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Autore: Coder    08/07/2013    0 recensioni
Questa storia l'ho creata per il contest "A Strange Fantasy".Essa racconta la storia di Abe, un uomo disturbato e molto controverso e della sua avventura nel mondo oscuro che lo circonda.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suo respiro affannoso si faceva sempre più pesante.Era in una stanza completamente congelata e freddissima.La visibilità era molto bassa e man mano che avanzava poteva vedere l’oscurità avvolgerlo man mano.Le larghe braccia del terrore si stavano chiudendo su di lui.Abe decise di allungare il passo.Lottando contro il freddo pungente iniziò a camminare più velocemente in quell’abisso.Qualcosa si mosse.Abe rimase paralizzato, poteva sentire il sangue gelarglisi nelle vene.Riprese a camminare, terrorizzato.L’ombra non era ferma, sembrava pulsare di vita, ed Abe percepiva delle presenze vicino a lui.Poi li vide chiaramente.Esseri oscuri dagli occhi bianchi.Molti si avvicinarono a lui, altri, in preda a raptus folli ridevano massacrando carcasse deformi.Altri ancora sembravano “vuoti”.Strinse i denti per evitare di cedere alla paura e paralizzarsi in un pianto senza fine.Gli sembrava di stare affrontando i demoni della propria vita, tutti in una volta.Passò fra di loro.Nessuno provò a toccarlo, lo fissarono solo insistentemente.Dopo poco, un fragore immenso si fece spazio nelle orecchie di Abe.Un vortice nero iniziò a risucchiare la stanza con ingordigia, divorando tutto ciò che vi era all’interno.Abe provò a correre per non essere preso, ma ben presto venne sbalzato in aria e tirato violentemente indietro.Tese una mano in avanti mentre affondava nella bocca oscura.

Era fresco.L’erba bagnata sotto di lui gli provocava una sensazione piacevole di sollievo.Aprì gli occhi.Era in una foresta, appena fuori da un accampamento.Era l’accampamento di un grosso esercito.Del suo esercito.Era dove lavorava il cuoio per le armature rotte dei soldati.Sentì dei passi veloci.Immediatamente si voltò e vide un uomo correre nella boscaglia.Lo seguì.Quella scena gli sembrava tremendamente familiare.L’uomo non si fermava, correva senza sosta.Dopo pochi minuti sembrò rallentare.Era in uno spiazzo abbastanza grande in mezzo agli alberi.Degli altri uomini uscirono dalla boscaglia.Uomini del nemico.Parlavano con l’uomo, che ancora Abe non riusciva ad inquadrare.Ad un certo punto la discussione si accese.L’uomo chiedeva una ricompensa, forse.Abe non sentiva bene.Ma poi capì, e la verità gli creò uno squarcio nell’anima.L’uomo venne atterrato ed Abe lo vide in faccia.Era lui.

Una fortissima fitta alla testa lo travolse, e una serie di immagini e ricordi invasero i suoi pensieri.Lui era quella sera, in quel bosco, per vendere informazioni sullo spostamento del proprio esercito al nemico.In cambio, una lauta ricompensa e la fuga dalla guerra.Un vero eroe.Ma non era andata come si aspettava.Forti urla si fecero presenti.Le orecchie sembravano sul punto di scoppiargli.Chiuse gli occhi.

Un rumore di spade, il rumore della morte.Riaprì gli occhi.Era in piedi e davanti a lui, lo spettacolo della morte.Il cielo era rosso sangue e davanti a lui una gigantesca e sconfinata valle circondata da rocce appuntite imponenti.La vallata bruciata, e i due eserciti si scontravano.Frecce viaggiavano nel cielo e falciavano senza pietà soldati alleati, diversi uomini morivano sotto l’assalto incrociato della fanteria.Sangue ovunque.Mosse dei passi barcollanti, attraversando corpi dilaniati e uomini piangenti in punto di morte, per poi cadere in avanti sulle mani.Una battaglia imponente, fiumi di sangue ovunque.

-Li hai venduti tu-

Abe si girò spaventato.All’improvviso era in una stanza bianca.Un uomo completamente ricoperto da bene e fasciature era di fronte a lui.
-Questo, è stato il risultato delle tue azioni- la sua voce era tagliente e profonda
-Io..- Abe era sconvolto
-Non riesci neanche a parlare-l’uomo si voltò
-Sei un mostro, lo sei sempre stato.Ti ricordi di nostra sorella, vero?-
Una risata malata si levò da sotto le bende dell’uomo.
-Nostra..no, no, NO!- stava per piangere.
-Stai capendo vero?-

Non era la sola voce dell’uomo a parlare.Dietro di lui apparve Koral.Un Koral diverso, dagli occhi vuoti.

L’uomo bendato si girò di scatto e lo trafisse col suo solo braccio.Rise.
-Non c’è più divertimento ormai, l’hai già lasciata a morire prima la tua coscienza, non è vero?-

La voce si stava facendo più forte e folle.

La sua mente stava delirando.Aveva sempre delirato.Abe era sempre stato un folle.In bilico fra razionalità ed irrazionalità, una lotta continua con se stesso.Era sempre stato diviso fra tenebra e luce, ma gli era chiaro cosa avesse vinto.Lui era un debole.Un uomo che non aveva ottenuto niente dalla vita.Condizionato solo dal suo egoismo e costantemente tentato dalla violenza.”Nostra sorella”.Da quell’attimo tutto gli fu chiaro.

La sua anima.Quel posto, era la sua anima.Koral non era altro che la sua coscienza, l’unica parte buona rimasta di se.Ecco perchè sapeva tutte quelle cose.Ecco perchè era sicuro che ogni volta dicesse la verità.Ma era morto.E l’oblio aveva preso il controllo.La sua parte malata, folle.L’uomo estrasse il braccio.Metà del suo corpo era impregnato di sangue.

-Ciao Abe.Io sono te- disse con voce calma
-Io ti completo.Tu non sei nulla.Hai sempre cercato di negarmi, eppure eccoci qui-
Abe si alzò.I muscoli gli facevano male.Era stanco.Stanco di tutto.

La sua anima torturata, era solo il risultato delle sue azioni.Ripensò alla foresta, al terrore che incarnava.Alla grotta, casa della violenza che da sempre lo aveva permeato.Alla valle dei cadaveri prima della città, e poi alla città stessa, il cuore della sua anima povero e devastato.E ora era qui, nel nucleo di se stesso, dove tutta la sua essenza si manifestava in una sola figura.Lo caricò estraendo il coltello.Un urlo disumano.Il sangue era freddo.

L’ultimo uomo lo guardava paralizzato, implorando pietà ai suoi piedi.Il secondo, che prima era vivo ora era contro il muro con la testa sfracellata.Le mani di Abe ben ferme sul coltello che stava affondando nel proprio petto.

Infilò il coltello con forza ancora più a fondo nella carne della Follia.Un fiotto di sangue uscì a forza dalla bocca impregnando le bende.

 

Tutto iniziò a svanire.La stanza, la Follia, l’anima.

In ginocchio, con una pozza di sangue sotto le gambe e con il pugnale nel petto Abe mormorò le sue ultime parole

-Addio, folle-

  
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