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Autore: Stella_Styles    06/07/2013    3 recensioni
Stella finalmente capì che un semplice sito della scuola e un numero ti può trasformare la vita.
Può contare solo su due persone nella sua vita e su uno sconosciuto.. Non sa che quello sconosciuto è uno dei ragazzi amici di suo fratello, Zayn, ai quali sta sempre alla larga..
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 34
 
Stella’s pov
 
Vidi la foto di mio padre per terra e mi sentii mancare, la cornice che mi aveva regalato mio padre era in mille pezzi, completamente distrutta. Era il ricordo mio personale di lui, quello per il mio quattordicesimo compleanno.
Sono quei regali di cui non me ne è mai fregato niente ma alla sua morte l’avevo spolverata e messa nel miglior dei modi sul mio comodino.
Dentro ci avevo messo una foto di me, Zayn e nostro padre. Eravamo stupendi, ma adesso tutto era infranto.
Liam: La foto non si è rotta.
Stella: La foto potevo benissimo ristamparla, ma la cornice.. Me l’aveva regalata mio padre, Liam..
L: È tutto a posto.
Si alzò e mi abbracciò forte, come l’ultima volta che qualcuno mi aveva abbracciato per mio padre, Harry, all’ospedale. Ma l’abbraccio che ricevetti da Liam era molto, molto meglio.
Era riassicurante, confortevole e avevo come l’impressione che con lui, nelle sue braccia e mai più contano, sarei riuscita ad andare avanti.
Ma in quel momento, nonostante tutto, la mia pazienza andava diminuendosi sempre di più.
S: Sei stato te?
Liam era nervoso, si vedeva da come si passava la mano sui capelli leggermente ricresciuti, continuava a mordersi il labbro che, a parere mio, era veramente sensuale.
L: Sì.
Perché non voleva dirmi la verità? Non ci voleva molto. Sapevo che mentiva.
S: Per favore, dimmi la verità.
Li: È stato tuo fratello.
S: Nasconditi.
L: stella.. io non..
S: Ho detto nasconditi.
Si mise per la seconda volta nell’armadio e lo chiusi appena.
S: ZAYN!
Il mio urlo riecheggiò nella casa e subito sentii dei passi trascinati arrivare in camera.
Zayn: Che vuoi?
S: Una spiegazione. Dov’è la mia cornice?
Z: Per terra.
S: Grazie. Cazzo è di mio padre.
Z: Era Stella, era. Nostro padre è morto!
S: Lo so bene coglione.
Z: Non darmi del coglione, sono io che ti tiro avanti.
S: Non mi stai aiutando. Era di mio padre cazzo. Sai quanto ci tenevo.
Z: Non dovresti. Quella cosa non te lo riportava in vita.
S: Vaffanculo Zayn ok? Vaffanculo.
Z: Fottiti.
S: Dio. Almeno portami la scopa.
Z: Scordatelo.
Zayn sbatté la porta della mia camera e subito dopo sentii sbattere la sua e una musica assordante partire di colpo.
S: Merda.
Cercai di inginocchiarmi per raccogliere i vetri ma Liam mi fermò prima che raggiungessi terra.
Mi aggrappai a lui come se fosse per me un’ancora e mi lasciai andare mentre lui mi teneva salda abbracciata. Mi alzò un po’ da terra permettendomi di appoggiare bene la mia testa sulla sua spalla.
Volevo stare con Lui, per sempre. Volevo perdermi nei suoi occhi e non ritrovare mai più la via per la realtà.
Staccai la testa da lui e ammirai quei profondi occhi ma poi non fui in grado di non dare un occhiata al disastro per terra.
Liam: Sono le sette, tua madre c’è?
Scossi la testa e lui sorrise.
L: Vado a prendere la scopa, tu rimani sul letto ok? Ci penso io.
Mi prese per le gambe e io le strinsi saldamente alla sua vita. Mi trasportò fino a letto dove mi posizionò al centro e mi lasciò un debole bacio in fronte per poi andare di nuovo fuori dalla mia stanza.
Solo la musica inascoltabile di Zayn mi distraeva dal silenzio della mia vita. Era impossibile viverci.
Altro litigio sempre lui stessa storia.
Ormai il mio rapporto con Zayn era sempre lo stesso, litigi su litigi. Certo, c’erano sempre le parti in cui veniva ed era molto gentile e comprensibile ma la maggior parte delle volte era freddo e non parlava, urlava.
L: Eccomi, scusa, non riuscivo a trovarla.
Sorrisi immaginando Liam correre per la casa nascondendosi dal possibile incontro con Zayn.
L: Non sorridere della mia incompetenza nel pulire, non sono mai stato capace.
Lo guardai impegnato e continuai a sorridere, amavo il suo modo di muoversi, amavo veramente tutto di lui.
Ero ancora a gambe incrociate e osservavo la meraviglia davanti a me.
S: Liam?
Avevo bisogno di lui. Delle sue labbra e ancora non mi ero abituata della situazione.
L: Sì?
Si avvicinò a me con ancora le cose in mano ma io lo presi per il colletto appena si fu chinato verso di me e feci combaciare perfettamente le nostre labbra.
Avevo bisogno del suo sapore più di quanto immaginassi, lui però non si opponeva neanche un minimo e questo non mi dispiaceva.
Posò le cose sul letto e si distese su di me non pensando che a pochi passi c’era mio fratello, nemico giurato di questa relazione.
S: Sai?
Dissi tra un bacio e l’altro.
S: Dovresti..
S: Chiamare..
S: Harry.
Continuò a baciarmi senza badare minimamente alle mie parole messe male tra un bacio e l’altra.
Liam si tirò su rendendosi conto di quello appena detto e appoggiò il suo peso sui gomiti allontanandosi da me.
L: Che?
S: Non voglio che lo dica a tutti.
L: Ok, tesoro.
Si alzò e mi tirai su osservandolo mentre cercava il cellulare nelle sue tasche.
Dai racconti di ragazze era sempre uscito fuori che Liam era uno a cui piaceva concludere in fretta.. Diciamo che era famoso per il modo in cui arrivava subito al punto. Andava dopo poco a letto con la ragazza in questione mentre con me.. Non mi aveva mai toccato con un dito, tantomeno quando eravamo abbracciati.
Solo tocchi leggeri e delicati lungo le mie braccia ma non si era mai spinto oltre.
Mi chiedevo solo il perché.
Chiamò Harry e sentii solo Liam che diceva di non proferire parola con nessuno.
L: Ok, ciao Harry.
Mise giù e mi guardò sorridendo.
L: Tutto a posto, credo che sia ora di andare.
Sorrisi e annuì. Mi sentivo diversa, cambiata. Guardai il corridoio assicurandomi che fosse completamente vuoto e feci uscire Liam, controllai cucina e sala al piano di sotto e dopo scese Liam.
L: Ciao bellissima.
S: Ciao.
Appoggiò avidamente le sue labbra sulle mi e mi morse il labbro come per marcare il suo territorio.
Io ero il suo territorio. Io ero sua.
S: Vai prima che arrivi mia madre.
L: Corro.
Chiusi la porta e mi ci appoggiai contro, cosa stava succedendo?
Cosa mi stava succedendo?
Sembravo pazza. Ogni cosa di me sembrava imbevuta di alcool.
Non ero più fredda con lui, sembrava che un muro si fosse abbattuto, un muro fatto di odio e rancore. Mi alzai Forse ero felice, il dolore era ancore presente in me ma sapevo che non sarebbe mai scomparso.
Solo leggermente diminuito dalla presenza di Liam.
Solo di Liam.
 
Harry’s pov
 
Harry: Buongiorno piccola.
Martha: Ciao.
Erano passati tre giorni dal nostro “riconcilio” in classe e da lì non ci eravamo più fermati.
Harry: Ehi, che succede?
M: Giornata no, al solito, mi scuso già se non sarò molto di compagnia.
H: Ho un modo perfetto per non farti più pensare.
Mi avvicinai a lei e appoggiai la fronte sulla sua mostrano uno dei migliori sorrisi e facendo sfiorare le nostre labbra.
Gemma: Ma non dovevate studiare scusa?
H: Ma non dovevi farti i cazzi tuoi?
G: Non trattarmi così sai?
H: Perché? Se no?
G: Sei morto con mamma, le faccio vedere la tua collezione con nome e numero.
H: Non lo faresti mai.
Martha: Che collezione?
G: Uh, la bellissima col..
H: Niente. Assolutamente niente. Andiamo in cucina.
La presi per mano e la condussi in cucina cercando di calmare la rabbia per mia sorella, se solo abesse provato a parlare con Martha, lei era quella morta.
Chiusi la porta a chiave e iniziai a posare le mani sulla cintura pronto ad approfondire l’incontro ma poi Martha tirò fuori unodei suoi libri di fisica.
H: Ah, ma perché? Te volevi veramente studiare?
M: La relazione quando hai intenzione di farla?
H: Boh.. Dopo.
Mi avvicinai a lei e le sorrisi posando le mani sul tavolo e le labbra sulle sue.
Un bacio lento, più lento dei soliti, più appassionato. Forse troppo.
Non volevo farmi coinvolgere in qualcosa più grande di me, in qualcosa che avrebbe finito col cambiare tutta la mia vita.
Mi staccai deciso e le sorrisi nuovamente.
H: Dai.. Solo 10 minuti.
Sesso. Sarebbe stato il mio ripiego, la cosa che mi avrebbe fatto dimenticare le emozioni che provavo. Speravo soltanto che non intensificasse il tutto.
M: Scordatelo. Siediti.
Sbuffai e mi sedetti ormai sconfitto. Odiavo fare relazioni.
Soprattutto con una ragazza, alla fine avrebbe trovato fuori la scusa ‘sono stanca, perdonami’ ‘scusa devo andare a casa, è troppo tardi’ o ‘finalmente facciamo qualcosa di utile’..
Ok, forse l’ultima soddisfa i miei bisogni ma anche se la ricevevo dalla maggior parte delle ragazze c’è quella minima parta che mi respinge.. E Martha faceva sicuramente parte di quella sezione di ragazze.
Continuai a giocherellare con l’elastico della mia felpa per tutto il tempo mentre Martha scarabocchiava qualcosa sul foglio chiedendomi ogni tanto qualche conferma ma non prestavo attenzione veramente a cosa.
M: Adesso basta! 
Martha sbatté i libri sul tavolo che mi portarono all’attenzione, oltre all’urlo disumano che lanciò.
H: Cazzo ti prende?
M: Sto facendo una fatica inimmaginabile per non saltarti addosso e te non mi stai aiutando. Se facessi qualcosa di utile invece di stare lì con quella posa da sesso e con lo sguardo perso ne sarei veramente grata.
H: Aspetta, saltarti addosso? Posa da sesso?
Mi misi a ridere mentre Martha prendeva un colorito simile a un pomodoro maturo.
M: No, niente, muoviti.
Mi alzai, andai vicino a lei, mi inginocchiai di fianco alla sua sedia e guardai la sua faccia confusa e subito mi appropriai delle sue stupende labbra.
Rimase un po’ sorpresa dalla mia reazione ma poi ricambiò il bacio entusiasta.
H: Sei stupenda, dai finiamo la relazione insieme.
Gli sussurrai questo all’orecchio e sentii un brivido correre per il suo corpo.
Lei era stupita, confusa e stupenda così com’era, volevo finire presto la relazione, avevo voglia di sentirla, di averla per me e solo per me. Non so che cazzo mi stava succedendo ma quando la vedevo con un certo Josh mi ribolliva dentro qualcosa di strano.
Quel Josh era capitano della squadra di scienze, avevo fatto ricerche su ricerche su di lui, non sapevo neanche il perché.
Aveva i voti più alti di tutte le materie e non come me che sorvolava appena il 6 o il 6.5.
Non sapevo come poteva interessare a Martha uno così, sì, forse non era più il ragazzo con gli occhiali e l’apparecchio che avevo intravisto in un’assemblea ma non era neanche il ragazzo migliore di questa scuola.
Era negato nello sport e il suo futuro sarebbe stato essere rinchiuso in un laboratorio a fare esperimenti su esperimenti lontano da casa non curando i suoi bambini.
Ma che fottuti film mi facevo? Se Martha voleva andare con Josh non dovevo immischiarmi, non mi doveva neanche scalfire.
E allora perché quando ‘casualmente’ la vedevo tra i corridoi tutta sorridente con quell’obrobrio ddi persona mi veniva uno strano formicolio alla mano?
Sì, forse ero geloso. Fottutamente geloso.
Continuammo la relazione in assoluto silenzio e con qualche bacio rubato da parte mia.
Martha: Finalmente.
H: Cosa?
M: Quello era l’ultima fottuta frase di questa dannata relazione.
H: Ora?
Martha chiuse i libri con una lentezza esasperante e finito posò le mani sul tavolo, si alzò e con forza mi trascinò su verso le sue labbra.
La forza e la velocità del gesto era contrastante alla dolcezza del bacio.
Un bacio mai dato prima. Lei aveva bisogno di me, del mio sapore e io avevo bisogno di lei.
Salii sul tavolo accorciando sempre di più la distanza fra noi, salì anche lei sul tavolo ma ci interruppero nel momento migliore.
x: Amore? Perché sei chiuso in cucina?
H: E che cazzo. Arrivo mamma!!
Scesi dal tavolo e aiutai Martha che intanto si sistemò bene la maglia che era stata alzata un po’ dal sottoscritto.
Mamma: Oh, scusa tesoro ma dovevo posare le borse. Ehi, ciao tesoro, non mi presenti alla tua compagna amore?
Ovvio che mia madre non sapeva di più di questa storia, le mie ‘ragazze’ non erano mai passate per il mio letto tranne una, Stella, ma quella è un’altra storia.
H: Ciao mamma. Lei è Martha.
E non ne sarebbe mai venuta a conoscenza, sarebbe stato troppo imbarazzante, sarebbe stato anche troppo scioccante per lei.
Il suo bravo figliolo che va con più ragazze possibili, traumatizzante.
M: Piacere.
Mamma: Piacere tesorino, ti fermi a mangiare?
M: Molto volentieri.
Mi sorrise e capì subito che non ci saremmo fermati solo alla cena.
 
Mamma: Amore, accompagni Martha a casa?
Harry: Certo.
Mi alzai, era appena finito il film che avevamo guardato tutti insieme: Martha sulla mia spalla, Gemma con il suo nuovo ragazzo, cioè i popcorn e mia madre che si faceva coccolare dal mio patrigno.
M: Beh, è andata bene la serata no?
H: Avevo previsto un’altra fine.
Scoppiò a ridere e io la presi per mano mentre passeggiavamo per Londra ormai buia.
Guardò la mia mano che avvolgeva la sua e sorrise affettuosamente.
M: Possiamo sempre rimediare.
Ci fermammo davanti a una casa e la baciai dolcemente.
M: Arrivata.
H: Rimedieremo un’altra volta.
La accompagnai alla porta ma prima che facesse qualche rumore con la chiave la premetti contro il muro di fianco e appoggiai con forza le mie labbra sulle sue come se fossi in astinenza di lei e di contatto.
Lei non si tirò indietro e legò le sue braccia al mio collo e cercò di avvicinare ogni parte possibile e immaginabile.
x: Ehm.. Penso sia ora di ritirarsi Martha.
M: Papà?
Suo padre era fisso davanti alla porta e ci guardava immobile.
Papà: Sai che lei ha bisogno di te. Non puoi stare fuori così tanto. Entra.
Martha mi scansò e mi guardò negli occhi.
M: Scusami.
Mi baciò delicatamente la guancia e appena suo padre chiuse la porta guardandomi male mi incamminai verso casa, lei ha bisogno di te.
Chi è quella ‘lei’?
 
 
 
 
Forse mi ucciderete, mi farete un agguato, vi capirò.
Scusate veramente il ritardo ma ho avuto un bel problema.. Mi dispiace.
Beh, finalmente ecco qui il capitolo 34!!
Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensate!
Un bacio xx
_Stella

  
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