Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Maty66    07/07/2013    1 recensioni
Ben e Semir hanno ripreso, dopo i fatti drammatici dei mesi passati, la loro vita normale. Le loro esistenze sembrano avviate verso una serena e gioiosa quotidianità, fatta di progetti e preparativi per il giorno più bello di Ben ed Anna. Ma nuovi eventi ed un vecchio nemico porteranno Ben al limite della propria disperazione personale e Semir a superare, forse, il limite della propria coscienza morale pur di salvare l’amico
Questa è la seconda parte della FF La paura e la fiducia. E' consigliabile aver letto la prima storia ma non strettamente indispensabile
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corri Ben, corri

Luigi per un secondo si chiese cosa fare, poteva sparare e avrebbe ucciso il poliziotto sicuramente. Ma così  Don Francesco se la sarebbe presa con lui, gli aveva ordinato di salvare la pelle allo sbirro fino a quando non gli ordinava diversamente. Ma se quello scappava Alberto si sarebbe reso conto che l’aveva lasciato fuggire o, peggio ancora, che l’aveva tradito raccontando tutto al Don, il che voleva dire morte certa, per quanto fossero cresciuti insieme come fratelli Alberto non avrebbe esitato un attimo a piantargli una pallottola in testa.
 Così prese la sua decisione. Sparò e volutamente mancò il bersaglio di pochissimo. “Capo Capo sta scappando…” si mise ad urlare mentre vedeva Ben addentrarsi correndo nei boschi.

Alberto e Vincenzo uscirono di corsa dalla casetta “Maledetto cretino…   come è riuscito a scappare??”  ringhiò Alberto. “Non lo so deve essersi slegato mentre era nel portabagagli e quando ho aperto mi ha colpito…” gli rispose Luigi. Alberto gli afferrò il  bavero “Sei un cretino, questa me la paghi… ora andate a riprenderlo” “Che facciamo capo, lo ammazziamo?” chiese Vincenzo “No lo voglio ancora vivo… “ “Ma capo pensavo… non sarebbe preferibile a questo punto toglierselo di torno?” chiese Vincenzo “Tu non devi pensare tu devi fare solo quello che ti dico io!! Mi hai capito???” gli urlò Alberto ed i due si addentrarono nel bosco sulle tracce di Ben.


Semir era  passato da casa. Gli sembrava un secolo che non vedeva le bambine e Andrea. Appena arrivato fu accolto dall’abbraccio stretto della moglie e solo in quel momento provò un minimo sollievo dopo tanta angoscia. “La mia meravigliosa donna…” pensò. Trotterellando gli venne incontro anche Aida seguita come al solito da Lily, che ormai era diventata l’ombra della sorella maggiore, dove andava l’una andava anche l’altra. “Papino papino” la bimba si aggrappò al collo di Semir il quale iniziò a sentirsi un po’ in colpa per averle trascurate per così tanti giorni. “I miei tesori” disse Semir prendendole entrambe in braccio “Venite con papà sul divano per un po’”  Semir si sedette con le bambine ciascuna su un ginocchio “Papino ma zio Ben ancora non è tornato?”  A questa bambina non si può nascondere nulla, pensò Semir “No cara ancora no” le disse tristemente. “Ma fra poco è il compleanno di Lily…” indagò preoccupata la piccola “Vedrai che per allora sarà qui” le rispose il padre. Semir ed Andrea si scambiarono uno guardo triste ed Andrea voltò il viso dall’altro lato per non farsi vedere piangere

“Sono disperato Andrea, non so da dove iniziare a cercare, quel maledetto può averlo portato ovunque… c’era tanto sangue in quella cantina, e se  lo ha già…” Semir non riuscì a completare la frase, la voce gli si strozzò. Semir e la moglie stavano seduti sul divano dopo cena. “Semir non dobbiamo perdere le speranze, vedrai che in qualche modo lo troviamo e tutto torna come prima…” Come al solito Andrea era l’ottimismo fatto persona  “Ma perché devono capitare tutte a lui? Cosa ha fatto di male nella vita quel ragazzo? Prima Saskia, poi Anna ed ora questo…”Semir più che altro parlava a se’ stesso. “Passerà Semir, vedrai saremo di nuovo tutti insieme…” Mentre Andrea cercava di consolare il marito  suonò il campanello della porta. Andrea andò ad aprire e poco dopo tornò in salotto “Semir c’è qualcuno fuori che ti vuole parlare”


Ben correva e correva inciampando nelle radici degli alberi, con i rami gli finivano continuamento contro il viso, graffiandolo, ma lui non se ne curava. Era sfinito. Le costole ed il naso rotto gli impedivano di respirare e l’ossigeno che gli arrivava ai polmoni era pochissimo, ma lui sapeva che non poteva fermarsi. Non sapeva spiegarsene la ragione, ma in mente aveva solo le parole di Emanuel “Ce la puoi fare, tu  hai la forza per farcela, in te hai la forza” Cadde inciampando in un arbusto e si rialzò. Riprese a correre, nelle orecchie il suono del suo respiro affannato ed il battito velocissimo del suo cuore. ”Corri Ben -si disse- corri”

Vincenzo e Luigi perlustravano il bosco con le pistole spianate. Luigi si era rifiutato di dividersi dal compare, non si fidava di Vincenzo, era sicuro che se quello lì trovava lo sbirro da solo l’avrebbe fatto fuori, nonostante l’ordine di Alberto. Ed Don Francesco aveva  ordinato che lo sbirro restasse vivo.
Vincenzo mostrò al compare dei rami spezzati. “Di qua…” disse correndo verso sinistra.  Luigi di malavoglia gli andò dietro. Ed  a un certo punto lo videro, a circa cento metri avanti a loro mentre cercava di scendere da un piccolo dirupo. Vincenzo prese la mira, puntando direttamente alla testa di Ben.


Semir  meravigliato  si recò all’ingresso Chi poteva cercarlo a casa? Uscito fuori dall’uscio vide un uomo alto e  muscoloso. Dove lo aveva già visto? Semir aveva una prodigiosa memoria fotografica, si ricordava quasi tutti i delinquenti di cui aveva visto la foto segnaletica, ed era praticamente certo che questo qui era uno di loro. Istintivamente avvicinò la mano alla fondina con la pistola. “Buonasera ispettore Gerkan, vengo da parte di Don Francesco Chillemi” lo salutò il tizio “Don Chillemi vorrebbe parlarle se possibile”
Semir aveva avuto a che fare con Francesco Chillemi molti anni addietro quando il suo compagno era Tom. Erano stati lì lì per incastralo per un  giro di case d’appuntamenti, ma alla fine si era risolto tutto in una bolla di sapone. Semir sapeva bene  che Francesco era stato il braccio destro di Alfonso Maione sino alla sua morte e che ora ne aveva preso il posto. Immaginò quindi subito che la cosa aveva a che fare con  Ben. Ma non riusciva a pensare, conoscendo bene Don Francesco e la sua razionalità, che il nuovo Don  avesse partecipato attivamente questa storia, no…  questa era una vendetta personale di Alberto.
“E cosa mi deve dire?” chiese duro Semir “Mi creda ispettore le conviene venire ad incontrare  Don Francesco” Semir guardò per alcuni secondi l’uomo, poi avvisò Andrea che stava uscendo e si avviò all’auto che lo stava aspettando di fronte casa con le portiere aperte.


Luigi vide Vincenzo puntare  la pistola direttamente alla testa dello sbirro “No no –pensò- così Don Francesco mi ammazza” Istintivamente abbassò il braccio di Vincenzo un secondo prima che sparasse, ma non abbastanza in fretta. Dopo  lo sparo Ben fece un balzo indietro e rotolando finì ai piedi del piccolo dirupo.
“Ma sei cretino??? Alberto ci ha detto che lo voleva vivo”  disse inorridito Luigi, già prefigurandosi la brutta fine che gli avrebbe fatto fare il Don. “Senti, quello lì era solo una palla al piede, lo staranno cercando e prima o poi ci avrebbero trovato. Tanto Alberto lo avrebbe comunque ucciso, ora siamo liberi e ce ne possiamo andare dove vogliamo. Diremo che stava per scappare verso la strada e dovevamo fermarlo” “Tu sei un vero e proprio str…” gli fece Luigi scendendo verso il dirupo ed avvicinandosi al corpo immobile di Ben.

  
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