Anime & Manga > Ao no exorcist
Segui la storia  |       
Autore: Girasolefelicissimo    09/07/2013    1 recensioni
Se Satana mettesse al mondo una figlia femmina? Cosa mai potrebbe succedere? Di sicuro la sottovaluterebbe dato che è una ragazzina e penserebbe che non potrebbe far del male ad una mosca.
Ma fa male, non bisogna mai e poi mai sottovalutare una ragazza, sopratutto se ha ricevuto le sue fiamme..
E se questa ragazza, costretta a frequentare l'accademia Vera Croce ed a essere sorvegliata da uno dei suoi figli gli creasse un mucchio di problemi? Non solo al Padre ma anche al Preside di quella 'povera' scuola?
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Rin Okumura, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Uscì dal bagno di Mephisto, con indosso la giacca linda e pulita. Stava per andarsene quando il fratello lo chiamò.
-Allora.. Re dell'acqua, cos'hai intenzione di fare ora?- Gli chiese, rimanendo seduto dietro la  scrivania.
-Tsk.- Rispose con un verso irritato. -Presto lo scoprirai.- Sbattee la porta, andandosene.
Mentre camminava per i corridoi della scuola con in volto un'espressione agghiacciante, nella sua mente esclamò: -Sarai mia.-


Erano passati due giorni dopo l'incontro poco gradito con Egyn.
Il blu, ancora non si era ripreso del tutto e doveva ancora rimettersi in piedi e camminare. Yukio e Alexia avevano deciso a turni di aiutarlo, soprattutto per la notte, in cui Rin all'improvviso si lamentava per il dolore. Una notte, mentre toccava a Yukio sorvegliarlo, Rin stranamente era calmo e non proferiva parole o lamenti.
Nella sua camera, stringeva il lenzuolo bianco con una mano, pensando a come farla pagare a quel dannato per aver mandato in fin di vita Rin. Ringraziava poi Alice di essere accorsa in suo aiuto, altrimenti il ragazzo sarebbe davvero morto.
Si legò i lunghi capelli in uno chignon alto e si distese sul letto, provando a sconfiggere la sua insonnia e ci riuscì.
Strane figure alte e nere uscirono dai loro nascondiglii appena la ragazza cadde nel mondo dei sogni, sollevandola delicata dal letto e portandola via.


Si risvegliò in uno strano posto, completamente nero e sotto la sua figura c'erano degli aloni bianchi.
Mentre si guardava intorno confusa e disorientata, scorse in lontananza un oggetto che luccicava.
A passo lento, si avvicinò a ciò che poteva sembrare uno specchio steso sul pavimento. Si chinò, per osservare il suo riflesso e proprio in quell'istante, qualcuno la spinse da dietro.
Strinse i pugni e chiuse gli occhi, preparandosi all'impatto con i mille cocci che sarebbero  ben presto saltati in aria, conficcandosi nella sua carne e ferendola, ma rimase stupita, quando si ritrovò circondata dall'acqua, rischiando di affogare. Non riusciva più a tornare in superficie, una strana corrente la tirava verso il basso.
Si sentii soffocare e con una mano si strinse la gola, sentendo l'acqua entrare nei polmoni.
Prima che potesse perdere i sensi, l'abisso sembrò finire e atterrò su un pavimento a scacchi bianco e nero di una stanza, con le pareti ricoperte da un mucchio di specchi.
Si alzò lenta e confusa, sputando acqua e cercando di riprendere fiato, tossendo un paio di volte.
Guardò il centinaio di specchi che erano appesi alle mura e rabbrividì, vedendo la propria figura ovunque.
Cercò una porta con lo sguardo, ma a quanto pare l'unica entrata e uscita da quel posto era l'abisso sopra la  sua testa, che rimpiazzava il soffitto.
Dove cavolo era  finita? Si chiedeva.
Provò ad avvicinarsi ad uno specchio e dietro di lei intravide una creatura fatta di ombre. Si girò veloce, pronta ad un eventuale attacco, ma quell'ombra, già non c'era più.
Si rigirò verso lo specchio e sussultò spaventata, indietreggiando veloce.
Quella figura, che poco prima alle sue spalle, adesso era raffigurata all'interno dello specchio.
Deglutì e si mise il più lontano possibile.
Adesso gli specchi, ognuno di loro, aveva una di quelle strane ombre al suo interno.
Le osservava, tentando di capire cosa fossero effettivamente. Si avvicinò titubante e tese la mano verso uno specchio, tremante. Temeva che quella figura l'avrebbe strattonata come nei film horror, ma prima che potesse toccarla, la figura tese il braccio verso sinistra, indicando il fondo della stanza, su cui adesso c'era un unico enorme specchio che ricopriva l'intera parete.
Guardò per un paio di volte l'ombra, poi di nuovo lo specchio.
Camminando lenta, si avvicinò all'enorme specchio che a quanto pare non aveva visto prima. Era indecisa se toccarlo o meno, ma forse l'avrebbe fatta uscire di lì in qualche modo.
Poggiò la mano sullo specchio, ed essa affondò al suo interno, socchiuse gli occhi e si fece forza, facendosi risucchiare da quello strano portale.
L'atmosfera era cambiata, adesso si ritrovava in una stanza con il pavimento completamente nero e le pareti trapuntate di colore blu notte, ma questa volta, non c'erano specchi.
-Benvenuta, mia cara.- Parlò una voce con tono caloroso.
Sussultò, quando vide Egyn apparire dal nulla a pochi metri da lei, mentre era seduto su una poltrona blu.
-E-Egyn?- Balbettò, aggrottando le sopracciglia. -Sei tu che mi hai portato qui?!- Gli chiese infuriata, volendo restituirgli le ferite che aveva inflitto a Rin.
Non rispose, continuando a fissarla con un mezzo sorriso. -Brutto..- Strinse il pugno, infiammandolo e dirigendosi verso  di lui  con l'intenzione di pestarlo finchè non diventava cenere, ma lui, alzò le mani in segno di resa. -Tranquilla mia piccola e adorabile Alexia, non ti ho rapita con l'intento di farti del male, anche perchè sai, che non potrei mai <3- Le disse, parlandole con tono pacato.
Fece una smorfia con le labbra, facendo spegnere il fuoco che circondava il suo pugno. Non credeva alle sue parole, e mai l'avrebbe fatto, quindi  rimase sempre sull'attenti.
-Ti ho fatto portare qui per parlarti.-
-Mi hai fatto portare da chi?- Chiese, fissandolo in modo cagnesco.
-Dai miei schiavi, mi pareva ovvio.-
-Hai degli schiavi?- Chiese perplessa, mentre esso sghignazzava.
-Ma certo!-
-E questo posto cos'è? Dove sono?-
-In una delle mie tante dimensioni!- Esclamò, ridendo.
Rimase abbastanza turbata, temeva che l'avesse rapita con l'intenzione di non farla più uscire. Si voltò indietro e notò che lo specchio era sparito.
-Cavolo..- Pensò, ritornando con lo sguardo su di lui. -Devo pensare a come fuggire.. Altrimenti..-
-Allora, mia cara..- Iniziò a parlare il re dell'acqua. -Arriviamo al dunque: cosa hai intenzione di fare?- Le chiese con tono freddo.
L'aria improvvisamente si gelò e si sentii dei piccoli formicolii sulla schiena.
-..Che intendi?-
-Intendo..- Si alzò dalla poltrona e iniziò a girarle intorno. -Sei un demone.. Un demone speciale, una demoniessa..- Stava per accarezzarle una ciocca di capelli, ma la ragazza, si ritirò, fissandolo abbastanza male. -Intelligente, forte, agile e astuta..- Continuava a girarle intorno, parlando lento. -Sei una demoniessa rara.. Molto particolare. La mia domanda è:- Le si piazzò davanti e le afferrò il mento con le dita, sollevandolo alla sua altezza. -Perchè questa creatura 'divina' non vuole stare con noi?- Domandò. Era a pochi centimetri dal suo viso e la fissava sorridendo.
Alexia, irritata dalla minima distanza, gli afferrò il polso e gli fece togliere la presa dal mento.
-Perchè io non sono una di voi.- Gli rispose secca.
-Le tue fiamme e il tuo potere non dicono questo.- Le sorrise di nuovo.
-Io non sono una di voi nè lo sarò mai.- Affermò con irritazione.
-Perchè no?-
-Perchè io sono diversa da voi!- Esclamò.
-In cosa saresti diversa?-
Rimase per un attimo spiazzata, pensando a ciò che le aveva chiesto. In cosa era diversa da loro? Era un Demone. Una creatura mostruosa capace di guarire in un'oretta o meno una gamba rotta.
Un mostro che prendeva fuoco, la figlia di Satana. Nessuno, l'avrebbe accettata.
Tenne la testa bassa, non riuscendo a sopportare lo sguardo del Demone.
-Sei come me, sorellina. Come tutti noi.-
Un Demone dalla forza mostruosa, un essere immortale. Non era più umana, non lo era mai stata.
Le si avvicinò lento, accarezzandole una guancia.
Eppure.. Eppure..
-Alexia..- Sussurrò, mentre essa alzava il viso, guardandolo senza vita negli occhi.
Lei, era stata cresciuta come un umana. I suoi genitori, l'avevano cresciuta come tale, ma forse, non importava.
La baciò lento, assaporando le sue labbra, un po' dispiaciuto dato che non reagiva, ma finalmente ci era riuscito. L'aveva portata dalla sua parte.
Forse non importa il percorso che svolgi, se sei un mostro, sei un mostro.
-La mia piccola Alexia..- Sussurrò dolce e caldo sulle sue labbra.



Sorrise, abbastanza sorpreso.
Il suo fratellino, era davvero bravo.
Aveva osservato l'intera scena, attraverso una delle bolle che il fratello gli aveva donato appositamente per quell'occasione, sicuro di sè e del suo piano.
-Ed ora? Cosa succederà? Diventerai anche tu una marionetta, Seeker?- Sussurrò, sorridendo con aria maligna mentre stringeva la resistente bolla.
-Dubito.- Disse, avvicinandosi alla poltrona dove sedeva il Demone viola.
Sghignazzò per ciò che aveva detto. -Sicura?- Le chiese, girandosi con la sedia girevole verso la demoniessa.
-Non cederà così facilmente.-
-Io dico di si..-
-No.- Stava iniziando ad alterarsi. Rise per la sua espressione.
-Scommettiamo?- Le chiese.
-Assolutamente si.- Rispose a tono.
Rise ancora, gli erano mancate le loro "conversazioni".



Lei però, non si era mai davvero sentita del tutto tale.
Non era come loro.
Non avrebbe mai ucciso nessuno per soddisfare la sua noia.
Non era malvagia, non voleva ferire nessun essere umano nè trarli in inganno nè volersi cibare di sole anime nè altro.

Strinse i pugni, rendendosi conto solo ora di ciò che il Demone le stava facendo.
Magari, era un Demone solo di corpo, non di mente.
Gli morse con forza il labbro inferiore e mentre Egyn tentava di staccarsi, Alexia s'infiammò, scaraventandolo con forza verso la poltrona, mentre si puliva con il polso le labbra gocciolanti dal sangue del demone.
-Alexia..- Disse sorpreso il Demone, non aspettandosi una reazione del genere, pensava di esser riuscito a portarla dalla sua parte.
-Io, non sono, un Demone. Quindi non sperare che venga con voi!- Affermò.
-Andiamo piccola.. Non fare così..-
-Piccola un corno!- Ringhiò lei.
-Suvvia, non negare la realtà..- Provò a persuaderla.
-Non la nego! Io non sono come voi! Sono diversa!-
-No.. Tu non sei diversa..-
-Si invece! Io non bramo come voi! Non uccido come voi! Non faccio niente di quello che fate voi!- Urlò, facendolo rimanere in silenzio.
-Dannazione..- Sussurrò, il suo piano era andato in frantumi.


-Tsk, che ti avevo detto?- Gli chiese, soddisfatta della sua vittoria. -Lei non cederà mai e poi mai.- Osservò fiera la bolla.
-Non canterei vittoria così presto, mia cara, lo spettacolo, è appena iniziato. E poi, chi lo sà, può anche darsi che cederà prima o poi, come facesti tu, ricordi?- Le chiese, con un sorriso malinconico.
-'Sta zitto.- Gli ordinò. -Ho già vinto. Conosco mia sorella. Ora vado a riprenderla, altrimenti non uscirà più da lì.- Si mise davanti alla vetrata che mostrava l'intera città che aveva creato il viole e schioccando le dita, fece apparire uno specchio con intorno una cornice dorata e dei diamanti blu incastonati. Attraversò lo specchio e così scomparve, facendo svanire anche il portale.
Il viola sospirò, riaffiorando vecchi e dolci ricordi, ricordando il loro primo incontro..


La osservava da tempo, incuriosito dai suoi comportamenti e da come combatteva. Era così leggiadra, ma allo stesso tempo distruttiva. Da poco aveva imparato a combattere, eppure sembrava
una spadaccina  professionista, ogni volta che la fissava, ne rimaneva quasi incantato e rideva, quando si opponeva con tanta semplicità ai loro fratelli.
Chiese al padre di poter entrare in azione, sicuro di se stesso, sicuro che subito l'avrebbe convinta.

Fuggì veloce, rintanandosi in un edificio abbandonato per sfuggire al re degli insetti, Belzeebub. Passarono un paio di minuti e quando si affacciò ad una finestra in frantumi vide che tutto era calmo. Si guardò intorno e notò l'enorme hall, con tanto di bancone fatto a pezzi e graffiti sui muri. Era forse entrata in un hotel abbandonato? Vide che le scale che portarono al piano di sopra erano crollate, quindi decise di controllare l'immensa sala principale, quando sentii alle sue spalle un rumore. Si andò a voltare e rimase spaventata dall'uomo eccentrico che si ritrovava davanti.
-Buongiorno milady.- Lo sconosciuto fece un inchino -Le chiedo scusa, non volevo spaventarla.- Disse, rialzandosi dal suo breve e cortese inchino. -Mi presento, il mio nome è Mephisto Phe....!-
Neanche finì di pronunciare il suo nome per intero, che la ragazza dalla chioma nera gli assestò un pugno nella bocca dello stomaco e uscì di corsa.
Non le ci era voluto molto per capire che era un Demone e conoscendo la situazione in cui si ritrovava, sapeva già cosa voleva.
Dopo un paio di metri, iniziò a camminare tranquilla per strada, quando vide che qualcuno di eccentrico le camminava affianco. Si fermò a fissare il demone  viola, mentre lui accennava un sorriso.
-Cosa vuoi?- Gli ringhiò.
-Uhm? Io?- Chiese ingenuo.
-Si, tu! Sia chiaro, io con voi non ci vengo e non perseguitarmi!- Gli ordinò, per poi superarlo, ma appena superato trovò davanti a lei Beelzebub.
-Dannazione...- Mormorò irritata.
Il re, stava per attaccare la ragazza con uno sciame di scarabei e scarafaggi quando Mephisto, si parò davanti alla giovane donna e facendo roteare il suo bastone verso lo sciame, pronunciò una strana formula. -Eins, Zwei, Drei!- Esclamò sorridendo e sia lo sciame che il re degli insetti sparirono. Battè la punta del bastone sul terreno e si voltò verso Alice.
I due si fissarono a lungo, restando in silenzio. Dopo un paio di secondi, la mora ruppe il silenzio ringraziandolo acidamente.
-Si figuri, milady, nessun gentleman dovrebbe permettere che un fiore come lei venga ferita.- Le disse, mentre la osservava con un dolce sorriso.
-Bleah..- momorò disgustata per una frase  del genere e se ne andò.
Sghignazzò, accarezzandosi lento il pizzetto. -Ci sarà da divertirsi..- Pensò tra se e sè.




Il portale la portò nella sala delle anime di Egyn, le cui, ancora non divorate, erano racchiuse in molti specchi.
A passo lento, si diresse verso la parete su cui doveva esserci l'enorme specchio e poggiandoci la mano sopra, fece esplodere il muro, creando così un varco.
-Alice..?- Alexia la fissò sorpresa, mentre si era parata la testa con le braccia per l'esplosione.
-Andiamo sorellina, basta restare con le mezze calzette.- Stette per prendere la ragazza per un braccio, quando all'improvviso il re dell'acqua le schiaffeggiò la mano e con un calcio al fianco la scareventò in fondo alla sala, creando così la sua forma nel muro.
-Lei è mia! MIA!- Le sbraitò contro, rinchiudendo la ragazza dalla chioma argentata nella bolla in cui la rinchiuse la prima volta che si incontrarono. -Lei deve restare con me! CON ME! CON ME!- Sbottò ancora.
La mora rimase in silenzio, meravigliandosi poi del gesto della piccola pulce d'acqua aveva appena compiuto e mentre si rialzava, stava ridendo.
-Hey, pulce d'acqua, cos'è dopo tanto tempo così mi tratti?- Gli ringhiò a denti stretti, mentre prendeva uno slancio e afferrò Egyn per un corno, facendolo sbattere nello stesso punto in cui lei era stata lanciata. Si diresse verso la sorella per  liberarla, ma il re tornò alla carica, con delle bolle d'acqua nelle mani che scagliò tutte contro la demoniessa, ma inutilmente, dato che essa le evitò tutte, tranne una, che afferrò con una mano e la restituì in modo brusco al suo padrone, facendola schiacciare contro il suo petto.
Urlò di dolore il povero re, mentre Alice, gli stringeva il collo, conficcando le unghie al suo interno e avvicinandosi al suo viso, con la lingua gli leccò la parte sinistra del volto, partendo dal mento fino all'occhio, per poi insistere sulla palpebra e si staccò disgustata, infine allontanandosi.
La parte sinistra del suo viso iniziò a bruciare, sciogliersi e a inscurirsi. Si portò una mano all'occhio sinistro mentre gridava, sentendo come man mano il bulbo oculare si stava seccando e si riduceva in liquido. Alice gli diede le spalle e si diresse verso la bolla che imprigionava la ragazzina. Posizionò la sua mano su di essa e si aprì a metà.
-Andiamo, le sue urla mi danno fastidio.- Disse la mora seccata, mentre si apprestava ad uscire per prima e a dirigersi verso il portale.
Alexia, la seguii lenta, ma poi venne fermata dalle parole del  re che giaceva dolorante sul pavimento.
-Alexia.. T-Ti prego.. Non lasciarmi..- Disse a fatica, sentendo la gola pizzicargli e il viso rosso, con la carne priva di pelle bruciargli, tentendo un braccio verso di lei, mentre  tentava invano di rialzarsi.
Rimase ferma, titubante nel seguire o no Alice.
-Muoviti!- Le ordinò, indicandole il portale che le attendeva.
La ragazza dalla chioma argentata annui, decidendo poi di seguire la demoniessa, continuando a voltarsi verso il Demone ansimante e dolorante.
Ringhiava disteso e affondò le unghie nel pavimento, creando così grosse crepe. -Ti odio.. Ti odio!- Digrignò a denti stretti, mentre chiamava i suoi servi.
Due demoni, dall'aspetto "umano" vennero ad aiutarlo e lo sollevarono dal pavimento, facendolo sedere sulla poltrona. -Stupida Alice.. Non puoi portarmela via..! Nggh..- Strinse le mani sui braccioli imbottiti della poltrona, aspettando che il suo potere di guarigione facesse effetto. -Alexia..-
Bisbigliò..













________________________________________________________________________________________________________

Angolo dell'autrice:

Hello! Chiedo venia per  il ritardo e la semplicità di questo capitolo, spero comunque che lo apprezziate! ^o^
La storia, ora prenderà una bella svolta e il tutto si complicherà tra Alexia e Egyn e tra Mephisto e Alice.
Spero che voi tutti continuate a seguirla e vi ringrazio ancora, davvero! **

Aloha!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ao no exorcist / Vai alla pagina dell'autore: Girasolefelicissimo