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Autore: Jennifer_94    09/07/2013    3 recensioni
Era all’in piedi davanti allo specchio del bagno della sua stanza d’ospedale. Le occhiaie le si allargavano come due laghi grigi sotto gli occhi che le sembravano ormai simili a due pieghe avvizzite. Il fazzoletto rosa le avvolgeva la testa calva, se lo sarebbe cucito addosso(...)“Odio la vita” disse con voce atona “Odio la vita”ripetè
“Renèe smettila” la rimproverò la madre “Piuttosto sistemati un po’,cambiati il pigiama,oggi hai visite “
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con un sorriso spontaneo che le si allargò sul viso chiuse gli occhi e incrociò le mani sul grembo, preparandosi al lungo volo che la attendeva. Si assopì dopo il decollo e dormì per ore.
Sognò una folla sterminata. Lei vagava con un’ansia crescente. Si guardava in giro, cercava lui.
E lo vide.
Le sorrideva in quel suo modo inconfondibile e le stava gridando qualcosa.
Renèe si sforzava di ascoltare ma non riusciva a capire .Cercò di gridargli in risposta ma la voce le mancava.
Cercava di farsi largo fra la gente ma i muscoli non rispondevano. Lui sembrava sempre più lontano e aveva un’espressione confusa che si tramutò in tristezza. Infilò le mani in tasca, si voltò e sparì.
Lei continuava a sforzarsi di urlare e muoversi, ma invano. Voleva piangere ma non ci riusciva…
Renèe fu ridestata dal suo sonno disturbato a causa di una turbolenza. Si sentiva come se avesse della sabbia sotto la lingua e cercò la bottiglietta di succo d’arancia che aveva preso all’aeroporto nella borsa. Scolò la bottiglietta e controllò l’ora : mancavano ancora 5 ore.
Infilò le cuffie e le note di “Kiss you” le riempirono le orecchie . Pensò a quanto surreale fosse la situazione in cui si era andata a cacciare.
Quel ragazzo così divertente e speciale che aveva travolto la sua vita e l’aveva spinta alla guarigione ora si trovava dall’altra parte del mondo e lei si stava lasciando alle spalle la sua vita,le sue amiche per lui…
Le sue amiche! Si sarebbero offese a morte se non si fosse fatta sentire. Annotò mentalmente di mandare un messaggio a tutte una volta arrivata per non farle preoccupare.
Sorrise non appena sentì la voce di Louis al minuto 02:16. (Si sarebbe messa a cantare ma preferì evitare,il suo vicino di volo non avrebbe apprezzato,ne era sicura)
Si riaddormentò,si risvegliò,mangiucchiò,lesse la raccolta di opere di Virginia Woolf per la trentesima volta,ascoltò musica finchè il cellulare non vibrò reclamando pietà a causa del suo misero 15 % di batteria.
Quando finalmente atterrò all’aeroporto di Montreal ,zompò dalla scaletta – rischiando di travolgere i passeggeri che la precedevano – e recuperò la valigia.Inviò un breve sms alle amiche spiegando la situazione e  rapida raggiunse la zia che la abbracciò raggiante “Finalmente la mia nipotina mi riempie di gioia! Bella e in salute!Ahhh finalmente,la mia bambina” le luccicarono gli occhi.”Ti ci voleva una vacanza dopo tutto quel tempo chiusa in quella prigione!”
“Zia non sono venuta in vacanza,te l’ho detto” rise Renèe.
La zia scosse la testa e i capelli lunghi fino ai fianchi ondeggiarono col movimento “Ha un che di incredibile tutta la storia” disse pensosa. Il suo viso giovane assunse un’espressione scettica e storse la bocca “Gli uomini di oggi vanno inseguiti o puoi star lì a marcire per il resto della vita” sospirò.
“Zia hai solo 35 anni e parli come se ne avessi il doppio!” rise Renèe “non hai ancora trovato qualcuno degno di te?”
“Sono troppo difficile,che puoi farci”
Una volta arrivate nell’appartamento piccolo ma accogliente e dal gusto etnico ,la zia le mostrò la sua camera e disse “Purtroppo non sarò a casa questa settimana – ho un incontro spirituale con i miei fratelli e sorelle a Ottawa – quindi fa come a casa tua”
Renèe non approfondì l’argomento “incontro spirituale” e si godette il pensiero della completa indipendenza e libertà che la attendevano.
La sera la zia la salutò e partì. Renèe accese il portatile e si collegò su Twitter.
“Nuove foto in vista” borbottò mentre un utente (un qualche stalker ,poco ma sicuro) aveva pubblicato delle foto della coppietta in giro per Montreal. Una foto ritraeva Louis fare il dito medio fuori dal finestrino e quasi le prese un colpo. “Ma che cazzo…?”
Leggendo i commenti non si capacitava. Chi diceva che fosse rivolto a una fan,chi diceva agli insulti da parte di individui non ben identificati rivolti alla sua ragazza. Al solito lo accusavano di stare con una copertura. “Se ne andassero a fanculo!” ruggì mentre cambiava pagina. Finalmente lesse che alloggiava in un hotel in centro e – sempre stando allo stalker – i momenti in cui si poteva intravedere sgattaiolare dentro e fuori dall’hotel erano prima delle nove di mattina o in tarda serata. Pensò che il giorno dopo avrebbe fatto un tentativo. Si sforzò di elaborare qualcosa di sensato da dire una volta che fosse riuscita a parlargli.
Ah,le conversazioni immaginarie erano un’arte.
“Ciao Louis,volevo dirti che sei uno stronzo e basta,ora posso tornarmene a casa”
“Ciao Louis,ti amo,ah e volevo dirti che ti amo.Ti amo.E ti amo,ti amo,penso che tu debba sapere che ti amo. Come ultima cosa…ti amo.Non so se hai capito che io ti amo?”
“Ciao Louis,bella la tua camicia.Mmm. Belle le tue caviglie.”
“Ciao Louis,ah piacere di conoscere Eleanor. Sinceramente?Preferirei tu fossi gay piuttosto che farti vedere in giro con lei invece che con la sottoscritta. Senza offesa!”
Si addormentò stremata. L’arte dell’improvvisazione sarebbe stata la sua arma.
**
La mattina dopo saltò dal letto non appena aprì gli occhi.
Si affacciò nel balconcino della sua stanza e inspirò l’aria fresca con un sorriso.
Il cielo era azzurro,la colazione lasciata dalla zia ottima,e la sua pelle era riposata e luminosa. Tutte ottime premesse ad una giornata coi fiocchi!
La missione dunque aveva inizio. Si truccò con cura, scelse un paio di pantaloni attillati e una camicia di jeans. Scompigliò i capelli cercando di imitare un effetto sbarazzino. Ovviamente l’intento era quello di atteggiarsi a strafiga – risultato di cui non era molto convinta – e poi pensò che quel taglio di capelli le stava bene tutto sommato. Insomma nel complesso aveva un’aria sbadatamente sofisticata. Giusto?Giusto!Le rispose il riflesso.
Erano appena le otto.
Prese il tram e in cinque minuti era già in centro. Con passo spedito si diresse verso l’albergo dopo aver chiesto a un paio di passanti – l’accento canadese era così divertente! – e man mano che avanzava due forze convergenti agivano sulle sue gambe. Una forza la spingeva con prepotenza in avanti ,l’altra agiva rammollendole le ossa. Pensò che ormai il guaio era fatto, tanto valeva andare fino in fondo.
“Pensa a cosa farebbe Julia Roberts. O Jennifer Lopez. Grinta, ragazza, grinta! Fanculo a quello che lui potrebbe o non potrebbe pensare. Questa è la tua guerra.”
Sedette su un muretto di un parco di fronte all’hotel e attese.
Adocchiò un gruppo di persone affollarsi davanti all’entrata. Probabilmente aspettavano come lei che lui uscisse. Sarebbe stato più difficile di quanto pensava.
Pensò che avrebbe atteso per chissà quanto quando senza preavviso le porte a vetri di aprirono e vide delle sagome farsi strada tra la gente. Intravide la sua testa castana nascosta da un cappello .Poi vide quei capelli castani e lunghi e le balzò il cuore in gola. Si tenevano per mano.
Avrebbe potuto notare qualunque altra cosa in quella marmaglia. Ma invece no, i suoi occhi dovevano fermarsi per forza su quel particolare del cazzo.
Si sarebbe presa a schiaffi ma preferì evitare. Li vide salire su un taxi e sparire nel traffico.
Avrebbe potuto prendere un taxi e urlare al tassista “Segua quella macchina!” – tuttavia si limitò a salire sul taxi e, sebbene non credeva che l’avrebbe ascoltata senza prenderla per pazza,chiese al conducente “Potrebbe seguire quel taxi per favore?La pagherò bene!”
Il tassista sembrò non aspettasse altro e senza far domande mise in moto e seguì l’auto. Probabilmente la promessa di una lauta somma era più che sufficiente.
Renèe ancora non credeva a quel che stava facendo, non credeva alla propria sfacciataggine e coraggio. Ora aveva la sensazione di trovarsi in un qualche film d’azione. La cosa la esaltava!
Dopo una decina di minuti il taxi davanti al suo si fermò in prossimità di un punto gremito di negozi. Scese non appena i due si allontanarono di un paio di metri. Tuttavia notò che alle loro calcagna stava la guardia del corpo che camminava a qualche metro di distanza di loro. Doveva trovarsi già sul luogo perchè sbucò dal nulla.
Si diede della stupida .Mica poteva andar da lui in pieno centro, con tanto di girlfriend al fianco e guardia del corpo che gli stavano col fiato sul collo e fargli la lavata di capo, magari anche mentre era da Hollister a provarsi dei jeans. Si immaginò in piedi al centro del negozio a urlare frasi sdolcinate mentre lui se ne stava lì coi pantaloni calati.
Orrore.
No,avrebbe dovuto aspettarlo in albergo,accidenti a lei! Tuttavia decise di seguirli lo stesso. Fu un errore dato ciò non fece altro che acuire la sua sofferenza.
Non era ancora riuscita a vedere il suo viso,ma vedeva abbastanza chiaramente l’intensità con cui la abbracciava,la baciava.
“Oddio ma che sto facendo?Che ci faccio qua?E’ chiaro che la ama.Perchè voglio rovinare la sua vita così?Sono orribile.E’ chiaro che è felice con lei”
Girò sui tacchi e tornò a piedi all’albergo. Si sarebbe tolta quel peso, e tanti cari saluti. Non voleva rimorsi.
Entrò nella hall dell’albergo e sedette su una poltroncina. Attese per un tempo infinito. Mangiò qualcosa nel ristorante, parlò al telefono con la madre e le amiche,spiegò loro in breve la situazione.
I due tornarono verso le nove . Louis rideva per qualcosa che lei aveva detto. Erano così affiatati! Ma non si sarebbe lasciata scoraggiare. Cercando di passare inosservata,li seguì. La guardia del corpo era rimasta fuori di sorveglianza. Non l’avrebbe beccata a seguirli. Ottimo!
Sentiva la sua voce allegra risuonare per il corridoio. Ora o mai più.
“Ehm,ehm. Louis.” Non l’aveva sentita. Alzò il tono della voce “Louis.”
Lui ammutolì e si voltò. La osservò per un paio di secondi. Poi sorrise.
“Renèe?!Che ci fai qua?” le corse incontro e la abbracciò. Si sentiva congelata.
 “Ok,ti sembrerà strano.Ma io ti devo parlare,urgentemente.” gli sussurrò all’orecchio senza sciogliere l’abbraccio. Louis si distaccò appena per guardarla in faccia.
Renèe morì circa venti volte mentre i suoi occhi la scrutarono e la vicinanza col suo viso le fece ribollire il sangue.
“Ok” rispose lui a bassa voce. “E’ urgente?”
Renèe annuì (in una delle svariate volte in cui era morta e resuscitata aveva perso l’uso della parola).
Lui sembrò pensarci un po’ e disse “Sali con noi,vieni.”
Renèe assunse un’espressione allarmata ma lui disse subito “Dirò ad Eleanor di lasciarci soli. Non è un tipo geloso. Sa che sei un’amica”
Si chiese come fosse possibile. Sorvolò sul fatto che fosse stato per lei avrebbe eliminato il resto del genere umano di sesso femminile al di sopra dei 14 anni solo per il fatto che sarebbe stato in sè un potenziale rivale. Ma annuì rincuorata.
Poi le ultime cinque parole dette da lui le raggiunsero le orecchie e raggelò.
Che.Colpo.Basso. “Manteniamo la calma.”
Una volta arrivati nella sua stanza Louis si tolse le scarpe. Non portava le calze,al solito. Pensò che conosceva di lui perfino quei particolari e li amava. Lui le sorrise e Renèe percepì che era leggermente imbarazzato.
“Allora! che devi dirmi?”
“Ecco…da dove inizio?” Erano in piedi l’uno di fronte all’altra,lui con i capelli arruffati e un’espressione preoccupata.
Cazzo era bello da far male.
“Non hai più risposto alle mie email”
Ossevò la sua reazione. Lui spalancò gli occhi “Oh be’…”
Attese che completasse la frase, decisa a sorreggere lo sguardo. Di fronte al suo visibile disagio stava gradualmente acquisendo sicurezza.
Louis distolse lo sguardo.
“Vedi Renèe…” si sedette sul letto “ Io non volevo che tu pensassi…non volevo illuderti, pensavo che magari ti stavi facendo un’idea sbagliata.”
“Un’idea sbagliata?Pensavo fossimo amici Louis!”
“Certo. Però,vedi…” sembrava in difficoltà.
“Potevamo essere amici solo quando ero malata di leucemia?”
“No!” esclamò lui “Non dire stronzate. E’ difficile da spiegare.” Sospirò. Non l’aveva mai visto così serio e a disagio.
“Insomma Louis non far troppi giri di parole.Ti scocciava rispondere?E poi sei sparito. Neanche una chiamata,zero.” Si rese conto di star parlando come se fosse la sua ragazza e arrossì. “Voglio dire, prima ci sentivamo spesso, pensavo che potevamo mantenere i rapporti no?”cercò di rimediare ma si rese conto di star peggiorando la situazione.
“No,non c’entra,avrei…avrei voluto risponderti,e chiamarti. Dopotutto il tempo l’ho avuto tra una registrazione e l’altra …” si bloccò.
“Perché allora?”
“Tu dovresti prima spiegarmi il motivo per cui hai preso un aereo solo per venirmi a chiedere queste cose, piuttosto.” La sua voce assunse una leggera nota dura in contrasto con il suo suono gentile.
Notò che aveva una leggera barbetta che gli accarezzava il mento e le guance che lo rendeva ancora più attraente. Concentrò lo sguardo sul parquet della suite “Perché mi mancavi. Scusa se sono stata invadente…” si sentì improvvisamente a disagio “Avevo bisogno di parlarti. Dopo tutto quello che ho passato… sei diventato troppo importante per me.”
Sentiva gli occhi di Louis fissi sul proprio viso. Rimasero in silenzio.
“Anche tu mi sei mancata”
Lo guardò. Aveva un sorriso negli occhi che non capì di che natura era.
Il cuore le schizzò fuori dalla gabbia toracica e precipitò fuori dalla finestra ,oltre i confini della sera, mentre il sorriso dei suoi occhi azzurri si estendeva alle labbra.

 

Spero vi abbia incuriosite :D commentateee :D <3

  
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