Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: LaDolceScrittrice    08/07/2013    1 recensioni
L'adrenalina è il motore dell' adolescenza, quel periodo in cui sfido chiunque a non essersi mai sentito invincibile,inafferrabile o immortale : UN SUPEREORE.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chi avrebbe mai pensato che Luce nel giro di poco tempo  avrebbe potuto spezzare il cuore di Daniele in un modo così disinvolto che faceva quasi vomitare, eppure restò nostra amica lo stesso, forse perché quella sera avevo intuito ,senza che me lo dicesse, in che modo io avrei dovuto aiutarla. Non era un aiuto magico, era un aiuto che chiunque avrebbe potuto dargli: qualcuno che le volesse bene. Vi è mai capitato di esitare nel dare una mano a una persona soltanto per paura che vi potesse prendere tutto il braccio? Ecco, a me no ma ogni tanto avrei dovuto pensarci. Da quella sera poi imparai anche un’ altra cosa: non eravamo sole. E questo mi sarebbe stato utile giorni dopo.
Era un martedì sera e il locale pullulava di gente, per fortuna per quanto fosse un pub di paese era molto grande. Come sempre c’ eravamo perse in chiacchiere e così non sapevamo più l’ una dove fosse l’ altra, con la gola secca per l’aver parlato troppo allora mi sedetti su un divanetto a gambe incrociate con l’ aria di chi si prende una pausa dal lavoro. Ma la pausa non durò molto perché si avvicinò a me una faccia conosciuta, mi salutò con un bacio e una spettinata di capelli: gli piaceva farmi sentire una bambina. Poi iniziò a parlare e a me vennero in mente un sacco di pensieri:  “Adele dimentica ciò che ti ha detto quella sera, lui fa così con tutte. E poi che ha detto di male?! Che eri bella?! Bhè non c’ nulla di eclatante, cerca di comportarti d’ amica, non fargli credere niente. Sai come si è comportato con tua cugina, faresti del male a lei e a te stessa.” E mentre pensavo e lui parlava senza che io lo ascoltassi, il suo profumo mi riempiva le narici e mi faceva stare bene, il rumore della gomma da masticare nella sua bocca mi intontiva mentre avevo messo gli occhi su quel buffo braccialetto fatto a metro che mi ricordava quella mia battuta stupida dell’ altra sera riguardo le lunghezze. Mi scosse con quelle sue braccia per nulla esili  e ricoperte da un folto pelo. “Niente a che vedere con i ragazzini della mia età con cui ho a che fare ogni giorno” pensai. Che pensiero stupido.
“Adele! Mi stai ascoltando? A quanto pare no. Ti stavo dicendo che domani andiamo al mare vieni con noi?”
A parte che da sola non sarei andata in macchina con dei ragazzi che conosco appena, i miei non mi avrebbero dato a prescindere il permesso. Così, per non fare la figura della bimbetta ( che in realtà ero rispetto a lui) risposi con un secco:
“Ti farò sapere”
“Dillo anche alle altre ovviamente!”
Questo “anche alle altre” mi rassicurò, significava che  non ci stava provando con me , ci teneva soltanto ad invitare tutte. Sì, mi rassicurò perché a me non piaceva, mi attirava soltanto questo modo di fare che aveva con tutte, ti faceva sentire importante e attraente e non è una dote da poco in uomo, ma penso che la cosa che mi attirasse di più in quel ragazzo, o dovrei dire uomo perché a ventidue anni si è uomini, è il fatto che nel suo gruppo di amici c’ era  LUI. Avete presente quel ragazzo che vi toglie il respiro, e ve lo toglierà sempre anche se si rasasse a zero i capelli e si facesse un tatuaggio di hello kitty su una chiappa, quello a cui andate dietro da anni e per il quale fareste di tutto, sareste sua  se solo lui schioccasse le dita, fareste a pugni per un suo  bacio.
Ma da quando avevamo avuto quella storiella da piccoli e c’ eravamo lasciati, lui c’aveva messo una mega pietra sopra ed io neanche una piuma, ma ammetterlo sarebbe stato da donne deboli e soprattutto autolesioniste visto che lui se ne girava una al giorno ed io.. bhè non proprio. Così frequentare ogni tanto Lorenzo sarebbe stato l’ unico mezzo possibile per frequentare anche lui. A un certo punto si avvicinò a noi, mi salutò con un sorriso e poi si rivolse a Lorenzo:
“Andiamo a prenderci una schiacciata al forno? Ho lo stomaco che brontola per i troppi negroni.”
Federico fa per annuire poi mi guarda e dice scherzando ma con un filo di serietà:
“Solo se viene anche Adele, la mia scaccolatrice personale!”
Il ricordo un po’ tremolante di quella sera in cui ,un po’ brilli, fingevamo di scaccolarci a vicenda mi dette il voltastomaco. Cosimo ci rise un po’ su, poi capì che era una battuta “seria”:
“ Ah ok.. se lei vuole abbiamo un posto in più in macchina” ma non sembrava molto contento ed io accettai proprio per fargli un dispetto. In realtà poi in macchina eravamo solo noi tre, non so perché avesse detto quella cosa. Intanto dentro di me speravo che Cosimo non avesse bevuto  perché se avessimo fatto anche solo un piccolo incidente avrei dovuto dar ragione ai miei genitori. Detto fatto, uno strano animale  attraversò la strada e la Mini di Cosimo inchiodò di colpo. Non era successo niente  ma c’ eravamo spaventati ,così fermammo la macchina in uno spiazzo per strada, anche perché Cosimo diceva di non sentirsi molto bene. Aprì lo sportello e si accasciò per terra così io urlai a Lorenzo di chiamare un’ ambulanza, ma lui mi faceva segno di scappare però io non capivo e non volevo lasciarli soli. Mi girai verso Lorenzo per dirglielo ma sentii uno strano latrato provenire dalle mie spalle. Mi rigirai di scatto e Cosimo era sparito, al suo posto c’era una strana bestia simile a un lupo mannaro ma io non riuscivo a  capire: in tutti i libri e i film che avevo letto e visto i lupi mannari si trasformavano con la luna piena, ma quella notte la luna non lo era affatto. Lorenzo mi prese per il braccio e mi allontanò da Cosimo che nel frattempo saltò sulle sue quattro zampe agili e gli afferrò la gamba con la bocca  infilando quei suoi dentoni affilati nella carne. Lorenzo gridò dal dolore e si accucciò a terra. Adesso l’ animale stava fissando me con quella bocca sanguinosa e quello sguardo da assassino. Cosa potevo fare? Non potevo ferirlo era pur sempre Cosimo, e poi anche avessi voluto lui era mille volte più forte di me. Mi concentrai allora sul mio potere, il problema era che io sentivo l’ anima delle persone, non degli animali (quello era compito di Gaia). In fondo però pensai che era pur sempre una persona trasformata in lupo e da qualche parte in quella bestia ci doveva pur essere un’ anima umana.  Non avevo tempo per pensare però, dovevo  aiutare Lorenzo. Misi la mano sulla sua gamba ma nulla. Una vocina poi si fece spazio nella mia mente “Non puoi rimediare alla magia con la magia, ricordi?!” Ma certo. Allora lanciai con un gesto della mano un bastone che ferì una zampa di Cosimo. Quella mossa non l’ avrebbe ucciso ma mi avrebbe dato il tempo di trascinare Lorenzo (che nel frattempo era svenuto) nella macchina e chiuderla.
“A noi due lupaccio!” pensai. Ci guardavamo negli occhi ma il suo sguardo non era più così cattivo. Riuscivo a sentire l’ anima di Cosimo che implorava pietà, che voleva uscire da quel corpo. Non avevo più paura adesso allungai la mano e azzardai una carezza. Credetemi quella fu la prima volta che vidi una lacrima scendere da un occhio di un lupo, a dire la verità fu anche la prima volta che vidi un lupo. Quel momento di tenerezza però non durò a lungo, l’ anima feroce della bestia infatti prese il sopravvento su quella tenera ( o forse soltanto un po’ meno feroce) di Cosimo.
Mi ritrovai la mattina dopo tutta fasciata in una stanza d’ ospedale.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: LaDolceScrittrice