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Autore: Finnick_Odair    08/07/2013    1 recensioni
Nella terra di Grytto regnavano pacifiche le quattro razze reali, ognuna segnata da un proprio stendardo di diverso colore. Bianco come le fredde terre del nord e la neve che essa ricopre ai draghi dominatori degli elementi. Viola come le saette che squarciano il cielo nelle lunghe tempeste dell'ovest agli umani portatori di intelligenza. Verde come le miti pianure del sud agli elfi che custodiscono l'antica parola e Rosso come il fuoco e il calore che devasta ogni cosa ai maghi artefici delle battaglie.
Ogni popolo sotto il proprio stendardo doveva seguire le leggi che esso dettava e le leggi cambiavano per ogni popolo.
Ai draghi non era permesso uscire dalla catena montuosa che circondava il loro territorio. Agli umani non era permesso l'uso della propria intelligenza per creare il male. Gli elfi non dovevano piegare al loro volere la natura e i maghi non dovevano affinare le loro capacità ai limiti della magia.
Queste leggi erano l'unico fattore che permettava ai popoli di non entrare in guerra, sapendo che si sarebbero devastati a vicenda ma un giorno tutto cambiò.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hao si girò di scatto ma tenendo la mente ben concentrata sulle gocce d'acqua che toccavano terra. Eriein era stata uccisa da una sorta di rettile che, molto probabilmente, era uscito dalla scala dietro l'altare. Eirein però aveva risposto in tempo all'attacco tranciando di netto la testa del mostro. Leigheb era rimasta immobile, la sua faccia aveva assunto l'espressione di uno-che-non-sa-quello-che-è-successo-ma-sa-che-deve-avere-paura, e continuava a non muoversi. Il rettile aveva ucciso Eirein affondando le possenti zanne nel braccio atrofizzato. 
-Veleno- Pensò Hao, visto che aveva verificato lui stesso che in quella parte del braccio non sentiva dolore né tantomeno era sensibile a contatti.
Ma come aveva fatto il veleno a passare dalla parte morta alla parte viva del braccio? Altre domande senza risposta si aprirono nella mente di Hao. Dalla scalinata dietro l'altare potevano sentirsi ora vividamente continui sibili e risate malevoli, ne stavano arrivando altri! Leigheb, come pervasa da una forza improvvisa si lanciò nella scalinata e Hao dovette seguirla. Nel frattempo quelle gocce d'acqua continuavano a scendere nella mente del ragazzo e i suoi occhi erano ancora verdi.
La strada che portava probabilmente nel sottosuolo era buia ma gli occhi di Hao gli permettevano di vedere perfettamente mentre Leigheb non faceva altro che continuare a trasformare la sua arma in modo che le scintille che l'avvolgevano durante la trasformazione illuminassero il percorso. Continuavano a scendere, Leigheb menando fendendi e affondi in ogni direzione, mentre Hao ritornava a usare le sue frecce inondandole di magia. 
-Finalmente ciò che mi riesce meglio!- Pensò ancora Hao, rattristandosi però, capacitatosi del fatto che si trovasse in una situazione sconveniente. 
Le frecce centravano perfettamente il bersaglio e mentre quei mostri striscianti cadevano inermi, Hao seguiva Leigheb in preda ad una grande furia. La ragazza aveva una grandissima forza che se liberata poteva scatenare anche un temporale! Hao cercò di annotarsi nella mente, ancora focalizzata sulle gocce battenti, di non dover mai allenarsi con Leigheb, nemmeno con delle spade di gomma! Tutto questo se fossero usciti vivi da lì sotto.
-Leigheb! Fermati ti prego!- Urlò Hao in preda alla disperazione.
Aveva quasi finito le frecce e riprenderle dai corpi senza vita richiedeva una perdita di tempo e, ovviamente, la perdita dell'amica. Cercò di richiamarle a sé attraverso la telecinesi ma la sua mente rimaneva fissa su quelle fottute gocce d'acqua! Hao cercava solamente di richiamare le frecce e invece la sua mente si era stabilizzata su quell'acqua distraente.
-Frecce! Venite vi prego!- Pensava insistemente Hao -Venite!-.
Le gocce d'acqua svanirono dalla mente di Hao che tirò un sospiro di sollievo e già si chiedeva del perchè all'improvviso fosse sparita dalla mente quell'immagine. Altre figure striscianti si avvicinavano minacciose verso Hao, le quali avevano schivato la furia di Leigheb, ma come lampi, frecce dallo strano aspetto si conficcarono dritte in mezzo agli occhi dei mostri e dopo averli trapassati continuavano senza sosta, trapassando continuamente crani senza mai fermarsi. Ora solo due cose potevano essere successe: o Hao aveva chiamato a sè le frecce e con una magia involontaria le scagliava verso i nemici, o l'acqua che improvvisamente era uscita dalla sua mente aveva preso le sembianze di frecce e cominciava a mietere vittime.
La più plausibile era la seconda e Hao aveva controllato l'acqua...Per la seconda volta.
                                                                           ****
Norah notò che Baruch era davvero abile con il pugnale e con molta facilità si spostarono fra i corridoi del dedalo in cui erano intrappolati. Raramente avvistavano una guardia ma quando arrivava Baruch la stendeva prima che Norah, da lontano, lanciasse uno dei suoi coltelli. Baruch non sembrava umano. Stavolta si trovarono in un ampio corridoio molto alto con delle lanterne ai lati che illuminavano la strada, a terra c'erano tappeti del rigoroso rosso acceso di Ein'Saha, mentre alle pareti e al soffitto, morti. Norah e Baruch rimasero scandalizzati di fronte a quella vista. Erano davvero cadaveri. Degli impiccati sul soffitto mentre alle pareti solo corpi incatenati al muro fra una lanterna e l'altra. Quella visione paralizzò Norah che fece fatica ad avanzare, come si poteva essere così crudeli? Baruch invece sembrava non notarli e basta, e procedeva tranquillo.
Superato quel corridoio Norah parve riacquistare vigore ma solo temporaneamente visto che si ritrovarono in una sala con venti porte, e ognuna poteva portare in qualunque parte. I ragazzi furono presi dallo sconforto. Era rischioso controllare ogni singola porta perchè constatarono che se in una stanza ci fossero state delle persone, li avrebbero localizzati e perciò di nuovo intrappolati, se non uccisi. Si trovavano in un vicolo cieco.
                                                                          ****
Hao era rimasto immobile nella fioca luce della scalinata dopo quello che aveva visto, o meglio fatto. La cosa era che quelle frecce continuavano a mietere vittime, come se seguissero il volere di Hao anche dopo aver concluso quello che sembrava l'incantesimo che le aveva richiamate al ragazzo. Leigheb era andata avanti, per quanto ancora dovevano scendere? Hao si riscosse poco dopo con tutt'intorno i cadaveri dei mostri, non poteva rimanere lì, non con Leigheb che se ne andava dritta dritta fra le braccia del pericolo. Pericolo perchè se di quelle creature ce n'erano così tante, poteva trattarsi solo di un nido e in fondo a quel nido, ce ne sarebbero state altre migliaia di esse. Corse più veloce che potè incurante dei mostri che gli venivano incontro, la loro morte era ormai segnata.
Scendendo sempre di più le pareti cominciarono ad allargarsi e con esse anche le scale. I mostri giacevano inermi, alcuni per via di Leigheb, altri per le frecce d'acqua. Eirein avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere questo, Hao ne era sicuro.
Adesso le scale erano finite e si poteva vedere un lungo corridoio in pietra ma non sembrava un corridoio naturale, era una vera e propria costruzione. Si potevano notare gli incastri perfetti dei mattoni in pietra marrone alla luce delle fiaccole che adornavano le pareti. Qualcuno ci abitava ma ovviamente non potevano essere quei mostri ad aver costruito ciò. Il corridoio procedeva sempre dritto e raramente svoltava in una direzione o nell'altra. Lo scenario però si ripeteva sempre, quei semi rettili giacevano a terra. 
-Semi rettili- Pensò Hao...
Poi riflettè su questa parola, li aveva studiati con Noirhim per completare il bestiario! Erano rettili muniti di veleno e avevano testa umana se non per le zanne, lunghe e ricurve che uscivano dalla bocca. Avevano piccole braccia che davano una spinta al corpo per affondare i nemici con i loro denti veleniferi. Erano esseri chiamati Demottili, un eremita che li aveva avvistati aveva doto loro questo nome unendo le parole "Demone" e "Rettili", il motivo della scelta di questi due nomi era abbastanza semplice. Hao non ricordava nulla che potesse riguardare determinati punti deboli di quei Demottili ma facendo mente locale potevano trattarsi solo di quelle braccia. Distrutte quelle non potevano più usarle per fare affondi. Hao cercò di concentrasi sulle frecce d'acqua che a intermittenza si trasformavano in lame e tranciavano di netto le teste nemiche e cercò di indirizzarle verso le braccia. Le frecce d'acqua subito risposero al comando e cominciarono a tranciare braccia a destra e a manca. A quanto pare usavano le braccia anche per muoversi, per cui ora i Demottili mutilati si limitavano a contorcersi per il dolore. Dopo questo Hao continuò a correre verso l'amica.
La trovò non molto tempo dopo, in una stanza davvero grande. Qui le pareti erano di pietra verde-grigia e in alto avevano feritoie da cui continuavano a uscire i rettili.  Alle spalle di Hao c'era la porta che portava al corridoio, dall'altra parte della stanza con pareti di colore verde-grigio,  c'era un'altra porta che conduceva ad una stanza buia, Leigheb si trova nella prima stanza. La ragazza era intenta a combattere contro i nemici che ormai l'avevano circondata. Hao non esitò, approfittò della mente libera per richiamare a sé le frecce che i nani gli avevano donato per poi attaccare senza sosta quel branco di Demottili. Le frecce dei nani, amplificate con la magia, unite a quelle d'acqua erano davvero letali. Quei rettili cadevano uno dopo l'altro e ciò facilitò la ripresa di Leigheb.
Uccisi tutti i nemici Leigheb e Hao si guardarono per un istante e corsero uno verso l'altro per darsi un abbraccio di conforto. Il volto di Leigheb era ricoperto di lacrime ma manteneva sempre la solita compostezza. Se non voleva far vedere agli altri che aveva paura, ci riusciva benissimo.
-Andiamo- Disse solamente, e Hao annuì convinto.
Si diressero verso il corridoio, scavalcando i Demottili ormai morti, le frecce d'acqua ancora attive gironzolavano attorno ad Hao. Sembravano allarmate, o almeno questo apparve alla mente del ragazzo. Non ci badò molto. Richiamò ancora una volta le frecce rimaste conficcate nei mostri e le condusse nella sua faretra e con Leigheb si apprestò ad uscire. I due ragazzi misero appena un piede nel corridoio che un rombo assordante li colse alla sprovvista alle spalle. Dalla porta che dava nella stanza buia, uscì uno dei mostri più brutti che Hao avesse mai visto. Era alto quasi quanto tutta la stanza in cui si trovavano, aveva il corpo lungo, da rettile ma Hao notò che era munito di zampe. La testa non era quella di un uomo, era solo una bocca sporgente, rotonda, con denti che ne adornavano il contorno. Le braccia erano lunghe e munite di mani con artigli affilatissimi. Una mano impugnava una scimitarra altrettanto grande e l'altra mano un'altra lama, ma questa volta una spada. La creatura si erse contro di loro, maestosa, potente e soprattutto brutta. Mandava urli agghiaccianti e acuti e mentre avanzava, le zampe lasciavano piccole crepe nel terreno. Le braccia del gigantesco mostro urtavano le pareti quando si muovevano rovinando tutto, continuando a creare crepe dappertutto. I due ragazzi provarono a scappare ma con uno scatto quel mostro si parò dietro di loro, ostruendo l'uscita. Hao e Leigheb si voltarono di scatto, quel mostro era davvero enorme e puntava verso di loro con enorme disprezzo.
  
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