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Autore: The Edge    10/07/2013    1 recensioni
-Mi spiace Dean, ma ormai credo che sia arrivato il momento di finire con tutto questo.
Sono stufa e tu lo sai meglio di me.-
-No! Ti prego, resta con me!-
-Ho fatto la mia scelta-
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Busso alla porta della casa di Dean, le luci della cucina sono accese.

Sarah apre la porta e mi sorride dolcemente “Ciao Sonja, ben arrivata. Ho fatto in tempo a tornare per prepararvi da mangiare. Accomodati pure, ti accompagno nella camera degli ospiti.”

Attraversiamo l’intero appartamento e si ferma davanti ad una porta, la apre e mi fa cenno di consegnarle la borsa.

“Dean mi ha detto che… insomma, sei dovuta scappare da casa per via del tuo patrigno.”
“Sì, è così. Non ce la facevo più a sopportarlo”
“Io l’avevo detto a tua madre di non sposarlo… Tu e mio figlio eravate piccoli, per questo forse non te lo ricordi.”
“Davvero? Effettivamente non mi ricordo di questo particolare”
“Immaginavo. Frank è il classico uomo che all’inizio si comporta in modo affabile, è gentile e cordiale con tutti e poi si trasforma nel mostro che è. Mi piange il cuore a sapere che sei dovuta crescere con una creatura orribile come lui.”
“Poco importa, visto che ho intenzione di non rivederlo più. Non voglio più averci a che fare”
“Fai attenzione, mi raccomando. Il tuo patrigno è una persona vendicativa, ed è sicuro come l’oro che non lascerà impunita la tua fuga. Certo, farò il possibile per aiutarti, mi pare logico, ma ti prego: stai attenta. E’ pericoloso come persona.”
Annuisco, mi passo una mano sulla fronte e mi siedo sul letto davanti a lei “Okay, ti ringrazio.”
Sarah mi sorride e mi fa una carezza sulla guancia “Ah, mi sono presa il permesso di chiamare la scuola. Ho detto che hai avuto un’indisposizione che ti impediva di andare a scuola. Inoltre mi sono presa la libertà di dire che se devono chiamare a casa, di chiamare me. Così evitiamo il problema Frank. Che ne pensi?”
“Penso che sei davvero un genio. Grazie Sarah, grazie”
Sono commossa, mai nessuno aveva fatto tanto per me.
Mi sorride e mi porge una mano “Vieni a mangiare. Dean dovrebbe arrivare a momenti, l’ho spedito a far la spesa. Stamani ho dimenticato di comprare il latte e la carne e quindi ho mandato lui a prenderli.”

La cena è stata deliziosa, come sempre Sarah ha dimostrato di essere una cuoca eccellente.
Sto sparecchiando i piatti, mentre Dean lava le posate e sua madre sistema gli avanzi nel frigorifero.
“Dean, domani tu vai a scuola.” Dichiara Sarah intanto che mette sul fuoco la caffettiera.
“Perché?”
“Perché sei rimasto troppo tempo a casa. Sonja ha ancora i lividi ben visibili e quindi sarebbe meglio aspettare ancora un paio di giorni. Tu invece stai bene, e quindi devi andare. Non tanto perché è importante, perché so che sei un ragazzo intelligente e non mi serve la scuola che lo dimostri, ma per evitare sospetti. Insomma, correte il rischio che qualcuno dei vostri professori si accorga che siete stati assenti nello stesso arco di tempo. E noi non vogliamo altri casini. Hai capito figliolo?”
“Certo mamma.”
“Perfetto. Ragazzi volete un caffè?”

 

***


Sono sdraiata supina, le braccia incrociate sotto la testa.
Fisso il soffitto e penso. Vorrei che papà fosse qui.
Mai ho sentito la sua mancanza come adesso.
Fin dai primi tempi avevo compreso che qualcosa non andava. Un giorno papà c’era… e il giorno dopo no.
Mia madre ha organizzato il nostro trasferimento nel giro di due mesi. Non ho fatto in tempo a salutare i nonni.
Chissà se si ricordano di me. Non mi è dato saperlo.
Sospiro, mi manca la mia terra natale, i miei concittadini, la mia lingua, le strade di Odessa e il suo porto.
Voglio tornare a casa.

Qualcuno bussa alla porta.
“Avanti” mormoro mentre mi metto a sedere a gambe incrociate sul letto.
Un ciuffo di capelli castani fa capolino dallo stipite della porta “Tutto bene?”
“Più o meno”
“Posso entrare?”
“Yep, fai pure”
Dean si avvicina e si siede accanto a me “Come mai questa faccina triste?”
“Stavo pensando a mio padre. So che magari sembra sciocco, ma mi manca persino parlare in russo.”
“Ti capisco… Voglio dire, deve essere terribile il fatto di non poter parlare la propria lingua in terra straniera. Cerca di resistere. Due anni passano in fretta, anzi, fai conto un anno e mezzo. E’ ancora meno tempo di prima.”
Annuisco e poggio la testa sulla sua spalla “Sono così stanca di tutto questo. E pensare che ho appena sedici anni”
“Signorina, mi pare doveroso informarla che lei tra meno di un mese compie gli anni” dice Dean con una voce da bravo scolaretto.
Scoppio a ridere, è forse questa la cosa che amo di più del mio migliore amico. E’ capace di farmi ridere anche in un momento come questo.
Con una mano mi afferra la maglietta e mi trascina verso di sé, sento il suo respiro sul viso e appoggia delicatamente le labbra sulle mie. Spalanco gli occhi sorpresa, non me lo aspettavo proprio.
Schiudo leggermente la bocca, lasciando libero accesso alla lingua del mio migliore amico.

Mi sento le guance in fiamme, ma non sono mai stata così bene. E’ come se tutto quanto fosse messo in secondo piano: le mie paure, i miei timori, Frank, mia madre… Non ci sono più. Ci sono solo le labbra di Dean che sfiorano gentilmente le mie in un bacio.

“Posso considerarti ufficialmente la mia ragazza?” sussurra a bassa voce, ciuffetti di capelli castani gli nascondono gli occhi.
“Direi proprio di sì, non ti pare?” anche in questi momenti, ho il romanticismo di un sasso.
Informo Dean di questo mio pensiero e lui scoppia a ridere divertito. Scuote la testa e mi da un bacio sulla guancia “Buonanotte”
 

***


Il mio cellulare sta squillando.
Apro gli occhi assonnata. Sono pur sempre le nove e un quarto del mattino! E io ho ancora tanto sonno.
Chi mi sta chiamando deve essere proprio intenzionato a voler parlare con me.
Tasto alla cieca il comodino e finalmente trovo il mio telefono.
“Pronto?”
“Sonja dove sei?”
“Mamma?”
“Sono io, rispondi.”
“Sono a casa di Dean.”
“Come sospettavo. Beh, fai attenzione. Frank si è accorto della tua fuga.”
“C’era da aspettarselo.”
“Ah… senti, volevo dirtelo l’altro giorno, ma tu eri già andata via… Beh, stavo tentando di organizzare una vacanza ad Odessa. Era un.. tentativo di riallacciare i rapporti con te, ma il tuo patrigno mi ha scoperto e mi ha impedito di fare qualsiasi cosa. M-mi dispiace” sussurra con voce rotta.
Sono stupita, non mi aspettavo un gesto del genere da parte di mia madre “Apprezzo il pensiero. Con Frank tra i piedi è praticamente impossibile persino andare in bagno.”
“Adesso devo andare, mi raccomando fai attenzione.”

Chiudo la telefonata e mi ributto sul letto.
Tentare di riaddormentarmi è un’impresa degna di Eracle.
Mi tolgo il pigiama e mi vesto con degli abiti normali e scendo a far colazione.
Sono da sola, Sarah è al lavoro e Dean è a scuola.
Afferro una tazza dal ripiano e la riempio di latte.

 

***


Sono passati tre giorni da quando sono scappata da casa mia. E’ tempo che io torni a scuola, i lividi sul mio viso sono quasi del tutto scomparsi.
Io e il mio migliore amico ci avviamo a passo di lumaca alla nostra scuola.
Mi sembrano passati secoli dall’ultima volta che ci ho messo piede.
Con uno sbuffo entro nella mia classe, i miei compagni non mi degnano di uno sguardo, come al solito.

“SONJA” urla gioioso Alec, il quale non mi da tempo di sedermi che già mi abbraccia. Ricambio goffamente la stretta “Ciao”
“Sei viva! Finalmente sei tornata! Devo raccontarti un sacco di cose che sono successe” Alec è eccitato come un bambino al luna park, continua a saltellare sul posto.
Mi siedo al mio banco e osservo di sottecchi il mio amico, il quale fa un profondo respiro “Dunque, il marito della McLilith è morto”
Strabuzzo gli occhi “La McLilith era sposata?”
“A quanto pare sì. Comunque, lei è distrutta. Poverina. Si è licenziata”
“C-cosa?” sembra assurdo tutto ciò. La McLilith sposata, e che si licenzia dopo la morte del marito. Troppe cose tutte insieme.
“Hai capito benissimo cara mia. Oggi dovrebbe arrivare il nuovo prof”
“Fantastico…” mormoro a bassa voce. Mi scompiglio i capelli come d’abitudine e mi stiracchio come un gatto al sole.




Angolo dell'autrice:
Ho fatto un paio di calcoli, ho sistemato l'ordine dei capitoli e sono giunta a conclusione che dovrei scrivere ancora sei capitoli e poi la storia si concluderà.
ARGH D;
Va bon, spero vi piaccia.
A presto!
The Edge
  
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