Come un soffio di vento sei entrato nella mia vita. Scostando le tende, non facendo rumore, cullando gli impetuosi pensieri come foglie secche e stanche. Li hai dolcemente posati al suolo, fatti vortice due o tre volte e poi spazzati via. Piano piano la tempesta cresceva inghiottendo tutto ciò che incontrava sul suo cammino, e dopo finalmente è sopraggiunta la calma. Una calma innaturale che mi fai provare quando mi stringi tra le tue braccia, e mi fai sentire tua. Una calma tanto sospirata fragile come una goccia di rugiada, che minaccia di scivolare dal petalo su cui è posata. Tremo ogni qual volta ci penso. Ho paura che la storia si ripeta e mi scuote fin dentro senza darmi tregua. Torna vivido il sentore dell'abbandono e mi ritrovo a pormi le stesse domande... solo una cosa ora è certa. Una certezza spiazzate, tanto da lasciare perplessa pure me; eppure è così. Mi accingo a suonare le ultime note, stanche e strascicate e mi concentro sul presente: quale fortuna mi è toccata! Spesso mi ritrovo a non rendermene conto, e per questo ti chiedo scusa. Grazie e scusa. Sollievo e colpa. Due mani che si uniscono, due vite che si intrecciano.