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Autore: Ninriel    07/07/2013    3 recensioni
Una ragazza snob, una madre inquietante e una casa da sogno. Questa è la vita di Allison. Ma non tutto è come sembra. Non se lei ha dei tatuaggi sulla schiena, tatuaggi che sono sulla sua pelle fin dalla sua nascita, e che nessuno si sa spiegare. Non se un giorno come gli altri appare un ragazzo che nessuno ha mai visto, che le fa scoprire un mondo un mondo misterioso, un mondo in cui tra bene e male non c'è più differenza. Non mondo in cui tutto è possibile. Il loro mondo.
--[DAL CAPITOLO 1 ]--
La ragazza raccolse i lunghi capelli in un asciugamano, e scostando l'accappatoio si guardò la schiena, riflessa nello specchio.
Sotto i suoi occhi, si stagliava un intrico di linee vorticose, nere come la pece, che terminavano in quattro punte spigolose, due appoggiate sulle spalle e sulle scapole, due arrotolate morbidamente sui fianchi.
[...] Quando le osservava, le veniva in mente una sola parola per descrivere quelle strane linee, così aguzze e impenetrabili, eppure così aggraziate: Ali.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Cosa ti aspetti che dica?- Trevor rispose con la solita noncuranza. Pur essendo stupito, e non poco dubbioso, aveva cercato di non darlo a vedere, e con ottimi risultati a giudicare dall'espressione irritata della ragazza
-Non lo so, di certo non mi aspettavo che tu mi credessi su due piedi, ma neanche che accettassi tutto con la tua solita nonchalance!- Sbottò, cercando di interpretare il suo comportamento. Non era in fase post-accettazione, poiché sembrava perfettamente in sé, ma era assurdo che accettasse tutto senza obbiettare.
- Sei... sei sicuro che sia tutto a posto?- La cautela non è mai troppa Pensò fissandolo con circospezione, in attesa di qualche segno che confermasse il contrario. 
Trevor alzò un sopracciglio, notando che quella che sembrava stare meno bene tra loro due era senza dubbio lei. - Cosa ti aspetti che faccia? Dovrei correre per la stanza, o magari chiederti delle prove?- Senza rendersene conto, aveva dato voce ad uno dei suoi pensieri.
-Sì, direi che un minimo di stupore, o di interesse sarebbero delle reazioni normali. - La ragazza lo fissava, al limite della pazienza, chiedendosi come aveva fatto ad innamorarsi -, si disse Mi sono innamorata, è inutile negarlo- di un tipo così irritante, strafottente, sprezzante e borioso. Anche lui dovette capire di aver esagerato, poiché cedette. 
-Okay. Onestamente, credo che tu abbia architettato tutto solo per venire quì. - Affermò. Allison non rispose, ma cominciò a sbottonarsi la giacca di pelle, sotto il suo sguardo interrogativo.
-Se sono prove, che ti servono, basta chiedere.- Ora vediamo se hai da ridire.
-Prove? Sai, credo che spogliarsi quì non sia proprio l'ideale. Mia madre potrebbe entrare da un momento all'altro. Non che a me dispiaccia, ma ho come l'impressione che per te non sarebbe lo stesso- Il suo solito sorriso strafottente e malizioso si era fatto strada sul suo volto,  nonostante stesse ribollendo di irritazione: era lui a condurre il gioco, di solito, e non il contrario.
La rivelazione della ragazza lo aveva preso contropiede.. Da subito aveva avvertito una specie di legame, inaspettato quanto -per certi versi- atteso. Al sentirsi dire che ciò che provava non era solo frutto della sua mente, ma era un legame effettivo, si sentiva quasi deluso. Aveva creduto veramente che fosse per via dell'attrazione che Allison esercitava su di lui, e non causa di forze maggiori, e scoprire che non era così, rafforzava la convinzione che il suo corpo, la sua mente, non avrebbero mai potuto tenere una relazione seria, perché incapaci di provare sentimenti come quelli.
-Ti... credo.- le disse esitante, facendo una smorfia. - Solo che continua a sembrarmi assurdo il fatto che tu non me lo abbia detto subito. Voglio dire, che cosa avevi da perdere?- A quelle parole la ragazza smise di armeggiare con i bottoni, e lo guardò interdetta. Oh-oh. Domande difficili.
-Non lo so... ho sempre considerato quei segni uno scherzo del destino, una cosa da nascondere, non da mostrare. E non avevo motivi per parlartene.- Era sempre stata una cosa intima, osservarsi e cercare un modo per cancellare ciò che non poteva essere cancellato, un modo per sentirsi normale, una volta per tutte. 
Trevor la ascoltò. La ascoltò davvero, prestando attenzione alle sue parole come faceva di rado.-E ora ce li hai? - La ragazza sorrise, un sorriso smagliante e beffardo.
-Oh, sì. Più di uno. In primis, pensavo che avrei potuto chiarire alcuni dubbi dopo alcuni recenti... avvenimenti.- Il ragazzo non capì a cosa fosse rivolto il sorriso che le illuminava il volto, ma preferì non indagare, e la ragazza continuò.
-Quando sei scappato, dopo avermi baciato, ho sentito uno strano rumore in corrispondenza dei tuoi passi... come se le tue scarpe fossero piene d'acqua. E non riuscivo a capire se fosse un frutto della mia immaginazione, finché non ho visto la pozzanghera che c'era nel punto in cui stavi tu.- Fece una pausa, affinché il ragazzo assimilasse ciò che gli diceva. -Acqua...- Mormorò, sovrappensiero.
Quando sono salito in macchina in effetti mi pareva di avere le scarpe bagnante... Non aveva badato più di tanto alla sensazione, preso da altri -ovvi- pensieri. 
Allison lo stava fissando in attesa di poter continuare, perciò riportò l'attenzione su di lei. -Hai presente quando eri in camera mia, qualche giorno fa, e il pavimento aveva preso fuoco?- 
-E come potrei dimenticarmelo? - lei sbuffò, ma proseguì.
-Ero arrabbiata con te, per la tua insolenza, perché pur non conoscendomi affatto mi stavi provocando ingiustamente. E anche quando te ne sei andato senza una spiegazione, oggi pomeriggio.  Ero irritata, amareggiata, stupita.Quando ho preso le chiavi, erano incandescenti. - Lo fissava concentrata, aspettando che comprendesse ciò che tentava di spiegargli. 
-Non capisci?- Sbottò. -Le fiamme in camera, e le chiavi...- 
Improvvisamente il ragazzo afferrò ciò che la ragazza tentata vi dirgli
. -Aspetta. Credi di essere stata tu a provocare questi fenomeni?- Ora era tutto chiaro. Trevor la guardò sollevando un sopracciglio, scettico.
-E, visto che anche io ho i tatuaggi, credi che abbia avuto gli stessi problemi.- dedusse.- Ma ti sbagli. Non sono mai stato così normale. E sono sicuro che quella pozzanghera ci fosse già prima che io me ne andassi.- La coincidenza con l'acqua era strana, ma non era disposto a credere alle assurde parole della ragazza.
Allison scosse la testa. -Ti sbagli. Credo che questi "poteri" siano in qualche modo influenzati dalle emozioni, ma non capisco che logica seguano. Voglio dire, il fuoco si manifesta quando sono arrabbiata, irritata... ma tu? Il sentimento che scatena il tuo elemento è la vergogna?- Il ragazzo abbassò il capo, frustrato. Non capiva come mai la ragazza si accanisse a parlare di simili assurdità.
-Basta. Non puoi piombare a casa mia come se niente fosse, e metterti a parlare di poteri, tatuaggi, fenomeni, elementi o altro.-sbottò.
- Non dopo ciò che è successo oggi pom... - la voce gli morì in gola. Lui stesso aveva chiarito che non gli importava, che era stato un errore,  che non sarebbe più successo,e ora era inciampato nei suoi stessi passi.
Allison lo fissò a sua volta, gli occhi fiammeggianti. - Oh, quindi è questo di cui vuoi parlare, il bacio in parcheggio. è stato soddisfacente?- le parole vennero pronunciate con rabbia, mentre la ragazza stringeva i denti nell'evidente ed inutile tentativo di trattenersi. - Mi consideri al pari di una puttana, un semplice passatempo, un gioco da buttare via alla prima occasione. Non ho dubbi che sia stato di tuo gradimento...-
Trevor era esterrefatto. Nessuno gli aveva mai parlato così, e la cosa gli bruciava, poichè tutte le accuse che la ragazza gli muoveva erano vere. Si disprezzava per non riuscire a provare rimorso per come la aveva trattata, al contrario provava una strana curiosità. Cercò di interrompere quel fiume di parole con tono ammonitore
- Allison...- ma fu solo inutile tentativo, perché la piena lo investì in tutta la sua potenza.
La ragazza strinse gli occhi sorridendo crudele.
-Ma, sai, data tutta la tua esperienza in questo frangente, non credevo fossi così sensibile ad uno "sbaglio" -  gli fece notare freddamente.
Trevor arrossì e strinse i pugni, senza però distogliere lo sguardo. La piena continuava a scorrere impetuosa, e non sembrava voler diminuire d'intensità 
-Tu... tu sei un codardo. Non sai gestire le tue azioni, e credi che nessuno lo noti mentre per tutto il tempo reciti come se fossi un re. Ma sappi una cosa: non tutti sono stupidi. Credevo fossi diverso dagli altri... ora so che non è così. Sei il solito ragazzo borioso e strafottente, che si aspetta di essere servito e riverito da tutti... E SONO FELICE DI AVERLO CAPITO IN TEMPO!- la ragazza finì per gridare, con le guance paonazze. 
Trevor la fissò in silenzio, sorridendo suo malgrado. Uh-uh. É un bel peperino. Pur essendo ferito dalle parole veritiere della ragazza non riusciva a non essere divertito dalla sua espressione furiosa. Erano ancora seduti sul letto, e ciò rendeva la situazione ancora più comica- almeno dal suo punto si vista- poiché tutta la tragicità della scena non poteva essere espressa stando seduta ad urlare con le gambe incrociate -magari in piedi, ma non con le gambe incrociate-. 
Lei lo fissò stringendo gli occhi a fessura -Oh, non ho dubbi che per te sia una situazione divertente- sibilò. 
- Allison io non volevo...- tentò di scusarsi ancora con il sorriso sulle labbra, allungando una mano verso il suo braccio. Appena il suo palmo si posò sulla pelle della pelle della ragazza si ritrasse -Ahi!- esclamò con una smorfia  di disappunto esaminandosi il palmo sotto l'espressione vigile della ragazza. 
-Che cosa c'è?- 
-Mi hai bruciato!- le disse  mostrandole la mano. La pelle era arrossata, come se fosse stato preso a bacchettate. 
Allison lo guardò confusa  -Ma non mi sentivo calda..- .
-É questo che tu preoccupa? Non sentirti calda?- Le chiese calcando volutamente le ultime due parole, mentre sollevava un sopracciglio. Avere prova che le parole della ragazza erano vere, e non solo una scusa per gettargli in faccia ciò che pensava di lui, lo aveva in qualche modo rassicurato, ma ora ciò che stava prendendo il sopravvento era la curiosità, e la voglia di trovare una spiegazione logica a ciò che di logico non aveva nulla. Si nascondeva dietro il sarcasmo e la malizia per non lasciarsi sopraffare da ciò che stava provando.Lei lo guardò inespressiva.
-Te l'ho detto. Non è la prima volta che succede. Ma le altre volte mi sentivo strana... ora non ho sentito nulla.- La sua voce era calma, ma i suoi occhi bruciavano come la sua pelle qualche secondo prima. Si sarebbero guardati in cagnesco all'infinito se non si fosse aperta la porta proprio in quel momento. 
La testa della signora Shtrauss fece capolino mentre li fissava interdetta. 
-Oh... ma non dovevate fare il progetto di economia?- Chiese vedendoli seduti sul letto.
Allison si girò verso Trevor con espressione implorante Ti prego reggimi il gioco ti prego. Lui la guardò sbattendo le palpebre assumendo un espressione innocente, facendo crollare tutte le sue speranze. -Progetto di economia? Quale progetto di economia?- 
La madre lo fissò confusa -Allison mi ha detto che dovevate fare un progetto per domani... Allison?- si girò verso di lei in cerca di spiegazioni.La ragazza aveva stampata in faccia un espressione contrita.
- Hem... - 
Paige assunse un espressione rassegnata-Non c'era nessun progetto, vero?- Allison scosse la testa, sapendo che qualunque speranza in un  aiuto dal ragazzo accanto a lei era vana.
-Mi scusi signora Shtra.... Paige- si corresse, sperando di addolcirla. -Dovevo parlare con Trevor di una questione piuttosto urgente... mi spiace se ho usato una scusa ma credevo che dato l'ora non mi avrebbe fatta entrare...- Accidenti, è davvero tardi Pensò dopo aver dato un'occhiata veloce all'orologio.
 Paige stava guardando il figlio con gli occhi socchiusi e a la rassegnazione aveva ceduto il posto alla severità.
-Che tipo di questioni urgenti? Non avrai di nuovo... - Non concluse la frase, evidentemente ovvia per il figlio.
Trevor spalancò gli occhi incredulo per l'insinuazione che sua madre aveva fatto e che solo lui aveva potuto cogliere, e scosse la testa con veemenza.
- Mamma!- Esclamò con disappunto, ed Allison avrebbe giurato che fosse arrossito. C'era una strana corrente nell'aria, una corrente negativa, che apparentemente scorreva solo tra madre e figlio, ma che permeava tutta la stanza. 
La ragazza si sentì a disagio, e decise che era il momento giusto per defilarsi. 
-Io dovrei andare... - annunciò mentre scendeva dal letto.
Paige distolse l'attenzione da suo figlio, annuendo. -Sì, credo che i tuoi genitori saranno preoccupati. Vieni, ti accompagno alla porta.- le disse premurosa. Sembrava che la piccola bugia che le aveva raccontato fosse già passata nel dimenticatoio, ed Allison tirò un interiore sospiro di sollievo. 
La vocina maligna nella sua testa scelse proprio quel momento per farsi sentire.
La questione con Trevor però è tutt'altro che risolta. È riuscito a cambiare argomento dopo la tua sfuriata grazie alla scottatura, ed ha evitato un necessario chiarimento. Non sei proprio buona a nulla, la insultò. 
Quelle parole la punsero, facendo riaffiorare l'irritazione nei confronti del ragazzo. Con Paige che la aspettava fuori dalla porta, ebbe solo un secondo per girarsi verso il ragazzo. -Non finisce quì. E sai a cosa mi riferisco- sibilò stringendo gli occhi a fessura. 
-Ciao, a domani- Disse poi a voce più alta.
Il ragazzo sorrise, incurante di non essere ricambiato. -Ci vediamo... spero sarai ancora calda...- La salutò facendosi sentire da sua madre, e facendole capire che che le sue parole non lo avevano minimamente spaventato.
La ragazza non arrossì né accolse la provocazione, e l'ultima cosa che il ragazzo vide prima che la porta si richiudesse, furono le sue iridi vermiglie che lo fissavano irritate. 
Iridi vermiglie.C'è qualcosa che non quadra. Fu il suo ultimo pensiero.



Nota dell'autrice
Che ve ne pare? é un pò più lungo del solito, scommetto che non vi è dispiaciuto :-D. Allora... come avete visto le cose tra Allison e Trevo vanno a gonfie vele...naturalmente si fà per dire, perchè peggio di così non potrebbe andare D-:
Fatevi sentire, ditemi cosa ne pensate, accetto anche le critiche, solo... fatemi capire che ci siete .-.
Okay, ho finito. Vi lascio una delle mie pazze scenette e vado. Spero di trovare molte recensioni o a Trevor e Allison renderò la vita impossibile :-)))) ... lo sapete che scherzo, non siete obbligati... 

*Allison è alla mia destra, e guarda in cagnesco Trevor che è dall'altra parte*
-Sei un insensibile sbruffone codardo...- *inveisce lei*
*lui la fissa, strafottente*-Non mi pare che a te sia dispiaciuto baciarmi- 
*lei stringe le labbra* -Okay, calmatevi. Quì decido io. un altra parola, insulto o battuta che sia e vi faccio diventare rospi.- *intevengo*
*Allison sbotta* -é un demente!Gioca con i miei sentimenti come se nulla fosse! Non è giusto che l'unica a soffrire sono io!- *sorrido*
-Oh, tranquilla. Malgrado l'apparenza nanche lui è immune alle tue frecciatine- *la rassicuro*
*entrambe ci giriamo verso di lui, che si fa piccolo piccolo sotto i nostri sguardi malvagi*

 
  
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