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Autore: jawaadhitme    08/07/2013    1 recensioni
Summer è una ragazza di 17 che sta per avere un fratellino o una sorellina e che rincontra una persona speciale dimenticata da 14 anni!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sbattei la porta di casa e corsi piangendo verso la mia camera. Mentre salivo le scale sentivo mia madre che di sporgeva dalla cucina dicendo“Summer, sei tu?” “Tesoro, tutto bene?”. Nonostante mia madre fosse una persona molto vicina a me, la ignorai, volevo stare sola. Entrai in camera mia, aprii il cassetto e lo buttai giù cercando disperatamente la chiave. Mia madre, intanto avanzava, stava per toccare la maniglia quando trovai la chiave e chiusi velocemente la porta della mia camera. Continuava ad abbassare la maniglia per entrare e io le dissi di andare via, così girò i tacchi e tornò in cucina.
Io invece andai in bagno a sistemarmi il viso, segnato da strisce di mascara, e a fare un bagno caldo con Someone Like You di sottofondo. Mi rilassava molto quella canzone ma allo stesso tempo portava tanta tristezza, mi ricordava la persona dalla quale, pochi minuti prima, ero corsa via. Una persona orribile, che mi aveva spezzato il cuore, gli avevo dato l'anima e lui mi aveva tradito. Sì, il mio ex!
Ero andata a casa sua per fargli una sorpresa, invece la sorpresa l'aveva fatta lui a me, era andato a letto con una ragazza, ma non una ragazza qualunque, la mia migliore amica. Così scappai via piangendo e quando lui cercò di fermarmi gli graffiai il visto con le chiavi e gli sbattei la porta in faccia.
Contavo molto su di lui, mi aveva sempre sostenuta, mi era sempre stato accanto e gli avevo raccontato tutto quello che mi turbava. Anche la mia migliore amica, Jessica, era sempre stata sincera e comprensiva con me, mi stava vicino quando avevo bisogno di qualcuno con cui parlare. Ma entrambi mi avevano voltato le spalle, come avrei fatto?! Nonostante le lacrime che scendevano per quei ricordi, me ne feci una ragione, la vita sarebbe andata avanti!
Non appena finì Someone Like You, la misi da capo e dopo averla ascoltata quattro volte uscii dalla vasca e indossai il mio accappatoio. Tornai in camera e presi il pigiama bianco a righe blu dal cassetto per poi ritornare in bagno ed indossarlo.
Feci una coda di cavallo alta e scesi in cucina.
Mia mamma non disse niente, mi invitò semplicemente a sedermi a tavola per cenare. Non appena poggiai il sedere sulla sedia sentii il campanello suonare e dissi a mia mamma, indaffarata a cucinare, che sarei andata io ad aprire.
“Buonasera signorina!”
“Buona sera signor Evans, vuole ordinare qualcosa?”
“Mmmh, grazie mille signorina, opterei per il menù fisso.”
“Benissimo, c'è solo quello.”
Come si può ben capire avevo un bellissimo rapporto con mio padre, nonostante tutto riusciva a farmi sorridere e a farmi capire che lui era il mio vero uomo. Lo amavo incondizionatamente da quando ero nata, non riuscivo ad immaginare una vita senza lui. Mi trattava come la sua bimba nonostante i miei 17 anni, non mi avrebbe mai deluso e messa da parte anche dopo la nascita del mio fratellino o della mia sorellina.
Sì, mia madre era incinta ma non sapevamo ancora se era un maschietto oppure una femminuccia. Per me non faceva differenza, o maschio o femmina quel neonato sarebbe stato la gioia della mia vita. Dopo esser stata per 17 anni figlia unica ero elettrizzata dal fatto che avrei potuto occuparmi di una creaturina quando mia madre e mio padre lavoravano. Tutte quelle fantasie però erano ancora precoci, mancavano ancora 6 mesi alla nascita e mia madre voleva che il sesso del bambino fosse una sorpresa così non se lo fece dire dal ginecologo.
Dopo mangiato salii le scale a passo lento, ero stanchissima. Aprii la porta della mia stanza e mi buttai sul letto chiudendo gli occhi. Non riuscivo, però, a prendere sonno così presi il cellulare e vidi che avevo 5 chiamate perse e un messaggio acustico, sbloccai lo schermo e vidi il nome 'amore mio'. Non avevo ancora cancellato il numero, nè stappato tutte le foto attaccate alla parete della mia stanza, nè buttato tutto quello che mi ricordava lui. Dovevo praticamente cancellare 7 mesi della mia vita. Era difficile.
Nonostante non volessi più sentire parlare di lui ascoltai il messaggio.
“Summer, è stato tutto uno sbaglio, scusa. Richiamami, voglio spiegarti.”
Scendevano le lacrime sul mio viso. Non lo richiamai.
La sofferenza mi stava tenendo compagnia, in fondo ero sola. Sola ma proprio sola, senza nessuno.
La sofferenza mi fece addormentare.
La mattina seguente mi svegliai alle 7:45, era tardissimo. Mi alzai velocemente e andai in bagno a sciacquarmi il viso. Tornai in camera e scelsi i vestiti da mettere. Canotta bianca, camicia a quadrettoni sopra, jeans stretti, nike blazer e qualche accessorio erano l'ideale.
Scesi le scale veloce come un razzo e uscii dalla porta senza neanche fare colazione. Corsi a piedi fino a scuola, appena in tempo per la campanella. Entrai in classe e mi sedetti al primo banco invece che al mio posto abituale accanto a Jessica.
Seguii le lezione con molta disattenzione..avevo altre cose per la testa. Al suono dell'ultima campanella sentì una mano poggiarsi sulla mia spalla.
“Scusa.”
“Tranquilla Jess, le troie vanno perdonate e mandate a fare in culo.” dissi salutandola con il mio dito medio.
Girai i tacchi, agitai i capelli, feci un mega sorriso e cominciai a camminare a testa alta. Mi sentivo superiore e questo a qualcuno dava fastidio dato che mi fece lo sgambetto.
“Ahia!”
“Oh, scusa miss superiorità.”disse un ragazzo castano.
“No, scusi me mr. antipatia!!” risposi acida.
“Ci si vede in giro signorina.” disse strizzando un occhio.
“Non vedo l'ora.” dissi sfoggiando il mio sorriso.
Uscii da scuola e mi avviai verso casa quando senti il suono di un clacson, mi voltai e..
'Ehi miss, vuoi un passaggio?' disse il ragazzo castano.
'Mi stai sul cazzo ma dato che sono in ritardo accetto, grazie' dissi aprendo la portiera.
'Ti chiami Summer vero?'
'Si e tu sei..'
'Liam'
'Ah, Payne del quinto anno!'
'Esatto, tu sei la fidanzata di Chad, vero?'
'Ero' dissi sospirando.
'Oh scusa non lo sapevo.'
'E' quello il portone, grazie per il passaggio.'
'Di niente, a domani'
'Ciao' dissi agitando la mano.

  
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