Il
trasferimento di James avvenne tre giorni dopo la
decisione dei due adulti, nonostante si trovasse in Australia per il
campo
estivo, suo padre lo voleva, assolutamente nella sua dimora, sarebbe
stato
necessario del tempo, perché si abituasse a vivere nella
nuova casa, con nuove
persone. Inizialmente, James fu molto contrariato, perché
voleva restare al
campo, ma si rese conto che discutere con il padre era inutile. Non
l’avrebbe
accontentato, come la madre faceva quasi sempre, aveva un rapporto
diverso,
probabilmente il padre non avrebbe mai voluto che nascesse,
perché lo aveva
obbligato a restare con sua moglie più di quanto realmente
volesse.
Malfoy
non ha mai
avuto di questi problemi! Pensò James, invidioso. Lui è stato pianificato. Loro lo hanno
voluto. Non avrebbe voluto
essere al posto di Vegida in ogni caso, non avrebbe saputo rinunciare
all’amore
della madre ed era consapevole che il Serpeverde non l’aveva
mai provato.
Il viaggio fu
faticoso, perché lo compì da solo e si
annoiò
molto, l’unica nota positiva fu che conobbe Valentina, una
ragazza babbana
molto simpatica, che stava andando a Roma, la città in cui
fece scalo l’aereo e
James dovette aspettare due ore, prima di poter prendere quello che lo
avrebbe
portato a Londra. Visto il poco preavviso, non aveva trovato un volo
diretto. Ne
approfittò quindi per prendere qualche souvenir
all’aeroporto e per mangiare
una pizza d’asporto .
Salì
sull’aereo, mostrando il documento all’hostess, poi
cercò il suo posto. Lo trovò nella
quarta fila a destra, vicino a due ragazzi, molto simili, che
sembravano di origine
orientale. Si
avvicinò alla ragazza dai
capelli neri e gli occhi scuri, che gli sorrise appena lo vide, James
ricambiò
il sorriso per gentilezza, più che altro, pregando che non
tentasse un approccio
diverso da quello amichevole. Mentre poggiava la piccola valigia, in
cui c’era
stata tutta la sua roba, compreso l’equipaggiamento da
cacciatore solo grazie
ad un incantesimo restringente autorizzato, nell’apposito
scompartimento, il
suo sguardo cadde sul ragazzo, intento ad ascoltare della musica. Si
rese
conto, he lo stava fissando solo quando l’altro
incrociò il suo sguardo. Si
sedette, accendendo l’ipod e aspettando che l’aereo
partisse. Pochi
minuti, sentì qualcuno che gli toccava
la spalla, si voltò e tolse una cuffietta.
“
Ciao, io sono Patia… E lui è Karim, mio
fratello…”
“
James… Non siete inglesi, vero?” Tanto valeva dire
qualcosa per accontentarla, anche se non era interessato.
“
Siamo indiani, ma viviamo a Manchester, stiamo tornando
lì…
Ci siamo trasferiti sei anni fa da Nuova Delhi.” Disse , un
po’ imbarazzata dal
suo sguardo fisso.
Karim…
pensò James
“ Tu
sei di Londra?” James annuì, veloce.
“
Deve essere bella, non ci sono mai stata!”
“ Sto
in periferia … Niente di particolare!” Londra magica, niente di che! Si disse,
di certo non poteva dirle la verità, però
l’aveva sparata grossa.
Patia
sembrò capire, che il suo interesse non era ricambiato
e si alzò, andando al bagno.
James
sospirò, ringraziando il cielo. Spostò lo sguardo
su
Karim, che lo stava fissando.
“ Non
ci provare con mia sorella, bello! E’ appena stata
piantata da uno stronzo, quindi vedi di starle lontano!”
esclamò, intenzionato
ad impaurirlo.
“No…
Io … Non era mia intenzione…” disse
James, titubante.
“
Dicono tutti così!” Rispose l’altro, non
credendogli.
“Dico
davvero!” rispose l’inglese., abbassando lo
sguardo.”
A me… non sono interessato… Mi…
piacciono i ragazzi…”
“
Cosa?!” esclamò l’altro. “ Tu
non sembri gay, per niente.”
James
sbuffò. “ Non lo esterniamo mica tutti, vestendoci
da
donne o cose simili.” Si rimise le cuffie, sentendo per un
soffio le scuse dell’altro,
non vedeva l’ora di arrivare a Londra. Il suo pensiero
tornò al suo peggior
nemico, Vegida, nella sua mente il ragazzo biondo era dipinto come
colui che
sapeva e poteva tutto, in modo totalmente fastidioso e borioso. James
era
sicuro, che avrebbe riconosciuto una possibile preda alla prima
occhiata, senza
fare figure barbine. Se ci pensava meglio, non era sicuro che Malfoy
fosse gay,
l’unico indizio era il tempo che passavano tra di loro
,Vegida e Joshua, la
maggior parte del tempo.
*********
Felipe stava
correndo in qua e in là per il maniero, nella
speranza che uno degli inquilini lo notasse e gli facesse fare un giro
per
Londra, ma quando il fratello gli disse che usciva e di non aspettarlo
alzato,
capì che neanche i due adulti lo avrebbero considerato.
Decise di chiudersi
nella sua camera per fare quello che gli
piaceva: cantare. Vegida gli diceva che il suo era un talento vero e
proprio,
Felipe non ci credeva troppo, suo fratello era di parte.
Girò
alla ricerca di un computer, dove attaccare le cuffie e
il microfono, non trovandolo, accese il suo note book e mise un brano
babbano. Cominciò
da una canzone bassa sino ad arrivare
alle note acute, che raggiungeva ancora con un po’ di
difficoltà.
Era triste, pensava che si sarebbe divertito con il fratello, sperava che arrivasse qualcuno che non lo snobbasse del tutto.
Angolo
autrice:
Scusate
tantissimo l’attesa, ma ho
finito ieri la maturità…
Spero
che questo capitolo vi piaccia
e che recensirete…
Ciao