Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: La Kurapikina    09/07/2013    1 recensioni
Aphrodite è un semplice ragazzo Svedese che sente qualcosa di sbagliato in sè... sono capitoli in cui descrivo pezzi della sua vita anno dopo anno.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cancer DeathMask, Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Flash Back- 10 anni

 

Il piccolo Aphrodite sollevò lentamente il capo dal banco, stendendo le gambe che aveva tenuto incrociate fino a quel momento ed arricciando infastidito il naso quando si rese conto che non toccava ancora terra. Eppure era cresciuto di ben tre centimetri in quelle due settimane! I suoi compagni di classe a volte lo prendevano in giro perché era basso per la sua età, ma Aphrodite non ci faceva caso: era minuto, ma perfettamente proporzionato. era sempre stato un bambino un po’ viziato e capriccioso, ma poteva permetterselo… l’unico fastidio che a volte provava era quel sentirsi diverso. Migliore. A se stesso poteva confidarlo: era più carino, intelligente e forte dei suoi amici.

Il bambino però cercava di stare il più lontano possibile da quei pensieri: lo facevano stare male e lo confondevano solamente.

Ignorando quindi la punta di irritazione per la propria bassezza, puntò annoiato lo sguardo sulla maestra, che sembrava persino più allegra del solito nel presentare il loro nuovo compagno di classe.

“Bambini, lui è Angelo… si è appena trasferito dall’Italia, ma conosce già la nostra lingua! Siate gentili con lui, ok?”

I bambini esplosero in mormorii, saluti, urletti, che fecero sorridere maggiormente la maestra. Aphrodite, invece, sbuffò poggiando il mento sulla mano: gli era antipatica.

Sembrava che parlasse con degli stupidi, come se a dieci anni non fossero abbastanza grandi per le cose! Sospirò con aria drammatica lanciando un’occhiata al banco vuoto al suo fianco: l’italiano sarebbe finito vicino a lui. L’idea non gli piaceva: aveva già degli amici ed anche se si riteneva un bambino socievole si annoiava a dover far sentire a suo agio uno sconosciuto. La mamma gli aveva detto tante volte che anche se non voleva doveva farlo comunque per educazione, ma quello non gli impediva di trovare la cosa  fastidiosa.

“Ecco Angelo, il banco vuoto è il tuo, vicino ad Aphrodite.” la maestra gli rivolse un sorriso mieloso e cui lui rispose scostandosi una ciocca di capelli dietro le orecchie e spostando l’attenzione sull’altro bambino che avanzava lentamente : era sicuramente più alto di lui e già quello era un brutto inizio… 

I suoi capelli poi erano spettinati e poco curati. Sì, partiva proprio male.

Ma quello che colpì Aphrodite furono i suoi occhi scuri: sembravano due pozzi troppo profondi in grado di assorbire qualsiasi cosa e in quel momento stavano brillando di una luce divertita. L’italiano si sedette al suo fianco ed Aphrodite allungò lentamente una mano pallida verso di lui; sobbalzò, sorpreso dalla morsa in cui l’altro gliela serrò: “Ahi…” si lasciò sfuggire, pentendosene subito dopo. Angelo tese le labbra in un sorrisetto, sussurrando: “Sei delicato, vero ciuriddu?”   

Aphrodite ritrasse con rabbia la mano: non aveva capito come l’altro lo aveva chiamato.

Sospirò, incrociando gambe e braccia e poggiando nuovamente la testa sul banco ignorando la voce irritante della maestra che annunciava l’inizio della lezione: quella era una giornata no, una di quelle in cui la sensazione che gli mancasse qualcosa lo tormentava fin quasi togliergli il respiro. Non capiva. Era ancora troppo piccolo per capire.

Si agitò leggermente sulla sedia, puggiandosi una mano sul cuore: batteva disperatamente e sembrava implorarlo di accontentarlo e dargli nuove esperienze, nuove emozioni, nuova vita. Di più. Voleva di più. Alzò con un scatto la mano, respirando a fondo prima di parlare per assicurarsi che la propria voce non tremasse e chiese alla maestra di poter andare in bagno. Quando lei acconsentì, Aphrodite si alzò lentamente raggiungendo con la solita calma e grazia che lo caratterizzavano, ma non appena fu solo in corridoio cominciò a correre, sentendo le prime lacrime sfuggire dai suoi occhi.

Spalancò la porta del bagno fiondandosi al lavandino più vicino, sciacquandosi il viso con acqua gelida, poi, finalmente, sollevò lo sguardo per incontrare il proprio riflesso: Aphrodite era lì, pallido, che lo fissava con gli occhi arrossati e le labbra leggermente dischiuse. Quello era lui. Quel bambino dal viso spaventato era lui. Allungò una mano verso lo specchio, facendo un salto indietro quando arrivò a toccare le dita protese del proprio riflesso: quello era davvero lui. Ma chi era? La domanda rimbombò nella testa del piccolo, che si coprì entrambe le orecchie nel tentativo di fermare quella voce: “Chi sei? chi sei, Aphrodite? Nessuno.”

Si lasciò scivolare lungo la parete, sedendosi a terra e nascondendo il viso sulle ginocchia: pianse. Fu in quel bagno che, per la prima volta, qualcosa si ruppe definitivamente in Aphrodite, qualcosa che molto tempo dopo lo avrebbe portato lontano da casa, a rischiare la vita, a perdere se stesso inseguendo un’illusione senza vedere il baratro farsi sempre più vicino. Ma in quel momento era ancora troppo piccolo per capire.

Dopo quelle che avrebbero potuto essere ore il bambino riuscì a rialzarsi e scappare da quel bagno in cui non avrebbe più messo piede, evitando accuratamente lo sguardo ferito e sanguinante del riflesso nello specchio. Quel bambino sarebbe sempre stato lì: anche molti anni dopo si sarebbe potuto vedere un visino spaventato e confuso chiedere aiuto, imprigionato in uno specchio dove nessuno poteva sentirlo. Stringeva fra le dita protese parte di un anima che si era strappata per la prima volta in quel luogo. Una sola persona avrebbe ascoltato il pianto di quel bambino, cercando in ogni modo di aiutarlo. Persino quando gli sarebbe sembrato troppo tardi.

Aphrodite aprì la porta della propria classe tenendo lo sguardo basso, liquidando la maestra e la sua preoccupazione con un gesto svogliato. L’unica cosa che sentiva in quel momento erano gli occhi indagatori di Angelo bruciargli la pelle: in un altro momento avrebbe sollevato il mento con orgoglio lanciandogli uno sguardo di sufficienza, ma era troppo debole per indossare una maschera in quel momento. Gli occhi scuri dell’altro bambino lo mettevano a disagio, facendolo sentire quasi nudo davanti a tanta forza: gli stavano togliendo ogni copertura per cercare di leggere il suo cuore. Era la prima che qualcuno riusciva a scorgere Aphrodite, il vero Aphrodite, dietro quel bambino viziato ed altezzoso. Ne era sicuro, Angelo ci stava riuscendo. Si sedette, lasciandosi quasi cadere sulla sedia, ma prima che potesse nuovamente la testa sul banco, Angelo lo afferrò con forza per un braccio costringendolo a voltarsi e guardarlo.

“Piangi, ciuriddu?” mormorò ridacchiando l’italiano senza lasciarlo. Aphrodite reagì d’istinto, schiaffeggiandolo.

Lo sguardo di Angelo cambiò, ma non nel modo in cui si era aspettato: credeva vi avrebbe letto rabbia e irritazione, invece l’altro sembrava solo sorpreso… e preoccupato.

“Aphrodite!” la voce della maestra li fece sobbalzare entrambi: “Come ti è venuto in mente? Sai benissimo che non si alzano le mani per nessuna ragione! Ora chiedi scusa ad Angelo, poi accompagnalo in infermeria e chiedi un po’ di ghiaccio… portami il tuo diario, mi costringi a darti una nota.”

“Non gli serve il ghiaccio per uno schiaffo. E poi, se l’è cercata.” mormorò il bambino carezzandosi i boccoli celesti senza staccare un attimo i propri occhi da quelli di Angelo.

“Non peggiorare la tua situazione: fa ciò che ti ho detto. Immediatamente.”

Aphrodite inspirò a fondo, pronto a dar battaglia alla donna, ma prima che potesse ribattere Angelo si alzò trascinandolo con lui verso la porta: “Si scuserà strada facendo: mi fa male la guancia, voglio il ghiaccio. Discutete dopo.” quindi uscirono.

L’italiano non gli diede nemmeno il tempo di respirare, strattonandolo lungo il corridoio.

“Aspetta!” mormorò Aphrodite cercando di fermarlo, invano: “L’infermeria è dell’altra parte!”

“Pensi davvero che mi serva il ghiaccio per uno schiaffo?” il moro rise, bloccandolo contro il muro ed afferrandogli una mano: “Sei talmente delicato che non riusciresti mai a farmi male…”

“Non sono delicato!”

“Ti avevo addirittura scambiato per una ragazza…”

Aphrodite lo spinse, irritato, ma l’italiano non si mosse di un millimetro, ridendogli in faccia: “Non ho ragione, ciuriddu?”

Più cercava di ribellarsi, più Angelo gli si avvicinava, senza smettere di ridere. Poi Aphrodite si bloccò di colpo, sentendo il respiro dell’altro sul proprio viso: aveva il corpo completamente immobilizzato fra il muro ed Angelo, che gli stava talmente vicino che i loro nasi si toccavano.

“Bravo piccolo, sta fermo…” sussurrò senza perdere quel sorrisetto sghembo, ignorando gli occhi di Aphrodite che si spalancarono: le loro labbra si erano sfiorate mentre Angelo parlava, ma l’altro sembrava non essersene accorto nemmeno. Ancora sorpreso il piccolo svedese non si oppose minimamente sentendosi di nuovo trascinare.

Come in trance vide Angelo aprire la porta d’ingresso e portarlo nei giardinetti, quindi, costeggiando il muro per non essere visti, arrivarono sul retro.

“Non c’è nessuno qui…” mormorò e l’italiano rise ancora con il chiaro intento di deriderlo: “Ma va, non lo avevo notato…”

Lo spinse costringendolo a sedersi su un gradino, fissandolo dall’alto.

“Non mi scuso.” sbottò Aphrodite dopo quasi un minuto di silenzio ed Angelo sbuffò: “Sei un tipo interessante, svedese. Sempre pronto a ribattere, eh? Sei il primo che ha trovato il coraggio di schiaffeggiarmi… cosa nascondi ciuriddu?”

Aphrodite sbuffò a sua volta, incrociando le braccia e fissandolo con un sopracciglio inarcato.

“Hai paura, vero? Di essere troppo piccolo in un mondo così grande…” l’italiano sospirò sedendosi al suo fianco: “Ti capisco, sai? E’ normale vedere di più.”

“Ma come…?”

“Appena sono entrato in classe ti ha notato: sei diverso da tutti i bambini che ho incontrato fino a questo momento. E chi è diverso è solo.”

Aphrodite si alzò: non voleva ascoltare quelle parole. Non voleva sentire il proprio cuore battere felice nella speranza di aver trovato qualcuno come lui, qualcuno che potesse capirlo. Se avesse ceduto a quell’illusione, se si fosse spezzata avrebbe sofferto e lui era davvero stanco di star male.

“Fermati.” Angelo lo trattenne per una mano e lo costrinse a sedersi nuovamente: “So che hai paura. Fidati, lo so… lascia che mi occupi io di te.”

Finalmente Aphrodite lo guardò: era terribilmente serio. Sembrava capirlo davvero.

“Forse sei meno solo di quanto pensi.”

Chinò nuovamente la testa sentendo gli occhi bruciare, ma il moro lo costrinse a guardarlo: “Lascia che mi occupi io di te, Aphrodite.” ripeté, pronunciando per la prima volta il suo nome: “Ti si legge in faccia che stai male.”

Forse fu un gesto avventato, forse avrebbe dovuto riflettere di più prima di annuire, forse cedette a quella speranza che gli faceva battere il cuore così velocemente solo perché era ancora solo un bambino, ma in ogni caso Aphrodite accettò quella mano che, anche se un po’ rozza, si tendeva in suo aiuto. Sorridendo, quel bambino di dieci anni, non avrebbe mai immaginato che anni dopo sarebbe stata proprio quella mano a salvarlo da un mostro. A salvarlo da se stesso. Angelo sorrise a sua volta, cogliendo una margherita e porgendola all’altro: “Ciuriddu. Significa fiorellino. Non era un insulto, ma un complimento…” spiegò, visibilmente imbarazzato.

Aphrodite rise stringendo leggermente il fiore fra le dita e lasciandosi scivolare lungo il petto dell’italiano fino a posare la testa sulle sue gambe: “Grazie…”

“In cambio mi aiuterai a trovare un nome decente, Angelo fa veramente schifo…” sussurrò il moro scostando i capelli dalla fronte dell’altro.

“Forse andremo molto più d’accordo di quanto immaginassi.”

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: La Kurapikina