mai stato tuo e che invece sembra adattarsi con naturalezza alle altre due tue sorelle... ecco cosa ti viene richiesto, ma sai, in fondo al cuore, che non riuscirai a contenere l’amore che ti scoppia nel petto. Vorresti cambiare il mondo, cancellare la dottrina che si tramanda di generazione in generazione, venerata come una dea, come la dea suprema, priva di imperfezioni e falle.

Ma non è così.

Tu, che non sei mai riuscita a guardare il mondo attraverso la lente distorta dei Purosangue, le vedi, quelle falle: sono chiare e limpide davanti ai tuoi occhi. Non ci sono sempre state, un tempo essa era davvero perfetta, inoppugnabile, ma il mondo è cambiato, il progresso ha portato nuove idee, eppure l’alta nobiltà è ancora preda delle follie dei vostri antenati; quel che professano è ormai vecchio, antico, ridicolo agli occhi del mondo intero; è terminata l’era in cui la magia scorreva solo nelle vene delle famiglie più antiche.

Ma non lo capiscono, non riescono ad accettarlo.
E tu nulla puoi fare.
Ed è questo che ti rende così frustrata: l’impotenza davanti a idee troppo radicate per essere estratte; l’impossibilità di cambiare un mondo malato e corrotto.
E tu sei vittima di questo mondo, le sue catene ti stringono, ti soffocano, e ora ti hanno ucciso.

Non comprendevi cosa avesse indotto il Cappello Parlante a destinarti alla Casa di Serpeverde, poi, una sera, ha capito: è stata l’ipocrisia, la capacità di nascondere le tue emozioni agli occhi degli altri, che ti ha condannata alla Casa del più grande Mago Oscuro di tutti i tempi.
L’unica cosa che condividi con il resto del tuo mondo.
Anche tua madre è ipocrita: ti ha lasciato, apparentemente, una scelta, ma è chiaro che non ne hai alcuna e che il tuo destino è stato già scritto da mani altrui. Quest’impotenza ti uccide. Lasci che il tuo corpo si accasci sul pavimento marmoreo e che i singhiozzi si spandano per il cortile: non temi che qualcuno possa udirti, poiché la finale della coppa di Quiddicht si sta giocando in questo momento e la scuola è deserta. Le ginocchia strette al petto, la schiena contro il muro, il capo reclinato in avanti e coperto dalle braccia, la lettera a terra, il vento scompiglia i tuoi capelli e smuove l’orlo del tuo mantello.
Poi una voce.

«E così… ti sposi…». Non vuoi credere a quello che supponi, e inizialmente pensi che sia solo frutto della tua immaginazione la sua voce. Lui. Continui a piangere, inconsolabile. Ma la mano che ti sfiora la spalla è vera. Sollevi lo sguardo. È una frazione di secondo.
I tuoi occhi incontrano quelli di Lui.
Belli, chiari, liberi.
Buoni.
«Andromeda…». Rimani senza parole, troppo stupita per proferirne
«Ted... io…». L’intensità del suo sguardo è semplicemente disarmante, ti scruta, cerca di leggere le profondità del tuo animo, di carpire i segreti più reconditi.

«Sì… io… mi sposo…». È un pietoso balbettio quello che ti esce dalle labbra.

«Non sembri felice della notizia». Il suo tono sarcastico ti spezza quell’ultimo brandello di cuore che è rimasto.

«No… io… non posso non essere felice, Ted. Mi devo semplicemente adeguare».Ancora piccoli pugnali che si infilano nel tuo cuore martoriato. Ti alzi, raccogli la lettera e ti asciughi le lacrime. Quando torni a guardarlo, il gelo è visibile nel tuo sguardo: il controllo è nuovamente in te.

«È qualcosa di già visto, Andromeda».

«Nulla è nuovo a questo mondo».

«Lo è tutto, invece. Ogni istante, ogni respiro è diverso dal precedente, Andromeda, e per quanto possiamo sforzarci di riprodurlo, non verrà mai uguale al primo, perché il tempo stesso passa tra il primo e il secondo, e nessuna potenza al mondo può interrompere lo scorrere del tempo».

«Molte cose non cambieranno mai».

«No, fin quando non vedrà la luce colui che è destinato a cambiarle».

«Ted…».

«La tua vita è solo tua, Andromeda». La tua vita appartiene solo a te… Anche Cissy ha usato le stesse parole. È dunque veramente possibile raccogliere in mano le redini della propria esistenza e condurla dove più ci aggrada?

«Lo so, Ted… Ma è così difficile…».

«Mai dissi che è semplice».

«Tu non sai cosa vuol dire per noi voltare le spalle alla propria famiglia… non puoi nemmeno immaginarlo».

«Allora spiegamelo, Andromeda».

«Non capiresti». «Se non ci provi, non potrai mai saperlo».

«Ebbene… Se io voltassi le spalle al mio mondo, alla mia famiglia, se mi rifiutassi di adempiere al destino che è stato scritto per me… Verrei cancellata dai cuori e dalle menti della mia famiglia, e la Storia delle generazioni non rammenterà il mio nome. Sarei una reietta, feccia della società… arrecherei grandi dispiaceri a mia madre, a mio padre…». Nel momento stesso in cui pronunci queste parole inizia a comprendere che non sono portatrici di verità: tua sorella Narcissa è stata molto chiara: la tua famiglia ti ama, Andromeda, e mai potrà dimenticarti.

Ecco cosa ti disse. «Non si vive per accontentare gli altri». Anche questo ha detto Cissy.

«Come posso sapere che lasciare la mia famiglia sia la scelta più giusta? Come posso sapere che un giorno non mi pentirò di ciò?».

«E come puoi sapere se in futuro non piangerai lacrime amare in ricordo della libertà perduta?».

«Non posso saperlo, ma con loro accanto tutto sembrerà più semplice».

«Dimmi solo quando, Andromeda, i tuoi genitori ti sono stati vicini». Ti volti di scatto, e lui continua

«Oh, sì, ti ho osservata a lungo, e mai ho udito una parola di conforto provenire dalla tua famiglia».

«Loro mi ameranno…».

«Loro già ti amano, ma non sono in grado di sostenerti. Troppo ingessati, troppo freddi, Andromeda. Tu hai bisogno di calore perché dentro di te, io lo so, esso è tanto, ed è forte, e potente».

«Che ne sai, tu?».

«Vedo nei tuoi occhi la stessa luce che scorgo nei miei».

«C’è stato un tempo in cui ho vissuto un sogno, un sogno in cui le rose sbocciavano ogni primavera, un sogno in cui la rugiada del mattino brillava come diamanti sui petali dei fiori, in cui l’alba era sempre dorata, in cui la vita non era grigia. Quel sogno l’ho fatto grazie a te, Ted».

«È lo stesso sogno in cui credevo di essermi smarrito io, Andromeda…».

«Vorrei tanto poter continuare a sognare».Una lacrima sgorga dai tuoi occhi

«Allora chiudi gli occhi».

Abbassi le palpebre e senti le sue labbra posarsi dolcemente sulle tue. Non ti sottrai, troppo stanca di reprimere i tuoi sentimenti per opporti. E lentamente senti tutte le argomentazioni che la mente ti proponeva scivolare via, mentre il cuore solleva il masso sotto cui avevi soffocato i tuoi sentimenti. Lui si allontana, ma i suoi occhi sono ancora puntati nei tuoi.

«Ti amo, Andromeda». Un calore più forte di qualunque altro si irradia come una vampa di fuoco in tutto il tuo corpo, ma la mente, tenace, lancia la sua ultima offensiva

«Vorrei poter dire anch’io che ti amo, Ted».

«Andromeda… perché…?».

«Non lo so… non lo so… è tutto così confuso… una nebbia argentata mi impedisce di vedere il mio futuro… la scelta è difficile… tanto, Ted… ».

«Cosa temi, Andromeda?».

«Io non sarei più nulla senza di te, se un giorno decidessi di lasciarmi».

«Mai potrei compiere tale scelta. Molte sono state le donne che ho amato, ma per nessuna di esse ho provato un sentimento tanto intenso come quello che ora mi pervade. Non potrei mai fare a meno di amarti, Andromeda».

«Il mio cuore non desidera altro che queste parole siano verità».

«E allora credi a loro, fidati di me, lascia che ti ami come meriti. Lascia alle spalle il gelo del tuo mondo, il freddo della tua famiglia, permetti al calore che c’è in te di divampare, incandescente come una fiamma di speranza, senza temere che qualcuno lo soffochi. Lascia che ti dia felicità, lascia che ti ami. Permettimi di far parte della tua vita, credi a questo sentimento che sento nel cuore, Andromeda».

«Vorrei fidarmi, ma… non ci riesco. Se tu dovessi stancarti di me, in un futuro prossimo? Non posso gettare via la mia vita e il mio futuro per un amore effimero».

«Se i tuoi occhi si rifiutano di leggere l’amore nei miei, non potranno evitare di osservare la prova tangibile del mio amore». Si allontana di pochi passi, estrae la bacchetta e pronuncia, con voce ferma e sicura

«Expecto patronum».

Trattieni il fiato, mentre vedi al letizia dipingersi sul suo volto. Dalla punta della bacchetta esce un filo di luminosa luce bianca. All’inizio la forma è indistinta, ma poi si delinea sempre più nettamente: un’aquila, una splendida aquila d’argento, che vola libera e gioiosa lasciando dietro di sé uno scintillio stellato.

Il tuo patronus.

Antiche testimonianze dicono che v’è amore tra coloro il cui patronus assume la stessa forma. Ecco il segno che attendevi, la prova che il suo amore per te difficilmente si affievolirà. Il dominio della mente, della ragione, del pensiero, è terminato; è il cuore, adesso, a regnare sovrano e incontrastato; nessun dolore adesso si irradia dal petto, solo un infinito vuoto che si sta rapidamente colmando di una gioia tanto dolce da render gli occhi lucidi; e l’anima si tinge d’oro e rosa, scintilla come la stella del mattino, brillante dopo una lunga oscurità.

Quando la lunga battaglia del cuore contro la mente termina, quest’ultima, sconfitta, scompare, trascinando con sé nel grande vuoto gli ultimi tentacoli del gelo allontanarsi per sempre dalla tua anima, e il calore esplodere come le fiamme alimentate dall’olio.

Il velo opaco che rivestiva la tua vita brucia tra le fiamme ardenti dell’amore, libero e potente. La morte e il grigiore non sono che ombre lontane, ricordi di un’Era ormai passata; la vita e il calore governano adesso sul tuo futuro.

Un futuro in cui le rose fioriranno e la vita non sarà grigia, perché tu, Andromeda, hai compiuto la tua scelta, ed hai scelto la felicità, la gioia, la libertà, preferendole a una lunga e triste agonia.


Hai scelto di far sbocciare le rose del tuo cuore sotto i raggi dell’amore che sorge ad Est.





 

   
 
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