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Autore: Roxiy    10/07/2013    3 recensioni
I due si conoscono benissimo,ma sono estranei. Migliori amici un tempo,compagni di classe adesso. 
Dal prologo:
Proprio non posso non pensarci a quello che sarebbe stato se non avessi iniziato ad odiarmi perché il mio ‘ti voglio bene’ si era trasformato in un ‘ti amo’. Non è mica colpa mia se tu sei così maledettamente perfetto. E se il mio cuore non può nemmeno lontanamente pensare di esistere senza il tuo nome marchiato sopra. Ricordi indelebili,incisi a sangue nella mia mente. Notti passate insonnie solo per non essere costretta a sognarti. Sono forse ossessionata,ma quella che tu chiami ossessione io lo chiamo amore.
***
Siamo nella stessa classe – punizione divina per averti amato troppo – e la tua immagine l’ho davanti ogni giorno. Quanto stai bene tu,tanto sto male io. Vedi? Ci completiamo,ma non combaciamo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 7



 

In quel locale non mancavano di certo le luci stroboscopiche e l’alcool,la musica a tutto volume e gli sguardi ammiccanti di ragazzi forse un po’ troppo ubriachi. Non era il mio posto,mi sono pentita di esserci venuta sin da quando ho aperto la porta e l’odore di fumo e vodka mi ha invaso le narici facendomi salire il vomito alla gola. Potevo andarmene quando volevo ma la consideravo una sfida personale,avrei dimostrato a Tomas che lo sfigato era lui.

Al bancone una marea di ragazzini accartocciati uno sull’altro si dimenano come belve per ottenere il loro drink. Non avrei di certo fatto tutta quella fila per bere qualcosa. Ma l’idea di ubriacarmi sembrava la cosa più vero simile per giustificare le bravate che si scontravano nella mia testa.

Il mio look non era esattamente adatto a quel genere di feste,jeans e felpa non sono mai adatti a niente se non ad un pomeriggio noioso. Mi infilo in un bagno e mi guardo allo specchio. In fondo non ero poi conciata così male,il trucco sembrava non aver intenzione di mollarmi da un momento all’altro. Mi sfilo la felpa rimanendo in canottiera. Adesso sembrava un po’ più realistica. Mancava qualcosa.

Mi guardo in giro,sul pavimento sotto il lavandino giace un pezzo di vetro affilato. Lampo di genio. Lo prendo - facendo attenzione a non amputarmi un braccio – e inizio ad incidere la stoffa chiara dei jeans. In pochi minuti i miei pantaloni lunghi si sono trasformati in un paio di shorts sicuramente più interessanti.

Esco dal bagno e mi tuffo nella massa di gente che ancheggia a ritmo di musica house. Con la coda dell’occhio vedo Melanie e Marco slinguazzarsi a vicenda. Non più distante,Tomas circondato da due bionde di un metro e ottanta.

Prendo un respiro profondo,immaginando la faccia scioccata di Misha che mi ucciderebbe se fosse qui. Lo faccio perché sono stanca di essere io,la solita brava ragazza dai modi gentili ed educati,che prende bei voti e che conta fino a 30 prima di parlare. Ora basta,non sono io quella. Quella Alison è morta nel momento in cui mia madre ha deciso di lasciarmi all’inferno.

Salto sul bancone e mi metto a ballare –sperando di sembrare una cubista sexy e non una papera goffa- . Tutti si voltano a guardarmi,sento dei fischi di incoraggiamento e intravedo la faccia scioccata di Marco e quella divertita di Tom.

La musica si alza invadendomi le orecchie,mi entra fin dentro le ossa. Non ho più il controllo di me,adesso è la musica a far da padrona. Mi lascio trasportare dalle note musicali sorridendo a chi non avrebbe mai creduto che la vera Alis – un giorno – sarebbe tornata.

Forse non c’è via d’uscita quando ogni cosa non va da se,io l’ho imparato con il tempo. E in quei casi non puoi metterti a cercare una via di fuga devi rimanere e dimostrare a tutti che anche se cadi ti rialzerai sempre,non importa quante volte. Ti vedranno cadere ma mai strisciare.

Qualcuno mi prende per il polso e mi butta giù dal bancone,ma in basso ad attendermi non c’è il pavimento freddo del locale ma due braccia forti che stringono la presa attorno a me. Apro gli occhi e incontro quegli blu di Marco,severi e amaramente delusi.

‘Non guardarmi così,sai che è colpa tua’ lo spingo allontanandolo da me e corro via. Combattere è sempre la scelta giusta,ma non sempre si esce da vincenti.

Il pavimento freddo dei bagni mi fa compagnia già da qualche minuto,mentre le lacrime fuoriescono come un fiume in piena bagnandomi le guance. Non importa quanto libera tu possa sentirti,questo mondo è una prigione con le sbarre trasparenti,solo un po’ più grande.

Ho permesso un’altra volta alle mie emozioni di rovinare tutto,non importa quanto tu possa camminare a testa alta ci sarà sempre qualcuno più in alto di te che ti farà cadere toccando il fondo.

Sento la porta del bagno aprirsi seguita da delle risatine. Mi tiro indietro accucciandomi sul muro così da non
essere vista.

‘Quella ragazza aveva sicuramente bevuto troppo! Se vuole fare la cubista che se ne vada in uno di quei locali di provincia ma che non venga a rovinarmi la festa!’ riconosco la voce starnazzante di Melanie.

‘Già,per fortuna che Marco è intervenuto,altrimenti avremmo assistito ad uno spogliarello’ aggiunge un'altra voce. Una risata satanica si spande in tutto il bagno.
‘Già,Marco è così dolce! Ci tiene tanto al fatto che nessuno rovini la mia festa.’

‘Secondo me voi due vincerete il titolo di re e reginetta del ballo. Poi vi sposerete e avrete tanti bambini.’

‘Lui mi ama e io amo lui,è una cosa già fatta.’ Melanie scoppia a ridere.

Mi alzo in piedi uscendo allo scoperto. ‘Povera bimba non sa cosa l’aspetta. Il suo principe azzurro non la inseguirà per riportarle la scarpetta. Piangerà tutta la notte la povera principessina mentre lui voleva solo una sveltina.’ Strappo di mano il lucida labbra di Melanie e lo butto per terra. ‘Oltre che fare la cubista sono brava anche a fare le rime. Scrivere poesie non fa male,anzi aiuta lo sviluppo della lingua e dell’intelligenza. Te lo consiglio sai,così magari nel tuo dizionario oltre alle parole “puttanella” e “lip-gloss” aggiungerai anche sotto la voce “bastardo” il nome Marco Latini.’

Mi guarda scioccata,sembra che stia per entrare in iperventilazione visto il colorito violaceo. ‘Buon compleanno troietta. Dormi sogni d’oro,finché puoi.’ Esco dal bagno a testa alta,basta cadere. D’ora in poi quella troppo in alto sarò io.

Raggiungo Marco e Tomas –seduti in un angolo a bere birra – guardo il mio ex-migliore amico di traverso. ‘Dovresti andare a controllare che la tua amichetta stia bene,mi sembrava piuttosto scioccata.’ Mi fissa sbalordito. ‘Che le hai detto?’

‘La verità’

Afferro Tomas per il colletto della camicia e lo bacio con foga desiderosa di sbattere in faccia a Marco tutta la crudeltà della realtà. Fa male? Avrei voluto urlargli,ma a volte bisogna accontentarci di silenzi dolorosi e sofferti.

  
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