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Autore: Lena Mason    11/07/2013    2 recensioni
La Guerra ha visto la Shinsengumi sfaldarsi ed i suoi componenti morire sotto i colpi di fucile e cannone. Hijikata Toshizō ha combattuto con onore anche contro Kazama Chikage che riconoscendone il valore gli ha dato un nuovo nome da oni: Hakuouki. I due combattenti giacciono sotto i ciliegi in fiore mentre una donna piange la scomparsa dell’uomo che amava. È davvero questa la fine che due combattenti si meritano?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chikage Kazama, Chizuru Yukimura, Hajime Saitou, Nuovo personaggio, Toshizou Hijikata
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Secondo

 

La casa in cui le tre donne risiedevano era di modeste dimensioni: costruita su un solo piano, con un piccolo cortile, tre stanze da letto, una cucina non troppo grande, un salottino e la veranda.


Quando Kazama Chikage varcò la soglia dell’abitazione vide che sull’ingresso di affacciavano gli shoji che conducevano in cucina quello sulla destra e al salotto quello sulla sinistra. Le stanze erano in fondo al corridoio, mentre la latrina era esterna. Chikage fu condotto dalle due ragazze nell’ultima stanza in fondo al corridoio, mentre Hijikata venne portato nella prima: avevano messo quanta più distanza tra i due contendenti, poiché erano evidentemente nemici.


L’oni si ritrovò in un ambiente ristretto, completamente vuoto: sulla destra vide gli shoji che celavano quello che doveva essere l’armadio, dal quale la ragazza con la lingua lunga – si era dimenticato di nuovo il nome- stava tirando fuori il futon arrotolato. Di fronte allo shoji che si affacciava sul corridoio ve ne era un altro che dava sul cortile posteriore.

Lo stese con cura sul pavimento in legno chiaro e, aiutando la sua compagna, vi adagiò Chikage.


«Hanae va a prendere dell’acqua, le erbe medicinali di Asako-sama e delle bende. Io preparo il paziente» disse la ragazza, prima di avvicinarsi all’oni che si era messo seduto.


«Riesce a togliersi giacca e camicia?» gli chiese, vedendo che l’altro la fissava malevolo prima di eseguire.

La ragazza, seguita dallo sguardo guardingo di Chikage, si inginocchiò alle spalle dell’uomo e prese a controllare la ferita.


« Siete fortunato. La ferita non è molto sporca, nonostante foste sdraiato di schiena e quindi il rischio di infezione è praticamente inesistente. Metterò comunque un impacco di erbe per evitare problemi e le benderò. Penso che in un paio di giorni, viste le sue capacità rigenerative, dovrebbe essere in grado di andarsene» gli spiegò la ragazza.


«Cosa ti fa pensare che voglia andarmene in fretta, donna?» le chiese con la sua voce roca.


« Lo sguardo di disgusto che lancia a me ed alle altre, tranne a Chizuru-san, parla chiaro: detestate gli esseri umani. E comunque il mio nome non è “donna” è Miyako. L’altra ragazza è Hanae e la donna è Asako-sama, li tenga a mente questa volta, Kazama-sama».

Hanae rientrò nel momento in cui i due si stavano scambiando sguardi tutt’altro che amichevoli: sapeva che Miyako, molto spesso, esagerava con le risposte, ma era anche consapevole che era meglio non far arrabbiare quell’oni. Aveva un aspetto da kami, ma in realtà era un demone crudele e sanguinario, almeno secondo le leggende.


Misero l’impacco di erbe medicinali sulle due ferite dell’oni e lo bendarono prima di uscire dalla camera e lasciarlo solo. Chikage rimase seduto sul futon facendo vagare la mente: ricordava di aver trafitto Hijikata ed era sicuro di averlo ucciso, ma a quanto pare quel dannato aveva cara la vita. Pensava di essersi liberato una volta per tutte dell’ultimo ostacolo che si frapponeva tra lui e il suo obiettivo: Chizuru Yukimura, l’unica tra le oni femmine rimaste con la quale avrebbe voluto ripristinare la razza degli oni, poiché aveva un sangue speciale.


La sua razza stava rischiando l’estinzione a causa delle continue guerre con gli esseri umani. Erano creature potenti gli oni, ma morivano come tutti gli esseri viventi sia per cause naturali sia per un colpo di spada. Si toccò la ferita sul petto e si accorse solo in quel momento che era stato davvero fortunato: la spada aveva mancato di poco meno di un centimetro il cuore; decise di sdraiarsi e si accorse che vi era uno strano odore impresso sul giaciglio che gli era stato offerto. Odore di essere umano. L’odore di quella ragazzina dalla lingua lunga, che non sapeva stare al suo posto. Gli aveva permesso di toccarlo solo perché aveva bisogno di guarire il prima possibile e partire per ritrovare i suoi compagni Shiranui Kyō e Amagiri Kyuuju, altri due oni di casta inferiore alla sua che aveva perso di vista da un po’ di tempo. Non sapeva se fossero vivi, ma doveva indagare per capirlo. Inoltre vi era ancora la questione Chizuru: se Hijikata fosse sopravvissuto la donna sarebbe sicuramente rimasta al suo fianco, quindi doveva sperare nella sua morte.Era immerso nei suoi pensieri talmente in profondità che non sentì il lieve bussare sullo shoji e la richiesta di entrare fino a quando non si vide messo direttamente sotto il naso un tavolino con delle pietanze. Alzando gli occhi di brace ne incontrò due scuri, ma non neri: era troppo buio nella camera per capire di che colore fossero gli occhi di quell’umana impertinente.


 « Vedo che non conosci le buone maniere. Si chiede il permesso di entrare in una camera occupata».


« L’ho chiesto tre volte e, poiché non avete risposto pensavo foste morto…» rispose la ragazza rimettendosi in ginocchio di fronte a lui, il quale vide che anche lei aveva un vassoio simile al suo.


«Non mi pare di averti dato il permesso di cenare qui».


«Mi pare fosse chiaro che questa è la mia stanza. Ed inoltre Asako-sama mi ha ordinato di cenare qui per controllarla» rispose Miyako.


«Come se avessi una minima possibilità di fermarmi se ti attaccassi».


« Non si fermi alle apparenze, Kazama-sama… Ci sono molti segreti che nemmeno un Oni come lei conosce…» rispose sibillina Miyako, prima di tacere e riprendere a mangiare, notando che l’oni di fronte a lei guardava il cibo in modo strano.


«Non è avvelenato. Non avrebbe senso sprecare tempo per curarla e poi ucciderla con un veleno. E poi non sono nemmeno certo che funzionerebbe su un’oni».


«Infatti non mi ucciderebbe, ma sentirei comunque dolore».


«Non mi dia delle idee malsane, Kazama-sama» rispose divertita Miyako, ricevendo uno sguardo duro dall’oni.


«Ne sentirei l’odore» aggiunse Chikage vedendo che Miyako era delusa dalla notizia. La ragazza non disse nulla: si limitò ad alzare le spalle e continuare a mangiare.

Chikage afferrò uno degli onigiri a forma di triangolo e lo addentò: all’interno vi era della verdura e il sapore non era male, per essere stato preparato da delle umane.

Cenarono nel più assoluto silenzio e quando Miyako ebbe finito, si alzò e dopo un breve inchino uscì dalla camera portando con sé i due vassoi vuoti.

La sentì parlottare con l’altra ragazza: si stavano accordando per andare a fare il bagno nel bosco poco distante, dove, anche Chikage lo sapeva, vi erano delle fonti termali naturali.

Non capiva come potessero due ragazzine senza capacità difensive pensare di inoltrarsi nella foresta dove vi erano briganti e uomini poco raccomandabili.

*


Era intento a fissare la luna al di là dello shoji che dava sull’esterno quando un lieve sussurro lo fece voltare: la donna, Asako, chiedeva di entrare.

La vide aprire lo shoji, entrare, rimettersi in ginocchio e richiuderlo alle sue spalle.


«Sono venuta a controllare la sua ferita, Kazama-dono. Miyako-chan e Hanae sono uscite» gli spiegò: Chikage si voltò verso la donna e con un gesto secco abbassò la parte superiore del kimono che gli avevano dato per dare la possibilità ad Asako di controllare la sua ferita; era convinto che lo facesse più che altro per vedere quanto fosse effettivamente veloce il suo processo di guarigione.

La donna controllò bene la ferita e sorrise soddisfatta: «Miyako-chan ha fatto un ottimo lavoro: in due giorni sarà completamente guarito».

Chikage la fissò per un attimo e poi chiese: « Le due ragazze sono andate nel bosco?».


«Sì, perché questa domanda, Kazama-sama?».


« Non torneranno» aggiunse l’oni, sentendo poi la donna di fronte ridere di gusto.


« Non si preoccupi per loro. Sanno cavarsela molto bene» rispose Asako, prima di inchinarsi ed uscire.

Chikage rimase a guardare lo shoji chiuso: doveva capire quale fosse il segreto che quelle tre donne celavano.

*


Miyako riapparve nella sua camera, occupata da Chikage, la mattina successiva: portò all’oni la colazione e mentre faceva per uscire venne fermata dalla voce bassa di questi.


« Dove stai andando?».


«Ho delle commissioni da fare. Più tardi verrà Hanae a controllarla. Con permesso» rispose la ragazza, inchinandosi e sparendo fuori dalla camera come un lampo. Quelle tre celavano un mistero e lui lo avrebbe risolto: nessuno nascondeva informazioni a Kazama Chikage e c’era un solo elemento che poteva far parlare. Hanae Watanabe era la più debole delle tre, lo aveva capito dal battito forsennato del suo cuore quando Chizuru le aveva detto che non era un essere umano. Miyako e Asako, invece, erano rimaste calme anche se stupite. La ragazza dai capelli castani e gli occhi scuri fece il suo ingresso quando il sole era ormai allo zenith: la vide inchinarsi, senza dire una parola, mentre lui abbassava nuovamente il kimono.


Controllò la ferita con cura e disse: « Domani sarà in grado di andarsene. O forse addirittura questa sera. Dopo cena vedremo se la ferita sarà completamente chiusa».


«Come avete fatto a difendervi ieri notte nel bosco?».


«Nessuno ci ha aggredite».


« E se fosse successo cosa avreste fatto?».


« Ci saremmo difese, mi pare ovvio».


«Non sembrate molto abili nella lotta…».


«Questo è…» fece per dire la ragazza, irritata dal sentirsi dare della debole, ma la voce di Miyako la interruppe.


«Hanae, non dire altro» le redarguì la corvina con gli occhi blu: finalmente, grazie alla luce del sole che entrava con prepotenza dallo shoji aveva capito di che colore avesse gli occhi quella ragazzina. La vide lanciare uno sguardo duro all’altra e poi rivolgerlo verso di lui.


«Non vedo quale sia la vostra necessità di conoscerci meglio, dato che questa sera o al più domani, ve ne andrete».


«Ho deciso di restare fino a quando Hakuoki non si sarà ripreso».


«Intendete Hijikata-sama? Volete sfidarlo nuovamente?».


«Esatto. Deve morire, o Chizuru non verrà mai con me» rispose l’oni.


«Quella ragazza non verrebbe con voi nemmeno se foste l’ultimo esemplare di sesso maschile sulla terra e non posso biasimarla. Siete proprio un oni nei vostri comportamenti» rimbeccò la ragazzina, facendolo innervosire.


«Una volta che sarò in grado di combattere al massimo delle mie capacità ti strapperò quella lingua» la minacciò.


«Non vedo l’ora» rispose la ragazza, prima di voltarsi e uscire dietro Hanae.





Nda: Nonostante l'enorme successo riscontrato (*leggere con ironia*) pubblico il secondo capitolo. Ringrazio quell'anima pia di loveis4ever per aver lasciato traccia del suo passaggio: mi ha fatto piacere, davvero! Per le persone che leggono solamente: su, fatevi vedere, non mordo, giuro. Al massimo do un assaggino, ma nulla di più XD.

Ringrazio anche :DeathVoice,Soul29dreamer_cielwalker e scacri per aver messo questa storia tra preferite/ricordate/seguite.

Ja ne

Lena 

   
 
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