L’appartamento di Greg si trovava due piani sotto rispetto a quello di Lizzy. Una volta entrata si rese conto che non era cambiato di una virgola dall’ultima volta che vi aveva messo piede. Il maxischermo era circondato da consolle e videogiochi di ogni tipo, sul tavolino e sul pavimento erano sparse riviste che trattavano degli argomenti più disparati, la libreria era piena di fumetti, gli unici libri “seri” erano quelli riguardanti la scienza,

«vedo che sei disordinato come sempre» constatò,

«già, ma così compenso l’immancabile precisione che ho sul lavoro» ripose, Lizzy rise sentendogli dire quelle parole, «che c’è non ci credi?» chiese fintamente offeso,

«ma certo, come potrei non crederti» rispose sedendosi a tavola.

Rimasero in silenzio per qualche minuto sorseggiando i loro caffè, poi all’improvviso,

«allora, cos’hai fatto di bello in questi mesi nella capitale?» chiese Greg, Lizzy ci pensò un attimo, ma poi si rese conto che tenerglielo nascosto sarebbe stato inutile, prima o poi lo avrebbe scoperto,

«vediamo, il primo giorno che sono arrivata a Washington ho conosciuto la squadra che sta collaborando con voi, il secondo sono stata rapita da una pazza squilibrata assetata di sangue, poi ho…» cominciò a raccontare,

«cosa???» urlò Greg, «ma, ma.. come…» continuò, allora Lizzy gli mostrò le cicatrici, ancora piuttosto visibili, sul collo e sulle braccia, «oh piccola, mi dispiace.. ma Grissom lo sa?» chiese, «no, non l’ho più sentito dopo che se n’è andato» mormorò,

«ma deve saperlo..»,

«no, non deve. Ora sto meglio, ho avuto vicino molte persone che mi hanno aiutata a superarlo» rispose bevendo un altro sorso di caffè,

«Come il tuo amico Spencer?» chiese,

«Sì, lui più di tutti» disse sorridendo tra sé e sé, ripensando a quei giorni,

«C’è qualcosa tra voi?» chiese a bruciapelo, temendo quasi la risposta, Lizzy annuì, «l’avevo immaginato» continuò con una leggera nota di delusione nella voce, ricaddero entrambi nel silenzio più totale.

Lizzy controllò l’ora,

«Oddio devo correre in ufficio» disse alzandosi di scatto,

«Dai ti accompagno, poi se vuoi possiamo pranzare insieme» propose,

«Ok, ci sto» disse prendendo la borsa.

Warrick Brown fece il suo ingresso nella sala dove si erano sistemanti gli agenti della BAU, con i risultati del DNA effettuati sul capello ritrovato sul corpo della vittima e dei frammenti di pelle trovati sotto le sue unghie,

«Ci sono novità» esordì richiamando l’attenzione dei presenti, «il DNA ricavato coincide per metà con quello di una donna schedata nei nostri database. Ma non è mai stata arrestata per mancanza di prove» disse,

«Che accuse le erano state imputate» chiese Hotch,

«Truffa. Ma molti la chiamano “la vedova allegra”»,

«Come mai?» chiese JJ,

«Margareth Barrett è nota per sposare molto di frequente vecchi e ricchi uomini d’affari, li spreme fino all’ultimo, sperperando i loro soldi al gioco, molti di loro sono morti in circostanze strane e misteriose ma nessuno è mai riuscito ad incastrarla»,

«vediamo Garcia che ci più dire di lei» disse Morgan prendendo in mano il telefono, «hey piccola, mi serve una delle tue magie, trovami tutto quello che puoi su una certa Margareth Barrett. Ok aspettiamo» disse.

Nel giro di pochi minuti il telefono squillo,

«aspetta, metto il vivavoce, ecco parla pure» disse schiacciando un bottone bianco,

«allora, Margareth Barrett ha una lunga carriera alle spalle. Truffa, circonvenzione d’incapace, gioco d’azzardo, tutto questo solo al college. In seguito si è sposata, una, due, tre.. quattro volte, due mariti sono morti per cause naturali, mentre gli altri in strani incidenti. Non mai stata arrestata per cose gravi, qualche furtarello in centri commerciali, e alcune multe. Oh…. Aspettate un attimo» esclamò,

«cos’hai trovato?» chiese Morgan,

«La vostra sospettata è Morta un mese fa in un incidente stradale in California» disse Penelope,

«Garcia, è possibile che abbia una figlia? Dovrebbe avere circa 20/30 anni» chiese Hotchner,

«Vediamo, fammi cercare tra i certificati di nascita. Ok trovato, ottobre 1981, madre Margareth Barrett, padre ignoto, femmina. Il nome è Jasmine Barrett. Ma il certificato di nascita è l’unico documento su di lei. È come se non esistesse, niente patente, carte di credito, assicurazione sanitaria, certificato di morte… Niente» disse stupita,

«sicura? Proprio niente? È impossibile, al giorno d’oggi non lasciare tracce» esclamò Emily,

«no, è come se la madre l’avesse nascosta al mondo..» confermò Garcia,

«o alle potenziali vittime dei suoi raggiri. Una donna con figlia a carico è poco appetibile. Visto che non possiamo rintracciarla personalmente, dovremo farlo attraverso il suo modo di scegliere le vittime. Garcia, continua a cavare nei loro passati, dobbiamo trovare tutto ciò che le accomuna» disse Hotchner,

«ok capo, passo e chiudo». Warrick, che aveva assistito impassibile allo scambio d’informazioni, ma sembrava poco convinto,

«risalire all’IS, come dite voi, tramite le vittime?» chiese, da vero uomo d’azione qual’era,

«se riusciamo a capire come le sceglie, potremo anticiparla, e fermarla» rispose Morgan «capisco, allora vado a vedere se in laboratorio hanno ricavato altro di utile» disse congedandosi.

Rimasti nuovamente soli, continuarono ad esporre le loro teorie,

«era totalmente succube della madre. Probabilmente non p mai nemmeno andata in una vera scuola» disse Gideon,

«è cresciuta tutta la vita sentendosi ripetere più e più volte dalla madre cose orribili sugli uomini, quando lei è morta li ha ritenuti responsabili di tutto quello che le era successo, l’isolamento, gli abusi» continuò Hotch,

«e così ora li uccide, proprio come la dea Ishtar» concluse Reid.

Come promesso, Greg andò a prendere Lizzy verso le dodici e trenta, poi insieme, andarono a mangiare in un chiosco di Hot Dog, «wow, conosci anche troppo bene i miei gusti» disse Lizzy pregustando il suo con tanto ketchup e maionese, «quando abitavo in Italia non sai quanto mi sono mancati» continuò,

«hai fatto bene a tornare qui, allora» la prese in giro. Andarono a mangiare seduti su una panchina, e lì cominciarono a parlare del più e del meno,

«come va il lavoro in laboratorio, ora che Grissom è lontano?» chiese Lizzy,

«beh all’inizio è stata dura, Grissom è una sorta di pilastro in laboratorio, era lì prima che tutti noi arrivassimo, ma anche il sostituto temporaneo non è male. Quella che mi preoccupa di più è Sarah, è quella che sente più di tutti la sua mancanza»,

«ci credo. Spero per voi che torni presto»,

«già. Comunque io non ho cambiato opinione, dovresti avvertirlo»,

«Greg, non ho bisogno di prediche. Cambiamo argomento ti prego, già ne parlo due volte a settimana con una strizzacervelli»,

«ok di cosa vuoi parlare?» chiese,

«a quando un nuovo torneo di videogiochi? Mi devo togliere un poco di ruggine» disse ridendo,

«vuoi dire che a Washington non giochi mai?» chiese stupito,

«no, niente videogiochi, ma penso che poterò la mia PS2 come me quanto ci tornerò» rispose,

«ecco brava, non puoi sprecare il tuo talento innato. Altrimenti come farai a stracciare ancora Nick?» risero entrambi di gusto ripensando alla faccia dell’uomo dopo l’ennesima partita persa.

Finito di mangiare restarono ancora un po’ lì seduti poi decisero di passare al distretto per vedere come stavano procedendo le indagini,

«mi dispiace farti tornare lì anche nel tuo giorno libero» disse Lizzy,

«non ti preoccupare, e poi anche io sono curioso di vedere come lavorano i federali» rispose, tranquillamente. Arrivati davanti la distretto, Lizzy cercò di scendere dall’auto senza aiuto, ma mise male un piede e rischiò di cadere a terra, per fortuna Greg la prese al volo evitandole una spettacolare caduta, «g.. grazie, ma perché avete tutti il vizio di usare queste macchine enormi?» chiese cercando di risistemarsi un poco i vestiti,

«perché così facciamo più impressione quando arriviamo su una scena del crimine» rise, ma ritrovandosi particolarmente vicino al viso della ragazza. Senza quasi accorgersene si avvicinò ancora di più, fino quasi a sfiorarle le labbra, ma Lizzy si scosto improvvisamente,

«oddio scusa, non so cosa mi sia preso» si scusò,

«non.. non fa niente. Ora è meglio che entri a salutare gli altri. Grazie per il pranzo» disse frettolosamente entrando al distretto, lasciandolo solo, mentre mentalmente si dava dello stupido.

Lizzy non lo sapeva, ma qualcuno affacciato ad una finestra al terzo piano li aveva visti,

«hey Reid dove vai, così di fretta?» chiese Morgan vedendolo uscire, quasi correndo, dall’ufficio, ma non ottenne risposta.

Vi è piaciuto? spero davvero di si ;)

thia: Greg è sempre intraprendente, nella terza stagione ci provava con Sarah anche se lei stava con il paramedico hihi;

LadyMeredith: potebbe essere uno sviluppo molto interessante, ma credo che Greg sia molto più.. prestante di Reid ^^';

Dolcepotter: ma come O_O io non so cattiva!! sono dolcissima bravissima ecc hihih. ebbene sì, credo che un po' di gelosia a Reid possa fare bene, è ora che faccia delle esperienze nuove.

Ora vi lascio. Ci vediamo al prossimo capitolo ;)

tao tao