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Autore: niallsblast    10/07/2013    1 recensioni
Due ragazzi. Due passati difficili. Un presente complicato. Una malattia. Una battaglia. La LORO battaglia. E forse un futuro insieme.
Tratto dalla storia:
"- Harry a me non spaventa aiutarti. Non ho paura di starti accanto. Sarà anche la tua battaglia, ma non è una battaglia se non ci si allea. - . Harry sorrise leggermente per la specie di metafora dell’amico. Louis gli alzò la testa dolcemente con una mano sotto al mento costringendolo a regalargli uno sguardo. – Combattiamo insieme, piccolo. – concluse dolcemente. Harry annuì con gli occhi pieni di lacrime: aveva trovato un amico, sentiva una forza addosso da spaccare il mondo, benché si stesse quasi addormentando dalla stanchezza.."
ATTENZIONE! Storia ovviamente Larry. Se non vi piace, non entrate.
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=xzgPs9JYtiI
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Our Own Struggle - SECONDO CAPITOLO





- Salve, cercavo Harold, ma qua tutti lo chiamate Harry. - disse Louis appoggiando i gomiti sul balcone dell’accettazione all’entrata dell’ospedale e ripetendo le parole che il giorno prima il ragazzo gli aveva recitato.
- Mh. - grugnì un omone dietro al vetro che li separava, senza staccare lo sguardo dal monitor del computer e masticando un panino con la bocca aperta. - Non posso dirle dove si trova per la privacy. Deve dirmi il cognome. - . Dei pezzetti di prosciutto gli uscivano dalla bocca, Louis era davvero disgustato da quella scena pietosa. Louis sbuffò maledicendosi da solo, perchè non conosceva il cognome del ragazzo.
- La ringrazio lo stesso. - disse Louis spazientito dirigendosi all'ascensore, completamente perso nei suoi pensieri: non aveva idea di come lo avrebbe trovato.
- Tu sei quello nuovo della Bluewood vero? - . Louis di girò di scatto e vide che un’infermiera lo fissava sorridendo. Sapeva di averla già vista da qualche parte e probabilmente l’aveva proprio vista all’incontro del giorno passato.
- Si! Sono io! – rispose lui risvegliatosi dai suoi pensieri. Era sicuro che lei gli avrebbe detto dove trovarlo. - Ti prego, mi puoi dire dove si trova Harry? Il ragazzo che ieri hai portato giù all'incontro. – chiese tutto d’un fiato. Kate abbassó lo sguardo tristemente mentre teneva in mano una cartella medica cercando di non dare a vedere la preoccupazione che si teneva dentro, ma non era proprio brava in queste cose.
- Che è successo? - le chiese lui percependo che c'era qualcosa che non andava.
- È stato male questa mattina verso le 7… È davvero molto debole e ora riposa. - disse Kate tenendo lo sguardo basso per evitare di farsi vedere vulnerabile dal ragazzo. Harry era come un fratello, gli era molto affezionata, in più lui le trasmetteva un’allegria che difficilmente trovava negli altri pazienti. Era una forza della natura quel ragazzo.
- E’ grave? – chiese Louis completamente sbiancato: anche se non lo conosceva era pur sempre un ragazzo e il moro era molto buono con tutti. A Kate non usciva la voce, quindi si limitò ad annuire quel tanto che bastò per farsi capire da Louis.
Louis abbassò lo sguardo stuzzicandosi le mani. - Ce la farà? - chiese con un filo di voce.
- Ce la deve fare. Ce la farà. – si auto convinse lei. - Ha la leucemia. Un ragazzo di sedici anni che ha la leucemia! Un ragazzo così solare! Ti sembra giusto?! - . Kate stava urlando e buttando fuori tutto lo stress accumulato in quelle prime ore della mattina. Il ragazzo, ancora una volta, non sapeva cosa dire, così si limitava a guardarla. Poi Kate sospirò chiudendo gli occhi. – Avevi bisogno? – gli chiese guardandolo negli occhi.
- Volevo parlargli... – restò vago Louis. Kate annuì leggermente.
- Ti porto da lui. – disse lei ormai calmatasi del tutto, quindi i due entrarono in ascensore diretti al secondo piano.
- Harry lo chiama ‘piano dell’andata’ – iniziò Kate mentre salivano. Non sapeva nemmeno lei perchè stava dicendo quella cosa a un perfetto sconosciuto. – dice che se hai il braccialetto, lui intende quello dell’ospedale, - . Louis stava annuendo tra l’interessato e il mortificato. – non ne esci più. – finì Kate  mentre teneva lo sguardo fisso sui suoi piedi.
- Vedrai che Harry uscirà da lì. - . Louis non capiva da dove venissero quelle parole, non le aveva neanche pensate ed erano uscite, scappate dalla bocca. Le mise una mano sulla spalla, quasi a confortarla.
- La terza a destra.. Stacci poco e non parlare di cose difficili o complicate, lo stanno imbottendo di farmaci: è debole e forse non capisce molto. È un po’ lunatico, non te la prendere se si chiude in se stesso. Se lo fa chiamami, per piacere. - si raccomandó lei arrivati al piano. Lui annuì, un po’ spiazzato dalla protettività della ragazza, dirigendosi alla porta della stanza, poi ci si fermò davanti nervoso e spaventato di rincontrare quegli occhi perfettamente verdi e di fare la figura dello scemo insensibile, come il giorno prima,  ma poi prese un respiro ed entrò, deciso a non fare il codardo, aprendo lentamente la porta per non disturbare. La prima cosa che vide fu ovviamente una figura accucciata in posizione fetale, sotto una coperta colorata, nel letto accanto alla finestra. Si sedette su una poltrona accanto al letto e si tolse la giacca, il berretto e la sciarpa. Era dicembre, il 23 dicembre, e di lì a poco sarebbe venuto a nevicare, secondo le previsioni meteo.
Sprofondato nella poltrona, si guardò intorno. ‘Che camera davvero triste’ pensò osservando soprattutto le parenti bianche e verdi. Poi spostò lo sguardo sul ragazzo addormentato, con il cuore a mille, credendosi incapace di interagire con un ragazzo che stava soffrendo; aveva paura di ferirlo o di farlo stare male. Pensó che sarebbe stato meglio se avesse lasciato la Bluewooduna volta uscito da quella stanza e pensò anche di uscire da quella stanza e fare finta che nulla fosse successo, ma era un ragazzo dolce e sensibile, sapeva che Harry stava male, non voleva andarsene lasciandolo da solo. Il moro si stupì soprattutto di non aver visto un genitore o almeno un parente fuori dalla stanza: insomma, Louis era abituato al concetto di famiglia unita e gli sembrava inaccettabile, così si costrinse a credere alla storia del caffè: probabilmente i genitori erano andati a prendersi qualcosa al bar dell’ospedale.
 
Quando Harry si svegliò, contorcendosi lentamente nel letto, gli sembrò di stare sull’ottovolante da quanto gli girava la testa, ma vide chiaramente una figura curva sulla poltrona intenta a disegnare qualcosa su un foglio. Harry restò a fissarla cercando di metterla a fuoco, finchè il ragazzo non alzò lo sguardo e Harry non riconobbe quegli occhi colore del mare guardarlo.
- Harry! - . Louis scattó in piedi, tenendo in mano il foglio, e si avvicinò al letto del ragazzo. Harry lo guardava confuso, aveva un gran mal di testa.
- Louis..? Che-che cosa ci fai qua? - chiese cercando ancora una volta di mettere a fuoco il suo viso.
- Volevo scusarmi per la figuraccia di ieri… - . Harry sorrise coprendosi la fronte con il braccio. La testa gli pulsava, probabilmente per tutti quei medicinali.
- Non ti preoccupare. Ti capisco, ma non è mica colpa tua, davvero. - . Louis restó fermo, un po’ sorpreso per la comprensione del ragazzo. Doveva essere molto più profondo di quanto apparisse.
– Era la prima volta e non sapevo come comportarmi… - continuò lui. Harry sorrise mettendogli un dito sulle labbra, ancora con il viso coperto dal braccio. – Ssh, non ti preoccupare. - . Louis sorrise imbarazzato per il contatto.
- Comunque per riprendere il discorso di ieri io sono Louis, ma mi chiamano Lou. - disse sorridendo. - Ti ho fatto un disegno mentre aspettavo ti svegliassi. - . Il moro gli porse il foglio che ancora teneva in mano.
- Non lo vedo bene, mi dispiace. Mi gira tutta la testa. Dopo lo guardo, però. - . Louis annuì appoggiando il foglio di carta sul comodino. Harry scostò il braccio dal viso per mandargli una veloce occhiata.
- Scusate. Louis, dovresti andare… - sussurrò Kate entrando nella stanza.
Harry abbassó lo sguardo, voleva che Louis restasse.  - Mi ha fatto piacere rivederti Harry. - . Louis lo salutó con un cenno della mano e così fece anche Harry mentre guardava Occhi blu raccogliere le sue cose e uscire dalla camera che era all’improvviso tornata silenziosa.
Harry era rimasto stremato da quel risveglio, ma era stato piacevole svegliarsi con lui accanto. Peccato, se non fosse stato così stanco, avrebbe continuato a pensarlo, invece si riaddormentò.
 
- Ehi piccolo. - lo svegliò Kate accarezzandologli la guancia, seduta sul letto accanto a lui. - Come ti senti? Il dr. Smith ti ha visitato mentre dormivi e ha detto che stai meglio di stamattina, ma che sei ancora molto debole. Indi per cui ti ha fatto portare tante buone cose. - disse lei indicando il vassoio pieno di vasetti di omogeneizzati appoggiato sul davanzale interno della finestra. Harry si stropicció gli occhi sornione. - Non ho fame. - disse con voce ancora impastata tenendo la testa nascosta nel cuscino.
- Ma devi mangiare, altrimenti non ti riprendi. - .
- Non riesco… Mi gira la testa. - . Kate guardò Harry. – Ma c’è di più… Harry non puoi farla a me, ti conosco! – disse lei sorridendo e affondando un dito in una delle sue fossette che improvvisamente si era creata, perchè Harry stava pensando a Occhi blu. Il minore si limitò a grugnire, poi restarono entrambi in silenzio per qualche minuto, Kate sempre in attesa che lui parlasse e si confidasse.
- Kate, penso di essermi innamorato. – si confidò. Harry aveva tirato la testa su dal cuscino e stava fissando la ragazza, un po’ imbarazzato.
- Sarei felice di essere tua. - disse lei ridendo. Harry abbassó lo sguardo. - Ehm… No. Veramente penso di essermi innamorato di Louis. Peró non so nulla di lui… – sputò Harry giocando nervosamente con un filo scucito della federa del cuscino. Era in imbarazzo: nella sua testa gli era sembrata una cosa grandiosa, ma appena aveva aperto la bocca, si era sentito uno scemo che si innamora del primo che capita. Aveva anche paura della reazione che la ragazza avrebbe avuto quando avrebbe scoperto che era gay, quindi iniziò a scrutarla curioso, attento a ogni minimo cambiamento espressivo, ma l’espressione della ragazza non cambiò di un centimetro: continuava a sorridere.
- Penso sia un ragazzo davvero carino. - disse lei sinceramente; ormai sciolte le preoccupazioni del ragazzo, mettendogli una mano sulla gamba.
- Lo pensi davvero? - chiese lui stupito. Lei annuì seria guardandolo negli occhi. – Mi sembra una cosa fantastica. - .
- Spero di rivederlo presto… - disse lui diventando mogio. - Mi ha fatto un disegno prima. - .
- Ah si?! É questo? - gli chiese prendendo in mano il disegno per guardarlo. Lui annuì dando un’occhiata ad esso. - Che ne dici se lo attacchiamo qua sul muro accanto a te? - disse lei ravanando in un cassetto del comodino ed estraendone dello scotch. Lui tornò ad annuire. Con velocità Kate attaccó il disegno. - Disegna bene! – apprezzò dando delle pacche al muro per farlo restare attaccato. Lui si limitò ad annuire una terza volta.
- Adesso pensa a mangiare, però. - lo incitó lei, ma lui scosse la testa e chiuse gli occhi girandosi sull’altro lato del letto, raggomitolandosi. Era il suo modo per difendersi dal mondo, dopo tutte le volte che era stato abbandonato aveva imparato a difendersi: si chiudeva come un riccio e non c’era verso di fargli cambiare idea. 


CORNEEEER
Ciao a tutti! Sono sempre qua, con un nuovo capitolo. I prossimi, però, non li posterò a distanza così breve, ma a distanza di sette giorni.
La storia in realtà è praticamente finita, ma io non ne sono molto sicura..
Beh fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo! xx Lele
Twitter: https://twitter.com/niallsblast
Banner: http://niallsblast.tumblr.com/image/54832751164
 

TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=xzgPs9JYtiI (aggiunto dopo la pubblicazione del capitolo)
  
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