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Autore: Larrystattoos    10/07/2013    3 recensioni
Quando ad Harry viene diagnosticata la leucemia, decide di tenere tutto nascosto al suo migliore amico Louis. Ma questo segreto verrà presto svelato. Louis infatti troverà una lista di 10 desideri che Harry avrebbe voluto fare prima di morire e insieme tenteranno di realizzarli.
*dal testo*
Avevo scritto una lista di cose che avrei voluto fare ma che non avrei mai fatto. 10 desideri irrealizzabili, 10 sogni infranti, 10 richieste che la vita mi aveva negato e che la morte avrebbe cancellato.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Una settimana dopo quella sorta di discussione eravamo pronti per partire. Mark aveva acconsentito a pagarci le spese dopo aver saputo della mia malattia. Perciò, io e Louis ci trovavamo in aeroporto pronti a iniziare un nuovo viaggio verso le città più prestigiose del mondo. La prima tappa era Dubai.
Io e Louis avevamo deciso di girare un po’ a caso, senza seguire una vera e propria rotta. Quindi, in base ai nostri desideri, potevamo trovarci un giorno in Europa, il giorno seguente in America e quello dopo ancora di nuovo in Europa. Eravamo dei pazzi, lo so. Louis, inoltre, mi aveva proposto di esaudire i miei ultimi desideri direttamente in giro per il mondo, senza aspettare di finire il nostro piccolo tour mondiale; in modo da poter passare più tempo in ogni località; ed io avevo accettato entusiasta.
 
-Il volo per Dubai è in partenza, si prega i passeggeri ancora a terra di dirigersi verso il Gate C.- Una voce femminile proveniente da un altoparlante mi fece sobbalzare leggermente. Louis rise della mia espressione persa e mi prese la mano, guidandomi verso il nostro volo. Quel tocco leggero mi fece venire la pelle d’oca, o forse la causa era solo l’aria refrigerata dell’aeroporto. Stavolta c’era qualcosa di diverso in quel gesto. Ci tenevamo per mano molte volte, ma mai mi ero sentito così.. Confuso. Protetto. O, più semplicemente, strano.
Una volta entrati in aereo e trovati i nostri posti, Louis mi lasciò la mano. Subito sentii un senso di vuoto sprigionarsi nel mio petto. Qualcosa nel mio sguardo dovette far capire a Louis che c’era qualcosa che non andava, perché mi chiese: -Haz, tutto bene?-
Misi su un sorriso e risposi: -Si Boo, sono solo un po’ stanco.-
Mi guardò, poi, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, disse, aprendo le braccia: -Allora dormi!-
Presi quelle braccia spalancate come un invito a buttarmici dentro, cosa che feci volentieri. Mi accoccolai sul suo petto, chiudendo gli occhi e stendendo le gambe sul mio posto, mentre lui mi avvolgeva con le sue braccia. Mi sussurrò un: -Dormi bene, piccolo.- che io udii appena, perché già pronto a lasciarmi cullare da Morfeo. Nel giro di due minuti dormivo profondamente, sicuro della presenza di Louis accanto a me.
 
-Ehi, bell’addormentato, svegliati, siamo arrivati!-
Mugugnai appena, aprendo gli occhi. Il volto sorridente di Louis mi si parò davanti e per poco non feci un salto. Era vicino, troppo vicino. Lui vide la mia reazione e sghignazzò. –Faccio così paura che quando mi guardi ti spaventi? Peccato per te che mi vedrai ogni giorno.-
Alzai gli occhi al cielo. –Non fai paura, però quando mi sveglio non metterti così vicino al mio viso.-
Rise, per poi acconsentire.
Scendemmo dall’aereo, e, dopo aver recuperato i bagagli, ci dirigemmo verso l’uscita. Una volta fuori, Louis iniziò a gridare: -DUBAIII SIAMO QUIIII!!!-
Un sacco di gente si girò a guardarci, ma Louis, indifferente, continuava a urlare. Risi fino a lacrimare, per poi dire: -Tu sei tutto matto!-
Mi guardò con cipiglio a metà tra il serio e il divertito. –Lo so.-
Scossi la testa, divertito dal suo comportamento un po’ infantile. Gli presi la mano, come aveva fatto lui con me in precedenza, e ci dirigemmo verso un taxi. Dopo il breve viaggio fino al nostro albergo, scendemmo. –Lou, non dormiremo certo qui, vero?- Dissi, girando la testa per ammirare il Burj Al Arab, il lussuosissimo albergo a 7 stelle.
-Certo che si dolcezza, cosa credevi, che ti avrei portato in un albergo banale?-
Lo guardai a bocca aperta. –Ma Lou, ti costerà una fortuna..-
Mi zittì e mi fece cenno di entrare. Da quando misi piede nella hall non feci altro che guardarmi attorno con la bocca spalancata, perché, insomma, era tutto magnifico. Anche Louis, accanto a me, guardava il tutto con ammirazione.
Dopo aver preso la camera, ci dirigemmo verso gli ascensori. Louis aveva prenotato una camera all’ultimo piano. Non osai nemmeno pensare a quanto gli fosse costata.
Quando entrai in quella camera, per un attimo mi si bloccò il respiro. Al mio lato, sentii Louis avere la mia stessa reazione. Era esattamente come una di quelle che si descrivono ne Le Mille E Una Notte. Era dir poco enorme. Un grande letto troneggiava al centro della stanza, con tanto di cuscini e baldacchino, il pavimento era decorato con disegni orientali, dei bellissimi comodini ai lati del letto su cui erano poggiate delle lunghe lampade bianche. Di fronte al letto c’era una Tv enorme, sotto al quale faceva mostra di sè un piccolo divano viola, e di fronte ad esso un tavolino di cristallo. Ad un lato della stanza c’era un armadio enorme, addossato all’altra parete c’era uno scrittoio di legno. Le sedie che erano vicino erano riccamente decorate, più che sedie sembravano troni. Al lato dello scrittoio c’era la porta che conduceva ai bagni. Con Louis dietro di me, aprii la porta. Come mi aspettavo, anch’essi erano immensi, con un box doccia grandissimo e pieno di pulsanti, tra cui la sauna e l’idromassaggio. C’era addirittura una vasca da bagno. Tornai nella camera da letto e osservai di nuovo il tutto, sempre a bocca spalancata. Quando trovai la forza di parlare, dissi: -Quanto ti è costato tutto questo, Lou?-
Mi guardò e scosse la testa. Me l’aspettavo che non volesse dirmi niente.
Ci svestimmo e ci sdraiammo nel letto, che era a dir poco comodissimo. Cinsi il corpo di Louis con le braccia e in pochi secondi ci addormentammo felici.
 
Il giorno seguente lo passammo in giro per Dubai. Ci procurammo una cartina e decidemmo di visitare qualche spezzone importante della città. O perlomeno, quello era il piano iniziale, poiché passammo il primo giorno della nostra permanenza negli Emirati Arabi a fare shopping al Dubai Mall e al Mall of The Emirates. Non so come, ma convinsi Louis a fare sci nella pista artificiale contenuta in quest’ultimo centro commerciale, rischiando di spezzarci qualche arto non sapendo sciare. Tutto sommato, a parte qualche rovinosa caduta e l’indolenzimento delle membra, ce la siamo cavata abbastanza bene.
Volevo anche andare al cinema, ma Louis mi fece ricordare che eravamo in Arabia e quindi i film non erano in inglese, perciò rinunciai. Andammo però all’acquario contenuto all’interno del centro e ci godemmo uno spettacolo fantastico con esibizioni di squali, mante e tanti altri pesci che non avevo mai visto.
In quella fantastica giornata comprammo un mucchio di roba e scattammo migliaia di foto: a noi due, all’ambiente, a qualche artista di strada, allo spettacolo acquatico.. Ero davvero soddisfatto di come era andata la prima giornata della nostra ‘gita’; nonostante le continue preoccupazioni di Louis riguardo il mio stato di salute. Stavo davvero bene, non mentivo.
 
Il secondo giorno decidemmo di passarlo davvero in giro per la città. Per prima cosa, andammo a Dubai Marina, il quartiere più moderno della città. Per tutto il tempo io e Louis stemmo con il naso in aria, ammirando i grattacieli che vi erano in quel luogo; fin quando non arrivammo al porto. Lessi sulla ricerca che avevo fatto in una delle sale computer dell’hotel, per poterci muovere meglio e capire cosa vedere e dove andare:
-“Conosciuto anche come Nuova Dubai, Dubai Marina è uno dei quartieri centrali di Dubai interamente creato dall’uomo e la zona portuale artificiale più grande al mondo.” Wow.-
Facemmo un giro lungo il porto, osservando la lunga fila di yacht che vi era, poi prendemmo un taxi e arrivammo nel quartiere di Bastakiya. Rimanemmo a bocca aperta di fronte alle bellezze orientali che ci circondavano. Era tutto così strano, così etnico. Rimanemmo affascinati dalla gente, dagli strani vestiti che indossavano, ma soprattutto dalle costruzioni tipiche di quel posto, in particolare dalle cosiddette torri del vento, che in antichità costituivano una sorta di aria condizionata. Girammo vari negozietti e finimmo col comprare un sacco di piccoli gadget. In uno di questi facemmo anche una foto vestiti da sultani, con tanto di turbante e pesanti gioielli. Ci fu un momento di imbarazzo quando la donna che ci scattò la foto ci chiese da quanto tempo stessimo insieme, ma Louis lo spezzò con una battutina un po’ nervosa.
Venne la sera, e con essa il momento di tornare in albergo. Mentre percorrevamo il tragitto verso l’albergo, però, decidemmo di fare una piccola deviazione verso il Burj Khalifa, l’edificio più alto al mondo; ai piedi del quale c’era lo spettacolo delle “fontane danzanti”.
Arrivammo giusto in tempo per vederne uno. In un’immensa piscina, con una musica orientale in sottofondo, iniziarono a spuntare dei getti d’acqua che si muovevano a ritmo di musica. Rimasi a bocca aperta, arrivando fino al bordo per poter vedere meglio. Louis sorrise, per poi abbracciarmi da dietro, poggiando la testa sulla mia spalla e sussurrandomi all’orecchio: -E’ davvero stupendo.-
Cercai di ignorare i brividi che conseguirono a quel contatto e risposi: -Già, è bellissimo.-
Ci godemmo lo spettacolo delle fontane, poi Louis sciolse l’abbraccio, facendo nascere uno strano senso di vuoto dentro di me. Ci girammo ad osservare la torre dietro di noi: era davvero enorme, anche piegando la testa non riuscivamo a vederne la fine. Fu allora che mi venne un’idea.
-Lou?-
-Mh?-
-Stavo pensando.. E’ qui che voglio fare bunjee jumping. Su questa torre.-
Il mio migliore amico mi guardò sconvolto. –Qui? Ti vuoi lanciare da più di 800 metri?-
-Si.- dissi risoluto. –Voglio rendere quest’esperienza indimenticabile, e quale modo migliore se non lanciarsi dalla struttura più alta del mondo?!-
Louis sembrò pensarci su, poi disse: -E va bene. Domani veniamo a chiedere se si può fare. Ma già so che me ne pentirò.-
Ignorai la sua ultima affermazione e gli saltai al collo, urlandogli nell’orecchio: -GRAZIE GRAZIE GRAZIE! Sei il migliore amico del mondo Lou!-
Mi sorrise, prendendomi le gambe e facendomele allacciare intorno la sua vita. -Lo so lo so, ma ora andiamo in hotel che domani sarà una giornata psicologicamente pesante e voglio prepararmi al meglio.- Mi fece scendere, poi, prendendomi la mano e guidandomi verso l’ennesimo taxi della giornata, disse: -Muoviti temerario, andiamo.-





Okay, questo "capitolo" fa leggermente schifo. L'ho diviso perchè era troppo lungo, quindi è rimasta solo la parte 'iniziale' e noiosa. Il prossimo sarà meglio, ve lo assicuro!
Alla prossima. :)
  
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