Please Do Talk About Me When I'm Gone 1x03
La scenata di
Katherine Banks aveva fatto rapidamente il giro della
scuola. Non era chiaro cosa avesse fatto o detto la Jorkins per farla
scattare
in quel modo e i più fantasiosi abbozzavano centinai
d’ipotesi, alcune più
realistiche come quella secondo cui la Tassorosso aveva messo in giro
qualche
falso pettegolezzo su di lei e altre assolutamente campate per aria.
- Mary
Strongold, del terzo anno, giura di averla vista parlottare con
Sirius Black prima di entrare in Sala Grande… scommetto che
la Jorkins ha
scoperto una tresca tra quei due. –
- Sul serio, ma
non si odiavano? –
- Mah, secondo
me è tutta una trovata per non destare sospetti… -
- Secondo me,
invece, dovreste smetterla di ficcare il naso in fatti
che non vi riguardano. –
Le due
studentesse sobbalzarono leggermente, voltandosi e trovandosi
davanti il profilo arrogante dell’erede dei Wilkes.
Arrossirono furiosamente
mentre la bionda, la più sfacciata delle due, gli rivolse un
sorriso
accattivante e prese a giocherellare con una ciocca di capelli.
- Rico, non ti
avevamo visto, ci hai spaventate. – Emise un risolino
acuto, avvicinandosi un po’ di più e posandogli
una mano sul braccio con aria
civettuola, - Allora, fai qualcosa di speciale domani? –
Le rivolse
un’occhiata glaciale, prima di tirarsi indietro disgustato,
: - Ti ho forse detto che potevi toccarmi? –
La biondina lo
fissò interdetta, sembrò prenderlo come uno
scherzo e
ridacchiò di nuovo.
- Salazar,
piantala di starnazzare come un’oca, mi fai venire il mal di
testa. –
-
Ma… ecco, l’altra sera noi… -
Il ragazzo
alzò il mento come sfidandola a continuare la frase.
- Credi sul
serio che una sveltina in un armadio delle scope abbia
qualche importanza per me? Senza offesa, ovviamente, tesoro. –
La ragazza
gonfiò le guance, indignata, e prese l’amica
sottobraccio,
allontanandosi con aria mista tra l’ira e la delusione.
- È
la numero sette questa settimana o sbaglio? –
Si
voltò verso la voce ironica che era intervenuta a commentare
l’evento.
- Ah, Caradoc,
sei tu. No, in realtà è l’ottava.
– aggiunse
distrattamente, per poi darsi dell’idiota. Aveva conteggiato
anche Eris, non
ricordando il fatto che della loro per così dire
“relazione” nessuno doveva
essere a conoscenza.
- Devo
essermene persa una allora, io ne conto sette. –
- Colpa mia,
con una ho bissato. – replicò, scrollando le
spalle. Il Battitore
dei Grifondoro si strinse nelle spalle, come a dire che faceva finta di
credergli anche se la cosa non gli tornava più di tanto.
- Allora, hai
visto il calendario delle partite? – domandò poi,
tornando su un terreno meno insidioso.
-
Sì, giocate contro i Tassorosso… è un
inizio di campionato
relativamente tranquillo. –
Il Serpeverde
annuì, mentre insieme si dirigevano verso l’aula
di
Trasfigurazione. Merda, quelle due oche gli avevano fatto perdere
tempo; era in
ritardo e sicuro come l’inferno l’ arpia non si
sarebbe fatta sfuggire
l’occasione per rifilargli qualche compito in più.
La sua previsione si avverò
nel momento stesso in cui misero piede in aula.
- Dearborn e
Wilkes, siete in ritardo. Dieci punti in meno ad entrambe
le Case e, per quanto riguarda te Wilkes, per domani voglio un tema di trenta centimetri sugli
effetti della
Trasfigurazione elementare: il compito che mi ha consegnato ieri era
appena
Accettabile.
Annuendo
controvoglia e maledicendola mentalmente, prese posto accanto
al cugino.
- Che
è successo? – sussurrò Evan, stando
attento a non farsi beccare dalla
professoressa.
- Due pettegole
mi hanno fatto perdere tempo… nulla di serio. –
replicò
a mezza bocca.
La lezione
proseguì in un religioso silenzio e Rico si convinse persino
a prendere appunti durante la spiegazione, cosa che di solito avveniva
solo sotto
minaccia di essere interdetto dal campionato scolastico.
- Hai visto
Caradoc? – domandò a fine lezione.
Evan scosse la
testa, arricciando il naso con disgusto: non aveva mai
sopportato quel Dearborn, troppo
pieno
di sé per i suoi gusti.
- Pazienza,
continuerò il discorso con lui più tardi.
–
Recuperarono le
loro borse e insieme si diressero verso la Sala Comune,
pronti a godersi una meritata pausa dopo quella doppia ora di arpia.
*******
- Indovina chi
sono? –
Un paio di mani
coprirono gli occhi di Caradoc, in un maldestro
tentativo di celare l’identità di colui che
l’aveva abbracciato. Tentativo di
gran lunga vano, avrebbe riconosciuto quel tono spensierato e allegro
ovunque.
- Andiamo,
Benji, non ti stanchi mai di giocare, vero? –
Sbuffò,
liberandosi dalla presa del compagno e tornando a cercare la
sua mazza da Battitore: ma dove diavolo si era cacciata?
Benji
sbuffò, mettendo su un lieve broncio che agli occhi del
compagno
di Casa risultava assolutamente adorabile.
- Pensi sempre
al Quidditch, ed io? –
- Tra una
settimana inizia il campionato, devo farmi trovare pronto. –
- Non hai
risposto alla domanda… a me chi ci pensa? –
insistè il
biondo, incastonando gli occhi azzurri come il cielo primaverile in
quelli
mogano del ragazzo.
Caradoc
sospirò, abbandonando la ricerca e spingendo il compagno
contro
il muro dello spogliatoio. Benji si lasciò sfuggire un
gemito di sorpresa, che
venne prontamente zittito dalle labbra carnose del Battitore.
Continuarono a
baciarsi per una decina di minuti, i corpi schiacciati l’uno
contro l’altro e
l’eccitazione a mille.
- Soddisfatto?
Ora che ne dici di darmi una mano a cercare il resto
dell’attrezzatura? – gli soffiò a fior
di labbra, il respiro ancora corto per
l’enfasi del momento che avevano appena condiviso.
Benji
annuì, stirando le labbra rosse a causa
dell’irruenza dei baci
del ragazzo in un pigro sorriso: era il genere di espressione
soddisfatta che
avrebbe ricordato
quella di un gatto, se
solo gli animali avessero avuto volti umani.
Ci vollero un
paio di minuti per recuperare tutto l’armamentario, poi
uscirono dallo spogliatoio: Caradoc davanti, con la scopa e la mazza da
Battitore tra le mani, diretto verso il campo e Benji che lo seguiva
per poi
puntare verso le tribune. Sarebbe rimasto a vederlo volare fino alla
fine, come
sempre del resto, perché ogni momento rubato alla confusione
scolastica era
prezioso per due ragazzi che, almeno per il momento, non avevano alcuna
intenzione di fare outing. Intendiamoci, fosse stato per Benji, non si
sarebbe
fatto problemi a scoccare un bacione mozzafiato al suo ragazzo davanti
a tutta
la Sala Grande, ma lui sembrava convinto del fatto che la sua fama di
testa
calda ne sarebbe uscita danneggiata e che tutti avrebbero cominciato a
ridergli
dietro. Ragion per cui i due Grifondoro attendevano pazientemente,
incontrandosi clandestinamente e ostentando nulla più che
una sincera amicizia
in presenza di terzi.
Caradoc
atterrò dopo un paio d’ore, quando aveva ormai
cominciato a
diluviare e la visibilità era
fortemente
compromessa. Alzò lo sguardo verso le tribune, individuando
sotto la coltre dei
capelli bagnati, un Benji rannicchiato e visibilmente infreddolito che
scendeva
lentamente i gradoni in pietra.
- Avresti
potuto ripararti, sei completamente zuppo. –
commentò,
osservandolo intenerito: con quei suoi capelli biondi bagnati e
scompigliati,
sembrava un pulcino.
- Da sotto al
gazebo non sarei riuscito a vederti. – spiegò,
rabbrividendo e starnutendo.
Caradoc
alzò gli occhi al cielo: Benji e la sua testardaggine.
- Vieni, ci
vuole una doccia calda e qualcosa di asciutto. –
Il ragazzo lo
seguì docilmente, sorridendo radioso quando il Battitore
gli cinse le spalle con un braccio e lo attirò rudemente a
sé. Appoggiò la
testa sulla spalla del compagno e gli si strinse maggiormente addosso,
passandogli un braccio esile intorno alla vita. Lo sentì
irrigidirsi, ma non
gli disse di scostarsi un po’. Era questo che amava di
Caradoc: con gli altri
era freddo e decisamente
scorbutico, ma
con lui questo aspetto del suo carattere veniva rimpiazzato da una
dolcezza che
nessun altro, all’interno di Hogwarts, poteva vantarsi di
conoscere.
Tornarono nello
spogliatoio, togliendosi a vicenda gli abiti bagnati
finchè, nudi come madre natura li aveva fatti, entrarono
nella stessa doccia e
si godettero il getto bollente sulla pelle infreddolita. Un
po’ di schiuma andò
a finire sul volto di Benji, in un accenno di barba bianca che lo
faceva
sembrare incredibilmente ridicolo, e Caradoc
l’eliminò con cura, dardeggiando
la lingua lungo la mascella del ragazzo. Benji sospirò,
afferrandogli le spalle
e schiacciando il petto esile contro il suo muscoloso.
Presero a
baciarsi con sempre più frenesia finchè, quando
mancava poco
prima che entrambi perdessero il controllo e finissero per farlo dentro
la
doccia, udirono il familiare rumore scricchiolante della porta dello
spogliatoio che veniva chiusa e un rumore di passi che si allontavano
velocemente. Si scambiarono un’occhiata preoccupata: era
possibile che qualcuno
li avesse visti?
Spazio autrice:
Eccomi con il
nuovo capitolo, dedicato a questa coppia slash che
sinceramente amo non so bene per quale motivo (basti pensare che non
sono una
gran fan dello slash, se si esclude la classica Oliver/Marcus e il mio
OTP
slash: Rabastan/Regulus). Tra parentesi, questa sera
pubblicherò il primo
capitolo di una slash dedicata proprio a quest’ultimo pairing
e sarà
intitolata: “Il Drago e il Leone”. Cooomunque,
vorrei ringraziare tutte/i
coloro che recensiscono, preferiscono, seguono, ricordano o
semplicemente
leggono questa fic: Grazie di cuore veramente a tutti, fa sempre
piacere sapere
che ci sono persone che apprezzano il lavoro di una scrittrice. Allora,
vi
propongo due piccoli sondaggi (per il momento solo sulle coppie che
sono state
presentate, non voglio spoilerarvi nulla u.u, invece i personaggi li
avete
visti praticamente tutti tranne James… ma insomma, Ramoso
è sempre Ramoso u.u).
Quindi, sondaggio n°1:
Quale
coppia preferite tra quelle finora presentate?
-
Remus/Narcissa;
-
Celeste/Marcel;
- Rico/Eris;
- Rabastan/Mary;
- Caradoc/Benji
Quale
personaggio preferite?
- Narcissa;
- Charis;
- Katherine;
- Rabastan;
- Rico;
- Evan;
- Eris;
- Celeste;
- Marcel;
- Lily;
-
Dorcas;
-
Sirius;
-
Mary;
-
Benji;
-
Caradoc.
Fatemi sapere
quali sono le vostre preferenze (valuterò se
accontentarvi dedicando un po’ più spazio a loro
nel corso della storia) e
soprattutto cosa ne pensate di questo nuovo capitolo. Al prossimo.
Baci baci,
Fiamma Erin Gaunt