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Autore: MiChiamoChiara    07/07/2013    6 recensioni
La trama è leggermente diversa, infatti l'ho presa da diverse parti del testo del primo capitolo. Buona lettura!
La stanza era buia e cupa,in quel mese avevo messo piede lì dentro una decina di volte sperando di non ritornarci più, ma dall'altro canto, le mie preghiere e speranze non furono ascoltate. Le lacrime erano sul punto di sgorgare dai miei occhi azzurri, ormai spenti e stanchi da molto tempo. Mi trattenni per non piangere l'ennesima volta, concentrandomi su qualcos'altro... Per esempio sulla scritta pronto soccorso che mi lampeggiava davanti. [...]Alzai volontariamente le maniche della mia felpa azzurra, osservando i tagli non ancora rimarginati del tutto ma ancora ben aperti. Infatti, da un taglio particolarmente profondo stava scendendo una piccola gocciolina di sangue di colore rosso acceso. Avvertii una presenza al mio fianco, ma non badai ad alzare la testa per vedere chi fosse, continuando ad esaminare le lesioni.
"Possono prendere infezione, sai?" mi girai vedendo un ragazzo.
[...]
"Scusami non mi sono presentato, mi chiamo Harry Styles."
Trailer: http://mamacitaslips.tumblr.com/post/60542164835/trailer-per-michiamochiara-regole-crediti
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Secondo capitolo:

                                                                                                           Buona lettura.

Harry aveva insistito a farmi compagnia per il resto della giornata, per cambiare aria eravamo andati a un parchetto vicino, sedendoci beatamente sul prato pieno di neve bianca. Avevo scoperto tantissime cose su di lui durante la giornata, e lui di me, tralasciando per strada tutta la storia dei miei genitori. Volevo tenermi tutto dentro, non far sapere niente alle altre persone che di conseguenza non mi guarderanno con sguardo pieno di compassione e dolcezza.
"Un'ultima domanda,dai." insistè lui guardardomi con i suoi occhi enormi. Era divertente stare con lui, indipendentemente dalle domande stupide che mi poneva.
Annuii sorridendo, guardando sul suo viso comparire due graziose fossette.
"Quanti anni hai?"
"Ho diciassette anni e tu?" domandai piuttosto curiosa, dato che Harry ne dimostrava almeno venti o ventuno.
"Diciotto."
"Te ne davo di più." accentuai sinceramente , provocando una piccola smorfia da parte sua
"Ah sì?" rispose in modo provocante, alzando solamente un sopracciglio facendomi sorridere.
"Sì."
Non mi diede neanche il tempo che si avventò giocosamente su di me, facendomi il solletico sotto le ascelle e sui fianchi. Continuavo a ridere come una pazza, come da tanto tempo non facevo, facendo probabilmente girare alcuni passanti che passeggiavano tranquillamente per il piccolo parco di Londra.
"B-basta!" riuscii a dire a stento tra le risate. Finalemente lui smise e si ricordò,vedendo i polsi quando involontariamente si alzò la felpa, che doveva disinfettarmeli. Si alzò di scatto, pulendosi dai residui di neve bianca addosso porgendomi poi una mano per riuscire ad alzarmi senza fatica.
"Andiamo a disinfettarli."
Lo seguii e mi accompagnò all'interno dell'ospedale, in una piccola stanza con un lettino  molto simile a un letto e vari armadietti contenenti disinfettanti,pomate,garze,cerotti e quant'altro.
"Distenditi,così sei più comoda."
Annuii dolcemente, per poi distendermi sopra quella specie di letto morbido intanto che lui era intento a cercare delle garze e un flacone di disinfettante. Quando le trovò imbagnò un dischetto di stoffa per poi cominciando a medicarmi come un vero dottore.
"Farà un pò male ma tran-"
"Non fa male, tranquillo."
Vidi che sorrise, mostrando bene le sue due fossette che gli davano un'aspetto da bambino cresciuto, erano terribilmente carine che mentre lui era intento a useguire il suo lavoro affondai un mio dito in una delle sue fossette scavate. Lui rise sommensamente al mio gesto, mostrandomele di nuovo incitandomi a toccarle ancora.
"Sono bellissime, anche io le vorrei avere."
"Tranquilla, non vuol dire se io ho le fossette ho il sorriso più bello di chi non ce le ha. E credo che il tuo  sia meglio del mio, quindi sorridi spesso." mi fece l'occhiolino e io inevitabilmente arrossii come un pera cotta. Harry rise finendo di medicare entrambi i bracci, finendo il suo lavoro avvolgendo le braccia a delle garze bianche di un tessuto ruvido che provoca solletico.
"Finito."
"Grazie mille, Harry."
Sorrise per poi aiutarmi a  scendere dal lettino che era abbastanza alto, infatti io essendo bassa potevo agitare le gambe come volevo, senza toccare il freddo pavimento dell'ospedale. Appena toccai terra vidi che la sua altezza mi sovrastava, facendomi sembrare una piccola bambina con il proprio papà. Si abbassò un pò per potermi schioccare un bacio sulla mia guancia, leggermente tinta di rossa per la vergogna.
"Ora andiamo al pronto soccorso da tuo papà,Sophie."  mi disse dolcemente, afferrandomi la mia mano magra e fine.
"Sì, andiamo."
                                                                              ****
Arrivammo al pronto soccorso in meno di cinque minuti, dato che Harry avendo le gambe lunghe e mi trascinava, quasi. Le nostre mani erano ancora incollate fra loro e dato il freddo che soffro molto durante l'inverno, con quel contatto mi sentivo tremendamente bene.
"Eccoci. Sediamoci." disse Harry, entrando nella sala d'attesa.
Annuii, per poi sedermi su una sedia appoggiando la mia borsa sul tavolino. Vidi sulla parete un grande orologio e notai che erano le sette meno un quarto, fra poco era ora di cena e io come tutte le volte non mangiavo nulla. Poi mi accorsi di Harry.
"Harry?"
"Mmh?"
"Sono le sette meno un quarto. Non devi andare a casa dai tuoi genitori?"
Lui sospirò profondamente. "Sophie, vivo da solo. Non ho nessuno che mi aspetta."
Dalla mia bocca uscii solo un piccolo e flebile "oh", segno di stupore. Tantissime domande mi giravano per la testa, cos'era successo ai suoi genitori? Mi stupii un'altra volta, quando incominciò a raccontare come se mi avesse letto nella mente, come un libro aperto.
"Un giorno stavamo andando da mia zia per trovarla visto che aveva appena partorito, avevo nove anni. Eravamo sulla macchina e ad un certo punto un camion sbandò, non si sa la causa, fatto sta ci andò addosso... Provocando l'ammaccamento totale della macchina e si catapultò. Mia mamma morì sul colpo e mio padre qualche giorno dopo. Io invece, l'unico superstite, solo un pò di sangue alla testa." mi guardò con gli occhi stracolmi di lacrime e io istantaneamente lo abbracciai forte, accarezzandogli i capelli dolcemente.
"Mi dispiace."
"Tranquilla, Sophie."
Ad un certo punto dalla porta verde dove si trovava mio padre, uscii un uomo con i capelli brizzolati e  con un camice color panna.
"Chi è la signorina Anderson?"
"Io!" mi feci notare alzando un braccio. Lui si avvicinò a me con cautela, guardandomi con i suoi occhi neri che mi incutevano solo paura.
"Mi dispiace, signorina."
Cosa?
Un giramento di testa. Due giramenti di testa. Tre giramenti di testa. Poi vidi tutto nero,non capendo più nulla.

                                                                ****
Aprii lentamente gli occhi che sembravano incollati fra di loro, vidi un pò appannato ma quando riuscii a focalizzare bene l'immagine che mi si rappresentava di fronte sorrisi leggermente: Harry.
"Sophie, come stai?"
“Sopravvivo."  dissi sinceramente.
“Fa male?"
“Cosa?"
“Sentirsi così, insomma, in bilico."
“Sì, ma dopo un po’ ci si abitua."
“Abitua a cosa?"
“Al dolore, alle lacrime, alle notti insonni, al silenzio."
“Non ti dispiace lasciarti andare?"  chiese Harry, stringendomi prontamente la mia mano fredda.
“A volte, lasciarsi andare è l’unico modo per non soffrire."
“Sì, ma dopo stai peggio." constatò lui.
“Non c’è mai fine al peggio."
“Perchè non chiedi aiuto?" chiese come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.
“Sono tutti troppo sordi per non sentire che sto urlando in silenzio.”
                                                                         ***
Harry gentilmente, mi riportò a casa con la sua macchina dato che dopo lo svenimento, le lacrime, il mal di testa per la morte di mio padre, non ce la potevo fare ad andare a casa a piedi da sola con questo freddo allucinante.
"Eccoci." disse Harry, spegnendo il motore della Range-Rover nera.
"Harry?"
"Mmh?"
"Non lasciarmi sola." una piccola lacrima calda rigò il mio viso pallido e stanco, con la manica della felpa me l'asciugai, bagnando il tessuto. Mi voltai verso Harry, che mi continuava a fissare con uno sguardo stupito su ciò che gli avevo appena chiesto.
"Scusami Harry, non dovevo chied-"
"Non ti lascerò sola, Sophie."
"Grazie."
"Figurati."
Scesi dalla macchina nera, dirigendomi sulla soglia di casa mia, cercai le chiavi nella mia borsa e quando le trovai girai quest'ultime nella toppa tre volte, sotto lo sguardo attento di Harry.
"Vieni." lo incitai ad entrare, visto che mi sembrava un pò timido.
"Io dove dormo?"
"C'è il mio letto, se ti va. Io dormo nella camera dei miei genitori."
Lui annuì, salii al piano superiore spiegandogli che poteva fare come se fosse a casa sua, senza problemi. Mi diede la buonanotte con un piccolo bacio sulla fronte, io ricambiai subito con un bacio in guancia. Entrai in camera dei miei genitori, e notai che era ancora come tre giorni fa, come l'avevo lasciata, non avevo sonno quindi presi un foglio e una penna, incomiciando a scrivere una lettera:

Caro papà,

Non puoi nemmeno immaginare cosa ho provato quando te ne sei andato, non ci crederesti mai nemmeno se te lo dicessi perché credi che non sia nemmeno lontanamente in grado di provare certe emozioni. Non sai quanto soffro, non hai idea di quanto sono stata male per  te, non puoi nemmeno immaginartelo perché credi che io sia forte, credi che io non provo nulla di intenso. Tu non hai idea di  di quanto ti voglio bene, papà. Ci sono stati periodi in cui credevo che andasse tutto bene, di stare bene così e ne ero convinta, mi bastava che tu sorridevi e ridevi e mi tornavano in mente  tutti quei ricordi  e che con tutta me stessa cercavo di reprimere. Mi ricordo quando ci dicevamo che ci volevamo bene a vicenda, ma non abbiamo risolto nulla perché siamo troppo orgogliosi. Papà, io non sono forte come credi. Il problema è che non c’e l’ho mai avuta tutta questa forza perché non riesco a stare senza parlarti, senza riguardare le vecchie foto fatte insieme al mare o le vecchie conversazioni e mi davi consigli e opinioni, senza ripensare ogni tanto ai momenti passati insieme. Avrei voglia di dirti un sacco di cose ma non cambierebbe nulla, tu non torneresti mai più qui, qui da me.
Non immagini quanto sto male, di quanto tempo passo a pensarti e a piangere perché ho sbagliato tanto con te, ma ti giuro, non ho mai voluto una cosa cosi tanto in tutta la mia vita. Non so quando finirà questa cosa, credo mai, ma anche se mi fa soffrire vorrei non finisse mai perché voglio te, Papà.
Voglio la ta risata. Voglio il tuo sorriso che mi riempie il cuore. Voglio sentire la tua voce. Voglio sentire quando mi dicevi che ero la tua bambina, nonostante avessi diciassette anni. Voglio te che lì, in qualche posto in Paradiso, stai bene con mamma. Voglio il tuo amore, quello di mamma. Voi siete la mia vita e vi ho perso entrambi, ora ho il compito di portare avanti questa famiglia anche se ci sono solo io da prendere cura. Mi devo prendere cura di me stessa, ma non ce la farò, Papà.
Un giorno forse ci rivedremo e saremo ancora una famiglia felice, come ai vecchi tempi.
                                
                                                                                                                        La tua bambina. x




Non mi resi nemmeno conto che stavo piangendo, che stavo bagnando il foglio su cui stavo scrivendo perchè i pensieri, ancora un volta, mi avevano bloccato il cervello, la mente. Presi una busta e piegai con cura la lettera, mettendola dentro a quest'ultima. Gliel'avrei data domani, al suo funerale. Erano tutte cose che gli avrei voluto dire di persona, ma non ci sono mai riuscita. Mi stesi sul letto, addormentandomi pervasa dall'odore di gelsomino di mio padre sul cuscino.
                                                                                    ****

BOOM!

Sussultai quando sentii un tuono forte, io avevo paura dei tuoni e dei temporali fin da piccola. Quando c'erano andavo sempre a rintarmi nelle braccia di mia mamma, invece ora sto tremando dal terrore. Uscii dalla stanza, urlando ogni volta che c'era un tuono e qualche lacrime scendeva solitaria, improvvisamente vidi Harry uscire allarmato, così mi rintanai subito nelle sue possenti braccia in cerca di contatto, calore. Lui ricambiò l'abbraccio, accarezzandomi dolcemente  i miei  capelli.
"Shh, Sophie. Ci sono io con te, tranquilla."
Non sentii più il freddo pavimento sotto i miei piccoli piedi, segno che Harry mi aveva presa in braccio portandomi in camera sua, ovvero la mia. Mi posò delicatamente sulle sue gambe e lui si sedette sul comodo letto, mi accarezzò la guancia e io lo strinsi a me.
"Sophie, che è successo?"
"Ho paura."
"Di chi? Di cosa?"
"Di tutto, Harry."
Mi strinse di più a lui, infondendomi calore necessario.
"Grazie per tutto." dissi dolcemente cospargendolo di baci sulle due guancie morbide.
"Non ringraziarmi, lo sto facendo volentieri."
"Ora vado di là, buonanotte."
"Notte, Sophie."

Corsi verso la mia camera urlando contro il cuscino.
Voglio soltanto lasciare andare fuori tutto quello che ho tenuto durante il giorno. Sensazione di stanchezza. Sono stanca. Stanca di tutto, stanca di niente. Voglio solo qualcuno che ti dice che va tutto bene, che mi stia affianco per il resto della vita, senza che se ne vada. Ma non ci sarà nessuno. Lo so che devo essere forte per me stessa,  perchè nessuno può aggiustarmi, tanto meno Harry.  Sono stanca, stanca di essere forte. Per una volta vorrei che sia facile. Che sia semplice. Essere aiutata. Essere salvata. Ma so che non succederà. Ma sto ancora aspettando, sto ancora desiderando. E sto tenendo duro e sto combattendo con le lacrime negli occhi. Sto combattendo.








Ciao ragazze!
Allora, vi piace? A me molto, in questo capitolo si vede tanto il lato protettivo di Harry nei confronti della nostra piccola Sophie.
Il padre è morto, e lei ci sta molto male come avrete capito.
Cosa succederà? Ci sarà anche il funerale, quindi aspettatevi di tutto.
RINGRAZIO MOLTISSIMO le cinque ragazze che hanno recensito il 1 capitolo. Cioè.. BEN 5 RECENSIONI PER IL PRIMO CAPITOLO!
GRAZIE MILLE!
Ringrazio molto anche le ragazze che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
A 4 recensioni continuo, vorrei che nelle recensioni scrivete le vostre impressioni sul nostro Harry e sulla nostra piccola Sophie.
Vi ringrazio ancora, mi avete fatta felicissima.
Baci a tutti.















 
















 
  
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