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Autore: Stray_Ashes    10/07/2013    3 recensioni
"-Non puoi tenerci imprigionate qui per sempre, Corvina. Lo sai...-
-Ti sbagli. Siete sempre rimaste qui; non vedo perché le cose dovrebbero cambiare proprio adesso. -
-Perché non siamo più da sole...-
Corvina inarcò un sopracciglio. -Non ti seguo-
L'altra sorrise. -Qualcuno ti sta cambiando. E questo qualcuno, ci aiuterà ad uscire...-"
***
Corvina. Pochi o nessuno sanno veramente chi è; non vuole essere capita, solo essere lasciata a se stessa.
Ma il tempo cambia le persone; il tempo stravolge, crea e distrugge. Cancella le cose, ma al contempo, permette di scoprirne altre...
E quelle mille parti di te verranno a galla, e il tempo della loro prigionia, giungerà al termine.
.:Mezzaluna:.
Genere: Azione, Mistero, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
"Un amico"

 
Corvina guardò gli amici uscire ancora un po’ scombussolati dalla sua stanza. Appena fu sicura fossero usciti e lontani tutti, sbatté la porta con violenza, frustrata.
Si gettò sul letto, tenendosi la testa fra le mani: perché doveva essere tutto così difficile? Forse Amore aveva ragione... perché non poteva essere semplicemente normale? Chissà, se ci avesse provato, sarebbe anche riuscita a...
No, era una stupidaggine, un’illusione. Non era normale e mai lo sarebbe stata; cosa c’era di speciale nell’essere normali, poi? Lei era ugualmente diversa come tutti gli altri,ma in un modo particolare. Poteva essere come gli altri, se avesse voluto, ma c’erano cose che gli erano impossibile fare, o cose che gli altri stessi non potevano fare come lei.
Perché doveva per forza esserci qualcosa di sbagliato in lei, allora?
Desiderava solo che non le dessero della tetra, o schiva, o anormale...lei era... semplicemente diversa. Alle persone piacciono le cose semplici, dopotutto: non era difficile capire che era solo diversa dagli altri!
I suoi pensieri correvano veloci, dandole noia, ma anche disperazione.
In quell’istante, qualcuno bussò ancora alla porta.
Un impeto di rabbia l’avvolse, e Corvina fu tentata di far esplodere la porta, compreeso colui o colei che bussava.
Si trattenne, e allora si alzò tirando su il cappuccio. Aprì di uno spiraglio la porta, lasciando comparire solo mezzo viso.
-Chi è?- domandò, la voce ottenebrata.
Con sorpresa, notò che si trattava di Robin. Da solo.
Aprì paino, distogliendo lo sguardo. –Ti serve qualcosa...?- borbottò, laconica.
-Mmm... sì, veramente sì-
Corvina lo osservò, mentre chiudeva la porta. Robin si appoggiò al muro.
-Mi serve che mi ascolti un attimo, e che magari parlassi un po’...- continuò il ragazzo.
Corvina fu attraversata da un altro impeto di rabbia, ma badò a rimanere calma.
-Che cosa ti serve sapere, allora?- grugnì infastidita.
Robin strinse gli occhi, avvicinandosi a lei.
-Corvina, io sono il leader della squadra, ed è mio dovere occuparmi dei suoi membri quando c’è qualcosa che non va. L’ho già fatto in passato, ti ho aiutata. Ora ti chiedo di permettermi di rifarlo-
Corvina si voltò di scatto, stringendosi le spalle con le braccia. Lo sapeva; più di una volta si era aperta con Robin, e lui l’aveva sempre aiutata. Era un amico, e quando aveva avuto un problema da risolvere, glielo aveva detto. Tuttavia, quelle volte precedenti sapeva qual’era il problema, perché si sentiva e comportava così; questa volta, era diverso. Non si trattava più di una minaccia dall’esterno, no... questa volta si trattava di lei. Era Corvina stessa il problema, e Robin non avrebbe potuto, o saputo, aiutarla.
Troppo personale, era una situazione che doveva affrontare da sola.
Nessuno parlò più per un po’, e l’aria cominciò a riempirsi di tensione.
-Corvina... c’è qualche problema?-
-N-no... non esattamente. È solo... che sto cambiando ecco, ho solo bisogno di stare un po’ da sola, di meditare.- balbettò, ma sapeva di non essere convincente.
Con sua sorpresa, Robin non insistette. Si sentì vagamente sollevata, ma anche delusa. Aveva come un bisogno di parlare... ma, non sapeva. Non adesso e non così. Era una sensazione strana, contorta come era contorta la padrona.
Sentì la mano del ragazzo posarsi sulla sua spalla, e trovò il gesto confortante.
-Corvina... Come ti ho già detto, tu sei entrata nella mia mente, tempo fa, e questo lascia un legame tra di noi. È per questo che ti chiedo, se c’è qualcosa, qualsiasi cosa, che non va e che mi vuoi dire, di farlo liberamente, e di esprimerti. Io e gli altri Titan vogliamo e possiamo aiutarti. D’accordo?-
Corvina si girò verso di lui. Robin sorrideva, con una sicurezza che lei non aveva mai avuto. Il suo sorriso fece sorridere anche lei, seppur flebilmente.-D’accordo...- mormorò.
Robin sembrò soddisfatto, tolse la mano dalla sua spalla ed uscì.
Corvina aspettò che si allontanasse, poi si sedette sul letto con un gran sospiro. Era molto più rilassata, adesso; non aveva parlato del suo problema conflittuale, ma era come se l’avesse fatto. Si sentiva vagamente più libera a e leggera. Sorrise ancora, mentre chiudeva gli occhi e incominciava un po’ di meditazione.
-E invece puoi essere normale. Puoi farlo ora. Hai degli amici, e cose per cui provare emozioni- aveva detto Amore.
-Ma non lo capisci? Hai degli amici magnifici.. abbiamo degli amici magnifici! Loro ti stanno cambiando, le avventure che hai con loro ti cambiano!-
Corvina rabbrividì.
Trovò le parole dell’emozione terribilmente vere.
 
-Che cosa dice?-
-Non mi ha detto nulla. Ma in cuor mio sapevo che non l’avrebbe fatto...- mormorò Robin, alla domanda insicura di Beast Boy.
Il ragazzo dalla pelle verde chinò il capo, mordendosi il labbro. –Quando siamo entrati ho notato qualcosa di diverso... aveva gli occhi come sconvolti, sembrava disorientata...-
-Sì, ho notato anche io- annuì grave Cyborg, grattandosi il mento.
Calò il silenzio, un silenzio imbarazzato.
Si erano riuniti tutti nella sala, mentre la Corvina stava nella sua stanza. Non era la prima volta che si ritrovavano a parlare di lei e dei suoi problemi, problemi che alla fine avevano in parte risolto.
-Ma guardiamoci chiaro... Questo è il carattere di Corvina.. può avere le sue giornate no, giusto?- azzardò speranzosa Stella. -Non sappiamo se c’è davvero qualcosa che non va...-
-Forse Stella ha ragione- annuì piano, Robin, pensieroso. –Lei ha promesso che se ci fosse stato qualcosa che non andava, me lo avrebbe riferito. Non ci resta che aspettare e guardare come vanno le cose- concluse, alzandosi dal divano e augurando la “buona notte”, mentre si allontanava in camera sua.
Gli altri Titans rimasero ancora un po’ lì, a scambiarsi qualche occhiata neutra, o a guardare il paesaggio fuori: la città era già buia, ma la neve che era caduta qualche giorno prima rendeva tutto ancora luminoso, e magico, anche.
Non nevicava spesso, e ancora adesso che c’era la neve, faceva piuttosto caldo fuori.
Bb appoggiò la fronte alla finestra, pensieroso. –E se provassi a parlarle?- azzardò.
Cyborg scoppiò a ridere, ma vedendo che l’amico non condivideva, tornò serio. –Stai scherzando?-
Bb lo fissò:-Ti sembro uno con la faccia di chi scherza?-
Cyborg sbuffò, contrariato. –Bb... tu sei nato con la faccia di chi scherza!- disse, ma dopo questo abbandonò il tono sarcastico.
-Dico sul serio! E se riuscissi a parlarle io, forse...-
-Bb...guardiamoci chiaro...- disse piano Stella, guardando piena di pena il giovane amico. –Non è riuscito a farla parlare neppure Robin...-
-E se non c’è riuscito lui, di certo non ci riuscirai tu! Prima ti fa nero, poi ti spedisce fuori a calci. E sarà già tanto se ti farà entrare...- completò borbottando Cyborg.
Bb gli lanciò un’occhiataccia, senza sembrar darsi per vinto.
-Solo perché non ci è riuscito Robin, non significa che non si possa fare.-disse semplicemente.
Stella fu sul punto di dire qualcosa, ma alla fine tacque, sapendo che non c’era nulla da fare. Bb se voleva sapeva essere tremendamente testardo.
Cyborg sbuffò sgomento: -Fà come ti pare...Ma non mi prenderò carico della responsabilità per il tuo  incenerimento!- sbottò.
Beast Boy scrollò le spalle. –Non ti ho chiesto questo, amico- disse, con un gran sorriso, quasi provocatorio, -Correrò il rischio!-
E detto questo, afferrò la sciarpa blu dal divano e legandosela al collo, si tramutò in falco e sparì oltre la porta.
Cyborg e Stella si scambiarono un’occhiata allibita.
Cyborg borbottò un “è pazzo”, prima che entrambi si dirigessero alle proprie stanze.
In quello stesso momento, Corvina osservava sola la città imbiancata dal tetto della torre; i riflessi di essa si rispecchiavano nei suoi occhi ametista, ed i suoi occhi si rispecchiavano pieni di freddezza nella coltre di ghiaccio.




"Angolo della scrittrice :3"

Eccomi con il terzo capitolo della storia. Nella mia mente contorta la cosa sta diventando sempre più lunga, quindi... spero che la mia fatica valga qualche buona recensione u.u
Corvina sta vivendo di nuovo un periodo conflittuale... Robin non ha saputo aiutarla, non ancora, ma Bb ha un paio di speranze? Lui, sa essere anche serio, come è stato più volte dimostrato nella serie stessa.
Dato che la storia mi sta piacendo, insomma la sto facendo venir su bene spero, magari metterò anche un disegno fatto da me dedicato ad essa se vedrò che saràpossibile.
Quindi a presto e...
Buon viaggio a verderci!! :D
.:Mezzaluna:.
  
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