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Autore: Londonimhere    10/07/2013    6 recensioni
“Gail?” mi voltai scocciata verso di lei “Questo non è il tuo negozio?” mi mostrò una delle immagini del giornalino.
Annuii e quando mi voltai verso il professore, mi richiamò, picchiettando con la mano sul mio braccio
“Che c'è?”
“Harry Styles era davanti al tuo negozio con una rosa in mano. Devi dirmi per caso qualcosa?!”
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lo stupido piano che si era inventata Wendy, mi sembrava ogni giorno più penoso.
Non avrei mai fatto la figura della stupida ragazzina imbranata che cade tra le braccia del suo amato, che poi Harry non era affatto il mio amato. Avevo rinunciato a mettere in piedi quella scenetta e mi ero soltanto data continuamente della stupida per non aver accettato il suo invito.
Chi non lo avrebbe accettato? Solo io, solo io potevo essere tanto cieca da capire che magari me lo avesse chiesto per una ragione precisa o perché sarebbe potuto essere interessato a me.
Avevo pensato che magari, prima o poi, sarebbe ritornato in negozio e a quel punto gli avrei chiesto scusa, ma non eravamo in uno stupido film romantico, lui non si sarebbe mai fatto più vivo e io non avrei mai avuto il coraggio di chiamarlo per porgergli personalmente le mie scuse.
Era una settimana che dovevo inventarmi scuse con mio fratello: non faceva altro che chiedermi quando avremmo rivisto Harry, così che avrebbe potuto combattere di nuovo con lui, ed era più di una settimana che era triste. Lo avevo sentito parlare con nostra madre, dicendole che se Harry non si sarebbe più fatto vivo, non avrebbe mantenuta la sua promessa e lei gli aveva risposto che prima o poi sarebbe tornato, ma avrei tanto voluto uscire allo scoperto e dirle che non sarebbe mai accaduto, perché se Christian era così in quei giorni, era colpa sua e della sua testardaggine nel non avermi voluto ascoltare quando ce n'era l'occasione.


Quindi sei sicura di non volerlo fare?” annuii triste, tirando fuori i libri dalla borsa “Io non ti capisco, Gail”
Credimi, neanche io..” ci accomodammo sulle sedie attendendo l'arrivo del professore.
Poco prima che entrasse, il telefono mi vibrò nella tasca posteriore dei jeans

Gail ho bisogno che oggi porti tu
Christian dal medico, io e tuo padre
abbiamo un appuntamento urgente
in banca. Grazie amore,
Buona lezione,
Mamma!

Sorrisi, riponendo il telefono in tasca.
Per quanto avessi potuto essere arrabbiata con lei, non sarei mai riuscita a tenergli il muso per più di una giornata, sapevo che un problema in più non era proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento.
La mia testa non riusciva a concentrarsi sulla lezione che il professor Ross stava tenendo.
Era passata più di una settimana, ma nella mia testa si continuava a ripetere, scena dopo scena, la serata in cui avevo rifiutato l'invito di Harry.
Continuavo a chiedermi cosa stesse facendo in quel momento, cosa avesse fatto se fossi andata a prendere quel caffè con lui e cosa sarebbe successo dopo, ma ogni volta venivo sopraffatta dai sensi di colpa.

 

 

Harry
 

Una settimana!
Era passata una maledetta settimana da quando aveva reclinato il mio invito e non avevo smesso un secondo di chiedermi quale fosse stato il motivo di tale rifiuto.
Io non voglio che Christian stia di nuovo male per colpa mia.
Queste erano state le sue parole prima di chiudermi il telefono in faccia, lasciandomi a bocca aperta e sconcertato come un imbecille.
Cosa c'entrava suo fratello con noi due? Perché sarebbe dovuto stare male di nuovo a causa sua, cosa era successo? Non era stato lui stesso a chiedermi di conquistare sua sorella?
Domande su domande mi balenavano nella testa da quel giorno, ma non avevo mai avuto né il coraggio né il tempo per potergliele chiedere di persona.
Mi doveva delle spiegazioni. Non si sarebbe liberata di me tanto presto.
Era entrata nella mia vita come un fulmine a ciel sereno e non ne sarebbe uscita tanto facilmente come, a quanto pareva, invece lei pensava.
Allora Hazza, cosa pensi di fare?” spostai lo sguardo su Louis e poi tornai a fissare il muro bianco, ricoperto dalle chitarre
Tornerò in quel negozio e, che lei lo voglia o meno, mi spiegherà il motivo del suo rifiuto”

 

Gail

Oh Gail, che bello rivederti” spostai lo sguardo dal finestrino rettangolare del treno all'anziana signora seduta di fronte a me, che solo dopo riconobbi come la signora Amber
Buongiorno signora Amber”
Oh mia cara, cos'è quel visino triste?” il mio voltò vagò per tutto il vagone, sperando in qualche strano modo di non ritrovarmelo su quel treno
Nulla di importante” le dissi sforzando un sorriso
Non ci credo! Cos'ha fatto questo ragazzo per eliminare dal tuo bel visino il sorriso?” sospirai
Non so con quale strano potere, ma riusciva sempre a capire cosa mi succedesse, bello o brutto che fosse
Lui nulla. E' stata tutta colpa mia” abbassai al testa
E cosa avresti fatto?”
Ho rifiutato, non nella maniera migliore, un invito ad uscire”
E questo ragazzo ti piace?” sobbalzai a quella domanda.
Non sapevo cosa rispondere davvero, mi piaceva o no?
Il suo viso mi piaceva, le fossette che gli si formavano quando sorrideva mi piacevano, i suoi occhi verdi capaci di catturarti lo sguardo mi piacevano, la sua voce bassa e roca mi piaceva, le sue mani mi piacevano, la sua compagnia mi piaceva, la sua simpatia e il fatto che, pur essendo famoso, non era uno stupido diciannovenne presuntuoso mi piaceva.
Forse la risposta era un si.
Si” sussurrai debolmente
E allora cosa aspetti a richiamarlo?”
E se non mi volesse più sentire. Gli ho chiuso il telefono in faccia”
Oh, ma non spariamo cavolate Gail. Se ti ha chiesto di uscire è perché gli interessi e non penso che gli dia fastidio una tua telefonata!” forse la signora Amber sveva ragione.

 

 

**

 

Christian attento a non far cadere il gelato” lui mi sorrise e continuò a saltellare felice per ciò che il medico gli aveva detto
Gigì c'è Harry!” mi risvegliò dai miei pensieri facendomi cadere il telefono dalle mani.
Cercai di individuarlo in mezzo alla folla che passeggiava sul marciapiede e lo trovai nel piccolo parco accanto che si allenava “Andiamo a salutarlo, Gigì, dai andiamo andiamo”
Christian cominciò a saltare per l'insistenza
No, dobbiamo tornare a casa” improvvisamente vederlo lì, a pochi metri di distanza da me, mi aveva messo paura, paura di cosa sarebbe potuto accadere una volta che gli sarei stata di fronte. Tutte le parole che la signora Amber mi aveva detto, erano svanite nel nulla, lasciando spazio all'ansia e alla preoccupazione che non volesse avere più nulla a che fare con me.
Mi ero distratta solo due secondi e in quei due secondi avevo perso di vista mio fratello, che ritrovai subito dopo correre verso il ragazzo.
Harry, Harry” il riccio alzò lo sguardo e sorrise a Christian, che non curante dello stato di Harry e del fatto che stesse facendo esercizi, si precipitò verso di lui, che non ebbe alcun problema a stringerlo a se
Ciao Campione! Cosa ci fai qua?” si sedettero entrambi sull'erba e l'allenatore di Harry, almeno presumo fosse il suo allenatore, si allontanò con la scusa di un caffè
Gigì mi ha portato dal dottore” il riccio corrugò la fronte, probabilmente si trovò confuso non essendo al corrente del piccolo nomignolo che Christian mi aveva affibbiato all'età di 2 anni
Ehm...ciao” mi avvicinai titubante e alla mia vista si alzò in piedi, togliendosi i guantoni
Gail”
Ciao Harry” entrambi ci fissammo per qualche secondo negli occhi, dicendoci più di quello che delle semplici parole potessero
dire.

Harry” Christian interruppe quel momento tirando la canotta sudata del ragazzo di fronte a me, che si voltò verso di lui sorridendogli “Il dottore mi ha detto che posso fare boxe” Harry mi guardò per la conferma ed io annuii
Ma è fantastico Christian! Questo vuol dire che ti aiuterò io ad allenarti, contento?” mio fratello annuii prima di sparire dietro lo scivolo
Harry”, “Gail” sussurrammo i nostri nomi all'unisono, facendoci sorridere e gli feci segno di far parlare prima me
Mi dispiace per l'altra sera. Non avrei voluto rifiutare il tuo invito, ma avevo appena discusso con mia mamma che mi incolpava del malore di Christian e..”
E perché non me lo hai detto?” scossi la testa abbassando lo sguardo e sussurrando un debole 'non lo so' “Gail avrei capito. Non c'era bisogno che mettessi in atto tutta quella scenetta”
Forse hai ragione anche tu. Forse ho solo avuto paura”
Paura di cosa?” abbassai nuovamente lo sguardo
Non lo so!” in realtà lo sapevo eccome “Mi dispiace”
Smettila di dire così! Che ne dici se aspetti cinque minuti che mi cambio e andiamo a bere questo caffè?” mi propose sorridendomi. Alzai immediatamente lo sguardo su di lui
Oh.. V-va bene, solo.. Christ..”
Non preoccuparti! Vado e torno” raccolse la sua roba da terra e corse verso un portone dalla parte opposta della strada.
Non mi aveva urlato contro che non voleva più vedermi, come per giorni avevo pensato.
Il mio corpo e il mio stomaco erano tutto un subbuglio unico, sentivo tutto in movimento dentro di me: il cuore sembrava aver preso il via e batteva all'impazzata, il sangue scorreva veloce nelle mie vene ed io mi sentivo strana, una sensazione nuova aveva preso pieno possesso del mio corpo ed io non riuscivo a capire di cosa si trattasse.
Christian vieni, dobbiamo andare”
Ma non voglio tornare a casa” gli sorrisi, abbassandomi per pulirgli il muso dai residui di cioccolato
Infatti non torniamo a casa, andiamo con Harry” la sua bocca si allargò in un immenso sorriso
Mi porta a combattere?”
Scossi la testa “Un'altra volta. Adesso andiamo a fare una passeggiata”
Posso prendere un altro gelato?”
No, Christian” lo presi per mano, cominciando ad avvicinarmi al portone
Un ghiaccolo?” risi
Si dice ghiacciolo e no, hai mangiato abbastanza per oggi”
Allora una spremuta d'arancia, quella non si mangia” lo stritolai in un abbraccio, fregandomene delle sue lamentele
E succo d'arancia sia, ma mamma e papà non lo devono sapere” fece il gesto di cucirsi la bocca e di gettar via la chiave e in quel momento uscii Harry dal portone in legno
Mmh, sento puzza di segreti” sorridendo feci segno a Christian di stare zitto e lui mi rispose con un occhiolino storto “Chi devo pagare per farmelo dire?” insistette Harry
E io chi dovrei pagare per farmi dire il vostro?” lo punzecchiai, prendendo Christian per mano e cominciando a camminare
Touchè” prese l'altra mano di mio fratello e ci incamminammo verso la caffetteria più vicina e possibilmente poco invasa dalle ragazzine.

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice:
Scusate se ci ho messo un po' a pubblicare questo capitolo, ma sono stata tutta la scorsa settimana a Biella e non avevo internet. In questi due giorni sono stata poco a casa.
Cooomunque mi scuso anche per la misera lunghezza di questo capitolo, ma era necessaria, altrimenti mi sarebbe venuto troppo lungo e ho preferito dividerlo!
Posso chiedervi una cosa? Voglio che mi rispondiate sinceramente... Questa storia vi piace?
Perché ho come la sensazione che non piaccia molto, visto le poche recensioni e visualizzazioni...
Mi dispiace molto, visto che ci sto mettendo tutta me stessa per scriverla!
So che magari non sono puntualissima, ma chi lo è in questo periodo? Tra le uscite con gli amici, i week-end- se non settimane- via e il caldo asfissiante...
Bho, spero davvero che mi rispondiate.
Comunque ringrazio tantissimo chi ha messo questa storia tra le preferite, seguite e ricordate e tutte quelle che l'hanno recensita!
Vi lascio con il link della mia pagina Facebook di Efp---->Londonimhere
E se qualcuno avesse bisogno faccio banner su richiesta! :)
Un bacione grandissimo,
Marta xx

ps: guardate cosa ho scaricato l'altro giorno?? Waa il font ''one direction'' Non è una figata?!
Ok, basta con le cretinate, vado a fare un po' di compiti... Alla prossima! 

  
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