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Autore: TeenSpiritWho_    10/07/2013    6 recensioni
Il futuro può essere cambiato anche solo dal più piccolo errore, e Duncan lo scoprirà presto. Verrà trascinato in un luogo sconosciuto e dovrà lottare contro chi amava per salvare chi ama. Perché non sempre le persone di cui ti fidi si conoscono del tutto...
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Un po' tutti | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Spalancai gli occhi e presi una boccata d'aria. Ero sdraiato su un pavimento freddo, a pancia in giù. Dovevo aver perso coscienza per un momento.

Dove sono?

In quel momento vidi Geoff, sdraiato a pochi metri da me, ancora svenuto e sotto le abili mani di Bridgette, che controllava la sua gamba ferita con occhio critico.

Ma certo, ora ricordo.

Mi rialzai gemendo, ma tutto sommato stavo bene. Niente a che vedere con il primo viaggio temporale.

-Duncan!- Gwen mi stava correndo incontro, saltellando. Mi gettò le braccia al collo, stringendomi in un forte abbraccio che io ricambiai ridendo.

-Sapevo che ce l'avresti fatta.- mormorò, mentre io le accarezzavo la schiena.

-Io avevo i miei dubbi, invece.- ribattei, con un sorriso. Lei si sciolse dall'abbraccio per guardarmi in faccia e darmi un buffetto sulla guancia.

-Scemo.-

DJ si avvicinò e mi strinse la mano -I miei complimenti, hai dimostrato molto coraggio. Con il giusto allenamento sono convinto che completerai la missione a meraviglia.-

Roteai gli occhi -Ce la fai a pensare a qualcos'altro ogni tanto, DJ?-

Mi diede una pacca sulla spalla, ridacchiando.

Un urlo straziato ci interruppe. Ci voltammo tutti e tre verso Bridgette e Geoff, che doveva essersi svegliato a causa del dolore per la ferita.

-Bisogna estrarre la pallottola- spiegò concitatamente Bridgette -Preparate la sala operatoria-

DJ e Gwen si scambiarono un'occhiata d'intesa, e lei annuì -Ho capito. Vado io.- disse, e se ne andò, veloce.

Io e lui, invece, corremmo verso il mio amico, che stringeva i denti per non urlare di nuovo.

-Dio, Geoff, sono così felice che tu stia bene!- dissi, mentre aiutavo DJ a prenderlo in braccio e trasportarlo verso la sala operatoria.

-Secondo te io sto bene?!- strillò lui.

-Se solo sapessi così ti sarebbe successo se non ti avessi salvato!-

-Potevi muovere il culo prima, coglione!-

Sorrisi. Ecco il buon vecchio Geoff.

-Anche io ti voglio bene, amico.-

Lui produsse un verso esasperato, mentre riprendeva a mordersi il labbro per trattenere le urla.

Arrivammo in sala operatoria e lo posammo su un lettino, mentre Bridgette si preparava.

-Ho talmente tante cose da spiegarti, raccontarti, io...-

-Frena, frena.- disse lui, puntellandosi sui gomiti per stare dritto con la schiena e guardarmi negli occhi -Prima ho una domanda.-

Rimasi in silenzio, in attesa.

-Si può sapere come cazzo sei vestito?- chiese, sollevando un sopracciglio.

Guardai la divisa da militare che indossavo. Non riuscii a trattenermi dallo scoppiare a ridere.

 

Assistetti a tutta l'operazione, ma fortunatamente non fu niente di troppo complesso.

-Sta bene- disse Bridgette, mentre Geoff riposava nella sua stanza, ancora sotto l'effetto dell'anestesia. -La sua gamba riprenderà a funzionare molto presto, diamogli solo un po' di tempo.-

Tirai un sospiro di sollievo -Ti ringrazio Bridg.-

-E di che? E' il mio lavoro. E poi sono felice di aiutarti.- mi fece l'occhiolino -Soprattutto se hai degli amici così carini!-

Risi e l'abbracciai, poi ci salutammo e mi diressi in camera di Geoff. In realtà era la mia stessa camera, perché erano rimaste ben poche stanze libere. In generale i malati dormivano nell'enorme atrio all'entrata, dove li curavano. Per i soldati c'erano delle camerate, mentre i generali come DJ e i quasi-mariti-delle-pazze-psicotiche-che-controllano-il-mondo come me avevano delle piccole camere singole. Niente di che, per carità: solo un letto, un tavolo e una poltrona, ma era già un lusso per gli standard del rifugio.

Quindi, siccome Geoff non rientrava in nessuna di queste categorie, sarebbe rimasto con me.

Mi lasciai cadere sfinito sulla poltrona della mia stanza e lo guardai dormire. Non sembrava soffrire molto, ora, anche se ogni tanto, mentre si girava nel sonno, gemeva. Soddisfatto, rimasi immerso nei miei pensieri ancora per un po', finché non mi appisolai. E sognai, oh, eccome se lo feci. Sognai uno dei ricordi più belli della mia vita.

 

La musica usciva a tutto volume dall'impianto stereo di ultima generazione di Geoff. La gente si era era sparsa per la casa: c'era chi ballava, chi beveva a dismisura e chi si era imboscato in una delle tante camere da letto della grande villa con una ragazza conosciuta all'ultimo momento. Le feste di Geoff erano conosciute da tutti i i ragazzi della città, ed erano famose per essere scatenate e incredibilmente divertenti. C'era gente che avrebbe ucciso per poter partecipare almeno ad una. I genitori di Geoff erano schifosamente ricchi e avevano una casa grandiosa, con piscina, campi da pallavolo e tutto quello che si poteva desiderare. In più almeno un paio di volte al mese i suoi genitori facevano viaggi di lavoro e potevano stare via anche un weekend intero. Quelli erano i weekend delle feste di Geoff, e naturalmente io e lui eravamo i vip della serata.

Quella sera fu un diversa dalle altre, però. Verso mezzanotte decisi di andare a fare due passi per sgranchirmi le gambe e prendere un po' d'aria fresca. Così, con il mio drink in mano, mi avventurai nella parte più remota del giardino: un grande prato verde con al centro un laghetto pieno di fiori di loto. Nessuno andava mai lì, probabilmente perché il clou della serata era nella casa. Ma quella volta c'era qualcuno, seduto sulla riva del laghetto. Una ragazza con lunghi capelli castani. Non riuscivo a vederla in faccia, ma ricordo che indossava un vestito blu a palloncino senza spalline che le arrivava appena sopra alle ginocchia. E ricordo anche quanto quel vestito le stesse bene.

Ehi Duncan, mi dissi, forse hai trovato una pollastra con cui passare la serata. Ridacchiai tra me e me.

Mi avvicinai silenziosamente e mi fermai appena dietro di lei. Doveva essere parecchio immersa nei suoi pensieri perché non mi sentì.

-Ehi, principessa.- la salutai. Lei si voltò, gli occhi nocciola grandi per la paura. I raggi lunari illuminavano il suo viso olivastro e puntellato da deliziose lentiggini, evidenziando la bella forma ovale.

L'avevo già vista in giro, ma solo di sfuggita. A volte era con Geoff perché lui era il quaterback della squadra di football e lei era una delle migliori cheerleader, e io andavo sempre a vedere le partite del mio amico. Lui aveva una vera e propria passione per lo sport, ed era così che stava cercando di guadagnarsi la borsa di studio per il college. Lei invece non ne aveva bisogno, aveva il massimo dei voti in tutte le materie, ma partecipava a quasi tutte le attività scolastiche e sportive.

Io preferivo di gran lunga la musica, era per questo che suonavo nella band rock della scuola.

Ma quella sera fu come vederla per la prima volta. Mi innamorai di lei dal primo istante, probabilmente, ma ci volle molto tempo prima che me ne accorgessi. Per il momento per me era solo una bella fanciulla impaurita.

-Tranquilla, non ti mangio mica!- scherzai, sollevando le mani in segno di resa -Quel posto è libero?- indicai un punto imprecisato accanto a lei.

Lei annuì e rimase in silenzio, riprendendo a osservare il cielo stellato. Mi accomodai sull'erba e stesi le gambe verso il lago, alzando anche io lo sguardo sul cielo. Ma dopo pochi secondi tornai a guardare lei.

-Tu sei Courtney O'Donnell, non è vero?- chiesi, bevendo un sorso del mio drink.

Lei finalmente si voltò e mi fissò dritto negli occhi -In persona. Non credo di conoscere te, invece.-

-Oh, sono solo un amico di Geoff...- risposi, vago -Duncan Cooper, piacere di conoscerti.-

Mi guardò di sottecchi, insospettita -Sei quello della rock band, vero?-

-Esattamente.-

-E sei anche quello che ha lanciato uova in testa al preside l'ultimo giorno di scuola?-

Ahia. Beccato.

-Non sono stato io, giurin giurello- dissi, incrociando gli indici sulle labbra. Poi sorrisi.

Lei sembrava poco convinta. Tornò a guardare le stelle.

-Cosa ci fai qui fuori sola soletta?-

Sospirò -In realtà mi ha trascinata qui un'amica. Ma a me non piacciono queste feste, sono così... così...- si passò la lingua sulle labbra, mentre cercava la parola giusta -...selvagge.-

Annuii, incantato da quel suo gesto così naturale ma allo stesso tempo sexy -Selvagge. Assolutamente.-

-Non trovo quale sia il divertimento nel delirio più totale.-

-Delirio, proprio.-

-Non hanno il minimo senso!-

-Mi hai tolto le parole di bocca.-

Naturalmente non la stavo nemmeno ascoltando, quasi disarmato dalla sua bellezza.

Lei se ne accorse ma, oltre a fare una smorfia, non disse niente -E' per questo che sono qui. Aspetto che la festa finisca così potrò finalmente tornare a casa.-

Scoppiai a ridere -Mi dispiace, principessa, ma credo che dovrai aspettare ancora molto, allora.-

Lei storse il naso -Perché continui a chiamarmi principessa?-

Inarcai le sopracciglia, come se fosse ovvio -Perché sei bella come una principessa. Con quel vestito, poi... ti manca solo la corona.-

Courtney alzò gli occhi al cielo -Presumo sia un complimento, grazie. Ora torna pure dai tuoi amici scalmanati, io sto bene qui da sola.-

Mi alzai in piedi, togliendomi l'erba dai pantaloni -Ti va di venire dentro a bere qualcosa?-

-Vuoi farmi bere così poi potrai portarmi a letto? No grazie.-

Scoppiai nuovamente a ridere -Ehi, frena! Chi ha detto che voglio portarti a letto?-

-Ma per piacere, siete tutti uguali.-

Sbuffai -Forse sei tu quella troppo nervosetta, principessa.-

Lei mi lanciò un sguardo di fuoco, furiosa. Balzò in piedi. Io rimasi pietrificato, balbettando delle scuse, senza capire quali fossero le sue intenzioni.

Poi mi posò una mano sul petto. Guardai la mano e poi guardai di nuovo lei.

-Fatti un bagno, punk del cazzo.- ruggì, e con una manata mi spinse dentro al laghetto.

 

Mi svegliai al momento dell'impatto con l'acqua, annaspando.

-Ma che cazzo...-

Geoff era davanti a me, tenendosi in piedi sulla gamba sana, malfermo. In mano aveva un bicchiere vuoto, doveva avermelo svuotato in testa perché ero fradicio d'acqua.

-Ah, sei sveglio finalmente. Dormivi così profondamente che mi stavo preoccupando.- posò il bicchiere sul tavolo e si asciugò le mani sui pantaloni.

Mi alzai in piedi lentamente e per qualche secondo restammo in piedi a fissarci. Poi lui allargò le braccia e venne verso di me.

-Vieni qui.-

Ci abbracciamo stretto per un po', poi gli diedi una pacca sulla spalla e dissi -Forse ho un po' di cose da spiegarti...-

Lui mi interruppe con un gesto della mano -Nah, non preoccuparti. Ci ha già pensato quell'omaccione, DJ. E' per questo che ti ho svegliato, ho bisogno di parlarne.- si buttò seduto sul letto, con un sospiro stanco.

Piegai la testa di lato, confuso -Scusa, ma quanto ho dormito?-

Lui spalancò gli occhi -Non te ne sei accorto? Hai dormito una giornata intera!- si mise a ridere -Cristo, io sono stato anestetizzato e ho dormito meno di te!-

Cercai di ridere anche io, con scarsi risultati. Avevo sognato il primo incontro mio e di Courtney. Perché?

-Duncan, tutto ok?-

Mi sedetti accanto a lui -Dovrei chiedertelo io, sarai sconvolto. Vuoi parlarne?-

Lo sguardo di Geoff si perse nel vuoto -Sai, per i due mesi che ho vissuto sotto il potere smisurato di Courtney mi sono chiesto perché facesse tutto questo. E ora lo so: follia d'amore. Pazzesco!- alzò le braccia e le lasciò ricadere inerti sui fianchi.

-DJ ti ha parlato anche della missione?-

Il suo sguardo si fece preoccupato -Quale missione?-

Abbassai gli occhi -Mi manderanno da Courtney. Dicono che si fiderà di me, che mi accoglierà... ma come farà ad amarmi ancora, dopo cinquant'anni?-

-Io credo che sia possibile.- lo guardai sbalordito e lui si affrettò a spiegare -Voglio dire... se è stata capace di fare tutto questo per te... credi che non sarebbe capace di amarti di nuovo?-

-I pazzi sono imprevedibili.-

-Non Courtney. Forse tu non te ne rendevi conto, ma quella ragazza ti amava così tanto!-

-La amavo anche io. Non era mia intenzione lasciarla così, è stato solo un attimo di debolezza...-

-Non preoccuparti. E' ovvio che non intendevi causare tutto questo, chi potrebbe mai immaginarlo? Non è colpa tua.-

Sorrisi -Grazie Geoff. Mi sei mancato nei due mesi che sono stato qui.-

-Anche tu mi sei mancato nei due mesi che ho passato in mezzo all'apocalisse, amico.-

-E' un onore.-



Sciau beli! Come va? :3
Lo so, lo so, è passato tanto tempo dall'ultimo capitolo. Ma sono stata via qualche giorno e non ho potuto scrivere :c
Comunque, ditemi cosa ne pensate!

  
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