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Autore: Alina_Petrova    10/07/2013    4 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
Passano alcuni minuti, il treno parte lentamente e il cellulare vibra nelle mie mani. Apro il messaggio per leggere la risposta dell'affittuario, ma invece di quello ci trovo una sola parola:
"Torna".
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Non sei alla mia portata.

 

 

Ti ho portato nel mio appartamento e ti ho chiuso lì come in una gabbia. Tu che sei nato per volare, mi aspetti ogni giorno e ogni sera dietro le sbarre, anche se non c'è nessuna garanzia che io venga. E sinceramente mi dispiace che tu debba marcire vivo nell'attesa, ma non saprei in che altro modo costruire il nostro mondo altrimenti. Non posso mollarti, non riesco a lasciarti uscire fuori dal mio campo visivo, fuori dal mio controllo. Sarò uno malato... un maledetto pervertito, ma ho bisogno di saperti mio completamente, ogni tuo sorriso, ogni respiro. Il solo pensiero che tu possa di nuovo scappare da me, mi manda in pezzi. Il solo pensiero che potrei non vederti più, mi fa desiderare di morire. Non ho mai amato nessuno come amo te. Non ho mai fatto soffrire così tanto nessuno...

Ho una vita fuori da questa porta, ma solo qui dentro io vivo veramente. La tua vita si è ristretta dentro queste mura e io l'ho fatto apposta. É un comportamento così brutto. Vile. Vergognoso. Ma è così.

Ogni notte vado a letto con Tina, le parlo d'amore e lei mi risponde allo stesso modo. Lei sta costruendo una famiglia con me, sogna il nostro futuro insieme, vuole avere dei bambini. Quello che lei non sa è che al suo fianco vive un involucro vuoto, un cadavere ambulante. Lei non ha idea che io vivo solo vicino a te. Dal principio, dal nostro primo incontro non ho mai detto a nessuno di te. Non ho parlato di te né come di un conoscente, né come un amico, né come un collega. Eri sempre solo... mio. Sei da sempre radicato così profondamente in me, che se un giorno volessi dividerci, dovrei strapparti, svuotandomi del tutto. Non mi vergogno di te. Non ti sto nascondendo. Solo che sei qualcosa di troppo personale. Qualcosa che non è per gli occhi e per le orecchie altrui. La cosa più intima. Quel sogno che sa illuminare la mia vita.

Ho lasciato Santana. Per te, certo, ma lei non l'ha capito. Ha deciso che la consideravo troppo vecchia e se n'è andata. Lei è sempre stata una donna forte e continua a dire che io ero solo un passatempo per lei. Non saprei dire quanto questo fosse vero, ma sicuramente lei mi ha semplificato le cose. Ci sono tante donne nella mia vita, sarebbe semplice dire “una in più non cambia niente”. Invece no. Non voglio dividere tra voi il tempo che sto rubando al mio lavoro, a mia moglie, a mia figlia. Suona veramente da schifo. Mi sputerei in faccia da solo se solo potessi... ma tu non mi permetti di farmi del male.

L'altro ieri ho incontrato Tiffany: puzzava di sigarette, ma non le ho detto niente. Si era fatta un piercing sulla lingua, le ho detto che era fico... Lo sai, Rachel mi dice che non ho alcun diritto di dirle cosa fare, perché sono soltanto il suo “padre biologico”, come mi chiama spesso davanti a Tiff. Perché veramente, che razza di padre sono se le ho abbandonate? Cosa c'entro io con quella ragazza? Non mi arrabbio perché in realtà mi vergogno per questo nostro fallimento. Io avevo ventuno anni, lei soltanto diciotto, quando ci siamo sposati. E Dio... l'amavo davvero. Chi l'avrebbe mai detto che tutto questo, otto anni più tardi, si sarebbe ridotto in vergogna per me e pura cattiveria per lei.

Rachel ha conosciuto qualcuno di Manchester. Via Internet. É ridicolo. Pure il suo nome è ridicolo: Finn o qualcosa del genere. Anche se, cosa me ne importa di come si chiama? Siamo divorziati da sei anni ormai.

Tiffany mi ha detto che sembro felice e triste allo stesso tempo. Dice che devo prendermi una pausa. Tina dice che ho bisogno di riposo. I colleghi dicono che ho bisogno di staccare un po'...

E soltanto tu mi massaggi le spalle e mi porti il caffè, anche se continuo a dirti che posso farlo da solo. Soltanto vicino a te il mio cuore è tranquillo, sei tu quello con cui vorrei stare. Sempre.

Vengo da te in piena notte, ma tu mi aspetti. Mi aspetti sempre. Sei così triste e pensieroso e un po' offeso... non con me, con il mondo. Sei così... mio. E non posso farci niente per tutta la tenerezza che risvegli in me e ti stringo, bacio il tuo collo e inspiro il tuo odore mischiato al fumo delle sigarette. Fuma, bevi, prendimi a botte... Fai quello che vuoi, ma resta mio.

Lo so, tutti direbbero che non è amore questo, è puro egoismo. So che ti torturo ogni giorno e uno che ama non lo farebbe mai, certo che lo so. Esistono così tanti limiti e sfaccettature nella definizione di amore... Tutti dicono che le persone sono libere di fare quello che vogliono, ma per qualche strana ragione se due litigano, li considerano una coppia infelice. E se a loro piace litigare semplicemente?

E se ti piace aspettarmi e a me piace tornare da te? Per quanto difficile e lunga possa essere la strada, io torno sempre da te. Tutte le mie strade portano a te. Tutti i miei pensieri.

E io vorrei, davvero vorrei che la nostra vita fosse semplice e felice. Vorrei addormentarmi e svegliarmi accanto a te, baciarti sulla punta del naso e vedere il tuo sorriso assonnato. Vorrei davvero appartenerti completamente, vorrei abbracciarti ogni sera, passeggiare con te mano nella mano e magari prenderci un cane. Ho migliaia di questi “vorrei” con te e pochissimi “posso”. E probabilmente questo non cambierà mai.

E quando ti abbraccio e ti dico che abbiamo davanti quattro giorni insieme, vedo chiaramente come dentro di te nasce qualcosa... Quando ti bacio vedo come delle piccole esplosioni. Quando semplicemente ti guardo in silenzio vedo la luce in te che brilla. Quando vado via ti vedo morire ogni maledetta volta. Invece ora dentro di te sta nascendo qualcosa e non ho mai visto niente di più bello. Ridi e ti stringi a me. Sento sulla pelle il tuo sorriso e le piccole e calde lacrime che mi mandano onde di tenerezza dritte verso il cuore.

Piano, quasi cauto, ti levo la camicia, ti copri con le mani in imbarazzo e ti guardo colpito.

- No... sul serio? Davvero ti vergogni? - non riesco a trattenere una piccola risatina, ti accigli leggermente e ti strofini la radice del naso. - Beh, si... Non è che sia un verginello, e il mio corpo... insomma, l'ho sempre considerato abbastanza... emm seducente... - togli le mani e il tuo sguardo scivola come per controllare la tua pelle nivea, il addome piatto... e annuisci soddisfatto. Poi ti accorgi del mio sguardo interessato che ha seguito il tuo e ti copri di nuovo frettolosamente al di sopra delle mie mani.

- Ma con te è... è tutto diverso! - concludi tu e ti mordi il labbro... assolutamente adorabile. Io ti sorrido per la centesima volta, mi avvicino al tuo viso, le mie mani salgono dai tuoi fianchi sulle spalle, poi sul collo e si fermano sulle guance. Accarezzo i tuoi zigomi e ti bacio, tu inspiri forte con il naso, appoggi le mani sulle mie spalle ti sollevi appena per gettare una gamba sopra le mie e sederti su di me. Spalanco gli occhi perché non ho mai sentito il membro di un altro uomo contro il mio. Tu senti il mio sguardo, apri quei due laghi che hai al posto degli occhi e dici piano in un sussurro:

- Ho fatto qualcosa di sbagliato?

Sei così spaventato, sicuramente ti sei già incolpato di tutti i peccati mortali e io scrollo la testa. - Va tutto bene, solo che mi sono ricordato di quella volta... Ti ricordi, un anno fa, nel tuo appartamento? - tu arrossisci chiudendo gli occhi e ti copri il viso con la mano. - É stato terribile, Blaine! Credevo davvero di piacerti! - E mi piacevi. - Ma io ho provato a baciarti... ero sicuro che fossimo venuti per questo. - Semplicemente ho ripreso il controllo di me in tempo, ma... ero venuto per questo. - Cosa?! - gridi tu arrabbiato e mi colpisci sulla spalla. - Allora, tu fingevi facendomi passare per uno scemo che non sa distinguere un uomo da una ragazza? Tu sapevi già tutto e mi torturavi per tutto quel tempo, è così? - è una domanda molto seria, ma tu ridi adesso e io cerco di non rovinare i nostri quattro giorni.

- Proprio così. - sorrido e ti faccio la linguaccia. Una mossa da sprovveduto perché tu me la mordi prima che io riesca a capire le tue intenzioni e impegnare la tua bocca con un bacio.

Quando le tue mani si infilano sotto la mia maglietta, trattengo il fiato e ti scosti immediatamente e mi guardi negli occhi. Tu capisci. Dio, come fai a capire tutto senza parole? - Non sei pronto, non è vero? - mi domandi piano e accarezzi la mia guancia. Abbasso lo sguardo e annuisco. - Sono pronto andare un po' oltre i baci, ma io... non vorrei poi deluderti, capisci cosa intendo... - tiro fuori le parole a fatica come se avessi sedici invece di venti in più. Tu espiri e di nuovo prendi l'orlo della mia maglietta, la tiri su, io alzo le braccia docilmente e ti lasco levarla. Tu mi guardi a lungo estasiato, come se davanti a te in questo momento ci fosse un Dio e non semplicemente io. Mi appoggi le mani sul petto, passi le dita su e giù facendomi dimenticare di respirare. - Ti capisco e non ti sto dicendo che oggi per forza dobbiamo arrivare al sesso. Vorrei soltanto avere un po' più di... te! In realtà lo vorrei sempre. - aggiungi piano e io sento la tua voce spegnersi. Mi fa male sentire il tuo dolore e ti avvicino a me, bacio il tuo collo, lo accarezzo con la punta della lingua e lentamente faccio scendere le mani per la tua schiena, finché non ti stringo il sedere. Alzi la testa e mi fissi sorpreso. - Eri tu quello che ha appena detto di non volere correre? - io sorrido e di nuovo tasto con i palmi i muscoli tesi. Mi rendo conto di quanto mi piace.

- Sto cercando di familiarizzare con quello con cui avrò a che fare... - ti attiro a me, bacio la tua clavicola sottile, tiro appena la pelle con i denti, la prendo tra le labbra, succhio un po' e lascio, ammirando poi la macchietta rosa. Tu sbuffi, chinandoti all'indietro e io ti tengo sotto la schiena. - E adesso? Come posso andare in giro conciato così? Sappiamo tutti e due che non devi andare da nessuna parte, ma cerchiamo così disperatamente di imitare una vita normale, che fa male al cuore. - Voglio che tutti sappiano che sei solo mio. - sorrido e di nuovo attacco il tuo petto lasciando dappertutto altre macchiette mentre affondi le dita nei miei capelli gemendo.

Devo fermarmi sopra la cintura, ma tu non protesti, tu capisci. Sei leggermente arruffato e molto eccitato, ma ti calmi subito e ti stringi al mio petto nudo. - L'importante è che noi lo sappiamo... io e te. - dici tranquillo, trovi con le labbra la mia tempia e mi baci lì. - Sì. É questo che importa. - annuisco io e ti bacio sulla spalla.

E per la prima volta in tutti questi mesi che ci conosciamo, ci addormentiamo insieme. Abbiamo davanti a noi ancora quattro giorni, e questo scalda il cuore. Non voglio pensare che siano soltanto quattro giorni e dopo arriveranno altri mesi di incertezze continue.

Siamo tutti e due con solo la biancheria addosso, mi avvolgi con le tue braccia e le gambe, la tua testa è vicino alla mia, mi fissi negli occhi e sorridi così dolcemente che è quasi impossibile. - Blaine, sono così felice con te... - sussurri spaccandomi il cuore. - Anch'io sono felice con te, Kurt. Solo con te. - Ma davvero oggi mi addormenterò abbracciandoti e domani quando mi sveglierò tu non sarai sparito? - nella tua voce c'è un tremolio... qualcosa che proviene direttamente dall'infanzia e io ti stringo ancora più forte a me, ti bacio sulle labbra e rispondo: - Te lo prometto.

É tutto magico, esattamente come dovrebbe essere, se solo la vita fosse andata diversamente. Ma noi non ci lasciamo prendere dalla tristezza, noi cerchiamo di godere di ogni momento. Di ogni sguardo, di ogni tocco. Impariamo a conoscerci in questi giorni, respiriamo l'uno con l'altro. Non mi basti mai, ogni momento ridi felice. Ti faccio sedere sul tavolo e ti bacio sul collo... Ti butto sul divano e ti faccio solletico finché non ti metti a strillare come un bambino. Mangio la torta che hai preparato e poi guardiamo un film, per dimenticarlo dopo due minuti, abbandonandoci ai baci e alle carezze.

E quando una volta, mentre ci baciamo pigramente stesi sul letto, il mio cellulare vibra, niente fa pensare al peggio. Avvicino il telefono al viso e sento il tuo respiro sulla guancia. Non stai sbirciando, semplicemente ti è caduto lo sguardo per caso.

É un messaggio da Tina, lo apro e leggo due parole ”Congratulazioni, papà!” Sotto

appare una foto. Mi ci vogliono alcuni secondi per ingrandirla e vedere sopra una grande striscia bianca due piccole, blu, perfettamente dritte, l'una vicino all'altra. E due timide speranze scoppiano in mille pezzi, ammazzando il silenzio con un suono assordante.

   
 
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