Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: slyfox18    08/07/2013    2 recensioni
“Draco,
so che dopo aver letto questa lettera mi odierai.
Devo andarmene.
Non puoi fermarmi.
Non cercarmi.
Innamorati ancora, sposati, fatti una famiglia.
Mi dispiace…
Addio Draco, ricordami…
H.”
«Oblivion»
Un nemico che si credeva sconfitto.
Un’amica che si credeva scomparsa.
Un odio che va avanti da secoli.
Un amore che non è mai finito.
Una vita da ricordare.
Un futuro da costruire.
Hanalis deve tornare ad Hogwarts!
Ma chi è Hanalis?
[Draco/nuovo personaggio (coppia principale)]
[Titolo modificato]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Blaise/Pansy, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le fleur de Lis'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

QUALCOSA CHE PRIMA NON SAPEVO

 

All I knew
this morning when I woke
Is I know something now,
 know something now
I didn't before
(Tutto quello che sapevo questa mattina quando mi sono svegliata
è che sapevo qualcosa, sapevo qualcosa che prima non sapevo)
(Everything Has Changed - Taylor Swift)

 
Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, Scozia.
 
Madama Chips era stata irremovibile: Hanalis doveva riposare.
Il tentativo di controllare l’Ardemonio, solo poche ore dopo il recupero dei suoi poteri, oltre ad averle procurato delle ustioni alle mani, l’aveva anche parecchio debilitata.
Questo voleva dire che per i due giorni consecutivi al Ballo, Lis era rimasta da sola in infermeria, mentre Draco si aggirava per la scuola come un animale in gabbia.
Alla fine, la mattina del due novembre, dopo un’intensa discussione con l’infermiera, Malfoy era riuscito ad entrare in infermeria per fare visita ad Hanalis, trovandosi davanti ad una scena che gli risultò molto familiare.
Hanalis, che sembrava essersi completamente ripresa, se ne stava comodamente seduta su uno dei lettini dell’infermeria, sprofondata con la schiena su due morbidi cuscini.
Sulle gambe incrociate, teneva in bilico un grosso libro di pozioni, che stava leggendo a bassa voce sapendo che, essendo l’unico ospite dell’infermeria, non avrebbe disturbato nessuno.
Davanti a lei, probabilmente incantato dalla Chips, galleggiava un vassoio su cui stavano una tazza di cioccolata fumante e un piattino di biscotti.
Nel momento in cui Draco l’aveva raggiunta, Lis era intenta a scribacchiare qualcosa su un taccuino verde con una mano e a mettersi in bocca un biscotto con l’altra. Draco notò subito le fasciature bianche che le coprivano completamente le piccole mani, anche se la ragazza sembrava non curarsene.
Vederla così, con un piccolo sorriso sulle labbra, avrebbe dovuto renderlo felice, ma al contrario sentì montare dentro di sé la rabbia.
Le si avvicinò a passo di carica e ci mancò poco che non lo si sentisse ringhiare o digrignare i denti come un lupo inferocito.
Le strappò il quaderno da sotto le mani e allontanò il vassoio galleggiante, cercando di non assecondare l’impulso di prenderla a librate in testa.
«Ehi! – esclamò Lis guardandolo allucinata – ma che ti prende?!»
«Che mi prende?! Che mi prende?! Mi prende che sei un’incosciente, ecco cosa mi prende! – rispose alzando sempre più il tono della voce – ma si può sapere cosa ti è venuto in mente? Avevi appena recuperato i poteri e ti è venuta la brillante idea di scagliare un Ardemonio! Ma cosa ti passava per la testa? Potevi distruggere la bacchetta, ferirti gravemente! Avresti potuto restarci secca!»
«Draco, per favore…» cercò di calmarlo Lis, senza nessun risultato.
«Per favore un corno! Razza di stupida!»
Draco era talmente preso dal suo sproloquio da non accorgersi del repentino cambio di espressione della ragazza.
«Senti un po’, razza di imbecille platinato! – esclamò con un diavolo per capello la giovane afferrando un braccio di Draco – non ti azzardare mai più a chiamarmi stupida altrimenti, non appena Madama Chips mi ridà la bacchetta, ti trasformo in un furetto e ti vendo al circo! Chiaro?!»
Nel sentire quelle parole a Draco sembrò di tornare indietro nel tempo. Aveva completamente dimenticato quanto la mandasse in bestia sentirsi dare della “stupida”.
 
Ricordo che anche quella volta ero stato in pena per tutto il giorno.
Avevo persino fatto perdere dieci punti alla mia casa, sbagliando clamorosamente una pozione, senza contare la ramanzina di Piton e le risatine del Magico Trio.
Hanalis aveva subìto un altro di quelli strani attacchi che ormai la perseguitavano dalla metà del secondo anno. Inizialmente erano solo dei piccoli incidenti, che tutti noi avevamo attribuito alla sua sbadataggine, ma con il passare del tempo le cose si erano complicate.
Gli attacchi erano diventati sempre più frequenti, facendola finire più volte in infermeria, tanto che Madama Chips, esasperata dalla situazione, sembrava aver rinunciato a chiederle il motivo delle sue visite, soprattutto perché Lis era solita accampare delle scuse sempre più assurde.
Non so ancora cosa successe quel giorno, Hanalis non me l’ha mai voluto raccontare. Un incantesimo le si era ritorto contro, come se fosse rimbalzato su una barriera, provocandole una serie di piccoli tagli sulle braccia e anche qualcuno sul viso: sembrava che si fosse lanciata contro un vetro, rompendolo.
Avevo insistito talmente tanto con quell’antipatica di Madama Chips che alla fine aveva ceduto e mi aveva rivelato che, malgrado la maggiorparte delle ferite non fossero profonde, aveva perso abbastanza sangue e che l’incantesimo le era costato parecchie energie, tanto da farla svenire per qualche ora.
Aveva passato in infermeria tutta la notte ed io ero stato talmente occupato con le lezione, da non riuscire ad andare a trovarla se non dopo cena.
Quando oltrepassai il separé,  la trovai comodamente spaparanzata sul lettino, intenta a leggere un librone di incantesimi e a mangiare una fetta di torta di mele.
Avrei voluto strozzarla! Io ero stato in pensiero per tutta la giornata e lei mangiava la torta?! Ricordo che pensai di farla rinsavire con una bella librata.
«Ciao Draco! Vuoi un pezzo di torta?» disse non appena mi vide, abbagliandomi col suo sorriso, come se nulla fosse successo.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
«Un pezzo di torta?! Un pezzo di torta?! Spero che ti ci strozzi con quella torta! Sono stato in pensiero per tutto in giorno, ho persino sbagliato una pozione che ci ha fatto perdere dieci punti e sai quanto sia pesante Piton in questi casi! Ti vengo a trovare e ti trovo intenta a leggere, come se niente fosse! Ma mi stai prendendo in giro?»
«Dai tesoro, non ti scaldare» mi disse, cercando di rabbonirmi facendomi gli occhioni dolci.
Avevo preso ad odiare quell’espressione, perché la faceva ogni volta che ne combinava una delle sue e io ci cascavo come un allocco.
Quella sera però, ero talmente arrabbiato che nemmeno me ne accorsi.
«E non chiamarmi tesoro con quella faccia! Ma si può sapere che razza di incantesimo hai usato?» ero praticamente disperato.
«L’ho trovato su un libro, volevo provarlo» mi rispose con una vocina lieve.
«Volevi provarlo!?! – esplosi letteralmente – ma ti ha dato di volta il cervello? Potevi farti male davvero! Possibile che non pensi mai prima di fare le cose? Sei la solita stupida!»
Sapevo bene che chiamarla stupida era un rischio, perché Lis non aveva mai reagito bene a quella parola, ma non ci badai.
«Senti un po’, razza di imbecille platinato! Non ti azzardare mai più a chiamarmi stupida altrimenti, non appena Madama Chips mi ridà la bacchetta, ti trasformo in un furetto e ti vendo al circo! Chiaro?!»
Urlò così tanto forte, che persino Madama Chips accorse a vedere cosa fosse successo.
Tornando in dormitorio, dopo che si fu calmata, ringraziai Morgana, Merlino, Circe e tutti i maghi del mondo per aver fatto in modo che Lis non avesse la bacchetta tra le mani.
Mi sarei sicuramente trovato a quattro zampe e ricoperto di pelo e una volta mi era bastato. Non avevo nessuna voglia di ripetere l’esperienza.
 
Ripensare a quel giorno gli aveva fatto completamente passare l’arrabbiatura. Vedendolo sorridere, con lo sguardo perso in chissà cosa, Hanalis lo guardò stupita.
«Cos’hai da ridere adesso?» gli chiese un po’ stizzita.
«Oh! Nulla – rispose Draco ritornando sulla terra – come stanno le tue mani?»
Hanalis gliele mostrò sorridendo.
«Molto bene! Madama Chips ha fatto un ottimo lavoro» disse facendo un sorriso alla donna che, diretta alla Zona Nera, passava lì davanti proprio in quel momento. Lo sguardo di Lis si incupì.
«So di aver sbagliato, Draco…e mi dispiace che tu ti sia preoccupato così tanto…»
Nel vedere gli occhi della ragazza riempirsi di tristezza, Malfoy quasi si sentì in colpa per aver urlato in quel modo e le sorrise dolcemente, accarezzandole una guancia. Ormai quello sembrava essere diventato un gesto frequente tra loro.
«Hai sbagliato, è vero, ma l’hai fatto in buona fede e alla fine hai salvato tutti - Lis sorrise lievemente e lui le fece l’occhiolino – spero solo che non sia così grave…» concluse lanciando uno sguardo alle sue mani fasciate.
«Madama Chips dice che tra un paio di giorni saranno come nuove! Mi ha salvato il fatto di aver lasciato andare la bacchetta…spero di non aver fatto troppi danni»
«Non preoccuparti, Hogwarts ne ha passate di peggiori, la McGranit ha già sistemato tutto»
«Questo mi solleva parecchio, credevo di aver distrutto qualcosa! – gli rispose facendo una linguaccia che lo fece ridere – ma cambiando discorso…c’è un passaggio di questa pozione che non mi è chiaro e, sempre le stesse voci di corridoio, dicono che tu sia un genio in pozioni» proseguì con tono divertito.
«Per forza non ti è chiaro! – esclamò Draco sporgendosi e controllando la pagina – di chi è questo libro? Di Potter? Queste annotazioni sono completamente sbagliate! Dai qua, ti spiego io!» e detto ciò le prese il quadernino e prese a scarabocchiare qualcosa con quella sua calligrafia spigolosa.
 
Studiare con Draco era stato davvero divertente, soprattutto perché non perdeva mai l’occasione per lanciare qualche frecciatina ad Harry o agli appunti sul suo libro.
Il ragazzo se n’era andato, anzi era stato letteralmente spinto fuori dalla Chips, quando l’ora di cena era passata da un pezzo e Lis si era trovata da sola, con l’unica compagnia dei suoi nuovi appunti. Aveva provato a studiare un altro po’, ma alla fine si era stancata e aveva preso a guardare il soffitto con aria annoiata.
Avrebbe voluto tornare al loro piccolo dormitorio, ma l’infermiera aveva minacciato di legarla al letto se solo provava ad alzarsi, e così aveva dovuto rinunciare e starsene buona. Almeno finchè Madama Chips non se ne fosse andata a letto.
Con un sorrisino furbo stampato in faccia, Lis aveva dato la buona notte alla donna e, dopo essersi assicurata che stesse dormendo, si era alzata e infilandosi ciabatte e felpa, era uscita dall’infermeria senza fare il minimo rumore.
«Se pensa di tenermi a letto con le minacce, ha sbagliato persona!» borbottò sghignazzando mentre passeggiava per i corridoi alla ricerca di quella piccola porticina di legno.
Aveva passato tutta la notte precedente a pensare allo strano specchio in cui si era imbattuta pochi giorni prima e a quello che ci aveva visto riflesso. Si era convinta che specchiandosi un’altra volta magari avrebbe trovato qualche risposta.
Mentre perlustrava un corridoio del terzo piano, la sua attenzione era stata catturata da un quadro, dove, un gruppo di vecchietti stava facendo uno strano gioco con delle biglie. Incuriosita si avvicinò.
«Professor Silente?!» esclamò stupefatta, riconoscendo l’uomo vestito di blu che si voltò e le sorrise divertito.
«Hanalis, mia cara! Ti proporrei di unirti a noi, ma non saprei come farti entrare nel quadro» le rispose gioviale avvicinandosi alla cornice, facendola scoppiare a ridere.
«Cosa sta facendo professore?»
«Stiamo giocando a Gobbiglie, mia cara, quando recupererai i tuoi ricordi ti renderai conto di quanto sia un gioco per vecchietti incartapecoriti»
«I miei ricordi…» sussurrò, rattristandosi.
«Qualcosa non va? Cosa ti porta in giro per i corridoi a quest’ora?»
«Ecco, professore… - cominciò titubante, ma vedendo il sorriso incoraggiante del professore continuò con un po’ di sicurezza in più – cercavo lo specchio…io…pensavo che…se mi specchiavo un’altra volta…magari potevo capire qualcosa di più su questa storia…»
Silente le sorrise bonario e le fece cenno di spostarsi pochi metri più in là, davanti ad un quadro con un bel paesaggio autunnale, completo di foglie ingiallite che cadevano.
«Mi dispiace mia cara, ma lo Specchio delle Brame non risolverà i tuoi problemi, mostra i desideri, non i ricordi…»
«Capisco professore…ma dopo quello che è successo a Samhain…speravo ci fosse un modo per recuperare questi ricordi in fretta…»
«I babbani usano dire che la fretta è una cattiva consigliera. In questi casi, purtroppo, è necessario attendere il giusto tempo. Hai da poco recuperato i tuoi poteri, vedrai che la magia che ora ti scorre dentro ti permetterà di recuperare anche i tuoi ricordi»
«Ci sarebbe sempre quell’incantesimo di cui parlavano la professoressa McGranit e il professor Piton…» mormorò Lis, ricordandolo solo in quel momento.
«L’Inverte Oblivion è un incantesimo molto complesso, Hanalis, potrebbe anche non servire a nulla…»
«Capisco…» sussurrò la ragazza, abbassando lo sguardo sconfitta.
«Tuttavia, come ti ho detto, un modo per farti tornare in possesso dei tuoi ricordi ci sarebbe…»
 
«Concentrarsi sulle sensazioni e approfondirle – ripeté mentalmente per la decima volta – cercare di ricavarne delle immagini…»
Lis non aveva smesso un secondo di ripetersi quelle due semplici indicazioni datele dal vecchio preside.
 
Madama Chips, che non si era minimamente accorta della sua piccola fuga, si era finalmente decisa a farla uscire dall’infermeria.
Fuori dal portone trovò Draco e Blaise ad aspettarla.
«Mi hanno assegnato due guardie del corpo?» chiese ridendo, trovandoseli davanti.
«Blaise era di passaggio» rispose Draco come a voler invitare l’amico ad andarsene e a lasciarli soli.
«Devo prendere un libro in biblioteca per Hermione, ma volevo sapere come stavi» le disse il moro sorridendo.
«Sto molto bene, grazie Blaise! Hermione è alle prese con qualche ricerca?»
«Si è messa in testa di voler analizzare la coltre di nubi, prima che si dissolva…» rispose Draco con fare annoiato.
«Prima che si dissolva?»
«Dopo che hai scacciato Sulfus, ha cominciato lentamente a dissolversi» le spiegò Blaise.
Hanalis sgranò gli occhi e, scansando i due ragazzi, si diresse ad una delle ampie finestre del corridoio. Possibile che la sera prima non se ne fosse accorta?
«Cavoli! È vero! - esclamò sorpresa – cosa può voler dire?»
«Non lo sappiamo, per questo la Granger crede che ,consultando un paio di libri ingialliti, troveremo la soluzione» rispose Draco un po’ stizzito, facendola sorridere.
«Non essere sempre così acido, Draco – lo rimproverò scherzosamente, facendo ridere Blaise – Hermione ha ragione, su qualcuno di quei libri potrebbe esserci qualcosa di utile…»
«Può consultare i suoi amati libri quanto le pare, ma io non voglio essere coinvolto in questa baggianata! La priorità è aiutare te! Tutto il resto non mi interessa!»
«Cosa ti avrà mai chiesto di così catastrofico, Draco?»
«Deve preparare una pozione» rispose Blaise al posto dell’amico.
«E cosa sarà mai, Malfoy! Dai andiamo a preparare questa pozione, ti aiuto io!» esclamò Hanalis trainando Draco per una manica del maglione e salutando Blaise che si stava dirigendo in biblioteca.
Camminarono per qualche minuto in silenzio, uno di fianco all’atro e la mano fredda di Draco  sfiorò spesso quella fasciata di Hanalis, facendo arrossire la ragazza.
«Concentrarsi sulle sensazioni….» pensò cercando di mettere in pratica fin da subito i consigli di Silente.
Il primo tentativo, purtroppo non ebbe buoni risultati e la giovane sbuffò contrariata.
«Cosa c’è che non va?» le chiese Draco.
«Niente, niente…» borbottò lei in risposta.
«Non fare la furba, Nanerottola, quando sbuffi così c’è sempre qualcosa che non va»
Hanalis sospirò, a quanto pareva era impossibile nasconderglielo.
«Silente mi ha suggerito come provare a recuperare i ricordi…solo che non è per niente facile»
«Silente?! Quando avresti parlato con Silente?» le chiese il ragazzo.
«Questa notte, quando sono uscita a sgranchirmi le gambe, stava giocando a Gobbiglie in un quadro con degli altri vecchietti» rispose lei come se niente fosse.
«Ah capisco… - rispose calmo – aspetta un secondo…se uscita dall’infermeria??» esclamò due secondi dopo, giusto il tempo di riordinare le informazioni ricevute.
«Si!» rispose lei non capendo tutta quell’agitazione. Non le sembrava di aver fatto nulla di particolare e nemmeno niente di male.
«Ma sei matta?! Poteva attaccarti qualcuno!»
«Sai Malfoy, mi sembra che tu stia avendo un po’ troppi dubbi sulla mia sanità mentale! Chi cavolo poteva attaccarmi che ho semi carbonizzato tutti due sere fa?!?» rispose lei con tono offeso, alzando leggermente la voce.
«E la Nebbia Nera dove la metti?»
«Vuoi proprio che te lo dica, Malfoy?!» rispose Hanalis ai limiti dell’esasperazione, con un’espressione bellicosa stampata in faccia.
Quando aveva quella faccia, Draco lo sapeva più che bene, era meglio non insistere, l’aveva imparato a sue spese. Preferì quindi starsene in silenzio.
«A proposito di questa Nebbia Nera…cosa è successo a quelle povere ragazze? E cosa c’entra con me?» chiese Hanalis fermandosi all’improvviso in mezzo al corridoio, dimenticando completamente la pozione e le ricerche di Hermione.
Draco sospirò, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto darle delle spiegazioni, rivangando ricordi dolorosi, ma ormai non poteva tirarsi indietro.
«Sono state colpite dalla Nebbia Nera – spiegò Draco – non sappiamo bene cosa stia succedendo, sappiamo solo che non riusciamo a svegliarle da un sonno molto doloroso…»
«Mi dispiace…ma io cosa c’entro? Perché la McGranit mi ha voluta qui?»
«Una di loro… – cominciò Draco a fatica,  sospirando nuovamente – una di loro, parla…e dice solo una cosa…una cosa che ha messo in allarme la McGranit, tanto da chiederci di venirti a cercare….»
«Cosa…cosa dice?» chiese preoccupata Hanalis, non sapendo bene cosa aspettarsi da quella confessione di Draco, che sembrava costargli parecchio raccontare.
«Piccolo fiore» mormorò Draco, abbassando il capo e stringendo le mani a pugno.
«Piccolo…»
«È come ti chiamava lui – esplose Draco interrompendola – quel maledetto! Sono anni che mi rodo il fegato perché avrei dovuto capirlo che era lui, che non poteva essere un essere umano normale, ma non ci ho creduto finchè non è stato troppo tardi!» quel discorso mezzo sconclusionato di Draco l’aveva mandata ancora più in confusione.
Gli appoggiò una mano sulla spalla e quel contatto riuscì in qualche modo a calmarlo.
«Spiegati meglio, Draco… lo so che dev’essere doloroso per te, ma sono sicura che non hai motivo di sentirti in colpa in questo modo»
«Dici così solo perché non ricordi» bofonchiò, con lo stesso tono di un bambino imbronciato che la fece sorridere.
«Te lo direi comunque, ne sono sicura! Ora spiegati meglio perché non ho capito assolutamente nulla…»
Draco fece un profondo respiro e, cercando di mantenere la calma, andò a sedersi sul muretto di pietra che dava sul giardino, facendo cenno a Lis di seguirlo.
«Shiryu – mormorò – lui ti chiamava sempre così…il suo piccolo fiore»
«Io… - Hanalis boccheggiò incredula – io lo conoscevo?!» Draco annuì.
«Lo conoscevo anche io…lo conoscevamo tutti, Lis, ma nessuno di noi poteva immaginare…»
«Ma com’è possibile?» Hanalis era sconvolta.
La storia del suo passato stava prendendo dei risvolti inaspettati e assurdi fino all’inverosimile.
«Ce lo chiediamo tutti da quasi dieci anni, Lis. Purtroppo l’unica a sapere la verità sei tu…»
«I-io?» chiese sempre più sconvolta, non credendo a quello che aveva sentito.
«Si, sei l’unica a sapere tutta la storia. L’unica che sa il motivo, vero o apparente, per cui Shiryu ce l’ha con te…io sospetto che sia lo stesso motivo che ti ha spinto ad andartene, ma…»
«Dovrai aspettare che io recuperi i miei ricordi per esserne certo…»
«Già…»
«Io… - Hanalis sospirò, rendendosene conto solo in quel momento – io sono l’unica che può sconfiggerlo, non è vero? C’è qualcosa in me che potrebbe creargli parecchi problemi… - il tono di voce prese a salire - è per questo che ha mandato Sulfus a cercarmi! È per questo che quella ragazzina pronunciava il mio soprannome…lui mi voleva qui! Siamo caduti nella sua trappola con tutte le scarpe! È solo  colpa mia!» esclamò sull’orlo delle lacrime.
«No! Hanalis, no! Non è colpa tua, non lo è mai stata e mai lo sarà!» disse Draco abbracciandola, cercando di consolarla.
«Come puoi dirlo? Come fai a dire che non è colpa mia?» urlò in disperazione la ragazza.
«Perché io c’ero, Lis! C’ero quando quel maledetto si è rivelato per quello che era! C’ero quando avete combattuto per la prima volta e non voleva solo te! Non ha mai voluto solo te, Lis…puntava ad altro, a qualcosa che c’entrava con la tua famiglia, qualcosa che l’avrebbe reso più forte…ne sono sicuro! Tu non mi hai mai raccontato nulla a riguardo, continuavi a ripetere che meno sapevo, meglio sarebbe stato per me e mi hai sempre tenuto all’oscuro, ma io ne sono sicuro…»
«Vorrei dirti che hai ragione, Draco…» sussurrò Hanalis stringendosi ancora di più in quell’abbraccio che le risultava così familiare, mentre Draco la cullava dolcemente accarezzandole i capelli, come era solito fare in passato.
«Non è da me dire una cosa del genere, ma vedrai che andrà tutto bene, ok?» le disse dopo che si fu calmata, asciugandole le lacrime con un fazzolettino. La ragazza tirò su col naso, con espressione buffa, e annuì anche se poco convinta.
«Ora andiamo prima che ci diano per dispersi. Non vorrai perderti la faccia di Potter e Weasley quando si accorgeranno che, anche senza ricordi, in pozioni sei molto più brava di loro?!» disse sghignazzando il ragazzo, alzandosi e porgendole la mano che Hanalis strinse, sorridendo divertita.
Si avviarono verso la piccola sala comune senza accorgersi che le loro mani erano ancora intrecciate.
 
«Ho preso una decisione!» disse all’improvviso Hanalis, dopo cena, alzandosi in piedi e attirando su di sé gli sguardi di tutto il gruppo.
Scossa dal racconto di Draco, la ragazza era stata in silenzio per tutto il giorno. Aveva accennato a qualche sorriso solo quando, durante la preparazione della pozione, Draco se ne usciva con una delle sue battutine sulla componente Grifondoro del gruppo, scatenando l’ovvia reazione di Harry e Ron. C’era qualcosa che non andava ed erano rimasti tutti sorpresi nel vederla scattare in piedi e nel sentirla parlare con tanta decisione.
«Ho capito, anche senza i miei ricordi, che il compito di sconfiggere Shiryu è mio e solo mio! Purtroppo però sono costretta a coinvolgervi. Non sono ancora in grado di controllare i miei poteri e se aspetto di farcela sa sola, potrei mettere in pericolo tutti, compresa me stessa… Quindi…voglio imparare a gestire i miei poteri! Voglio essere in grado di sostenere un duello e di vincerlo!»



NOTE:
 
Una piccola precisazione: non so se Silente possa gironzolare per tutto il castello tra un quadro e l’altro. Ho pensato che, però, visto che stiamo parlando di Silente, gli fosse concesso qualche privilegio, così mi sono presa questa piccola licenza :)
Con questo capitolo si entra ufficialmente nella parte più importante della storia.
Come avete visto alcune piccole spiegazioni vengono date, anche se non è molto.
Piano piano tutti i nodi verranno al pettine XD
Ringrazio chi legge e recensisce e anche chi legge e basta :)
Mi farebbe davvero molto piacere poter sapere cosa ne pensate di questa mia storia!

Se vi va di lasciarmi un piccolo commento, sapete dove trovarmi:)

Ricordo i giorni dell'aggiornamento: 8, 18 e 28 di ogni mese!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: slyfox18