09/07/2013
0 recensioniCapitolo 2: Confusione
Blue si sentì finalmente accettata da qualcuno. Aveva sempre avuto problemi, a scuola, con il padre, ma ora sembrava aver trovato qualcuno che le somigliasse e con cui potesse parlare di tutto, anche delle cose strane che le accadevano.
Dopo gli ultimi test e le ultime interrogazioni la scuola finì con la gioia di tutti, meno che di Blue e Jessie.
Entrambe convenivano che almeno a scuola vedevano volti umani, c’era qualcuno che ogni tanto le degnava di uno sguardo o di un saluto; d’estate no.
Nessuna delle due usciva come tutti gli altri e solitamente si ritrovavano sole a casa a non far nulla.
Blue odiava sentirsi così. Odiava sentirsi un’asociale che nessuno considera.
Il giorno dopo la fine della scuola le due ragazze si ritrovarono sedute sulle panchine di un parco.
Il clima si era finalmente deciso a essere più caldo.
-Il 21 giugno sarà il mio compleanno sai?- disse Jessie con un gran sorriso.
-Ma allora manca solo una settimana!- esordì Blue. –Dobbiamo festeggiare!-
Il sorriso di Jes si spense. –Non ho mai festeggiato un compleanno da quando avevo tre anni. Gli altri pensano che io sia strana.-
Blue la guardò come se capisse benissimo ciò che passava. Scansò da un lato i capelli e per un momento sembrò che i suoi occhi grigi si spegnessero più di quello che già erano.
-Lo pensano anche di me. – Abbassò lo sguardo. – Ti va di venire da me?-
Jes tornò a sorridere. –Certo.-
Quando le due ragazze furono a casa non poterono far a meno di notare il grosso post-it appeso fuori dalla porta.
“Blue sono a fare la spesa, ti voglio bene, a dopo. Papà.”
Queste poche parole bastarono a far riflettere Jes. Perché sua madre non era così carina con lei? Perché non le diceva mai che le voleva bene? Si sentiva uno schifo.
Jessie rimase stupita dall’arredamento della casa. La maggior parte di essa era composta da modernissime librerie colme di libri o da carte geografiche o da fogli di disegni. Cose molto alla Blue insomma.
Dopo qualche ora passata a parlare sui divanetti in pelle stile vintage del salotto il citofono suonò e alle ragazze prese un colpo.
-Sarà papà.- disse Blue precipitandosi ad aprire.
Jes rimase sul divano ad osservare la porta, dal momento che non aveva alcuna intenzione di alzarsi.
Una volta aperta la porta Blue rimase senza fiato. Davanti a lei c’era una ragazza vestita interamente di argento, con la faretra piena di frecce dietro la schiena e l’arco. I capelli neri erano dritti in testa e i suoi meravigliosi occhi tempestosi era contornati da una spessa linea di eyeliner.
“Bella” pensò Blue.
-Chi... Chi sei?- riuscì a dire a stento.
Dal salotto Jessie urlò a Blue: - Tuo padre è tornato?- Nessuna risposta. Blue era troppo pietrificata per parlare.
-Scusa? Ci sei?- Disse la ragazza alla porta sventolandole una man davanti alla faccia.
-Ehm, si. Mi vuoi dire chi sei?- Blue tremava ancora quando Jessie la raggiunse da dietro.
-Due? Addirittura. Ah, comunque mi chiamo Thalia.- Disse la ragazza con un sorriso.
-E ci vuoi dire che ci fai qui?- disse Jessie terribilmente confusa.
-Non credo ci sia tempo ragazze. Dovete venire con me. – Thalia prese a guardarsi intorno nervosa.
-E perché mai dovremmo andare con la prima pazzoide in parka argentato che si presenta alla porta?- chiese scettica Jessie.
-Jes, Blue, prima di tutto sono più vecchia di quanto pensiate, secondo, se non volete morire dovete venire, terzo, ho una certa eperienza.-
Ora Jessie era impaurita. Le aveva appena chiamate per nome senza che loro dicessero nulla. Chi era quella ragazza?
-Allora facciamo così.- Esordì Thalia. –Visto che vi vedo molto confuse e impaurite, ora ci sediamo e vi racconto tutto.-
Dopo pochi istanti le due ragazze si trovarono sui divanetti della casa di Blue.
Thalia si schiarì la voce. –Ehm... Voi due siete delle semidee.-
Jessie per poco non svenne. –Delle cosa?- Disse così ma in realtà sapeva benissimo di cosa parlava.
-Siete figlie degli antichi, si fa per dire, dei dell’Olimpo.- Lo disse in modo talmente convincente che anche Blue cominciò a crederci.
-Certo non sappiamo ancora di chi, il che è strano, però sappiamo bene che qui siete in pericolo.- disse sicura Thalia. –Ragazze quanti anni avete?-
Blue e Jessie si guardarono perplesse. –Io il 21 ne faccio 14.- Disse Jessie.
-Io ne ho già 14.- concluse Blue.
-Strano, davvero molto strano.- si limitò a dire Thalia. –In ogni caso l’unico posto, o quasi, sicuro per noi semidei è il campo mezzosangue, il posto in cui siamo dirette.-
Blue e Jessie sembravano capire.
Si costrinsero a uscire fuori dove un branco di lupi bianchi aspettava le tre ragazze nel giardino davanti casa.
-Wow- esclamò stupita Blue.
A quel punto uno dei lupi si trasformò in una ragazza e il ‘wow’ di Blue si trasformò in un urlo.
-Phoebe, possiamo andare.- Disse Thalia in tono autoritario. –Ragazze salite in sella ad uno dei lupi, saremo molto più rapide.-
Le ragazze erano talmente terrorizzate che presero a correre per salire sui lupi. Inspiegabilmente si sentivano fuori posto tra i mortali e per la prima volta si resero conto che si erano sempre sentite così, senza mai capire cos’erano in realtà.
-Si parte!- Gridò Thalia.
I lupi presero a correre, così velocemente che per poco a Blue non si stacco la pelle dalla faccia.
Sarebbe stato un lungo viaggio e con quella nota positiva partirono alla volta del campo mezzosangue.
L'angolino blu di Aoko:
Allora, non sono per niente soddisfatta di questo capitolo. Non so il perchè.
Lascio a voi il giudizio. C:
In ogni caso ne approfitto per ringraziare chi ha la storia tra le preferite/seguite/ricordate eccetera ^_^
E ringrazio soprattutto Elizabeth_Lovegood che ha recensito. **
Al prossimo aggiornamento. ^^
Un bacio blu,
Aoko.