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Autore: Roxiy    08/07/2013    2 recensioni
I due si conoscono benissimo,ma sono estranei. Migliori amici un tempo,compagni di classe adesso. 
Dal prologo:
Proprio non posso non pensarci a quello che sarebbe stato se non avessi iniziato ad odiarmi perché il mio ‘ti voglio bene’ si era trasformato in un ‘ti amo’. Non è mica colpa mia se tu sei così maledettamente perfetto. E se il mio cuore non può nemmeno lontanamente pensare di esistere senza il tuo nome marchiato sopra. Ricordi indelebili,incisi a sangue nella mia mente. Notti passate insonnie solo per non essere costretta a sognarti. Sono forse ossessionata,ma quella che tu chiami ossessione io lo chiamo amore.
***
Siamo nella stessa classe – punizione divina per averti amato troppo – e la tua immagine l’ho davanti ogni giorno. Quanto stai bene tu,tanto sto male io. Vedi? Ci completiamo,ma non combaciamo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo 6
Il pomeriggio trascorre lento,non sembra voler passare,tutto il tempo che trascorrerò in questa casa mi avvicinerà al manicomio. Se penso positivamente. Forse la morte non sarebbe neanche un’alternativa così scura e annebbiata,in fondo sai che grandi perdite.
Non riesco a pensare in modo lucido,sembra tutto così confuso. Sento di non essere a casa mia,mi sento a disagio,vorrei sparire ad ogni passo.
Bevo l’ultimo sorso d’acqua nel mio bicchiere e poi lo poggio nel lavandino. Ora sto un po’ meglio,non riuscivo a respirare dopo la mia ‘chiacchierata’ con Marco. Sentivo come se i polmoni si stessero ribellando,lo stomaco si contorceva in preda alla rabbia e alla frustrazione. Sarei potuta morire,e tutto per una conversazione durata all’incirca 20 minuti. Ridicolo.
Ma in fondo sapevo di potermi considerare libera adesso. Stavo tentando di cancellare il nome di Marco dal mio cuore,anche se era marchiato a fuoco. Magari le cicatrici possono sparire con un miracolo,uno grande però. Di quelli improvvisi e inaspettati che senti ti siano regalati dal cielo.
Non dimenticherò tutto in un battito di ciglia. Non sono un computer,non ho un pulsante ‘rimuovi’ o ‘ripristina’. Magari ne avessi uno. Ma sono una persona ottimista io. Col tempo,sarebbe arrivato qualcuno che mi avrebbe rovinato il rossetto e non il mascara.
‘Scusa,Marco è in casa?’ mi volto per scoprire il proprietario di quella voce timida e quasi sussurrata. Un bel  ragazzo con gli occhi verdi mi sorride ingenuamente,attendendo una risposta.
‘La porta era aperta e sono entrato.’
‘Si. Marco è in camera sua,credo.’ Probabilmente era uno dei suoi amici,quelli con cui passa tutto il tempo a scuola a scegliere le nuove ‘prede’.
‘Tu sei la nuova ragazza di Marco?’ ecco,come non detto.
‘Cosa? No! Sono soltanto un ospite.’ Dico con un espressione raccapricciata. Non ci tengo particolarmente ad essere scambiata per una delle sue bamboline.
‘Ok. Mi dispiace.’
‘Non è colpa tua. Si chiama autodifesa.’

‘Tom? Muoviti,ti stavo aspettando!’ Marco spunta dal salotto con un espressione seccata e con un filo d’imbarazzo. Prende il suo amico per un braccio e lo tira su per le scale.


***

‘Che stavi facendo?’ chiedo seccato a quel coglione del mio amico.
‘Stringendo amicizia. Tutto qui.’ Dice lui accennando un mezzo sorrisetto malizioso.
‘Non pensarci neanche!’ lo ammonisco intercettando i suoi pensieri osceni su Alison.
‘Perché no? Amico,è uno schianto!’
‘Sei un verme! Non provarci,mi hai capito?’ lo spingo sul letto e lui mi guarda di traverso.
‘Se piace a te basta dirlo. Possiamo fare a turno’ sorride come un ebete. Ma si era fumato anche quel briciolo di cervello che gli rimaneva?
‘Non mi piace. Alis è come una sorella per me,quindi cerca di trattenere il tuo amichetto nelle mutande se non vuoi finire come l’ex ragazzo di Lisa!’ Scoppia a ridere.
‘L’abbiamo conciato per le feste quello sfigato. Così impara a cercare di portarsi a letto la piccolina di casa.’ Non andavo fiero di aver fatto piangere un 14enne ma quando si trattava dell’incolumità di mia sorella diventava tutto meno importante.
‘Comunque tu ti sei fatto mia cugina perché io non ci posso provare con la tipa di sotto?’ non mi ero fatto sua cugina,era lei che si faceva me. Quella sera ero per 90% alcool e il resto erba.
‘Non scassare Tomas! L’hai portata?’ chiedo accomodandomi sul letto accanto a lui.
‘Certo,ma fa attenzione non voglio guai!’ tira fuori dalla tasca un pacchetto di hashish e me la porge. Non ero un esempio,ma non lo facevo per essere figo agli occhi degli altri.
‘Grazie.’ La nascondo nello zaino e faccio cenno al mio amico che possiamo andare. La festa inizierà tra pochi minuti,non voglio ritardare al compleanno della mia ragazza.
Scendiamo le scale due gradini alla volta. Alis non è più in cucina,adesso è sul divano a leggere un libro. Lei adora leggere,lo ricordo come se fosse ieri. Quando aveva solo 10 anni lesse 3 libri tutti in una settimana. Poi mi fece il riassunto dettagliato di ognuno di loro. Adoravo il suo modo di coinvolgersi nella storia,a volte le capitava di  piangere leggendo. Lo sapevo solo io,me lo aveva confidato un giorno. Il giorno prima del ‘litigio’.
Apro la porta ed esco fuori seguito da Tom. Lo vedo perplesso. ‘Che c’è che non va?’

‘Ho dimenticato una cosa. Ti raggiungo subito.’ Dopodiché rientra in casa correndo.


***

‘Alis giusto?’ una voce familiare interrompe la mia lettura. Odio essere interrotta nelle scene madri. Alzo gli occhi scocciata e l’amico di Marco mi guarda con una smorfia divertita sulla faccia.
‘Si’
‘Io sono Tomas. Puoi chiamarmi Tom. Ascolta io e Marco stiamo andando ad una festa di compleanno per Melanie. Al posto di rimanere qui a leggere come una sfigata perché non vieni con noi?’ Sfigata? Chi si credeva d’essere?
‘Preferisco rimanere ed essere una sfigata piuttosto che fumarmi il cervello ad una festa guardando troie che competono per il titolo di “Sgualdrina dell’anno”. Adesso ritorno alla mia lettura.’ Li faccio cenno con la mano di andarsene ma lui rimane a fissarmi a bocca aperta.
‘Senti..ti lascio l’indirizzo in caso tu cambiassi idea.’ Poi scrive qualcosa su un foglietto di carta e me lo porge.
‘Grazie. Appoggialo pure nel cestino dei rifiuti.’ Sorride spastico e lo poggia sul divano poi esce facendomi l’occhiolino. Il peggior tentativo di rimorchio della storia. Che orrore.
Dopo 20 minuti passati a leggere la noia minaccia di ingoiarmi. Cosa faccio adesso? Sono tutti fuori,rimango solo io,il mio stupido libro e un biglietto con un indirizzo. Che strana situazione. Io non amo il caos,la musica,l’alcool e quel genere di cose. Ma quando minacci una crisi d’identità e sono solo le 6 del pomeriggio tutto diventa possibile.
Guardo il foglietto,il posto non è molto lontano,a piedi si può raggiungere in malapena 10 minuti. No,non ci andrò. Sinceramente non ci tengo a guardare Mel strusciarsi su Marco come una cubista in calore.
Però,non è detto che io debba guardare solo loro,no? Potrebbe essere pieno di gente interessante,magari anche il mio futuro marito potrebbe essere a quella festa. Non posso sprecare un’occasione così. D’altronde se non riuscissi a stare lì potrei sempre tornare a casa no? Nessuno mi tratterebbe.
D’accordo solo mezz’ora. Giusto per esplorare da vicino ‘Il Meraviglioso Mondo Di Marco’. Poi magari un salto in biblioteca per prendere un libro più interessante,magari che non tratti della seconda guerra mondiale

  
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