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Autore: yellowloid    11/07/2013    4 recensioni
Si asciugarono le lacrime, si presero per mano e fuggirono ancora.
-Tratto dal primo capitolo-
{Len/Rin, lieve Kagamincest}
****
[Fiction attualmente SOSPESA per mancanza di ispirazione. Quando questa tornerà, SE tornerà proprio per questa storia, vedrete normalmente l'aggiornamento.
Grazie per l'attenzione e Grazie a tutti coloro che mi sopportano nonostante io sia così lunatica dal sospendere dal nulla una storia.]
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Violenza
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Dove saranno quei due cani?! Li cerco da ore eppure non sono ancora riuscito a trovarli! Devo continuare a cercarli, altrimenti potrei passare guai… Len mi ha visto, per cui mi devo sbarazzare prima di lui…

Il signor Kagamine guardò dallo specchietto l’ascia appoggiata al sedile posteriore dell’auto. Era ancora un po’ sporca, ma non gli importava.

Subito dopo uccido Rin e… Beh, nascondo i corpi in casa e la brucio, così potrò dire che sono tutti morti a causa di un incendio… Prima però devo trovare quei due…

                                                                 _______________________________

“Nee Rin” sussurrò Len mentre camminava.

“Sì?” chiese la bionda.

“Hai sentito il rumore del motore che si accendeva? Probabilmente è lui…”

“Sì…”

“Muoviamoci, su. Se ci trova siamo fregati.”.

Continuarono a camminare, più velocemente.

Certo, non sapevano che si stavano sempre più perdendo in quella foresta. Del resto, come potevano saperlo?

 

“Nasconditi qui, vado a dare un’occhiata.” Disse Len lasciando un po’ indietro la gemella, che si affrettò a controbattere, ma prima che potesse dire qualcosa il fratello sorrise, zittendola.

Rin si nascose in mezzo a un cespuglio, facendosi piccola piccola in mezzo a quelle foglie.

Len intanto era un po’ più avanti, intento a perlustrare per bene la zona circostante.

 

Mentre osservava al di là di un gruppo di cespugli più fitti, sentì un rumore a poca distanza da lui. Erano passi. Passi forti, come solo quelli di un uomo adulto potevano essere.

In quel momento Len realizzò che Rin era sola, nella foresta in cui il padre, molto probabilmente armato di ascia, li stava cercando.

Ma quanto sono scemo?!

Corse, corse più che poteva, aveva il fiatone e quasi non riusciva più a tenersi in piedi. Le braccia gli tremavano e a contatto col venticello che soffiava iniziavano a dargli fastidio.

Ma che gli importava delle sue braccia tremanti in quel momento? Niente, non doveva nemmeno pensare che gli importassero! Rin poteva essere in pericolo solo perché lui l’aveva lasciata sola, che gli importava del fastidio?

 

Arrivato dove l’aveva lasciata, Len si appoggiò ad un albero, ansimando fortemente. Aveva corso per così tanto tempo?

Quando si riprese dagli ansimi, si guardò intorno.

Nessuna traccia di Rin.

Oddio. Mi uccido.

Non poteva urlare per cercarla, altrimenti, se il padre fosse stato lì vicino, l’avrebbe scoperto. Ma allora come poteva fare per trovare la sorella?

Riprese a correre, cercando disperatamente la gemella.

 

 

Dove sei, Len…? Ti prego, arriva presto…

Rin era nascosta su un albero. Si era dovuta spostare dato che il padre l’aveva vista e la rincorreva.

Per fortuna era riuscita a seminarlo e a nascondersi là sopra, dove quell’assassino non l’avrebbe mai trovata… Ma Len? Era strano che non avesse iniziato a cercarla…

Possibile che… Abbia trovato lui?!

Prese un bel respiro e si preparò a urlare:

“LEEEEEEENNNNNN!!!!!!!”

 

 

Il ragazzo dai capelli biondi sentì un urlo. Era Rin che chiamava il suo nome.

Dove sarà?!

Corse ancora, verso una zona di boscaglia più fitta.

Probabilmente se mi addentro ancora di più nella foresta sarà più difficile uscirne. Però devo salvare Rin!, pensò Len, mentre si guardava attorno.

Non è il momento di preoccuparsi. Arrivo, Rin!

Così riprese a correre, addentrandosi sempre di più nella fitta boscaglia.

“Rin…”. Sussurrò piano Len, mentre cercava la gemella.

Purtroppo nessuno gli rispose, e mentre stava per andare a guardare da tutt’altra parte, un sussurro appena percettibile gli arrivò alle orecchie.

“Nee.”.

Len sobbalzò, sentendosi in trappola, e mentre alzava il capo per osservare meglio la persona che gli aveva appena parlato, vide quella che probabilmente sarebbe stata la causa della sua –prossima a venire- morte.

 

No, non era il padre armato di ascia. Sarebbe stato troppo ovvio, no?

 

Il biondo spalancò la bocca, in preda al panico, qualche nanosecondo prima che la sorella gli piombasse addosso facendolo spiaccicare rovinosamente a terra con lei sopra.

 

Sì, Rin si era buttata sopra Len. Da un albero. Di proposito.

 

“Ora…”

Len si riprese.

“Spiegami…”

Si tolse Rin di dosso, in modo da avercela di fronte.

“PERCHE’ ERI SU UN ALBERO, E SOPRATTUTTO PERCHE’ TI SEI BUTTA-

“Grazie per l’atterraggio morbido, Len!” esclamò la ragazza, inclinando da un lato il capo e sfoderando un sorriso angelico.

Len sbatté le palpebre una volta, poi un’altra, e altre due. Poi si voltò leggermente, dato il rossore  che gli era appena nato sulle guance.

Si alzarono.

“C-Comunque non dovresti salire sugli alberi, sai? Puoi farti male”

“Lo so, scusa… P-Però papà mi inseguiva…”.

Len sgranò gli occhi, incredulo.

“E-Ehi! Sei ferita, per caso? Non è che ti ha fatto qualcosa?”

“N-No! Sono riuscita a fuggire e mi sono rifugiata sull’albe-

“Allora perché hai urlato?! Perché hai urlato il mio nome? Se ti avesse scoperta saresti mo-” si interruppe per un attimo, esitante “Ti avrebbe fatto qualcosa! Perché hai urlato?!”.

Gli occhi di Rin erano lucidi, stava per scoppiare. Lui la stava rimproverando.

“Io… Io… Ho pensato che tu fossi in pericolo…!”.

Len esitò di nuovo.

“Eri preoccupata per… Me…?”

Cercò di posare una mano sulla spalla di Rin, che però la respinse e indietreggiò un po’, mentre le lacrime iniziavano a scorrerle lungo tutto il viso.

“Tu… NON CAPISCI NIENTE, LEN!”

“Asp-

Rin corse via, cercando di fuggire da quella verità che tanto le dispiaceva. Len le andò dietro, cercando di fermarla, perché quella fuga poteva costarle un’ altrettanto spiacevole incontro col padre.

 

LE NOTE DELL’AUTRICE!

Salve popolo! Sono tornata, sì. u.u

Scusate il piccolo ritardo, ma sono stata impegnata e poi mi mancava l’ispirazione, quindi… Gomennasai! >o<

Questo capitolo non mi convince molto, solo l’ultima parte mi piace XD

Nel prossimo capitolo scoprirete perché Rin è fuggita ^^ *vi fa’ incuriosire e dopo aggiorna tra vent’anni*

Che ne pensate del padre dei gemellini? E’ odioso, vero? XD Ditemi che ne pensate, del capitolo, dell’assassino e dei Kagamine, in una recensione. *^*

Ora mi dileguo.

Chu!

Ibby

  
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