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Autore: darkneko_angel    09/07/2013    7 recensioni
Questi sono i 69esimi Hunger Games. 24 nuovi tributi verranno estratti.
Per la gioia di Capitol perderanno se stessi, lotteranno, soffriranno e moriranno. Infine saranno dimenticati. Che lo spettacolo cominci!
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri tributi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Leu! - strillò Imke correndo ad abbracciare la cugina, incurante della gente a cui passò sopra nel percorso.
Leucònoe salutò con entusiasmo la ragazzina e insieme corsero verso i posti che, come discendenti di una famiglia di strateghi, erano loro riservati.
- Sai la novità, Imke? Questo è il mio terzo anno come apprendista stratega, ricordi? -
- Sì, sì - sospirò la quattordicenne. Quella era la regola: primo lavoro a quindici anni, poi si fa carriera. Quindi lei era ancora tagliata fuori.
- E... ho vinto il premio per la migliore apprendista dell'anno e quindi, conoscendo una ragazza molto intelligente e portata per il lavoro eccetera eccetera quale sei tu... potrei aver suggerito di farti fare una prova fin da quest'anno - la ragazza mora rivolse un sorriso furbo alla cuginetta, aspettando la reazione.
- Ma Leu, è fantastico! - la diciottenne dovette bloccare Imke per impedirle di saltarle al collo.
- Ehy, ehy. Ne parliamo dopo. Ora concentriamoci sulla sfilata, e se mi fai perdere il Distretto 1 chiacchierando anche quest'anno giuro che ti picchio! -
- Non è molto carino continuare a rinfacciarmi quello che ho fatto a dieci anni...- iniziò a replicare l'altra, ma vedendo arrivare il carro dell'1 si interruppe.





Il carro d’oro era tirato da cavalli anch’essi dorati e coperti di gemme preziose che, come quasi sempre per quel distretto, davano un effetto più pacchiano che elegante e fiabesco.
Ma la stessa cosa non poteva dirsi dei tributi, specialmente della ragazza.
Il vestito già avrebbe reso splendida ogni ragazza, aggiungendo i suoi tratti aggraziati ed esotici Het sembrava una creatura ultraterrena, una principessa.
Portava un abito di seta color avorio, sul corpetto un intricato gioco di veli e ciondoli dorati esaltava le sue curve e nascondeva il fatto che fosse un po’ troppo magra per la media del suo distretto, mentre la gonna corta e sensuale davanti e lunghissima dietro le attirava molti sguardi osceni dai suoi potenziali sponsor.
Nulla faceva intendere quanto fosse seccata dal fatto di essere guardata come una bambola e non come la guerriera che era: la leggera polvere cremisi e dorata spruzzata sul viso e sui capelli nascondeva perfettamente il rossore e la ragazza non aveva lasciato che nulla intaccasse il sorriso splendente che offriva al popolo di Capitol City.
Marvel non era altrettanto gradevole nell’atteggiamento, sebbene fosse un bellissimo ragazzo e altrettanto ben vestito. Sfoggiava uno splendido gilet blu notte aperto sul petto scolpito e dei calzoni a sbuffo, il tutto ricamato con motivi di foglie d’oro. A differenza della sua compagna il viso era lasciato al naturale nella sua bellezza angelica, per niente appropriata al suo carattere.
Ma quello che più si notava del ragazzo era lo sguardo, indifferente e crudele, come so odiasse tutta quella gente pronta a giudicarlo per il suo aspetto, per chi erano i suoi genitori o qualunque altro sciocco motivo, senza neppure averlo visto combattere.
- Come sono romantici quei vestiti- sospirò Leucònoe - E poi lei è così dolce! -
- E' vero - convenne Imke. - Ma sembra proprio una vincitrice, una vincitrice nata. Lui è un guerriero, sono due Favoriti meravigliosi. E sembrano degli sposi così - sospirò, da inguaribile romantica qual era.
- Oh, secondo me l'hanno notato e non gli è piaciuto molto - convenne l'altra ridacchiando, notando che l'unica interazione tra i due ragazzi era una gran quantità di sguardi ostili.
- Sbaglio o lui è parente di Layla Reiden? La ragazzina dei sessantaduesimi. -
Lo sguardo di entrambe le ragazze si posò sulla ragazza dai capelli castani seduta qualche fila più in là, accanto ad un anziano stratega che doveva sicuramente aver pagato per la sua compagnia. La Vincitrice fissava il fratello minore con le lacrime agli occhi e sulle sue labbra si leggeva qualcosa di simile a un “Mi dispiace”, ma il ragazzo la ignorava.
- Oh. - sospirò Imke.- Sì, mi sembra sia il fratello. Chissà che storia triste che ci sarà dietro.-
- Dai, la scopriremo all'intervista - aggiunse la cugina, ma nemmeno lei era felice all'idea di aspettare così tanto.
- Si, è vero. Guarda Leu, il carro del 2! -
        


Gli stilisti del Distretto 2 quell'anno avevano cambiato tattica con i loro tributi: se nelle edizioni precedenti si era sempre voluto mettere in risalto la letalità e la forza dei due ragazzi, nella 69esima edizione i due Capitolini avevano deciso di creare qualcosa di paradossale.
Due bianchi e lucenti cavalli trainavano il carro seguendo quello del Distretto 1: i due animali erano stati cosparsi con una polvere che rifletteva la luce diffusa nel teatro, e apparivano luminosi e splendidi, infrangendo i fasci che li colpivano e facendoli brillare.
Nirvana stringeva il bordo del carro con le dita, reggendosi il meglio possibile, mentre i suoi grandi occhi verde-nocciola scrutavano tesi l'enorme folla che aveva preso posto sugli spalti; i suoi capelli castani erano stati infine domati, e ora ricadevano sciolti e morbidi sulle spalle. Il vestito che indossava era completamente bianco ed era formato da un semplice top con una scollatura a V, che copriva il busto della ragazza fin poco sotto il seno; sul fianco sinistro, il top era allacciato alla gonna, anch'essa bianca, che poi scendeva con una curva nel fare il giro della vita della ragazza; la cucitura sul fianco era stata sapientemente nascosta da un grande fermaglio a forma di giglio giallo, simbolo di nobiltà e purezza. La gonna terminava con degli strappi che partivano sotto il ginocchio e tutto il vestito era ricoperto della stessa polvere del manto dei cavalli. In parole povere, Nirvana trasmetteva un senso di regalità ma al tempo stesso di tranquillità, a chiunque la guardasse. Ed era bella, molto bella nella sua semplicità.
E il suo compagno non era da meno: Elia indossava una semplice camicia bianca, completamente aperta sul davanti, che lasciava intravedere tutta la muscolatura perfetta del suo torace – su questo gli stilisti erano stati categorici -; i lunghi capelli biondi erano stati adeguatamente trattati ma lasciati liberi sulla schiena, proprio come la compagna, e ora danzavano e si arruffavano a causa dell'aria, dando la possibilità ai Capitolini di paragonare Elia ad uno di quei testimonial stupendi e sempre perfetti delle loro pubblicità. Anche i suoi pantaloni erano bianchi e tutto sommato normali, ricoperti e abbelliti dalla polvere riflettente; il giglio che Nirvana aveva sul fianco, Elia lo portava all'altezza del cuore, ben visibile nonostante la camicia aperta e svolazzante. Al contrario della giovane però, Elia appariva determinato e fiero, quasi arrogante mentre rivolgeva il suo sorriso di soddisfazione alle centinaia – migliaia – di ragazzine urlanti che già si stavano sbranando per lui.
- Degni successori del Distretto 1 – commentò Leucònoe battendo le mani, gli occhi che brillavano.
- Stupendi veramente – concordò Imke – non sembrano neanche assassini. -
- Infatti! Tutto quel bianco e quel brillare li rende così puri e nobili – continuò l'altra beandosi di quella vista.
E in effetti era stato quello lo scopo degli stilisti di quell'edizione: il Distretto 2 era sempre stato visto come quello che sformava più assassini e Vincitori assieme all'1, quindi perché non puntare su un'apparente purezza d'animo per poi lasciare che i due ragazzi dimostrassero tutta la loro spietata brama di sangue?
-Bene, ho già la mia prima coppia – disse Leucònoe, lasciandosi andare in un gridolino eccitato – Guarda! Arriva il carro del 3! -


I ragazzi del Distretto 3 non erano mai stati considerati all’altezza dei primi due Distretti, ma comunque non sfiguravano. Gli stilisti per loro avevano scelto delle tute attillate color grigio antracite, con un delicato disegno blu che ricordava le trame di un microchip e delle stelle iridescenti sparse sul corpo, dello stesso materiale con cui nelle loro fabbriche producevano i CD.
Bella aveva i capelli tirati in una coda alta così da lasciare scoperto il viso in modo quasi crudele, considerando che le guance le erano diventate rosse come il fuoco non appena era salita sul carro. Lei non era abituata a cose del genere, non le piaceva stare al centro dell'attenzione.
Nella sua vita non aveva mai avuto tempo per molto che non fosse andare a scuola o lavorare in fabbrica e tutto quello la faceva sentire a disagio. Tentò comunque di stamparsi un sorriso sul volto e non abbassare lo sguardo troppo spesso, ma la cosa che la faceva arrabbiare (una cosa davvero rara per lei, così paziente e gentile) era che Ares avrebbe comunque monopolizzato l'attenzione su di sé. Il ragazzo sembrava essere nato per le telecamere, con gli occhi neri dall'aria seducente e il fisico perfetto. Sembrava totalmente rilassato e a suo agio, mentre lanciava sguardi ammiccanti alle donne senza tuttavia mostrarsi troppo espansivo.
Non si notava nemmeno che tutto quell'atteggiamento era nato da lunghe riflessioni e strategie: in fondo per Ares non c'erano deviazioni dai piani che decideva. Tutta la sua vita era una strategia.
- C-che figo. - sospirò Leucònoe con gli occhi sgranati.
- Leu, è ammirevole come consideri i tributi femminili di questa sfilata - ridacchiò la più piccola. - Preferisco i Favoriti, ma anche questi non sono affatto male. Mi piacciono i CD.-
Poi le due si voltarono verso il carro successivo.


Gli stilisti del Distretto 4 erano rinomati per la loro bravura e anche quell’anno non si erano smentiti. I tributi arrivarono su un carro trainato da cavalli bianchi come la spuma marina: Adele era la personificazione della barriera corallina e le sue curve generose erano pienamente sfruttate dall’abito. Portava solo un pareo rosso e aveva il seno nudo: in tutto il corpo aveva intarsi di corallo che formavano un grazioso disegno di un rosso intenso, in netto contrasto con la carnagione di porcellana così anomala per il suo Distretto. I capelli erano arricciati e lasciati sciolti sulle spalle, fermati solo da una tiara di corallo ornata con grandi conchiglie bianche. La regina del mare.
Dilan guardava dritto davanti a sé, determinato e potente, ma la mano posata sul fianco di Adele addolciva quell’atteggiamento da Favorito che non gli apparteneva. Indossava un paio di calzoni di alghe verde scuro, decorati con conchiglie nere. Era a torso nudo, ma il petto scolpito era coperto di tatuaggi di ancore, sirene e vari soggetti di mare. Aggiungendo i capelli biondo scuro con qualche ciocca nera, raccolti in una coda disordinata e cosparsi di salsedine, sembrava un giovane e fiero pirata, abbracciato alla sua dolce sirena.
La ragazza guardava avanti senza timore, ma a differenza del compagno il suo sguardo era spento e quasi ostile, ma molti interpretarono la sua introversione come spietatezza, esplodendo in applausi concitati che ebbero l'unico risultato di far lievemente alzare al cielo i suoi occhi cangianti.
- Oh mio Dio, è così bello! I ragazzi del 4 sono sempre così... così...aaaaaaaah!- sospirò Leucònoe senza trovare le parole.
- Già - cinguettò la cugina. - Secondo me loro due stanno insieme, comunque. Guarda come la abbraccia, sono davvero adorabili! -
-Non dire sciocchezze Imke, perché si sarebbe offerto se no? Questi sono gli Hunger Games! -
- Ehy - ribatté la ragazzina piccata - Non rovinarmi le coppie! Lo sai che adoro le love story tormentate! -
Leucònoe avrebbe voluto replicare, ma il carro del Distretto 5 le distrasse subito.



Il Distretto 5 doveva rappresentare l’energia: mai due tributi furono più appropriati al loro Distretto, tanto nell’aspetto quanto nel carattere. Sia Rebecca che Jake erano quasi totalmente nudi, l’unica cosa che li copriva era un intrico di fili e fasce di rame, scosse da scintille e incandescenze che davano originalità e movimento ai due ragazzi, oltre a intonarsi perfettamente con il colore rossiccio dei capelli di Jake.
Beck era radiosa, sorrideva con aria seducente e ammiccava alla folla, soddisfatta di come l'abito metteva in risalto il fisico slanciato e invidiabile. I capelli scuri raccolti a torre con fili elettrici che sembravano sul punto di andare in corto circuito, le davano un aria un po' pazza che, ammise con se stessa, la rispecchiava e le piaceva. Il ragazzo era ancora più euforico di lei, saltellava come un pazzo salutando la gente con un gran sorriso stampato in faccia.
- Tutti i tributi dovrebbero essere così allegri e simpatici - sospirò Imke lanciando un bacio al tributo maschile che con grande eccitazione della ragazzina ricambiò il saluto, ammiccando con aria allegra e scanzonata nella sua direzione.
- Se hai finito di provarci, guarda la ragazza. È anche troppo sicura di sé per una del 5, tienila a mente. Devi iniziare a ragionare da stratega. - la ammonì con scarsa convinzione Leucònoe, sentendosi un po' ipocrita quando ricordò che la sua reazione al ragazzo del 4 era stata più o meno la stessa.
Ma Imke non la ascoltava e si voltò, a malincuore, solo quando apparve il carro di Nina e Blade.



Trainato da due cavalli dal manto corvino, anche il carro del 6 fece la sua comparsa. I due diciassettenni portavano delle tute aderenti nere come il manto dei loro cavalli, con un motivo di lucenti ingranaggi argentei che si muovevano ritmicamente.
Un piccolo ingranaggio, posto in corrispondenza dell’ombelico di Nina, spiccava perché era di un colore indefinibile ed iridescente, che cambiava in ogni secondo.
Quando furono all’attenzione dei Capitolini, l’ingranaggio iniziò a girare vorticosamente e ad assumere colori sempre più brillanti, finché si staccò dalla sua posizione per iniziare a scorrere freneticamente sul corpo della ragazza, per poi trasferirsi a quello di Blade e fare continuamente la spola tra i due tributi, illuminando i loro corpi di riflessi colorati.
Imke e Leucònoe si unirono ai gridolini isterici degli altri capitolini, incapaci di comprendere come potesse essere possibile un tale miracolo tecnologico. In realtà l’effetto sarebbe stato migliore se si fossero tenuti per mano, come dettogli dai loro stilisti, ma Nina non ne aveva la minima intenzione. Trovava il suo compagno di Distretto tollerabile, ma tra tollerarlo e avvicinarglisi tanto da tenergli la mano c’era una bella differenza.
Blade era immobile e freddo, con gli occhi neri che fissavano spenti di fronte a sé, prestando il minimo indispensabile dell'attenzione alla folla colorata che gli era intorno.
A Nina andava benissimo che si facesse i cavoli suoi, mentre stava appoggiata con aria noncurante e braccia incrociate alla sponda del carro.
Quando qualcuno le lanciò una rosa la afferrò e iniziò a strappare svogliatamente i petali.
- Blade m'ama, Blade non m'ama - canticchiò con voce da bambina, lanciando occhiate furtive al compagno per vedere se l'avesse turbato.
Il ragazzo non sembrò nemmeno averla sentita e lei buttò via la rosa, frustrata.
Ma un brivido era corso comunque sul braccio muscoloso e abbronzato di Blade.
- Oh mio Dio, ce l'hanno praticamente scritto in faccia! - strillò la ragazzina bionda con aria traumatizzata.
- Cosa? - le chiede preoccupata Leucònoe.
- “Siamo due figoni crudeli e siamo innamorati”- cinguettò. - Sono perfetti insieme! Potrebbero essere i miei preferiti! -
- Hai detto lo stesso di tutti gli altri carri, cara.- cercò di farle notare la cugina, ma Imke aveva già smesso di ascoltarla.
- Guarda, il 7! -



Gli abiti di Hope e Donnie non sembravano abiti. Sembrava più che fossero appena usciti dal bosco. Erano nudi e i loro corpi erano cosparsi di foglioline verdi e grandi foglie secche, che si intrecciavano a collanine di liane ornate da ciondoli di legno.
Donnie sembrava incredibilmente sereno e a suo agio, considerando che era praticamente un condannato a morte, ma in fondo lui era un ragazzo ottimista e le foglie che nascondevano appena il petto asciutto e muscoloso lo facevano sentire a casa, mentre spaccava la legna accanto a Wendy, lanciandole ogni tanto un occhiata maliziosa. Ma in quel momento non poteva permettersi di pensare a lei, non considerando che buona parte delle donne lì presenti erano ipnotizzate dalla sua bellezza. Il pensiero di tradire Wendy lo distruggeva e lo ossessionava, così distolse lo sguardo da quelle donne per sfiorare la mano di Hope.
- Avanti, è solo una sfilata. - sussurrò alla sedicenne, che nonostante avesse un aspetto bellissimo e dolce in quell'abito continuava a guardarsi intorno confusa, arrossendo e abbassando continuamente lo sguardo.
Hope alzò lo sguardo verso il ragazzo, decisamente più alto di lei, e arrossì ancora, ma alzò gli occhi grigio-azzurri e raccolse tutto il suo coraggio per guardarsi intorno e sorridere. In fondo, sorridere era quel che sapeva fare meglio.
- Sono così dolci - commentò Leucònoe dispiaciuta. - Moriranno subito se sono dolci. -
- Ehy, non è detto! - la riprese Imke. - E comunque meglio così, è carino avere dei tributi dolci ogni tanto. Peccato che quella ragazza sia così timida, è così carina! E lui... beh...-
-Lui è un po' troppo grande per te, tesorino.- commentò ridacchiando l'altra, felice per una volta di essere la maggiore. - E non vorrai tradire il tuo bel ragazzo del 5, vero? -
Imke arrossì fino alla punta dei capelli e ammutolì, limitandosi a voltarsi verso il carro dell'8.



Il carro del Distretto 8 fece il suo ingresso nell'arena; purtroppo da questo momento in avanti, di solito i Distretti venivano sempre accolti con meno meraviglia e stupore: in fondo gli Stilisti erano meno competenti e i tributi erano già stati eclissati dalle stelle splendenti dei loro compagni più avvantaggiati. Ma quell'anno ci sarebbero state diverse sorprese provenienti dai “bassifondi” di Panem, a cominciare dal Distretto 8.
I due stalloni che trainavano il carro avevano il manto originariamente bianco latte, ma erano stati dipinti con lingue di fuoco color turchese e argento, che partivano dal ventre per espandersi lungo i fianchi e la schiena; criniere e code erano state abilmente intrecciate con nastri del medesimo colore delle fiamme.
Lysandre sorrideva alla folla, compiaciuto di aver attirato l'attenzione nonostante appartenesse ad un Distretto basso, e consapevole di aver fatto un eccellente lavoro. Eh sì, perché il ragazzo era stato uno dei tributi più problematici degli ultimi tempi per il suo staff: aveva preteso infatti di creare lui stesso i vestiti per entrambi; al contrario, sarebbe uscito completamente nudo (idea che non gli dispiaceva affatto, ma si sarebbe messo nei guai prima di cominciare). Per cui stilisti e staff avevano dovuto assecondarlo, dopo varie lotte per cercare di fargli cambiare idea.
Il giovane infine aveva deciso per una giacca turchese, che una volta aperta davanti lasciava intravedere una camicia bianca con decorazioni e fiammate turchesi e argentate, create con uno speciale tessuto che colpito dalla luce la assorbiva per poi sprigionarla, rendendo la parte luminosa; i pantaloni erano stati realizzati con le stesse caratteristiche della camicia, ma le parti colorati richiamavano più motivi floreali che vampate vere e proprie; in testa Lysandre aveva optato per un cappello di feltro soffice – chiamato borsalino – color turchese, adornato da una striscia argentata che percorreva tutta la sua circonferenza. La descrizione di Lysandre però non può dirsi completa senza l'elemento sul quale il ragazzo aveva creato il tutto: Sciarpi circondava elegantemente il collo del ragazzo e sembrava il fulcro dal quale si doveva partire per apprezzare tutto l'abbigliamento.
Per Jennifer, Lysandre aveva inventato qualcosa di simile: i lunghi e lisci capelli castani erano stati trattati in modo che risultassero mossi, arrivando poco sotto le spalle, ed erano tenuti a bada da un cerchietto argentato che rifletteva la luce; Jennifer indossava un vestito di raso argentato con lo stesso motivo a fiamme turchesi della camicia del compagno; l'ampia scollatura serviva quasi ad indicare un disegno di pieghe sul vestito posto poco sotto il seno: più che un significato particolare, il disegno aveva il compito di far apprezzare il tessuto in sé e per sé. Lysandre poi aveva scelto sapientemente l'abbinamento, perché era stato deciso a risaltare la carnagione pallida di lei facendola brillare, ma soprattutto voleva mettere in evidenza i suoi occhi azzurri, quasi dello stesso colore dei motivi a fiamme – e di Sciarpi ovviamente.
- W-o-w! - scandì Leucònoe all'arrivo del carro – Si vede che sono proprio il distretto dei tessuti!
- E' vero! - confermò Imke, gli occhi che brillavano al vedere quell'accuratissima scelta di colori – Non pensavo che gli stilisti dell'8 potessero fare una cosa del genere -
- E poi loro sono proprio belli! Guarda, lui non sta zitto un attimo però si concentra anche sulla folla, già mi piace – si esaltò Leucònoe. In effetti Lysandre stava dando consigli spassionati – e non richiesti – alla compagna su come comportarsi con il pubblico.
- Tira il freno Leu – la fermò la cugina – come future Strateghe, dobbiamo essere il più possibile imparziali e... Oh, arriva il Distretto 9! - si interruppe all'improvviso Imke, rivolgendo l'attenzione al nuovo carro e dimenticandosi di quello che avrebbe voluto dire.



Il Distretto 9 fece la sua comparsa in un'atmosfera diversa dallo scintillio di quella precedente, in un contrasto molto forte: cavalli dal manto nero come la pece trainavano il carro, anch'esso completamente nero, già così caricando l'aria di una strana e lugubre atmosfera, piena di mistero e aspettativa. Gli unici due punti di luce venivano dal baricentro dei due tributi.
Karmilla sorrideva soddisfatta di aver vinto la guerra contro il suo Stilista: il fesso avrebbe voluto farle indossare un abito da contadina per richiamare il lavoro nei campi, che assurda follia. La ragazza si era opposta con fermezza – e violenza – a quell'oscenità, e da quel momento aveva iniziato a bocciare qualsiasi idea le fosse proposta, minacciando di uscire con il suo amato vestito da cameriera – su quel punto in effetti Lysandre e Karmilla potevano considerarsi simili. Alla fine la giovane aveva avuto la meglio e l'ultimo abito proposto le era piaciuto, così in tutta fretta perché assolutamente tardi, gli stilisti erano riusciti – imprecando – ad accontentarla, evitando così uno scontro probabilmente mortale.
Karmilla indossava un vestito nero a maniche corte che ricadeva morbido sul suo corpo; degli sbuffi all'altezza delle spalle e della fine della gonna avevano il compito di rendere l'idea di qualcosa di delicato e dolce, ma già il pizzo nero sugli orli conduceva a ben altre associazioni; alla vita era stata allacciata una cintura con una fibbia circolare in oro, unica fonte di luce in tutto quel nero. Vista la cortezza del vestito, le gambe di Karmilla erano state coperte con una calzamaglia spessa a righe orizzontali nere e rosse, che richiamavano il colore dei capelli, raccolti in due code ai lati della testa. In sostanza, Karmilla assomigliava in tutto e per tutto ad una bambolina tanto era graziosa, nonostante tutto quel nero; ma l'aggiunta di un altro accessorio faceva sì che la sedicenne somigliasse più ad un'assassina: Karmilla infatti nella mano destra reggeva una lunga falce dal manico nero e dalla lama scura che sì, voleva richiamare il Distretto 9 e la mietitura del grano, ma soprattutto contribuiva a gettare un'ombra di inquietudine sulla bella ragazza. Una bambola assassina, ecco cos'era.
Dal canto suo, a fianco a lei, anche Benjamin dava quest'impressione: la prima parte che saltava subito all'occhio era la cintura, uguale a quella della compagna e che rappresentava un tunnel di luce nelle tenebre, perché successivamente lo sguardo si allargava e coglieva il vero modello sul quale era stato realizzato il vestito. Il ragazzo indossava un lungo mantello nero aperto sul davanti, con degli strappi evidenti sulla coda, che svolazzava all'aria creata dalla velocità del carro; all'altezza delle spalle, c'era un cappuccio che Benjamin avrebbe tanto voluto tirare sulla testa per scomparire – o per lo meno per non farsi riconoscere – ma che gli era categoricamente stato vietato dal suo Stilista e dal Mentore; in mano il ragazzo reggeva anch'egli una falce, più alta ed elaborata di quella della compagna, più imponente e mortale. Il ragazzo suo malgrado doveva stare al centro dell'attenzione, ma non come si aspettava lui: in quel momento incuteva timore nei Capitolini, poiché era la personificazione della Morte stessa, il Cupo Mietitore che si era incarnato tra i mortali. Altro che mietere il grano.
Leucònoe rabbrividì: - Ok, questi due mi hanno veramente inquietata... -
- Sul serio – concordò Imke – però mi piacciono, sono varianti sul classico tema “contadini del 9” -
- Già, guardiamola da questo punto di vista... - annuì la cugina – Oh, il carro del 10!



Il Distretto 10 fece la sua entrata trionfale nell'arena su un carro trainato da due splendidi cavalli pezzati bianchi e marroni, che sembravano i più irrequieti delle dodici coppie; se i Capitolini si fossero interessati alla storia della Nazione, avrebbero sicuramente saputo che nelle vene dei due equini scorreva sangue dei loro avi ribelli, che correvano liberi nelle praterie dell'America. Nella criniera infatti erano intrecciate delle penne bianche con la punta nera, quasi a simulare le cavalcature degli ormai estinti e semi-sconosciuti pellirossa.
E proprio dai cavalli poteva partire l'analisi dei due costumi scelti per quell'anno.
Gli stilisti avevano lasciato perdere il look da cowboy e cowgirl per concentrarsi su qualcosa che rendesse l'idea di libertà e forza, accennando soltanto la sensazione di ribellione e potenza che poteva creare problemi a loro e ai due tributi.
Dennis sorrideva maliziosamente mentre il carro proseguiva nella sua sfilata; si sentiva particolarmente a suo agio in quel vestito: sfruttando il suo fisico muscoloso e sensuale, il suo Stilista aveva optato per una tuta di pelle di animali che aderiva perfettamente al corpo nella parte dalla vita in giù, mentre nella zona sotto la cintura, assumeva le caratteristiche dei jeans,  che cadevano perfetti e seducenti nei punti giusti; qua è là inoltre vi erano dei buchi da cui pendevano dei fili di tessuto sfilacciati, per ottenere l'effetto trasandato che andava tanto di moda quell'anno. I capelli color del grano erano stati lasciati ribelli come li portava di solito il ragazzo, ma si vedeva che una mano esperta li aveva modellati in modo tale che richiamassero alle criniere dei due cavalli; ultimo ma non ultimo, una penna appartenente allo stesso volatile di quelle sui due equini, era stata incastrata rivolta verso il basso nella parte destra della nuca. Dennis sfoggiava un sorriso mozzafiato, lanciando sguardi maliziosi e finti baci al pubblico, infrangendo già molti cuori delle più svariate età; il giovane pensava già ad accaparrarsi gli sponsor migliori, e il favore che gli avevano fatto gli stilisti gli aveva già quasi spianato la via della vittoria.
Victoria al suo fianco sarebbe dovuta scomparire, eclissata dal successo che il suo compagno stava ottenendo. Invece anche la dodicenne pretendeva la sua fetta di notorietà.
Per la poco più che bambina, la sua Stilista sapeva bene che non poteva puntare sulla sensualità come per il compagno, per cui si era leggermente distaccata dal progetto originale. Victoria indossava una giacca di pelle marrone, aperta sul davanti, con le maniche leggermente lunghe a coprire una parte del dorso della mano; sotto si poteva scorgere una semplice camicia del candido bianco che si abbinava benissimo all'innocenza e alla grazia della ragazzina; invece dei pantaloni, Victoria indossava una gonna di jeans, della stessa fattura dell'indumento del compagno, e a concludere il tutto, ai piedi portava degli stivaletti con poco tacco, dello stesso colore della giacca, che richiamavano un po' quel senso di ribellione trapelante dal carro. I capelli castani erano stati raccolti in una treccia, e al suo interno, sempre con la punta verso il basso, era stata sistemata la famosa penna.
La dodicenne sorrideva solare e innocente alla folla: era piccola sì, e non poteva competere con altre bellezze mature di quell'anno, ma Victoria era intelligente, e sapeva che sfruttando la sua grazia e delicatezza da bambina avrebbe allo stesso tempo ingannato molti sulle sue reali doti da tributa, e si sarebbe anche fatta degli sponsor che non potevano assolutamente lasciare sola quella povera e indifesa creature...
- Ok, amo i cavalli – disse Lucònoe con gli occhi che brillavano.
Imke alzò gli occhi al cielo: a volte la passione della cugina per gli animali la faceva veramente esasperare: - Leu, guarda i tributi ora – la ammonì – che stranamente quest'anno sono veramente ben vestiti. -
- Sì ma quei due animali sono veramente stupendi! - continuò Leucònoe.
Imke scosse la testa e si rassegnò, prendendo nota intanto delle caratteristiche dei due ragazzi del Distretto 10: - Lasciamo perdere... Comunque ecco l'11! -



Il secondo Distretto più povero di Panem fece il suo ingresso nell'arena trainato da degli strani cavalli originariamente bianchi. Originariamente, perché il loro candido manto era deturpato da macchie di colori in parti casuali di tutto il corpo, che si ripetevano quasi in una girandola di tonalità; si potevano contare quattro colori: azzurro, verde, rosso chiaro e marroncino, che facevano sembrare la pelle dei due equini come due tele su cui dipingere.
Era successo che gli stilisti dell'11 si erano trovati a corto di fondi all'improvviso, dato che i capi che avevano originariamente preparato erano stati vittime di un incidente di cavi elettrici, facendo la fine della carne allo spiedo; per cui i due malcapitati Capitolini avevano dovuto arrangiarsi con poco a disposizione, fra soldi e materiale, cercando qualcosa che sostituisse gli abiti da alberi comuni per quel Distretto. E il risultato era stato sorprendente.
Esmeralda si sistemò una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio, mentre il vento creato dalla velocità le sferzava il viso: la ragazza avrebbe indossato un semplice abito verde chiaro se al suo Stilista non fosse venuto un colpo di genio a sentirla parlare con i suoi preparatori; il periodo poi era anche quello giusto, quindi perché no? Sopra la stoffa verde erano stati applicati a centinaia dei fiori rosa, già completamente sbocciati: erano fiori di pesco, che fortunatamente fiorivano proprio ad aprile. Esmeralda non avrebbe potuto essere più felice di quel vestito: indossando quell'abito sentiva la vicinanza del suo amato pesco dove aveva trascorso ore della sua vita, per cui si trovava veramente a suo agio, e salutare la folla con disinvoltura e quasi senza imbarazzo o paura, si erano rivelati compiti meno impegnativi del solito. Alcuni fiori inoltre, erano stati intrecciati ai capelli corvini, creando un magnifico contrasto di colori.
Ma se per Esmeralda questa combinazione poteva andare bene, sicuramente gli stilista avrebbero dovuto pensare ad altro per il ragazzo al suo fianco, tutt'altro che “grazioso” come la sua compagna; però senza discostarsi molto dal tema “quattro stagioni”, il suo Stilista aveva optato per una cosa analoga – e poco costosa.
Marcus indossava dei vestiti di fondo marrone scuro, però completamente ricoperti da foglie autunnali provenienti dai più svariati alberi, e delle tonalità calde del rosso, del marrone e dell'arancione; le foglie ovviamente erano finte, trovate nei magazzini e risalenti a chissà che anni, ma con la giusta sistemata avevano quasi ripreso vigore, e nessuno avrebbe messo in dubbio la loro autenticità. Il ragazzo d'altro canto non aveva messo in discussione quella scelta – anche perché non sarebbe servito a niente – e tutto sommato non gli dispiaceva impersonare l'autunno. Manteneva comunque lo sguardo fisso davanti a sé, non lasciando trapelare alcuna emozione e facendosi passare per un tributo misterioso e concentrato sul proprio obiettivo; ciononostante, ad un tratto sovrappensiero, iniziò ad accarezzare la collana che ricadeva sul torace e da cui non aveva assolutamente voluto separarsi: era un regalo di Leonora, e il suo pensiero correva a lei in quel momento e al fatto che dal Distretto 11 stava facendo il tifo per lui.
- Belli! - applaudì Leucònoe – Le stagioni mi sembrano il tema ideale per il Distretto 11. -
- Concordo, poi lei sembra veramente un albero in fiore – disse Imke, riflettendo nei propri occhi il rosa dei petali di pesco.
- Quest'anno ci hanno sorpresi veramente tutti – considerò la cugina – Quasi quasi mi viene il sospetto che anche il 12 avrà due tributi-capolavoro... -
- Ci toglieremo subito il dubbio, sta arrivando il carro del 12. -



L'ultimo carro a chiudere la Sfilata inaugurale era quello del poverissimo Distretto 12: nessuno degli spettatori si aspettava mai granché dall'ultimo fra gli ultimi di Panem; anche se quell'anno c'erano state innumerevoli sorprese fra i distretti periferici in quanto a vestiti, non si poteva trovare un Capitolino che fosse uno che avrebbe scommesso un soldo sui due tributi delle miniere. Sicuramente sarebbero usciti o vestiti da minatori con un piccone in mano, o dentro sacchi per il carbone, in egual modo obbrobriosi.
E invece anche il Distretto 12 fece la sua figura quell'anno, rimanendo per molto tempo nella mente degli abitanti della capitale – se positivamente o negativamente non ci è dato saperlo.
Il carro uscì trainato da animali grigio scuro e gli occhi degli spettatori si posarono senza troppe aspettative sui due tributi. Ma sempre più sguardi si strinsero per realizzare meglio quale strano costume potevano indossare i giovani. O non indossare.
Imke e Lucònoe si sporsero dalle loro posizioni per accertarsi di quello che tutti iniziavano a presupporre.
- Ma sono...! - iniziò Leucònoe allibita.
- … nudi! - concluse la cugina.
Non tutti se ne erano ancora accorti, perché il nero pece che ricopriva i corpi dei due giovani era così scuro e denso da sembrare un vestito effettivo; ma in conclusione, si poteva dire che entrambi non indossavano un vestito che fosse uno, eccezion fatta per l'elmetto arancione da minatore sulla testa.
La folla esplose a quest'audacia degli stilisti: neanche il Distretto 4 era mai arrivato a tanto, coprendo sempre come minimo le parti intime dei suoi tributi; invece Tiger e Talia erano lì, al naturale, e stavano ricevendo le urla e le grida di ragazzi e ragazze che già si scannavano per loro.
Tiger sorrise sfacciato, esibendo meglio che poteva quello che aveva da offrire; l'idea degli stilisti all'inizio l'aveva lasciato interdetto – come chiunque del resto – ma poi aveva ritenuto di dover sfruttare l'occasione per iniziare a farsi amare. E le sorprese della loro sfilata non erano ancora finite lì...
A metà percorso infatti le luci dei due caschetti si accesero all'improvviso, e il colore prese a sciogliersi in punti calcolati dei due corpi, ma in modo irregolare; quando la tonalità nera fu colata del tutto, creando delle piccole pozze sul carro, si scoprì il vero intento degli stilisti: sotto allo strato di pece, erano ora ben visibili dei filoni dalle sfumature rossastre, dal rosso intenso all'arancione chiaro, che riuscivano a far sembrare i ragazzi due veri tizzoni ardenti.
Talia era più o meno pietrificata sul carro; i suoi lunghi capelli biondi per necessità erano stati tinti di nero, uniformando il senso del “costume”, ma la ragazza al contrario del compagno non riusciva a trovare la forza di sorridere e atteggiarsi. Non senza vestiti addosso. In quel momento si sentiva vulnerabile e inerme agli occhi della Capitale che la voleva sicuramente morta, nonostante in quel momento la acclamasse così tanto; Talia era decisa a tornare però, quindi si sforzò di sorridere alla folla in maniera timida, riscontrando comunque il favore di giovani allupati fra gli spettatori.
- … Ehi! Chiudi la bocca! - disse Imke alla cugina, trovandola ancora con la bocca spalancata.
Leucònoe si riprese: - E tu asciugati il rigoletto di bava, eh!
Imke tossicchiò mentre l'ultimo carro andava a posizionarsi al suo posto, alla fine del percorso: - Certo che ci hanno sorprese in tutti i modi quest'anno. -
- Già, si vede che hanno tutti voglia di vivere -



Le due ragazze non fecero in tempo a scambiarsi ulteriori commenti perversi riguardo a Wayne perché il presidente Snow iniziò il suo solenne discorso. Era un momento importante, ma le due che erano troppo giovani per apprezzare la politica si limitarono a sbuffare.
– Benvenuti, tributi, benvenuti.- scandì con voce impostata, come tutti gli anni. – Noi rendiamo onore al vostro coraggio e al vostro sacrificio. Speriamo siate onorati dello spettacolo che avrete la possibilità di offrire a tutta Panem e vi auguriamo che la fortuna sia sempre, sempre a vostro favore. - le labbra del presidente si incresparono in un lieve ghigno – E un consiglio sempre valido: ricordate che qualunque cosa sia successa questa sera, l’abito non fa il tributo. - si interruppe per una pausa teatrale.
– Dovrebbe essere una battuta?- sillabò Imke a Leuconoe, che soffocò le risate a stento.
– Perché voi, voi e non i vostri stilisti, siete le future stelle di Panem. Voi siete gli artefici del vostro destino.-
La voce del presidente fu come sempre sommersa dagli applausi. Le due ragazzine si limitarono a uscire dall’anfiteatro scuotendo la testa con disapprovazione. Odiavano i discorsi del presidente. Ma mai quanto li odiavano i ventiquattro sfortunati e, più lontano, le loro famiglie e tutto il resto dei loro distretti che mai avrebbero saputo che significasse essere artefici del proprio destino.









NDA di darky e Keily
No, non siamo morte, ma se dovete incolpare qualcuno, prendetevela con la Keily che è una tartaruga <3 (e che ha di nuovo litigato con l'HTML ma questi sono dettagli u.u)
E anche la Sfilata è andata :3 Ora a questi poveri tributi spetta l'Addestramento sotto lo sguardo attento degli Strateghi.
Per lamentele, domande, precisazioni, pescispada da lanciare (?) sapete a chi rivolgervi.
Ah, IMPORTANTE:  per le allenaze, se non l'avete ancora fatto, avvisateci tramite messaggio privato qui, messaggio su fb, piccioni viaggiatori o telegrafo, in modo che ci mettiamo all'opera più o meno subito! L'arena si avvicina sempre più, meglio non rimanere soli, no?
A presto <3


  
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