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Autore: melory_    09/07/2013    0 recensioni
Un ragazzo, ormai costretto a rimanere sulla sedia a rotelle dalla nascita, senza padre, senza amici. Anzi si, un amico c'è l'ha: Louis, l'amico immaginario, l'unico con cui riesce a capirsi e con cui dovrà affrontare tutti i suoi incubi. Quei maledetti incubi con combatte ogni notte.
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sabato. Weekend. Domenica.

Ecco le sue tre parole preferite. Un fine settimana tranquillo. Senza rompiscatole a prenderti in giro. Senza nessuno a darti fastidio e senza Leya. Ma pazienza, intanto lei non lo rispettava cosa poteva fare per farsi piacere?

L’unica cosa che gli importava al momento era solamente il bicchiere congelato di coca-cola sul  tavolino di vetro del soggiorno, il Joystick della PlayStation 3 tra le mani e la pizza calda con il prosciutto sul divano. La tv HD e niente mamma. Nulla di meglio di un sabato pomeriggio.
-Ehi Louis. Ti piace come gioco?- chiese all’amico.

-Certo. Sei bravo. Scusa, ma che gioco è?-

-Ah. Si chiama Call Of Duty. Non te ne ho mai parlato. E’ un gioco dove devi sparare a tutti gli zombie. Lo scopo è questo, ecco.-

Jaen diede un morso alla pizza, bevve un sorso dalla coca e mise in stand by.

-Devo fare pipì.- Annunciò.

Con questo iniziò a girare le ruote della sedia a rotelle, mentre si avviava verso il fatidico bagno.

La solita routine. La chiamava “strazio pisciatoio”.
Esatto, proprio uno strazio.
Lui non  poteva far pipì come tutti gli altri esseri umani.  Doveva alzare il suo corpo tenendo le braccia tese sui braccioli della sedia a rotelle, spostare il fondoschiena sulla tazza, prendersi le gambe e spostarle davanti a lui. E poi era libero di esprimersi.

-Louis, per favore, potresti uscire?- chiese guardando la porta chiusa.

-Certo, ti aspetto sul divano.- Rispose.

Jaen, ha sempre immaginato Louis con tutte le loro discussioni, ora, infatti, ogni volta che ci parlava gli sembrava sempre di sentire la voce, un tenore acuto mescolato a un baritono.

Prese in mano uno dei suoi tanti fumetti di Spiderman e lesse. Rimase lì per mezz’ora, avrebbe fatto troppa fatica ad alzarsi.

-Muoviti!- lo sgridò Louis.

-Va bene, va bene, arrivo.- disse.

Riprese a giocare alla playstation.

 

Era solo. Come sempre, d’altronde, ma orami ci aveva fatto l’abitudine.
-Louis? Louis!-

Nessuna risposta.
Non si trovava nel suo soggiorno. Era in una lurida palude.

Degli alberi con le foglie bagnate, rinsecchite. Rinsecchite come la sua vita. Nemmeno un misero fiore.
“Sarà autunno.”
Il cielo era ricoperto di fuliggine. Nei dintorni non c’era nessuno. Come poteva esserci la fuliggine?
Mosche e zanzare, creavano una danza fastidiosa intorno al ragazzo.
Si alzò in piedi dandosi una  spolverata  ai pantaloni neri, che erano diventati grigi.
“Sarò precipitato e avrò alzato della polvere.”
C’era un lago nero che distava più o meno cento metri da Jaen. Decise di incamminarsi.

Morte. Ecco cosa lo aspettava.
Quel lago era pieno di cadaveri. Donne, uomini e bambini.
-C-c-cosa?- balbettò.
Si stropicciò gli occhi e lo rivide. Il terrore del mondo.
Morte.
E ancora. Voleva piangere, ma non poteva. Non conosceva nemmeno lui il motivo. Ma una forza gli diceva che se avrebbe pianto, sarebbe morto anche lui.

-Sono annegati nelle loro lacrime.- disse una voce proveniente da un albero.

Jaen non rispose, si limitò a indietreggiare. Però, adesso sapeva di non dover piangere.
-Morte?- chiese tremolante.

-No. Io non sono certo colei che ti coglierà. Io non sono la Morte. Tu mi conosci, bene.- rispose.

-P-p-papà? Sei tu, vero?-

Un uomo dai scuri capelli e dagli occhi verdi, come lo smeraldo, uscì da dietro l’albero. Era di mezza statura, un po’ patito. Bianco in volto.

Jaen lo osservò per bene. Non era suo padre. Lui non aveva mai conosciuto veramente suo padre.
-Tu non sei mio padre.- contemplò a pieni pomoni.

-Io non ho mai detto di esserlo. Io sono il terrore di tuo padre, quello che si nutre delle anime dei buoni, quello che odia.-

Jaen venne assalito dalla paura. Se era veramente quello che diceva di essere, si sarebbe nutrito dell’anima di Jaen.

-Quando morirai io sarò lì con te. Tuo padre è lì, dietro di te e prenderà lui la tua anima per conto mio.-

Il ragazzino si voltò, aveva le lacrime agli occhi, ma non voleva, non doveva piangere. Dietro di lui non c’era nessuno. Solo il lago. Scrutò dentro e vide solo il suo riflesso e dei cadaveri di persone che non conosceva.

Si girò nuovamente verso l’albero, dove c’ era la persona e non vide nulla. Solo un po’ di nebbia.
“Si nutre dell’ anima impaurita dei morti “ pensò “ma, io non ho paura.”
-Sopravvivrò.-

Arrivo. Jaen, sto arrivando.
La voce seguita da un ghigno sadico.
Non mi scapperai. Morirai.

-Lo so- urlò –lo so che morirò! Ma quel giorno non è oggi!-

Iniziò a correre. Correva, ma non andava avanti. Si sentiva stanco, ma non aveva percorso nemmeno un metro.
Era fermo, non riusciva a muovere un dito.
Finché, non sentì delle voci dietro di lui.
Jaen, vieni con noi. Vieni dai, ci divertiremo insieme. Saremo felici tutti quanti. Manchi solamente tu.

-Sto vincendo io, Jaen!-

Delle mani lo afferrarono e lo iniziarono a trasportare nel lago, erano i cadaveri che si muovevano.

-Lascitem…- non riuscì nemmeno a finire di parlare, che la frase gli  soffocò in gola.
Iniziò a soffocare e ad annegare.
Solo in quel momento riuscì a muoversi, si mise le mani sul collo e strinse, cercando di espellere quello che gli bloccava la respirazione.
Le mani lo stritolavano e lo portarono giù. Era in acqua e pianse, cedendo.
La figura che aveva visto si affacciò sul bordo dell’ acqua:
-Ho vinto io.-

 

Si svegliò sul divano di casa sua.
Non sentiva particolarmente bene, solo delle chiavi e una voce femminile:

-Sono tornata, Jaen. Come stai?- gli chiese la mamma.
-Si.- rispose scuotendo la testa.

Salve a voi popolo! :33

Allora, che dire?? Bé, per fare questo capitolo ci ho messo un po', dato che ho avuto un piccolo problema, chimato BLOCCO DELLLO SCRITTORE, non so se mi spiego, d'altronde, tutti di noi abbiamo avuto un periodo dove non veniva in mente una minima idea... Ecco
Peggio di un incubo.
Per il resto,... nulla di che, spero solo che vi piaccia questo capitolo e che magari lo recensiate.

Per ora, Bye Lele <3 

Ah Si! Ci tenevo a mostrarvi queste foto



Il primo è Louis, il secondo Jaen.
 Magari nel prossimo capitolo pubblico una di Leya *w*
Certo, in questa foto, magari sono un po' cresciuti, ma in futuro farò io dei disegni un po' più realistici. c:

 


  
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