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Autore: MiChiamoChiara    01/07/2013    10 recensioni
La trama è leggermente diversa, infatti l'ho presa da diverse parti del testo del primo capitolo. Buona lettura!
La stanza era buia e cupa,in quel mese avevo messo piede lì dentro una decina di volte sperando di non ritornarci più, ma dall'altro canto, le mie preghiere e speranze non furono ascoltate. Le lacrime erano sul punto di sgorgare dai miei occhi azzurri, ormai spenti e stanchi da molto tempo. Mi trattenni per non piangere l'ennesima volta, concentrandomi su qualcos'altro... Per esempio sulla scritta pronto soccorso che mi lampeggiava davanti. [...]Alzai volontariamente le maniche della mia felpa azzurra, osservando i tagli non ancora rimarginati del tutto ma ancora ben aperti. Infatti, da un taglio particolarmente profondo stava scendendo una piccola gocciolina di sangue di colore rosso acceso. Avvertii una presenza al mio fianco, ma non badai ad alzare la testa per vedere chi fosse, continuando ad esaminare le lesioni.
"Possono prendere infezione, sai?" mi girai vedendo un ragazzo.
[...]
"Scusami non mi sono presentato, mi chiamo Harry Styles."
Trailer: http://mamacitaslips.tumblr.com/post/60542164835/trailer-per-michiamochiara-regole-crediti
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Primo capitolo:

                                                                                                  Buona lettura.


La stanza era buia e cupa, come rumore di sottofondo c'erano alcune persone che parlottavano tra loro con fare piuttosto preoccupato, ma poco importa. In quel mese avevo messo piede lì dentro una decina di volte sperando di non ritornarci più, ma dall'altro canto, le mie preghiere e speranze non furono ascoltate mai dall'uomo che stava lassù a vegliare sulle persone. Le lacrime erano sul punto di sgorgare dai miei occhi azzurri, ormai spenti e stanchi da molto tempo. Mi trattenni per non piangere l'ennesima volta, concentrandomi su qualcos'altro... Per esempio sulla scritta pronto soccorso che mi lampeggiava davanti. Oppure sulla coppia di vecchietti che stavano in un'angolo della stanza, scambiandosi rassicurazioni come 'Andrà tutto bene, non ti preoccupare. Ci sono io con te'. Era davvero fortunata quella coppia di anziani, nonostante tutte le peggiori disgrazie erano lì, sorridenti con l'amore della propria vita ancora difianco dopo tutti gli anni passati insieme.

'Io invece?'

'Io non ho nessuno. Tranne mio padre che sta lottando contro la morte proprio in quella stanzetta, che conosco fin troppo bene.'

Ormai parlavo da sola, senza avere nessuno con cui  parlare e raccontare le mie paure o semplicemente ascoltare le mie preghiere per lui. Parlavo con me stessa, con la mia persona, rassicurandomi continuamente che andrà tutto a meraviglia quando quest'ultime erano soltanto pure illusioni. In questi tre anni i pensieri sia buoni che cattivi, mi giravano vorticosamente nella mia testa senza dare tregua alla mia persona, alla mia anima che continuava a soffrire sempre di più. Alzai volontariamente le maniche della mia felpa azzurra, osservando i tagli non ancora rimarginati del tutto ma ancora ben aperti. Infatti, da un taglio particolarmente profondo stava scendendo una piccola gocciolina di sangue di colore rosso acceso. Avvertii una presenza al mio fianco, ma non badai ad alzare la testa per vedere chi fosse, continuando ad esaminare le lesioni.
"Possono prendere infezione, sai?"
Mi voltai di scatto alla mia destra, immergendomi involontariamente in una foresta verde. Aveva dei ricci non ben definiti ma spostati lateralmente e due occhi così grandi e verdi che nelle iridi ci si poteva specchiare. Vidi il suo viso che si dipinse in un leggero sorriso, appena si accorse che sembrava che gli stavo facendo una tac. Lo guardai un pò confusa non ricordandomi della domanda di prima, lui capì subito.
"Possono prendere infezione, se non te li disinfetti."  ripetè con un velo di preoccupazione, indicando i tagli ben evidenti su entrambe le braccia, per poi guardarmi. Distolsi subito quel contatto visivo, annuendo solamente sperando che andasse via e mi lasciasse in pace con i miei pensieri. Si alzò dalla sedia in plastica piuttosto scomoda, stiracchiandosi un poco per poi guardarmi un'altra volta.
"Vieni con me. Non ti farò del male, voglio solo disinfettarli." disse dolcemente, per ispirarmi sicurezza ma stava facendo il contrario dato che farmi medicare i miei tagli da un perfetto sconosciuto non è un'idea allettante. Mi vide in balìa dalla indecisione, quindi si affrettò a presentarsi meglio, non volendo sembrare proprio il primo che passa per strada.
"Scusami non mi sono presentato, mi chiamo Harry Styles. E tu?"
"S-sophie Anderson."  risposi balbettando, alzandomi a mia volta dalla sedia e sgranchendomi bene le mie gambe indolenzite dal troppo tempo che ero in quella posizione. Forse la sedia aveva preso la forma del mio fondoschiena.
"Da quanto sei qui, in ospedale?" mi domandò subito dopo. Che dovevo rispondere? 'Sai, è da tre anni che ormai sto qui, pur contro la mia volontà e speranza.'

Flashback.

Ero in cucina a prepargli la sua camomilla, la solita bevanda che beveva prima di andare a letto. Sussultai quando dei piccoli gemiti di dolore lasciarono la stanza di sopra. Salii più in fretta possibile le scale per salire al secondo piano, ed entrai velocemente in camera da letto sua e lo vidi che respirava affannosamente, con una mano sul petto.
Vedevo il suo petto alzarsi e abbassarsi più velocemente del solito, segno che qualcosa stava andando nel verso sbagliato. Notai con la coda dell'occhio che le linee sul piccolo televisore che tracciavano il respiro era pari a zero. No, un'altra volta.

Fine Flashback.

"Dalle tre di ieri notte."  risposi ritornando finalmente alla realtà.
"E non sei neanche uscita un'attimo?" chiese lui meravigliato, guardandomi con gli occhi leggermente spalancati più del dovuto. Scossì la testa un paio di volte, per poi rispondere con un flebile no accorgendomi che mi stava allungando un mano, per far sì che io la afferrassi e la stringessi.
"Vieni, andiamo a prendere qualcosa da mangiare al bar qua di fronte."  
Annuii. Dato che un certo brontolio di stava impossessando della pancia già da qualche ora prima, ma non avendo il coraggio di alzarmi non presi nulla, dato che prendere un panino farcito da quelle macchinette che non danno neanche il resto equivale a vomito e mal di pancia. Ed era vero, prima della morte di mia mamma quando ero ancora piccolina, mio papà mi accompagnò a una di quelle macchinette per prendere un panino al formaggio e prosciutto. Ricordandomelo come se fosse ieri, neanche mezzo'ora che lo finii un mal di pancia pervase la mia pancia. Mio papà mi portò da un'infermiera che lavorava sul posto, spiegandogli cos'era successo non feci neanche tempo di parlare che vomitai tutto addosso a quest'ultima. Sorrisi ripensando a quel momento buffo, provando a immedesimarmi nella parte dell'infermiera schifata.
"Sophie, ci sei?" chiese Harry sventolandomi una mano davanti alla faccia, provando a staccarmi da quella frase di trance. Annuii sicura, dicendogli di aspettare lì dov'era che dovevo avvisare l'infermiera che uscivo un'attimo. Mi avvicinai al bancone di legno, dove un signora sulla cinquantina mi guardava sorridente da quegli occhiali così spessi e grandi.
"Mi scusi, esco un'attimo. Se succede qualsiasi cosa al signor Frank Anderson mi venga a chiamare, sono al bar qua di fronte."
"Non si preoccupi, signorina."
"Grazie." risposi cordialmente alla gentile signora, per poi girare i tacchi e avvicinarmi a Harry che mi guardava con un sorriso stampato sulla faccia. Presi mia borsa grigia in pelle dal tavolino su cui era appoggiata per poi mettermela sulla spalla destra, dicendo a Harry che potevamo andare.
Appena uscii dalla stanza, l'aria britannica era freddissima per il primo inverno in corso.
Il Bar era proprio di fronte a noi neanche venti passi eravamo sulla soglia e fui pervasa da un calore intenso della piccola stufetta in un'angolo della stanza, dato il freddo di quel gelido inverno. Si poteva già inspirare il buon profumo di caffè caldo e brioche appena sfornate, quella mattina. Ci avvicinammo a passo felpato vicino alla vetrina contenente le brioche di vario tipo e una leggera aquolina mi pervase in un'attimo.
"Quale prendi?" mi chiese indicando le brioche appena calde che si presentavano davanti a noi.
"Una brioche alla Nutella." lui rise sorridendomi ordinando la stessa cosa, per poi ordinare due caffè caldi e due brioche alla Nutella. Ci sedemmo ad un tavolino bianco per due, aspettando impazienti la nostra ordinazione.
"Vedo che abbiamo qualcosa in comune." sorrise, riferendosi alla brioche.
Annuii, vedendo la cameriera con il seno prosperoso che si metteva in bella mostra a Harry, che era assolutamente impassibile e non gli rivolgeva neanche un'occhiata. Lo osservai attentamente : labbra fini e rosee, capelli un pò di qua e un pò di là ma perfetti e i  due foreste verdi al posto degli occhi. Era un bel ragazzo, non potevo biasimarlo sennò avevo due pezzi di prosciutto sugli occhi, ma mia mamma quando mi piaceva qualche ragazzo mi ripeteva sempre con la sua voce calda e dolce:  'Non soffermarti solo sull'aspetto fisico ma devi scoprire cosa si cela nell'anima di colui che ti fa battere il cuore.'  Non che mi piacesse Harry ma aveva dannatamente ragione, perchè poco tempo dopo il ragazzino bello e simpatico si trasformava in un  vero e proprio mostro antipatico e terribilmente stronzo. Mia mamma aveva ragione su tutto, in pratica da piccola pensavo che sapesse prevedere il destino perchè lei diceva che le cose andavano così, e infatti andavano sempre come diceva lei.
Afferrai in mano la brioche ancora calda e la mangiai, accompagnata da qualche sorso di caffè. Era da due giorni che bevevo solamente acqua oppure thè, ritrovandomi in paradiso con l'aroma di Nutella in bocca.
"Buona la brioche, Sophie?"
"Sì." risposi semplicemente.
"Ti posso fare una domanda?"
Annuii leggermente, per poi guardare Harry davanti a me.
"Perchè sei qui?"
Ricevetti un colpo basso.  Abbassai la testa, anzi la incassai direttamente rannicchiandomi per sembrare più piccola, mentre una lacrima solitaria percorreva il sentiero sulla mia guancia pallida. Vidi Harry allarmarsi e avvicinare la sedia alla mia, ritrovandoci a pochi centimentri di distanza.
"Ehi, Sophie." mi richiamò dolcemente per poi con il suo grande pollice tirar via le lacrime cadute sul mio viso "Tranquilla, non sei obbligata a dirmelo." detto questo si avvicinò per abbracciarmi mettendo le sue grandi mani sui miei fianchi e io attorno al suo collo.
Il suo profumo sapeva di fresco e di muschio e i suoi capelli profumavano di mele misto qualcos'altro, che non riuscii ad edentificare bene. Ero intrappolata in un suo abbraccio e mi aveva fatto tremendamente bene riceverlo  da qualcuno, cosa che mancò da tre anni. Si staccò e si ricompose, mettendo la sua schiena sullo schienale della sedia di pelle.
"Grazie." lo ringraziai semplicemente.
"Per cosa?"
"Per l'abbraccio."








Ciao a tutti! c:
Come vi sembra? A me piace dai :)
La FF mii è venuta in mente oggi pomeriggio e mi sono FIONDATA  a scriverla sul computer.
Spero che sia di vostro gradimento!<3

Lascio a voi il comando di dirmi se vi piace oppure no e poi le vostre IMPRESSIONI. Mi farebbe davvero piacere!
La trama non è venuta granchè perchè l'ho presa da diverse parti del 1° capitolo quindi non sapevo come diavolo farla e.e
Vado! Buona serata a tutti quanti.


  
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