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Autore: HaBiBi97    11/07/2013    0 recensioni
ciao è la parola di cui alcune volte ho più paura,altre volte è la parola più bella che si possa pronunciare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 2 Il buongiorno si vede dal mattino. La mattina seguente quando mi svegliai ero rintontita e avvertivo ancora quel senso di vuoto che mi perseguitava dal giorno precedente, allora capì che forse la cosa giusta da fare non era capire e pensare a ciò che mi stava succedendo, ma solo seguire l’ istinto che forse era la cosa che mi avrebbe guidato di più. Pensai anche di parlare con Laura e Giuliana, ma non sarebbe servito a molto poiché probabilmente non gliel’ avrei saputo spiegare. Cancellare dalla mia mente quello che stava succedendo non sarebbe servito a molto perché prima o poi il ‘‘problema’’si sarebbe ripresentato. Mentre cercavo di non pensare, ma lo facevo, si fecero le 11.30 e mi ricordai che dovevo andare a ritirare la patente, e a mezzogiorno l’ agenzia avrebbe chiuso, cosi ebbero inizio le prime corse della giornata, mi alzai dal letto come una pazza isterica,aprii l’ armadio e buttai una decina di vestiti sul letto, manco dovessi andare a fare una sfilata, dopo dieci minuti decisi cosa avrei dovuto indossare, poi andai di corsa in cucina presi un cornetto, che aveva preparato mamma tra l’ altro buonissimo, (sapete di quelli fatti in casa che emanano un profumo che si sente a tipo 4 isolati da casa tua ), un succo di frutta e poi in bagno, mi lavai, mi vestii,presi le chiavi e sempre correndo uscii dalla porta e arrivai all’ agenzia, mezzogiorno meno dieci, giusto in tempo,una firma e ritirai la patente. Stavo per tornare a casa quando all’ improvviso mi voltai e vedi Zak,che stava passeggiando con gli amici, lui non mi vide, ma lo salutai io dall’altra parte della strada e lui mi rispose con un sorrisino indifferente e un po’ scontroso, così non aggiunsi altro e me ne andai. Il senso di vuoto non passava, però capì che avrei trovato la risposta senza essere affliggente con me stessa, quindi cercai di non pensarci troppo. Quel pomeriggio vennero a trovarmi le mie cugine Michela e Martina, con loro avevo un rapporto fantastico, erano le mie due sorelle,parlavo sempre un sacco con loro, ma soprattutto parlavo di tutto ciò che mi passava per la testa e loro erano sempre pronte ad ascoltarmi, non ricordo una volta che non lo fecero, non ricordo una volta in cui mi lasciarono da sola, non una volta! Sono le persone su cui ho potuto sempre contare! Insieme fin da piccole, ne abbiamo passate veramente tante … ma questa è un’ altra storia. Quel pomeriggio stemmo assieme tutto il tempo, e se ne andarono dopo cena! Avevo bisogno di stare un po’ con loro. Quando se ne andarono io andai in camera e mi chiamò Laura, ricordo che quella sera parlammo di tantissime cose, tranne di come mi sentivo io e forse fu meglio così. Passò cosi un altro giorno, e poi un altro, fino a far passare una settimana e poi mi scocciai, mi scocciai di sentirmi cosi anche perché capii quel senso di vuoto a cosa era dovuto, allora un giorno uscii e decisi di fare qualcosa che non avevo mai fatto, e cioè di affrontare la situazione e fare io la prima mossa. Ero venuta a sapere che tutti i mercoledì Zak si allenava in una palestra vicino casa mia, così decisi di andarci per vederlo e parlarci. Arrivai lì,entrai e in quel momento mi sentivo agitata e le mani iniziarono a sudare,cosa per me molto strana. Ma a cosa era dovuta tutta quella agitazione?? Lo vidi e gli andai vicino per parlargli, gli dissi: - Ehi,Zak!
- Ciao Daly!
- Come va?
- Bene bene, te ?
- Bene,grazie! Che mi racconti?
- Mah, nulla di nuovo, sempre solite cose! Tra un mesetto parto, vado in Afghanistan!
- Che? Come? Perché in Afghanistan??
- Dato che studio psicologia andrò con uno psicologo nelle trincee per aiutare i militari a non perdere la testa e a restare lucidi!
- Non credi sia pericoloso?
- Bhe si, forse un po’, certo non sarà il posto più sicuro del mondo, ma mi serve per fare esperienza, mi piace aiutare la gente. E diventare psicologo, mi piacerebbe molto!
- Si, ti capisco!
Non riuscì a dire altro,il fatto che andasse in Afghanistan mi terrorizzava, eppure non lo conoscevo da molto.Ma dico io esistono tanti posti, proprio a rischiare la vita doveva andare? - comunque, ora devo andare ad allenarmi,se vuoi vieni di là con me!
- no no, non preoccuparti,devo andare anche io ci vediamo!
- certo! Ciao!
Arrivai a casa con lo stomaco chiuso,eppure mi sentivo meglio,ma non avevo voglia di mangiare! Il giorno dopo,sentivo l' esigenza di rivederlo,ma perché ??
Dicevo a me stessa, impossibile che mi piaccia e poi lo conosco a malapena.
Non credevo ai colpi di fulmine e a me non era mai successo! E davo per scontato che alcune cose che non mi erano successe non esistessero, ma evidentemente mi sbagliavo.
In ogni caso colpo di fulmine o no avevo bisogno di parlare ancora con lui, ma non potevo andare a cercarlo dovevo rendere il tutto più disinvolto. Nei giorni seguenti, quando lo incontravo, parlavamo sempre una mezz' oretta, scherzavamo ridevamo e imparammo a '' conoscerci'' un po'. Passarono così tre settimane e un giorno decidemmo di andare a fare una passeggiata, quel giorno lo ricordo perfettamente.
Era metà ottobre , c' era sole quel giorno, ma non faceva caldo, una temperatura semi autunnale, decidemmo di andare sul lungomare.
Passeggiavamo e quell' odore di mare era meraviglioso,il mare era una tavola a tratti sembrava disegnato , c'era anche un pittore di strada che dipingeva il paesaggio e lui stesso ne rimaneva incantato!
I gabbiani volavano a pelo d' acqua, i pescatori sugli scogli erano immobili a fissare il mare sperando che qualche pesce abboccasse e poi c' era la gente che camminava sul marciapiede,uno scambio di parole che vagavano nell' aria...insomma un quadretto a dir poco perfetto. Intanto io e Zak parlavamo del più e del meno, delle solite cose di cui due ragazzi possano discutere.
Nella nostra conversazione c' era un po' di tutto, i programmi per il futuro, la differenza tra la scuola e l' università,gli amici,lo sport ed infine l' amore.
Ah che parola soave che solo a pronunciarla ti regala un senso di benessere, l' unica parola che è in grado di far illuminare l' universo ma anche a farlo spegnere.
Questa parola è la conseguenza di altre due parole opposte: sofferenza e felicità!
Chissà perché poi nel nostro cervello la parte dell' odio e quella dell' amore confinano...avranno qualcosa che le lega, avranno un punto in comune anche se a noi ci sembrano due termini completamente opposti.
Riguardo all' amore Zak mi disse che non era mai stato innamorato e che non aveva mai trovato la ragazza giusta per lui. Anche io non ero mai stata innamorata ed infatti non avevo mai avuto una storia che durasse più di una settimana con un ragazzo.
Tra discorsi e passeggiate si era fatta l' ora di tornare e quindi ci avviammo verso casa. Fu una giornata perfetta. Quando arrivai a casa e mi misi nel letto non riuscivo a dormire sentivo qualcosa di strano,un senso di felicità, quella felicità che ti possono regalare le cose più semplici: come un sorriso di un bambino, l' abbraccio di un nonno, la primavera dopo l'inverno,una passeggiata con gli amici , dieci minuti con la persona che ami,un cornetto la mattina e il bacio di una mamma appena sveglia...., ma dopo due orette per stanchezza crollai.
  
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