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Autore: hugmeciastin    10/07/2013    12 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chloe's Point of View:
 
 
Avete mai pensato così tanto a non voler ferire i sentimenti di qualcuno? Vi siete mai sentiti dire da loro cosa fare, finendo per farli soffrire?
Ecco come mi ero sentita nel momento stesso in cui, Justin Bieber, mi aveva detto che non voleva che andassi a casa. Voleva che restassi.
Non so spiegarlo. Il cuore di Justin era così fragile quando si trattava dei sentimenti che provava per me. Non voleva che me ne andassi. L'avevo sconvolto. L'avevo buttato giù.
Non mi piaceva vederlo in quel modo. L'avevo ferito e questo mi aveva fatto male, a tal punto da farmi iniziare a piangere.
Non sapevo cosa fare. Dovrei rimanere qui con un ragazzo che vive respirando guai, o tornare in California e rimanere sigillata in casa a vita? Tante domande, nessuna risposta.
Dovevo fare una scelta, però.
"Non piangere." Justin mormorò, venendo ad abbracciarmi.
Ero confusa. Perhè mi impediva di piangere? Era lui che stava male, e mi aveva detto bruscamente di andare via, di tornare in California. Non sapevo come gestire questa situazione. Era il mio punto debole. Se fosse possibili, rimarrei in entrambi i luoghi. Non penso che esista uno scienziato pazzo che clona i corpi, peccato.
"Non so più cosa voglio, Justin." Seppellii la mia testa contro il suo petto. "Sono così stressata e stanca. Voglio solo la mia vecchia vita e i miei genitori di nuovo qui. Voglio mio fratello, non il capo di una banda." Tirai su con il naso, spingendo il mio viso nel suo petto caldo. "E' chiedere troppo?"
Mi tirò ancora più vicina. Sentii solo calore e comfort. La sensazione era piacevole. E mi faceva pensare che non volevo lasciarlo andare.
"Puoi restare qui con me. Ti terrò al sicuro." Mi mormorò in un orecchio, strofinandomi le spalle. "Lo sai che ci tengo a te." Mi diede un bacio sul collo. Chiusi gli occhi, godendomi di ogni momento. Non volevo lasciarlo. Non così presto.
"E' così difficile. Non posso continuare a vivere così. Ho solo bisogno di qualcuno..." Mi morsi l'interno della guancia a disagio.
"Tu hai me, Chloe." Gracchiò profondamente, baciandomi ancora nell'incavo del mio collo. "Mi avrai per sempre."
"Non voglio lasciarti andare, perchè prima che tu arrivassi, la mia vita non era degna di essere vissuta." Si allontanò da me, guardandomi negli occhi. "-E voglio essere lì per te. Voglio farti sentire al sicuro." Mi prese la mani, massaggiandomi i palmo. "Ora, smetti di piangere e sorridi, piccola."
Sorrisi. "Devi pensare che sono una pappamolle, piango ogni giorno."
Lui ridacchiò, continuando a massaggiare i palmi delle mie mani. "Non lo penso. Sei pefetta. Anche se voglio vedere quel bel sorriso sul tuo viso più spesso." Mi diede un bacio sulla guancia. Mi sentii arrossire. Non riuscivo a trattenermi. "Ora, vai a fare una doccia e preparati. Ti porto fuori."
"Non penso che sia una buona idea. L'ultima volta che siamo andati fuori, non è finita bene." Dissi, pensando al caos davanti al negozio di proiettili. 
"Non ti preoccupare." Lasciò andare le mie mani, dirigendosi verso il divano. "Nessuno ci darà noia oggi."
Se qualcosa dovesse accadermi, sarebbe il como. Sarei fuori di qui in un attimo.
 
 
"Dove mi stai portando?" Dissi, mentre un leggero profumo di acqua di colonia mi salì su per il naso. Sorrisi, pensando che il profumo di Justin era davvero buono.
"E' una sorpresa." Lui ridacchiò, cominciando ad accellrare.
Era così di buon umore. Quando sorrideva, amavo stare con lui. Chi avrebbe mai saputo che sarebbe stato felice con una ragazza com eme? Sapevo che gli piaceva la mia presenza in casa sua.
Proprio non sapevo cosa provavo per lui. A volte, mi sentivo sempre in mezzo ai guai. A volte, avevo voglia di baciarlo fino allo sfinimento.
I baci delle sue umide labbra mi rendevano felice. Non avevo mai incontrato un ragazzo che mi trattava nello stesso modo in cui mi trattava Justin.
"Quindi questo è un appuntamento?" Guardai fuori, per vedere solo alberi.
"Cosa vuoi che sia?"
"Vorrei passare de tempo con te senza avere interruzioni..." Mormorai a me stessa, ma non pensavo che mi sentisse.
"Davvero?" Iniziò ad accellerare, arrivando a 95 km all'ora.
Mi lasciai sfuggire una risatina. "Basta!" Gli schiaffeggiai il braccio scherzosamente. "Rallenta, Justin!" Sembrava così attraente mentre guidava la sua macchina così forte.
L'aria era così calda.
"Ti piace..." Mi prese in giro, accelerando fino a 100 km all'ora. Dovevo ammetterlo: era strano avere una macchina di questo tipo, una Dodge Charger del 1967, ma in questo momento la amavo. Amavo il modo in cui guidava. Il modo in cui fissava la strada, attento.
Iniziò a rallentare e si fermò davanti a un paesaggio familiare. Uscii dalla macchina e sorrisi, vedendo dove mi aveva portata. La vista era sensazionale e non c'era nessuno qui.
C'eravamo solo io e lui.
"Il lago." Mi dissi.
"Già." Si schiarì la voce nervosamente, uscendo anche lui dalla macchina. "Non è bello come le spiagge della California, ma sì..." La sua voce si bloccò. Notai che stava cercando di non arrossire.
Era così adorabile quando faceva il carino con me.
Mi incamminai verso il lago. Presi una pietra e la buttai dentro l'acqua. Saltò per quattro volte, era tutto così bellissime. Era peccaminoso e sereno. L'acqua era calma, l'aria era fresca. Non c'era lo stesso effetto nelle spiagge della California. Ero costantemente circondata da persona, eppure mi sentivo così sola. Avete presente quella sesazione?
Sentii un paio di mano avvolgermi la vita. Era Justin. Appoggiò la testa sulla mia spalla e poi mi baciò il collo. Posai la testa sulla sua.
Mi sentivo così bene con lui. Ma una domanda viaggiava ancora per la mia mente. Una domanda importante.
"Cosa siamo noi, Justin?" Chiesi, tenendo gli occhi chiusi. Justin sospirò, alzando la testa. Sentivo il suo respiro vicino al mio orecchio.
"Cosa vorresti che fossimo?" Chiese.
Feci una pausa, pensando a quanto era pericoloso stare insieme a lui.
"Non credo che dovremmo..." La mia voce si spense. Mi morsi il labbro. "...Essere qualcosa..."
"Chloe..." mormorò Justin, deluso. Tirai via da lui e mi girai, guardandolo nei suoi occhi color miele.
"Sono Chloe Romani, la sorella di Brad Romano." Deglutii. "Tu sei Justin Bieber, il fratello di Damien Bieber."
"Non lo sapevo." Afferò sarcasticamente.
Risi, spingendolo giocosamente.
"Damien odia Brad. Il suo obiettivo è quello di fargli del male." Solcai le mie sopracciglia. Il vento soffiava e mi scompigliava i capelli.
"Che diavolo ha a che fare con noi, però?" Ringhiò Justin, tirandomi per l'avambraccio.
"Tuo fratello ha già cercato di farmi male, Justin. So che non si fermerà fino a quando non farà del male a Brad." Sputai, cercando di staccarmi da lui.
"Lui non ti toccherà mai più. Nessuno dei Venom lo farà. Non lascerò che questo accada." Dichiarò con un pizzico di rabbia e frustrazione nella voce.
"Ma farà del male a mio fratello. Lui è l'unica persona che mi rimane. Se muore, niente avrà più senso." Mi fermai, notando che aveva la testa china e stava soffrendo. 
Mi ricordai quando mi aveva detto che sarò sua per sempre.
L'avevo detto che aveva il cuore fragile, quando si parlava di me.
Lo presi per il mento e lo fissai negli occhi.
"So che sarò sempre tua, ma lui è il mio sangue, e se lo perde, perdo tutto quello che mi resta della mia famiglia." Scossi la testa, premendo la mia fronte contro la sua. Feci scivolare le mani lungo il mio fianco. Lui mia afferrò per la vita, leccandosi le labbra.
"Non possiamo stare insieme, Justin."
"Romeo e Giulietta non potevano stare insieme a causa della loro famiglia, ma lo hann fatto comunque."
"Quello che provavano Romeo e Giulietta era qualcosa di più forte di tutto questo..." Chiusi gli occhi a disagio.
"Forse è il tuo caso, ma nella mia testa, nel mio cuore, provo sentimenti forti per te, Chloe." Disse spingendo il naso contro il mio. Tirai via da lui, desiderando di andare da qualche parte da sola.
Sapevo che mi stavo comportando come una stronza, ma separarmi da lui sarebbe stato meglio per me. Sarebbe stato meglio per me e per Brad. Volevo andare a casa. Volevo che tutto tornasse alla normalità. Non potevo vivere così. Non in questo circostanze.
Mi sedtti sull'erba, iniziando a tirare pietre in acqua e facendole rimbalzare.
 
 
Dopo trenta minuti, mi girai, vedendo Justin seduto su una panchina con la testa bassa e le mani tra i capelli. Effettivamente era meglio tornare da lui e chiedere scusa.
"Mi dispiace." Mormorai, sentendo un enorme nodo alla gola a causa del senso di colpa.
"Sai quanto ci tengo a te." Lui mi guardò preoccupato.
"Lo so..." Sussurrai, chinando la testa.
"Almeno pensaci un po'. "Suggerì. Annuii poco dopo. "Potresti cambiare idea. Non si sa mai." Mi fece un mezzo sorriso, cercando di dimostrarmi che non stava soffrendo.
Mi sedetti sulla panchina accanto e lui. Intrecciai la mia mano nella sua, sentendo il calore del suo corpo che si legava con il mio. Poi appoggiai la testa sulla sua spalla, mentre lui mi baciò la fronte. Sorrisi, facendogli capire che sarebbe andato tutto bene tra noi.
 


Justin soffre, Chloe è confusa.
che succederà?
who knows?


sono stata bravissima, vi ho tradotto subito il capitolo.
e oggi ne posto anche un altro.
e vi dico che.. il prossimo sarà il capitolo che amerete più di tutti.
  
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