Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: attagirl    06/07/2013    1 recensioni
Le Nazioni si dovranno trovare a dover combattere coi loro fantasmi del passato, in un Torneo che permetta loro di ritornare nel Mondo Reale.
(Ho paura che possa scuotere quindi per chi proprio non sopporta gli angst, è sconsigliata)
Sarà un susseguirsi di battaglie, in questo grande Torneo che li metterà a contatto con i loro veri valori di Nazioni.(O almeno, questo è ciò che vorrei cercare di far venir fuori. Spero di stupirvi davvero!)
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
// Bene gente! Ecco il secondo capitolo! Io...Io spero continuerete a aupportarmi e sopportarmi nello stesso tempo <3
Inoltre vorrei aggiungere che ci saranno degli spunti per Rusame in questo capitolo, siccome una mia amica mi ha espressamente chiesto di metterli e a me la coppia non dispiace. Vi prego di non chiudere dopo aver letto questa intro d'autore :( grazie mille e buona lettura! //
 
 
 
 
-Assolutamente no!- Antonio era davvero cocciuto quando si arrabbiava. Soprattutto quando si arrabbiava per colpa di Romano.
-Spagna, non mi importa ciò che dici tu! Io combatterò! Non c'è altro modo!- Romano però non era da meno, nel ribattere. I due sguardi si incrociavano in una spirale di ostilità. Romano, poco prima, mentre quasi tutti gli altri, sentendo dei Giochi, erano andati a preparare ciò che potevano utilizzare, avevano abbandonatop la stanza.
-Romano, ma tu non hai mai combattuto seriamente!- lo spagnolo aveva un tono esasperato, mentre cercava di convincere l'italiano a desistere all'idea di combattere.
Naturalmente, però, lo fece scegliendo le parole più inopportune, tanto che Romano si sentì ferito nell'orgoglio. Si arrabbiò talmente che pareva che una vena gli esplodesse, sulla tempia, da un momento all'altro, mentre rispondeva: -Che cazzo hai detto?! Mi stai forse dicendo che non so fare niente?! Tu non sai con chi stai parlando!!-
-E invece lo so! Lo so benissimo! E' per questo che voglio impedirti di commettere pazzie andando a lottare! Io...non posso permettertelo...!-
-Spagna, non hai più il diritto di dirmi cosa fare e cosa no!! Sono indipendente, e anche le mie scelte personali lo sono! Mettitelo bene in testa!!- e con questa frase di stile, Romano uscì dalla stanza del meeting per andare a cercare qualcosa di utile.
Erano passate circa sette ore da quando Panico era apparso nella sala del meeting. erano passate circa sette ore da quando il panico più totale aveva preso le Nazioni. Nessuno sapeva cosa fare né come comportarsi. Ma sapevano che di certo non era un sogno! Praticamente chiunque aveva provato a darsi più di un pizzicotto, per vedere se si svegliava. Ma niente. 
Romano aveva annunciato a Spagna, che sitante glielo aveva chiesto, che avrebbe senz'altro combattuto pur di tornare a casa. E pareva non volesse assolutamente mollare. Spagna non poteva permettersi di rischiare che Romano si ferisse, o peggio... D'altronde, i giochi erano organizzati da due diavoli. Ci si doveva aspettare di tutto. Così avevano iniziato a litigare, mentre i presenti o seguivano lo scontro verbale, o guardavano affranti il pavimento, senza fiatare. 
-Non serve preoccuparsi, ragazzi!! Ci pensa lìeroe a posrtarvi tutti a casa!!- America a gran voce cercò di tirar su il morale generale, senza successo. Nessuno stava a sentirlo.
-...- scoraggiato, l'Amricano si sedette su una sedia, sbuffando sonoramente.
-Non te la prendere, Alfred. E' solo che sei patetico, e quindi nessuno crede nelle tue parole.- la voce di Russia arrivò alle spalle dell'americano, che sussultò udendola. Si girò irritato, con un sorriso beffardo.
-Ah, ma davvero? Beh ti ringrazio del complimento, Ivan. Ma dimmi, come mai tu invece sembri così tranquillo? Credi forse che nulla stia accadendo?-
-No, semplicemente non vedo perchè preoccuparsi tanto...- Ivan si avvicinò e si sedette di fianco all'americano, sorridendo in maniera inquietante, per poi proseguire-...In fondo, siamo abituati a lottare. Tutti noi. Quello a cui stiamo per andare incontro è solo uno stupido gioco per far divertire dei pusillanime che si annoiano.-
-E-Ehi...- America lo guardò un po' impressionato, non in senso buono, da ciò che stava dicendo. Come faceva a sapere a cosa andavano incontro?!
-Quindi, io credo, Alfred...-proseguì il russo, aprendo gli occhi e fissandolo, con quei suoi occhi di un viola stupendo-...Che chiunque provi a mettermisi contro, basterà eliminarlo. E' semplice da capire.-
Un brividò percorse la schiena di Alfred, sentendo quelle parole. Poi, tornando calmo, guardò il pavimento e ridacchiò:-Eheheh! Già, tu non ti sei mai fatto scrupoli. Non posso dire di ammirare questa tua caratteristica, ma dicerto te la invidio un po'.-. Il biondò tornò a fissare il Russo, ma lasciando il silenzio tra i due, forse per far meditare Ivan sulle sue parole.
-Beh...- il russo si alzò dalla sedia, e, fissando un'ultima volta Alfred, gli disse, avvicinandosi al suo orecchio:-...Almeno così sai di poter contare su di me. Ma lascia che io ti dica una cosa. Prova a fare un passo falso, e te la farò pagare.-
Alfred rimase inizalmente scosso dalla frase. Fidarsi di lui? Ma quando mai? Sorrise ironico e rispose:-Grazie, Ivan. Ma posso cavarmela benissimo da solo, lo sai!...- .Si bloccò, alzandosi anche lui e sussurrandogli di rimando, a pochi centimetri dal viso:-...Semmai, qui, sei tu che hai bisogno d'aiuto. Come nella guerra di Crimea, ricordi? Quelli sì che erano bei temp---
-No, Alfred.- lo sguardo del Russo si fece più gelido del solito.Ghignò, in maniera poco rassicurante, che scombussolò un po' America.
-Di solito è Inghilterra quello che si attacca al passato, ma che succede ora? Non dirmi che stai diventando uguale a tuo "fratello", vero?-
-...Che diavolo hai appena detto?!- . No. Alfred non voleva litigare di nuovo con Ivan. Erano tutti scossi da quel che era successo e di sicuro anche il Russo lo era, ma non voleva darlo a vedere. Così, appena finì la frase, abbassò lo sguardo, strinse i pugni e si preparò ad allontanarsi.
-non ho voglia di litigare on te, Ivan. Sarebbe una perdita di tempo. Ma ti dico una cosa. Io non sono come Arthur. E qui, quello che forse fra noi due ha più paura sei tu.
...
Ci si vede.- . Senza dare il tempo a Ivan di metabolizzare ciò che gli aveva appena detto, Alfred si allontanò, uscendo anche lui dalla stanza del meeting.
-Che..? Ahahahah!- rise innocente da solo, Ivan. Si coprì poi il viso, e guardò da uno degli spazi fra le dita la figura di Alfred che si allontanava.
-....E come faccio a non averne, se so che a partecipare ci sei anche tu?- aggiunse poi sottovoce, senza farsi udire.
 
 
 
 
-West! West, aspetta Ore-sama!-
-Bruder! per favore, non mettermi in difficoltà! Non voglio che partecipi!- Ludwig era nella stessa situazione in cui erano Antonio e Lovino, solo che lui doveva convincere quel cocciuto di Gilbert!
-West! Ascoltami almeno!-
-....Was?/Cosa?/-
-Io, in qualità di tuo fratello maggiore, non posso permettermi che tu rischi la vita da solo! Ergo, il Magnifico Me ti sosterrà, sia fuori che dentro un campo di battaglia! Non cercare...di farmi cambiare idea. Non voglio dover litigare con te...per favore!-.
Ludwig non riusciva a dire di no al fratello. Appena acconsentì, se ne pentì amaramente, ma sapeva che suo fratello era forte. sarebbero riusciti a tornare a casa. Tutti. Tutti insieme!
 
 
Due giorni passarono. Ora tutti erano agitati come non mai. Antonio non aveva fatto che litigare con Romano, pur di convincerlo a combattere, e come unico risultato era riuscito a farsi promettere di non offrirsi per primo a partecipare, nel caso i Giochi fossero organizzati in base al farsi volontari.
Alfred aveva provato a tirar su i morali di tutti, ma pochi riuscivano a sorridergli sinceramente in risposta.
Ora erano tutti nuovamente riuniti nella sala del meeting. E aspettavano. Il tempo passava incessantemente. Nessuno riusciva ad immaginarsi che cosa sarebbe successo. Si sentiva solo la lancetta dei secondi ticchettare in modo alienante e quasi fastidioso.
Poi, d'un tratto, al centro del tavolo, come due giorni prima, una nuvola simile al fumo si innalzò dal nulla. ma stavolta il colore delle ombre era tendente al marrone scuro, non al blu notte.
Una figura incappucciata si sollevò, e prese a parlare:-Attenzione attenzione, care Nazioni! Io sono Pena. E sono qui oggi per spiegarvi in cosa consisterà il primo scontro!-. Dei bisbigli si sollevarono, tutti erano dubbiosi e un po' spaventati.
-Dunque. Il primo scontro abbiamo scelto che lo combatterà qualcuno che fra di voi si offrirà. Se, però, nessuno si farà avanti, procederemo ad estrazione! Tutto chiaro fin qui? Sì? Benissimo!
Beh, vorrei anche mettervi in guardia su cosa vi aspetta. Panico mi aveva detto di non farlo, ma sarebbe troppo crudele da parte nostra non farlo!- Pena fece un ghigno. In realtà non voleva essere gentile. Voleva solo godere delle loro facce disperate, appena avrebbero capito a cosa andavano incontro.
-Si chiama torneo degli specchi perchè noi, usando degli specchi, guarderemo nella vostra anima. Ihihihih!- prese a ridere come Panico.
Vari "oooh" di stupore si levarono per la sala.
-Che ha detto?- chiese Turchia infastidito alla sola idea che qualcuno sbirciasse dentro di lui, come tutti gli altri del resto.
-Ho detto, caro Turchia...-proseguì Pena senza nemmeno girarsi verso Sadiq-...ciò che c'era da dire. In questo torneo, mettetevelo bene in testa e non fate uscire quest'informazione, dovrete affrontare molte difficoltà, tanto fisiche quanto psicologiche! Ihihiiih! Potete immaginare, immagino, quante anime avete care, dentro di voi. Quante vite avete stampate nella vostra mente, nel vostro cuore. Scegliere persone a caso sarebbe stato troppo noioso. Così abbiamo ben pensato di farvi lottare contro persone..diciamo...che vi erano care. Uhuhuh..uh...o magari chissà, avete anche persone per cui provate rancore, nella vostra anime! Ihihihihiih!-
-!!- ci fù uno stupore generale. era davvero possibile che potesse succedere?! Non poteva essere vero ciò che stava dicendo Pena..!
-Tuttavia...-tutti i bisbigli si interruppero, per ascoltare. Pena riprese:-Tuttavia, fare così ad ogni scontro sarebbe troppo, e vi sciupereste subito, dico bene? Troppo peso psicologico fa male! Così abbiamo deciso che faremo combattere anche altri nemici contro di voi, e non useremo gli specchi ogni volta. Maaaaa..ma ma ma ma ma! Non ve lo diremo quando li useremo!
Tuttavia, siccome questo è il primissimo raund, non utilizzeremo gli specchi! Dovreste ringraziarci davvero molto per questo! Uhuhuh! Ma preparatevi, dalla prossima volta.-
Fece passare qualche secondo, con un silenzio più totale.
-Benissimo! Detto questo, chi di voi vuole essere il primo..? Ihihihih!-
Di nuovo silenzio. Nessuno aveva il coraggio di ffrirsi. Nessuno voleva farsi avanti.
-Uuuuhm..? Nessuno..?- constatò Pena deluso. Poi, d'un tratto, qualcuno si sollevò dal suo posto, tanto che tutti gli sguardi, anche quello di Pena, si puntarono su di lui.
-Io! Io sono l'eroe! Non posso certo starmene con le mani in mano! Mi offro io!- era America. Fissava il diavolo con sguardo brillante, carico di convinzione.
-Tu..? Uhuhuh! Benissimo...-con tono più cupo, aggiunse- ...Bello sguardo, il tuo.-
-A-America..!- Arthur si allarmò e lo richiamò.
-Sei matto?! Cosa speri di combinare?!-
-Tranquillo, Arthur! Dovresti saperlo, sono forte!-
-..! Cosa vuoi dire?! Non---
-Dai, Inghilterra.- Ivan si intromise nel discorso, guardando prima Arthur e poi Alfred con il solito sorriso finto.
-Cosa vuoi che succeda? Alfred ha la testa troppo dura per fargli cambiare idea, no?-
America guardò Ivan, sorridendo beffardo. In realtà avrebbe voluto dirgli grazie, per aver lasciato Inghilterra senza capacità di ribattere. O meglio, avrebbe potuto benissimo farlo, ma a quanto pare, Inghilterra non era pienamente a coscienza di ciò che stava succedendo, ed era troppo scosso per continuare a discutere.
-Benissimo, America!- disse Pena.
-Ti chiedo di seguirmi, allora...- . Con un balzò, scattò dinanzi ad Alfred, lo avvolse nel suo mantello e sparirono, senza lasciar tracce. Tutti si alzarono, per vedere se fosse rimasto qualcosa, una traccia, un segno! Niente!! Erano spariti nel nulla. Poi, d'un tratto, un'enorme buco comparve nel pavimento, poco distante dal tavolo del meeting, e ne uscì Panico.
-Vorreste essere così gentili da seguirmi? Questi scalini, -indicando degli scalini che comparvero dentro il buco, e che andavano verso il fondo- ci porteranno in una stanza che ci permetta di vedere lo scontro! Prego, non spingete!
Piano piano tutti scesero, e si ritrovarono in una stanza buia, piena di strani schermi, che ricordavano quelli dei cinema.
Panico, una volta acquistata la loro attenzione, spiegò:-A momenti avrà inizio l'incontro. Da questi schermi potrete seguirlo dal vivo! Ah e vedete quella porta bianca laggiù?-indicando una porta al lato sinistro della stanza, una volta scesi dalle scale (la stanza era larga , lunga e di forma rettangolare), che spiccava in mezzo a quelle poche e flebili luci presenti nella stanza-Da quella potrete accedere al "ring" una volta che ogni incontro sarà terminato! Ihihih. Siamo stat anche gentili da fornire questa stanza di diversi divanetti, per farvi mettere comodi...Ihihih.
Bene...detto questo....-sollevò il suo mantello, prima di sparire nuovamente-...Che inizi lo spettacolo.-
 
 
 
//Ecco, spero siate clementi per gli errori d'italiano e probabilmente non mi sono espressa bene. Comunque Antonio non voleva che, nell'eventualità in cui per combattere ci si dovesse offrire volontari, Romano fosse il primo di tutti. Era tutto qui XD Spero vi sia piaciuto! Nel prossimo..beh mi impegnerò purché ne vediate delle belle!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: attagirl