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Autore: Harriett_    06/07/2013    8 recensioni
Harriett aveva subito un trauma che le aveva cambiato la vita. La sua testa non era più grado di ragionare se si trattava di Harry. Era peggio del vortice dell'amore, più terribile di quello della morte: era accettare la realtà, e la realtà era che Harry era morto.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 4


23 ottobre 2009

«Hey, Jane! Aspettami!» esclamò Harriett ridendo. 
Jane, la sua migliore amica e compagna di corso di Scienze Politiche, stava camminando velocemente lasciandola indietro. Boris, la guardia del corpo della ragazza, l'aveva lasciata davanti a scuola senza seguirla, proprio come prevedeva l'accordo che aveva preso in precedenza con Jane. Quella mattina, la migliore amica non aveva neanche lasciato il tempo a Harriett di salutarla, che già l'aveva presa per mano e trascinata in giro per la scuola.

«Muovi quel bel sederino, Moor!» la prese in giro l'amica, aumentando ancora di più il passo. Harriett continuò a ridere, finché non vide in che direzione stava andando l'amica: Harry Wilsor e i suoi amici. La ragazza, solitamente, lo vedeva in compagnia di altri tre ragazzi: Luke, Justin e Mike.
 
Harriett rallentò velocemente il passo, ma ormai era troppo tardi: era già nel raggio visivo dei quattro.
«Harry, lei è Harriett. Harriett, lui è Harry». Pochi secondi dopo si ritrovò a stringere la mano del ragazzo per cui aveva la cotta da un anno. «Stessi nomi...» commentò uno dei ragazzi a voce bassa, mente Harry ed Harriett si guardavano negli occhi per la prima volta.

«Ora amami» sussurrò Jane, all'orecchio dell'amica. 
Il sorriso di Harry immobilizzò la ragazza, era dannatamente perfetto.
«Piacere di conoscerti» disse Harry, continuando a sorridere ad Harriett. Harry trovava gli occhi di Harriett misteriosi, mentre Harriett trovava gli occhi di Harry intriganti.
«Piacere mio» sussurrò Harriett. 



Quella sera, Harriett non riusciva a prendere sonno. Era ormai d'abitudine non dormire, ma quella sera in particolare le dava insonnia. La ragazza si girò prima a sinistra, poi a destra. Infine decise di stare a pancia in giù, premendo la faccia contro in cuscino. Se solo la sua mente fosse stata in grado di non pensare più, forse sarebbe stato tutto più facile. Probabilmente dormire per sempre sarebbe stata la scelta migliore.



1:00 AM.

Destra, sinistra, centro e ancora destra, sinistra, centro. Harriett continuava a rotolarsi nel letto cercando di prendere sonno.

2:00 AM.

Quella era la volta buona, se lo sentiva. Harriett si girò sul fianco destro e richiuse gli occhi. Neanche cinque minuti dopo era di nuovo sul lato sinistro con gli occhi spalancati.

2:30 AM.

 
Forse Harriett stava sbagliando approccio. Magari se avesse iniziato a contare le percorelle si sarebbe addormenta.


3:48 AM.

Harriett era arrivata a contare 153 pecorelle ma del sonno neanche una traccia.
Odiava non riuscire a dormire, la faceva sentire sola. Inesorabilmente sola. 

Sola: isolata, abbandonata, ritirata; solitaria, separata, staccata.
Questo le ricordava Harry. Tutto le ricordava il ragazzo. Forse doveva smettere di pensare al suo ex fidanzato.
Non si era mai riferita ad Harry come 'ex fidanzato'. Non aveva mai usato quel nome. Come si diceva in quel caso? Lei non aveva nessun diritto su di lui. Non erano sposati, non convivevano, non avevano figli. Lei, però, aveva il suo cuore. Lo teneva ancora stretto a sé e non lo lasciava andare. Non sapeva se era giusto, ma lei non era pronta a lasciarlo andare.


Harriett voleva cambiare. La trovava un ottima idea per rincominciare a vivere. Non era del tutto sicura, ma voleva provare. Forse cambiando se stessa avrebbe cambiato il passato. Probabilmente la ragazza stava delirando, erano le 4:00 del mattino e ancora non aveva chiuso occhio. Magari era vero: chissà, però, se lo avrebbe fatto davvero.



«Harriett Claire Moor, ti conviene scendere da quel letto entro tre secondi».

Normalmente si dice che il buongiorno si vede dal mattino, quindi, a priori, quello sarebbe stato una bellissima, splendida, meravigliosa, affascinante giornata squallida.
Quando la madre di Harriett, Eleanor, la chiamava col nome completo voleva dire che c'erano guai in vista. 
Erano poche le parole e frasi che la facevano riflettere davvero sulla sua vita. C'era la classica 'Dobbiamo parlare' e l'inquietante pronuncia del suo nome completo da parte dei famigliari. Panico totale.
La ragazza si alzò dal letto ed andò ad aprire la porta, temendo il peggio.
Eleanor, vestita di tutto punto, l'aspettava dall'altra parte della porta con impazienza.
«Qualsiasi cosa sia successa, non è colpa mia.» disse Harriett a sua discolpa non appena ebbe aperto la porta.

«Sei in ritardo per la scuola, muoviti a prepararti.» rispose semplicemente la madre, per poi andarsene.


 
«Jane!» esclamò la ragazza, rincorrendo l'amica per il cortile della scuola. Boris era dietro Harriett, le teneva la borsa a tracolla mentre lei era occupata a rintracciare l'amica.

«Fermati! Devo dirti una cosa!» continuò la ragazza piazzandosi davanti a Jane. 
«Harriett, respira.» la prese in giro. 
«Io parto, torno la settimana prossima, il 5 giugno.» le confessò la ragazza, vedendo l'amica guardarla male per poi inarcare un sopracciglio.

«E a cosa devo questo grande onore?» chiede Jane con tono sospetto.
«Mia nonna non mi vede da tempo.... e dato che dopo partirò per l'Europa... sì, insomma... le solite cose» rispose balbettando insicura. 

In realtà Harriett scappava: da se stessa, da lui, dal ricordo.
Non voleva essere vista o parlare, voleva smettere di pensare.
«...Oh, e quando parti?» domandò rassegnata l'amica.
«Questo pomeriggio».



7 novembre 2009.

«Pensi di seguire le orme di tuo padre?» chiese Harry ad Harriett. Erano in giardino con i loro amici, ma da qualche minuto l'attenzione del ragazzo si era spostata alla sua 'nuova amica'.
«Sinceramente ancora non lo so... E tu? Tuo padre è un senatore.» rispose la ragazza girandosi verso di lui. Gli occhi di Harry erano magnetici, pura scarica di adrenalina.
«Oh, be', senz'altro è quello che lui spera» rise. «Ma a dirla tutta la mia vera domanda è: Hai da fare oggi pomeriggio?» continuò guardandola negli occhi.
«Dipende dall'offerta» rispose Harriett mentre dentro di lei stavano esplodendo i fuochi d'artificio. 
«Cosa vorresti fare?». Ormai per Harry esisteva solo lei, erano entrati in una campana di vetro e non avevano nessuna intenzione di uscirne. 
«Sorprendimi».



8 novembre 2009

«A giudicare dal tuo sorriso, ieri Harry ha fatto più che colpo!» esclamò Jane battendo le mani velocemente. Erano sdraiate sul grande letto di lei ed improvvisamente l'amica aveva tirato fuori l'argomento 'Harry'.

«E' stato... divertente» tagliò corto lei. La rossa guardò con un sopracciglio alzato Harriett e cercò di non tirarle un cuscino addosso.
«Solo 'divertente'? D I V E R T E N T E?! Harriett, cara mia, amore mio, luce di non so cosa, tesoro mio e tutto quello che vuoi, lui non è 'divertente' e tu hai una cotta per lui da un secolo, perciò ora parla!»
«Abbiamo parlato, camminato...» iniziò a parlare la ragazza, ma l'amica la interruppe subito.
«VI SIETE BACIATI?!» esclamò alzandosi in piedi. Harriett guardò Jane 
torva e piegò la testa di lato.
«Oh. Mio. Dio. Si sono baciati! OH MIO DIOOO! Si sono baciati! Vi siete baciati?! Perché non me lo hai detto?!» continuò iniziando a girare per la stanza. 
«Bacia bene?! Certo che bacia bene, che domande! E com'è stato?! Ora state insieme?! Harriett PARLA!» 
Jane era persa nel suo sclero personale e continuava ad aggirarsi nella stanza. La ragazza non sapeva se scoppiare a ridere e poi una volta che si fosse calmata spiegarle che non si erano baciati o urlare che non era successo nulla.
«Chiamatemi Cupido, signori e signore! Ho fatto mettere insieme Harriett Moor e Harry Wilsor! La romance come potrebbe essere... aspetta..... HARRYETT! Oddio, non vedo l'ora di vedervi insieme! Uscite insieme domani? E domani sera? Posso convincere i tuoi se sono contrari!» Ormai la ragazza aveva perso tutte le speranze con l'amica. 
«Ma... lui... sì, insomma, che ti ha detto? Cioè: si è dichiarato? OH, MA CERTO CHE SI E' DICHIARATO! CHE DOMANDE FACCIO. OH MIO DIO. Sono felicissimaaaaaaaaaaaa!» 
Harriett stava per comporre il numero del manicomio.
«Lui ti ama, tu lo ami.» sospirò. «L'amore, che cosa meravigliosa!».

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Spazio autrice


Ciao a tutte c:
Scusatemi se ci ho messo secoli ad aggiornare, ma le mie mmigliori amiche mi hanno LETTERALEME RAPITO.Una mi ha portata in vacanza con lei avvertendomi il giorno prima, mentre l'altra mi ha tenuta in ostaggio due giorni a casa sua (?). In più ci ho messo ORE a cercare di incastrare tutti gli avvenimenti. Sembra tutto facile, ma sto incastrando due storie in una ed è un lavoraccio cwc 

Vorrei ringraziare true_ e yvaine per il supporto morale e tutto il resto c:
Vorrei ringraziare tutte quelle che hanno recensito, che stanno leggendo la storia e quelle che l'hanno segnalata all'aministratrice tra le storie scelte c: Davvero, siete magnifiche!
D'ora in poi seguiranno due storie 'parallele', come avrete potuto notare: La vita reale di Harriett e la sua vita passata con Harry.
In questo capitolo finalente abbiamo l'incontro di Harryett e l'uscita c: Io sinceramente sono morta dalle risate quando ho scritto lo sclero di Jane! 
Vi prego di continuare a recensiere perchè è molto importante per me, davvero. Ditemi che ne pensae di questi quattro capitoli e il vostro punto di vista sulla storia! E grazie soprattutto per le 41 recensioni in questi quattro capitoli, siete l'amore <3
Come già detto in precedenza ci sarà una 'specie' di triangolo amoroso tra Harriett Moore - Harry Wilsor - Zack Mills. 

Vi volevo avvisare che questa storia sarà 'commentata' in questo pagina: https://www.facebook.com/pages/Let-me-tell-you-a-story/622129334465149 se aprite il link capirete meglio c:
Ciaoooooo c:
Ho creato un profilo fake: qui mi vedrete sclerare e tutto il resto (?) 
https://www.facebook.com/Harriett.efp
Facebook: https://www.facebook.com/francesca.bergonzini.12?ref=tn_tnmn
Twitter: https://twitter.com/SoCallMeBabe
   
 
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